il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

domenica 29 aprile 2012

BRONTE: COME FARE SE UN BIMBO RISCHIA DI SOFFOCARE


Si è conclusa a Bronte la lezione interattiva sulle "Manovre di disostruzione delle vie aeree in età pediatrica". Voluta da Marco Poti, commissario del gruppo volontari del soccorso della Croce Rossa italiana di Bronte, in collaborazione con l'assessore del Comune di Bronte, Enzo Bonina, la lezione ha fornito indicazioni e mostrato come intervenire correttamente nel caso in cui un minore stia per soffocare per aver ingerito un corpo estraneo. Le manovre sono state mostrate da una equipe di istruttori della Croce rossa guidati da Maria Cristina Riso. Presente anche il commissario provinciale Stefano Principato. "L'obiettivo quotidiano della Croce Rossa è aiutare chi è in difficoltà. - ci dice Poti - E far conoscere queste semplici manovre può salvare una vita".
"E' stata - ha aggiunto l'assessore Bonina - una bella occasione per fornire a tutti i fondamentali per eseguire un soccorso adeguato, utile non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Spiegare brevemente come intervenire non è semplice - conclude Bonina - invito quindi tutti a seguire questi corsi almeno una volta". Alla Croce Rossa il plauso ed i complimenti anche del sindaco, Pino Firrarello, secondo i dati della "Società italiana di pediatria", ogni anno in Italia circa 50 bambini perdono la vita per soffocamento da corpo estraneo. Fra questi il 27% sono favoriti dalla incapacità di chi interviene nei primi drammatici momenti. Non sapere come agire provoca errori: prendere per i piedi un bambino di solito, infatti, cagionano la morte.
L.S. Fonte "La Sicilia" del 29-04-2012

CASTIGLIONE DI SICILIA: IN MANETTE IL CAPO DELL’UFFICIO TECNICO


Le accuse sono truffa aggravata e falso ideologico ai danni dello Stato: imputazioni che hanno spedito dietro le sbarre il capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Castiglione di Sicilia, Pietro Scavo, 57 anni, residente a Mascali. Il funzionario comunale – che dirige i settori Urbanistica e Lavori pubblici ma anche la Protezione civile comunale e l’Ambiente – è stato arrestato giovedì scorso ( ma la notizia è stata resa nota solo ieri) dalla Guardia di Finanza della tenenza di Bronte che dipende dalla Compagnia di Riposto, a conclusione di una complessa attività investigativa avviata nei mesi scorsi. Secondo quanto si è appreso, Scavo sarebbe stato controllato per settimane dai finanzieri, i quali, dopo averne filmato ogni movimento, hanno accertato che il funzionario tecnico avrebbe timbrato il cartellino di lavoro senza però recarsi in ufficio. Una costante abitudine di abbandonare la sede di servizio per il disbrigo di commissioni private o per recarsi nella sua casa di Mascali, ove sarebbe stato arrestato in flagranza di reato durante l’orario di lavoro. Nonostante abbia la posizione organizzativa riconosciuta dal suo ruolo di capo dell’Ufficio tecnico, Scavo non ha però la dirigenza e questo perché il Comune di Castiglione ha meno di 6mila abitanti. Quindi è obbligato a timbrare il cartellino.
L’indagine della Guardia di finanza che, a quanto pare, si fonda su inconfutabili registrazioni video, per il momento è avvolta dal massimo riserbo e solo nei prossimi giorni sarà diramata una nota dal Comando provinciale con tutti i dettagli dell’operazione. L’arresto di Scavo nel Comune di Castiglione è stata una sorpresa imbarazzante, soprattutto per il sindaco Claudio Scavera: “Francamente è stato un fulmine a ciel sereno. Nessuno si aspettava una iniziativa di questo tipo. Quando la Guardia di finanza è arrivata nel mio ufficio in municipio – afferma il sindaco Scavera – solo dopo una lunga conversazione ho compreso che, alla fine, si stava procedendo con l’arresto del nostro funzionario tecnico, una persona che ricopre un ruolo fondamentale all’interno della macchina amministrativa dell’Ente. Un ruolo certamente difficile e delicato il suo, giacchè si occupa dei lavori pubblici all’ambiente, all’urbanistica. In quest’ultimo periodo Scavo, nella sua qualità di responsabile del settore Lavori pubblici stava seguendo una importante gara: quella relativa alla riqualificazione di piazza 12 Febbraio, per un importo di 750mila euro, e il rinnovo della pubblica illuminazione a Solicchiata. Non molto tempo fa, il funzionario comunale sarebbe stato bloccato a Mascali, non lontano dalla propria abitazione, da alcune persone che lo avrebbero picchiato: in quell’occasione riportò ferite al volto e su vari parti del corpo. Il professionista dovette recarsi in ospedale e sporse denuncia ai carabinieri della stazione di Mascali contro sconosciuti, non essendo stato in grado – a quanto si apprende – di riconoscere i suoi aggressori. Non è dato sapere se si sia trattato di una spedizione punitiva nell’ambito della propria attività professionale al Comune di Castiglione di Sicilia.
Mario Previtera fonte “La Sicilia” del 29-04-2012 

sabato 28 aprile 2012

Nuove fannacie assegnate per soli titoli. Monti sblocca la corsa all'attività d'oro


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La Repubblica
Ed. del 28.04.2012 - Palermo - pag. VIII
Giusi Spica
Articolo letto 13 volte
Il Comune ha recepito la legge nazionale che liberalizza l'apertura. Polemica Federfarma: ''Ventisette sono troppe"

PALERMO - Per “vincere” le 27 nuove farmacie che apriranno i battenti in città entro un anno si dovrà superare un concorso per soli titoli. Addio ai vecchi libri da studiare per superare i quiz e ottenere l’ambitissima attività. A stabilirlo è il decreto Monti sulle liberalizzazioni, diventato legge amano e appena recepito dal commissario straordinario del Comune Luisa Latella.
Palazzo delle Aquile e tutti i comuni italiani avevano 30 giorni di tempo per fare i conteggi demografici e stabilire il numero delle farmacie da mettere a gara. Critica Federfarma Sicilia: «Il numero è troppo elevato e i concorsi per soli titoli penalizzano i giovani». La nuova normativa abbassa il quorum demografico portandolo da una farmacia ogni 4 mila abitanti a una ogni 3.300. Cifre alla mano, a Palermo si passerà da 170 a 197 farmacie. Le nuove attività sorgeranno nei quartieri periferici, meno serviti: Falsomiele, Brancaccio, Settecannoli, Mezzomonreale, Cruillas, San Lorenzo,
Tommaso Natale e Partanna. Ma non mancheranno nuove aperture in quartieri più centrali come Greto-Stazione, Noce, Villaggio Santa Rosalia.
Una nuova infornata di licenze dopo un stop più che decennale, che solletica l’appetito di molti farmacisti non ancora titolare. Basti pensare che oggi, i farmacisti sono tra i primi contribuenti dell’intera città.
Ma come si diventa titolari? E cosa cambia in questa tornata straordinaria di concessioni? Finora per diventare proprietari le strade erano due. Comprare la licenza da un vecchio titolare, a un costo che equivale più o meno al doppio del fatturato annuo dell’attività. Per farlo, basta avere tanti soldi da investire e l’iscrizione all’ordine professionale. Una strada, questa, praticata soprattutto dai figli dei farmacisti, che nella pratica ereditano l’esercizio dai padri anche se formalmente lo acquistano.
L’altra via è vincere il concorso superando una selezione per titoli ed esami. I requisiti minimi per partecipare sono due anni di lavoro certificati dall’Asp per contendersi una farmacia in città, oppure la semplice laurea e l’iscrizione all’albo per una farmacia rurale, in paesini o zone disagiate. Ai titoli, come in tutti i concorsi pubblici, va associata la prova: 100 quiz a risposta chiusa selezionati tra 3 mila quesiti stilati dal Ministero. A cambiare, nella nuova infornata, è proprio questo. Niente quiz, solo valutazione dell’anzianità di servizio e dei titoli universitari. Un unicum che ha sollevato molte polemiche. Per Francesco Mangano, presidente di Federfarma Sicilia, «le attività messe a gara sono troppe e le modalità di selezione anomale. La filosofia alla base del provvedimento era premiare chi da tanti anni lavora in zone disagiate, dando la possibilità di rientrare nei grandi centri urbani,ma il rischio è chiaramente di penalizzare i più giovani, i quali, però, hanno la possibilità di consorziarsi per accumulare gli anni di anzianità».
Non usa mezzi termini Biagio Gallo. titolare di una farmacia a Trapani, ex presidente di Federfarma Sicilia: «Le modalità sono totalmente contestabili. È ingiusto che la licenza venga regalata solo perché si è maturata un’anzianità, tarpando le ali ai giovani preparati che ambiscono a una farmacia». Non è l’unica anomalia del concorso. Perché, a essere penalizzati, sono anche i Comuni, ai quali viene preclusa la possibilità di esercitare il diritto di prelazione fino ad oggi riconosciuto. In tutta la Sicilia, sono una decina le farmacie comunali, di cui un paio in provincia di Palermo. La prossima mossa spetta all’assessorato regionale alla Salute, che ha il compito di bandire il concorso entro 180 giorni e stilare una graduatoria regionale. Ai primi in classifica,l’opportunità di scegliere la sede.

Sanità, una franchigia invece dei ticket? No delle Regioni: è una tassa sulla salute


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La Sicilia
Ed. del 28.04.2012 - pag. 6
Ga.Be.
Articolo letto 9 volte
Il dibattito sul sistema di compartecipazione

ROMA - Archiviare il sistema di ticket ed esenzioni, che non sempre ha dato i risultati sperati sia in termini di equità che di incassi, e sostituirlo con un sistema a franchigia modulata sul reddito. È solo una delle ipotesi che incominciano ad essere avanzate (nel caso da ricercatori dell’Agenas) per rivedere il sistema della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, anche in vista della scure dei tagli in arrivo nel prossimo biennio. Una prima ipotesi, certo solo di scuola per ora, che però già incassa il no delle Regioni, attraverso il coordinatore degli assessori alla Sanità, Luca Coletto, perché si tradurrebbe in una “tassa sulla salute”.
I ticket sono stati, e saranno, uno dei temi caldi del confronto tra governo e Regioni alle prese sia con il rinnovo del Patto per la salute, sia con la gestione degli effetti della manovra di luglio 2011, targata Tremonti, che prevede un minor finanziamento del Fondo sanitario nazionale di circa 2,5 miliardi di euro il prossimo anno e altri 5 miliardi nel 2014. E di questi 5 miliardi, senza un accordo Stato-Regioni che sancisca altre vie, il «40%», cioè almeno due miliardi, andrà trovato con «misure di compartecipazione sull’assistenza farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale B. In sostanza nuovi ticket. Che, come riferiscono più fonti. si è anche ipotizzato di anticipare già al 2013. Ma l’ipotesi, respinta dalle Regioni, almeno perora pare caduta nel vuoto.
Se governo e autonomie, dopo un inizio sprint, si sono dati quindi tempo fino ad ottobre per concludere la trattativa (la scadenza iniziale del30 aprile era prevista dalla manovra, ma visto che tutte le misure non entrano in vigore prima di gennaio 2013 c’è ancora spazio per il confronto) i tecnici dell’una e dell’altra parte sono all’opera. E in particolare al ministero si sta lavorando per tradurre in concreto i principi enunciati più volte dal ministro, Renato Balduzzi: «equità e trasparenza» nella revisione dell’intero sistema dei ticket, che dovranno essere rimodulati sulla base del reddito ma anche del “quoziente familiare”. Tanto che da più parti non si esclude che già nelle prossime settimane possa arrivare una prima bozza di proposta, da analizzare con le Regioni.
Regioni che intanto valutano appunto come «da scartare» l’ipotesi lanciata dai ricercatori dell’Agenas del sistema a franchigia modulata sul reddito (con un contributo massimo del 3 per mille del reddito lordo, che si traduce ad esempio in 30 euro con un reddito di 10mila euro. che diventano 300 con un reddito di 100mila euro), superata la quale a pagare è il Servizio sanitario nazionale. «La franchigia - ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto colpirebbe tutti indistintamente» e non sarebbe altro che «la riedizione della “tassa sulla salute”
dei primi anni Novanta che poi fu sospesa». E visti i venti di crisi che non accennano a diminuire, questo, ha concluso, «non è certo il momento di aggiungere ulteriori tasse ai ticket».

Allarme dello SNAMI: per l'emergenza così si rischia di indebolire il territorio


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D'Angelo: «Il passaggio alle dipendenze dovrà essere su base volontaria»
Comunicato Stampa SNAMI | Pubblicato il 28.04.2012 | Articolo letto 52 volte      
Allarme dello SNAMI: per l'emergenza così si rischia di indebolire il territorio
Vito D'Angelo, responsabile nazionale dello SNAMI Emergenza Sanitaria
MILANO - «Dalle ultime notizie e incontri di caratura nazionale - ha dichiarato Vito D'Angelo, segretario nazionale dello SNAMI- Emergenza - sembra che il settore Emergenza Territoriale nel prossimo futuro possa abbandonare la convenzione e lasciare il legame, che per 20 anni ci ha visti crescere con i medici di famiglia e di continuità assistenziale».
«Pare - continua D'Angelo - che sia arrivato il momento di un processo irreversibile dettato dalle ultime proposte e progetti per proiettare il medico di Emergenza verso una affinità di ruolo con il medico dell’emergenza Ospedaliera».
«Siamo nati con il Dpr 27 marzo 1992, - ricorda - che ha disciplinato il settore dell’emergenza territoriale, quella categoria di medici che in questi anni si è trovata ad operare a stretto contatto con le strutture ospedaliere e il pronto soccorso con non poche difficoltà. Ad avvicinare il medico EST all’Ospedale ci pensa poi la riforma Bindi Dlgs 229 nel 1999, ulteriore spinta verso l’ospedale si ottiene nel 2006 quando viene istituita la scuola universitaria di specializzazione in medicina e chirurgia di urgenza ed accettazione».
«In questo ventennio abbiamo assistito ad una evoluzione del medico di Emergenza che ha acquisito competenze e specificità professionale, nonostante la disomogeneità di ruoli che ha assunto in diverse regioni e ancora più gravi in diverse ASL dettati da condizioni culturali e di interpretazioni normative e di ACN e d’incapacità politiche regionali e aziendali. Al medico di emergenza sono stati affidati ruoli e competenze diversi da quanto sancito su accordi di categoria».
«Lo SNAMI recepisce in maniera positiva l’eventuale passaggio alla Dirigenza ma rimane critico su modi e confusioni con parole che sanno tanto di spot propagandistici. Mi riferisco al ruolo unico che si vuole imporre con netto taglio, annullando pare i diritti acquisiti, le competenze e la specificità del medico dell’emergenza territoriale che in questi anni ha maturato acquisendo dei ruoli specialistici e di particolare affinità territoriale».
«Inoltre stiamo bene attenti: l’idea è quella di depauperare il territorio dalla presenza del medico di emergenza a vantaggio degli Ospedali. Lo SNAMI propone un passaggio volontario alla Dipendenza, un ruolo unico che mantenesse le specificità (Territoriale e Ospedaliera) con l’avvio di una intensa programmazione formativa che persegua stesse linee guida comuni specifici nel campo dell’ Emergenza».
«Il ruolo unico come si vuole intendere annulla tutte le competenze acquisite nel ventennio con il rischio che il medico di emergenza preospedaliaro si ritrovi prossimamente a riiniziare a proprie spese un percorso diverso dopo aver affinato le competenze territoriali».
«Il territorio lo si vuole affidare a personale sanitario non medico con breve percorso formativo, per l’esecuzione di percorsi clinico assistenziale, la gestione del trattamento farmacologico, l’utilizzazione di strumenti di diagnostica. I quali sono prerogative strettamente connesse alla diagnosi e cura proprie solo dell'atto medico, la cui frantumazione può provocare pericolose interferenze professionali e negative ricadute in termini di efficacia e sicurezza per la vita del paziente critico».
«Lo SNAMI - conclude D'Angelo - crede che non si possono attuare delle politiche unidirezionali volti momentaneamente a colmare le lacune dell’ospedale con indebolimento del territorio, ma che si debbano cercare strategie di equilibrio non sacrificando le esigenze del territorio, quindi del cittadino».

RANDAZZO INQUINAMENTO FIUME ALCANTARA: “ORA GLI INTERVENTI”


Il problema del possibile inquinamento del fiume Alcantara, derivante dal malfunzionamento o in alcuni casi dell'assenza del depuratore delle acque reflue, sarà questa mattina argomento di dibattito nel Consiglio del Parco fluviale dell'Alcantara composto dai 12 Comuni della valle da Randazzo a Giardini Naxos, più le Provincie di Catania e Messina. A chiedere di trattare l'argomento è stato il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo, intenzionato a chiedere al parco fluviale di aiutare i Comuni nella ricerca di fondi per realizzare o ottimizzare il funzionamento dei depuratori. "Il Parco dell'Alcantara - afferma il sindaco - deve far da tramite con la Regione affinchè vengano reperite le somme necessarie per depurare al meglio le acque reflue. Nella Valle Alcantara sono tanti i Comuni che scaricano nel fiume senza depuratore e siccome salvaguardare le acque è l'obbiettivo principale di un Parco fluviale, ritengo che questo debba aiutare i Comuni affinché ricevano i finanziamenti necessari per far funzionare al meglio i depuratori già costruiti e realizzare quelli che mancano". Del Campo non si sottrae alle responsabilità del depuratore del Comune di Randazzo: "Non è una novità - spiega - Il depuratore di Randazzo ha bisogno di interventi per funzionare meglio, ma ricordo che una parte della cittadina scarica direttamente nel fiume.
Di fronte a realtà difficili come la nostra che un Comune da solo non riesce a risolvere, il Parco deve farsi portavoce nei confronti della Regione affinché risolva i problemi". Il direttore del Parco dell'Alcantara, Ettore Lombardo, però conferma di essere già intervenuto: "Ho già presentato una relazione all'assessore regionale all'Ambiente proponendo di promuovere un progetto pilota che veda affrontare tutti i problemi che attanagliano l'Alcantara in conferenze di servizio".
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 27-04-2012

Concorsi, 400 in bilico

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Centonove
Ed. del 27.04.2012 - pag. 17
Michele Schinella
Articolo letto 42 volte
Il Tar di Palermo dichiara illegittimi i bandi. E annulla le procedure

«Bisognava dare priorità alla mobilità da altre regioni», spiegano i magistrati amministrativi. Dito puntato verso il tribunale di Catania. Che aveva delegato lo materia al Giudice del lavoro.
MESSINA – Per i vincitori dei concorsi sarebbe una beffa. Per l’assessorato regionale alla Sanità guidato dal magistrato Massimo Russo é già una mezza disfatta. Sono stati assunti e lavorano negli ospedali della Sicilia orientale avendo vinto concorsi che si sono tenuti solo perché il Tribunale amministrativo di Catania si è dichiarato incompetente a giudicare sulla legittimità dei bandi e ha devoluto l’intera materia al giudice del Lavoro. Ma adesso tremano. Il 20 aprile del 2012 il Tribunale amministrativo di Palermo, pronunciandosi nel merito su analoghi concorsi banditi per coprire posti negli ospedali della Sicilia occidentale e già bloccati in via cautelare, ha dichiarato illegittimi i bandi per gli stessi motivi per cui sono stati impugnati gli omologhi della Sicilia orientale ed ha annullato le procedure. Non solo. Ha spiegato il perché sulla questione è competente il giudice amministrativo e non il giudice del Lavoro. Se il Consiglio di Giustizia amministrativa, la cui decisione è attesa per i prossimi giorni, dovesse accogliere il ricorso contro la decisione del Tribunale amministrativo di Catania e dovesse pensarla come i giudici amministrativi palermitani tutti coloro che da mesi prestano servizio dovranno fare armi e bagattelle e vedranno così svanire il sogno di un lavoro inseguito per anni.
TEMA DECIDENDUM. I motivi dell’annullamento dei bandi? Elementari. «La legge prevede che prima di bandire i concorsi per coprire dei posti di lavoro nell’ambito della pubblica amministrazione bisogna dare priorità alla mobilità consentendo a chi fosse interessato a spostarsi da altre regioni. Questa possibilità chi ha preparato i bandi non l’ha prevista». Non è che alla mobilità non si fosse proprio pensato e non fosse stato riservato alcun posto. Dopo le trattative con le organizzazioni sindacali infatti l’assessorato decise di riservare alla mobilità il 50% dei posti messi a concorso.
BOCCIATURE. I giudici palermitani non solo bocciano chi ha elaborato i bandi dei concorsi (il dirigente generale a Palermo era Maurizio Guizzardi) ma anche i colleghi catanesi che si erano comportati come Ponzio Pilato. «Esiste la giurisdizione del giudice amministrativo. La controversia investe gli effetti del provvedimento di indizione di un nuovo concorso, sicché la contestazione concerne l’esercizio del potere dell’Amministrazione, a cui corrisponde una situazione di interesse legittimo, la cui tutela spetta al giudice amministrativo. La contraria statuizione resa dalla sezione staccata di Catania di questo Tar, ad avviso del Collegio tralascia di considerare che la scelta fra le modalità di copertura dei posti vacanti (indizione del concorso, o procedura di mobilità) non attiene alla "gestione dei rapporti di lavoro assunte con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro", di competenza del giudice del Lavoro».
MILLE IN ATTESA. I posti messi in palio con i concorsi che la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa potrebbe spazzare via sono 400. Coloro che hanno presentato la domanda per poter coprire i posti per mobilità sono oltre mille. Nel contratto degli assunti nella Sicilia orientale avvenuta dopo la pronuncia cautelare del Tar di Palermo è stata inserita una postilla: «II contratto di lavoro è efficace fatti salvi gli effetti delle sentenze dei giudici sulla validità del concorso» .Alberto Barbera, illegale del Foro di Barcellona Pozzo di Gotto che ha patrocinato con successo i ricorrenti e aspetta la decisione del Cga spiega: «E’ ovvio che sei giudici d’appello dovessero pensarla come il Tardi Palermo la perdita di lavoro dei vincitori sarebbe automatica. Sulla competenza dei giudici amministrativi non credo ci siano dubbi. Nel giudizio al Tar di Catania neanche la controparte aveva eccepito il difetto di giurisdizione».
FALLIMENTI. II varo dei concorsi era stato presentato in una conferenza stampa dal presidente Raffaele Lombardo e dall’assessore Russo, a fine anno, prima ancora che le piante organiche delle 21 aziende sanitarie e provinciali di Sicilia fossero deliberate. Entrambi accusati di fare clientelismo e sperpero (la Sicilia è impegnata nel piano di rientro), finirono al centro di una bufera a cui diedero fiato i telegiornali nazionali. Massimo Russo era stato costretto a difendersi anche dalle accuse della Cgil: «E’ troppa alta la quota riservata alla mobilità», sostennero i sindacalisti rossi, bocciati ora, al pari dell’ex magistrato dai giudici amministrativi. Renato Costa, segretario regionale della Cgil Medici, però, rilancia: «La legge che impone la mobilità è sbagliata ma andava rispettata, quello che è successo, però, dimostra che l’assessore ha sbagliato a non dare priorità come hanno fatto altre regioni alla stabilizzazione dei precari, prima di bandire i concorsi».

Seus e 118 in Sicilia: aumentano interventi e mezzi di soccorso, in estate parte il soccorso in mare



Massimo Russo e Mario Chisari con due operatori Seus con le nuove divise
Palermo, 25 apr - Interventi di soccorso in aumento, parco mezzi potenziato, fermi tecnici delle ambulanze e assenteismo dimezzati: sono alcuni dei risultati ottenuti dalla Seus- la società consortile che gestisce il servizio di emergenza- urgenza 118 su terra in Sicilia - presentati ieri mattina durante un affollato convegno a Villa Malfitano. L’occasione è servita anche per presentare le nuove divise degli autisti-soccorritori, già in distribuzione a Palermo ed entro il 30 giugno disponibili in tutta la regione: “Sono 3.033 kit, con i colore giallo e  blu tipici dell’emergenza-urgenza italiana e perfettamente in regola con le norme di sicurezza”, ha sottolineato il presidente della Seus, Mario Chisari, che ha aperto i lavori tracciando un bilancio dell’attività fin qui svolta dalla società e
annunciando “l’informatizzazione di tutte le procedure entro il 2012 e l’avvio, già da questa estate, del soccorso in mare grazie a 6 idromoto e 1 idroambulanza e all’impiego di nostro personale riqualificato”. A chiudere il convegno è stato l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo: “Con la Seus abbiamo voltato pagina rispetto alla precedente gestione del 118, caratterizzata da numerose criticità. Finalmente il servizio punta sulla qualità e l’efficienza, ottenuta anche grazie a un dialogo costruttivo con gli operatori che costituiscono un’importante risorsa per il sistema sanitario siciliano. Puntiamo molto sulla formazione: entro la fine del 2012 contiamo di attivare a Caltanissetta un Centro di simulazione del soccorso”. Nel 2011 gli interventi di soccorso effettuati dalla Seus sono stati oltre 240 mila, cioè circa il 15 per cento in più rispetto al passato. Grazie all’acquisto di altre 7 automediche, il totale dei mezzi è passato da 277 a 284 (cioè 270 ambulanze e 14 automediche), tutti con a bordo un defibrillatore. In Sicilia le postazioni della Seus alla fine del 2011 erano 255: 64 a Palermo, 41 ciascuno a Catania e Messina, 25 a Trapani, 18 ciascuno ad Agrigento e Siracusa, 16 ciascuno a Caltanissetta, Enna e Ragusa. Rispetto alla gestione passata del 118 è più che dimezzato l’assenteismo tra i 3.279 dipendenti (dal 9 per cento si è passati a circa il 4) e in netto calo sono pure i fermi tecnici delle ambulanze: quelli oltre due ore grazie all’istituzione di un monitoraggio ed a una task force sperimentale di pronto intervento sono diminuiti di circa il 45 per cento. “Inoltre sono in via di completamento i corsi di formazione per riqualificare circa 400 autisti-soccorritori come Operatori socio-sanitari”, ha sottolineato Chisari.  Non appena saranno assorbiti dalle altre aziende sanitarie in seguito ad appositi concorsi per Oss, usciranno dal sistema 118 e il risparmio nelle casse della Seus sarà di oltre 12 milioni annui alla voce stipendi. Inoltre Chisari ha posto l’accento “sui servizi di trasporto secondario che la nostra società sta portando avanti con grandi risultati nelle aziende ospedaliere Villa Sofia, Policlinico e Civico di Palermo e al Policlinico di Messina”. Al convegno - intitolato “118 in Sicilia, obiettivi e strategie” e aperto da uno spot sulla Seus realizzato dal Centro sperimentale di cinematografia diretto da Ivan Scinardo - sono intervenuti anche Dino Alagna (responsabile del Servizio programmazione dell’emergenza dell’assessorato alla Salute), Giorgio Maria Vinciguerra e Germana Greco (rispettivamente direttore generale e direttore amministrativo della Seus), Gaetano Marchese (direttore della Centrale operativa di Palermo- Trapani) e Melita Ricciardi (consigliere dell’Ordine degli psicologi di Sicilia).

Filippo Pace

giovedì 26 aprile 2012

Santa Marina, Pte-118 in difficoltà


Santa Marina, Pte-118 in difficoltàSanta Marina Salina- Presidio territoriale d'emergenza del 118 in grosse difficoltà. Dopo dodici anni all'insegna di servizi di qualità offerti agli isolani si è passati ad uno stato di forte precarietà che crea disagi.

Da un parte non sono mai state eseguite le direttive operative che la legge istitutiva dei PTE (Presidio Territoriale Emergenza)-118 prevede, dotandolo di tutto ciò che era ed è previsto, dall'altro la riduzione delle ore dei medici di guardia considerate una mera spesa non più sostenibile.

I medici del presidio si sono già rivolti all'Asp e al resto dele autorità competenti.

Data notizia: 23/04/2012
a cura di Peppe Paino
http://www.lipari.biz/notizia.asp?idNews=17158

118, la Seus presenta i risultati del 2011

Interventi di soccorso in aumento, parco mezzi potenziato, fermi tecnici delle ambulanze e assenteismo dimezzati: sono alcuni dei risultati ottenuti dalla Seus – la società consortile che gestisce il servizio di emergenza – urgenza 118 su terra in Sicilia – presentati stamattina durante un convegno a Villa Malfitano. L’occasione è servita anche per presentare le nuove divise degli autisti – soccorritori, già in distribuzione a Palermo ed entro il 30 giugno disponibili in tutta la regione. “Sono 3.033 kit, con i colore giallo e blu tipici dell’emergenza – urgenza italiana e perfettamente in regola con le norme di sicurezza”, ha sottolineato il presidente della Seus, Mario Chisari, che ha aperto i lavori tracciando un bilancio dell’attività fin qui svolta dalla società e annunciando “l’informatizzazione di tutte le procedure entro il 2012 e l’avvio, già da questa estate, del soccorso in mare grazie a 6 idromoto e 1 idroambulanza e all’impiego di nostro personale riqualificato”. A chiudere il convegno è stato l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo: “Con la Seus abbiamo voltato pagina rispetto alla precedente gestione del 118, caratterizzata da numerose criticità. Finalmente il servizio punta sulla qualità e l’efficienza, ottenuta anche grazie a un dialogo costruttivo con gli operatori che costituiscono un’importante risorsa per il sistema sanitario siciliano. Puntiamo molto sulla formazione: entro la fine del 2012 contiamo di attivare a Caltanissetta un Centro di simulazione del soccorso”. Nel 2011 gli interventi di soccorso effettuati dalla Seus sono stati oltre 240 mila, cioé circa il 15 per cento in più rispetto al passato. Grazie all’acquisto di altre 7 automediche, il totale dei mezzi è passato da 277 a 284 (cioé 270 ambulanze e 14 automediche), tutti con a bordo un defibrillatore. In Sicilia le postazioni della Seus alla fine del 2011 erano 255: 64 a Palermo, 41 ciascuno a Catania e Messina, 25 a Trapani, 18 ciascuno ad Agrigento e Siracusa, 16 ciascuno a Caltanissetta, Enna e Ragusa. Rispetto alla gestione passata del 118 è più che dimezzato l’assenteismo tra i 3.279 dipendenti (dal 9 per cento si è passati a circa il 4) e in netto calo sono pure i fermi tecnici delle ambulanze: quelli oltre due ore grazie all’istituzione di un monitoraggio ed a una task force sperimentale di pronto intervento sono diminuiti di circa il 45 per cento. “Inoltre sono in via di completamento i corsi di formazione per riqualificare circa 400 autisti – soccorritori come Operatori socio – sanitari”, ha sottolineato Chisari. Non appena saranno assorbiti dalle altre aziende sanitarie in seguito ad appositi concorsi per Oss, usciranno dal sistema 118 e il risparmio nelle casse della Seus sarà di oltre 12 milioni annui alla voce stipendi.
http://www.livesicilia.it/2012/04/24/118-il-seus-presenta-i-risultati-del-2011/

lunedì 23 aprile 2012

Muore al pronto soccorso, aperta un'inchiesta


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
La Sicilia
Ed. del 22.04.2012 - pag. 8
n.d.
Articolo letto 10 volte
All'Ospedale "Papardo" di Messina

MESSINA. Ha aspettato più di mezz'ora per essere visitato al pronto soccorso dell'ospedale di Messina «Papardo» dove era andato per forti dolori al braccio e alla spalla.
Un'attesa forse fatale per Daniele Santamaria, 40 anni, ex guardia giurata, sposato e con una figlia, morto, poco prima che cominciassero a visitarlo, tra le braccia del padre. Secondo i familiari, i medici avrebbero fatto aspettare troppo l'uomo sottovalutando il suo caso. La moglie di Santamaria ha presentato un esposto ai carabinieri che hanno aperto un'indagine. Ma dall'ospedale arriva la replica. «Il paziente ha atteso solo dieci minuti prima di essere ricevuto - spiega Francesca Parrinello, direttrice sanitaria del “Papardo” -. I medici hanno valutato il caso come codice verde, non ritenendolo grave. I sanitari, dopo il malore, hanno provato invano a rianimarlo».

RANDAZZO, SPACCIA MARIJUANA A UN MINORE: ARRESTATO


Brillante operazione antidroga da parte dei carabinieri della Stazione di Randazzo. I militari dell'Arma hanno arrestato un giovane randazzese di 19 anni con l'accusa di spaccio e cessione ad un minore di marijuana.  Nel tentativo di arginare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti spesso i carabinieri di Randazzo, anche in borghese, osservano i comportamenti dei giovani nelle piazze o nelle vie dove questi di solito si radunano.  E durante uno dei tanti controlli i militari dell'Arma hanno notato, in piazza Luigi Rabatà antistante al santuario del Carmelo, il giovane consegnare un pacchettino ad un ragazzo minorenne, mentre entrambi fumavano tranquillamente della marjuana.  Quando all'improvviso di fronte a loro si sono presentati i carabinieri, ai 2 ragazzi altro non è rimasto che farsi perquisire. I militari per prima cosa hanno cercato e trovato nelle tasche del minorenne il pacchetto ricevuto. Si trattava di un sacchetto ben chiuso che conteneva 20 grammi di marjuana. A questo punto il maggiorenne è stato subito arrestato. A suo carico l'accusa di aver consegnato sostanza stupefacente ad un minore, che è un'aggravante del reato di spaccio.
Il minorenne, invece, se l'è cavata soltanto con la segnalazione alla Prefettura n qualità di soggetto che fa uno di marjuana.  L'operazione però non è finita qui. I carabinieri sono subito andati a casa del giovane arrestato per effettuare, fra lo stupore e la preoccupazione dei poveri genitori, una perquisizione. Anche in questo caso le ricerche non sono state vane. Senza l'ausilio di unità cinofile, i carabinieri di Randazzo hanno trovato altri 80 grammi di marjuana avvolti in una busta di cellophane nascosta all'interno di un armadio della camera da letto. Insieme con la droga un bilancino di precisione che serviva per dividere le dosi. A questo punto le prove a carico del giovane erano inconfutabili, ed il ragazzo è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del processo che sarà celebrato con rito direttissimo. Le operazioni dei carabinieri di Randazzo continueranno anzi verranno intensificate, nel tentativo di porre un robusto argine allo spaccio di droga.
L.S. fonte “La Sicilia” del 22-04-2012

domenica 22 aprile 2012

RANDAZZO: SVALIGIATA CASA DEI CONIUGI RANDAZZESI TRAVOLTI DA AUTO


Non hanno avuto pietà neanche per la disgrazia capitata, e hanno svaligiato la loro abitazione, rubando alcuni monili d'oro. I ladri sono entrati nella casa dei coniugi Chisari, vittima la sera di Pasqua di un tragico incidente stradale a San Pietro in Cariano in provincia di Verona. La coppia, infatti, è stata investita da un'auto, mentre attraversava una strada sulle strisce pedonali. ell'incidente la signora Nunziata Di Pippino di 77 anni purtroppo ha perso la vita, mentre il marito Giuseppe Chisari anch'egli di 77 anni è in prognosi riservata. I figli ovviamente si trovavano a Verona e quindi l'abitazione di piazza Basile a Randazzo è rimasta incustodita.  Così i ladri, probabilmente coscienti di poter agire indisturbati, hanno forzato la saracinesca di un garage e sono entrati dentro, guadagnando facilmente l'accesso agli appartamenti. Poi hanno avuto il tempo necessario per rovistare tutto e portare via alcuni preziosi.
Ad accorgersi del furto sono stati i familiari dei coniugi tornati a Randazzo per celebrare le esequie della signora Di Pippino. Scattato l'allarme sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri della Stazione e della Compagnia di Randazzo che hanno effettuato tutti i rilievi del caso.
N. P. fonte “La Sicilia” del 21-04-2012

sabato 21 aprile 2012

Chiuso il reparto di oncologia gestito da studenti e infermieri


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
La Stampa
Ed. del 21.04.2012 - pag. 20
Riccardo Arena
Articolo letto 17 volte
A Dicembre la tragedia di Valentina Lembo: ma dopo due mesi nulla era cambiato.

Palermo, dopo la morte della donna pe una dose di chernio errata
PALERMO - Due mesi dopo quel dannato errore che era costato la vita a una paziente di 34 anni, nell’unità operativa di Oncologia del Policlinico di Palermo è cambiato poco o nulla. Nessuno risponde di nulla. Ad occuparsi di delicatissime operazioni cliniche sono precari o specializzandi. L’approssimazione, la superficialità e le inefficienze che il 29 dicembre avevano ucciso Valeria Lembo, mamma di un bimbo che oggi ha 10 mesi, stroncata da una dose di un farmaco che le fu dato in una misura dieci volte superiore al consentito (90 milligrammi anziché 9), sono state riscontrate dagli ispettori anche due mesi dopo, nel febbraio scorso. Così ieri mattina il ministro della Salute, Renato Balduzzi, e l’assessore siciliano Massimo Russo, di comune accordo, hanno sospeso «temporaneamente» l’attività del reparto.
L’avverbio «temporaneamente» sembra un eufemismo, l’edulcorazione di una pillola quanto mai amara per la sanità siciliana. Russo, di professione magistrato, da quattro anni al governo regionale guidato da Raffaele Lombardo, ha dovuto prendere atto delle tante, pericolosissime carenze registrate nel reparto diretto, fino a quando non scoppiò il caso, da Sergio Palmeri. Il primario si dimise nel giro di pochi giorni, anche per evitare che scattassero «esigenze cautelari» e dunque provvedimenti giudiziari nei suoi confronti.
Ma questo non ha migliorato la situazione e i pazienti di oncologia delle cliniche universitarie palermitane sono ritenuti ad alto rischio. Valeria Lembo, giovane e bella neomamma, soffriva del morbo di Hodgkin. Si era sottoposta a un ciclo di chemioterapia in cui era stato utilizzato un farmaco, la Vinblastina, che va usato con mille cautele e non superando mai le dosi massime consigliate.
Il giorno in cui uno specializzando scrisse per errore «90» al posto di «9», il primario non c’era e tutti i protagonisti di questa vicenda hanno poi giocato un indegno scaricabarile, sostenendo di non avere sbagliato. Inevitabili l’inchiesta giudiziaria e l’ispezione sanitaria, avviata in febbraio e durata oltre un mese.
Russo, il pm-assessore, è costretto adesso a parlare di un «caso vero di malasanità» e rimette alla «sensibilità e alla coscienza» del direttore generale, Mario La Rocca, e degli altri vertici dell’azienda sanitaria, la valutazione circa l’opportunità di rimanere al loro posto o di andare via. Ma La Rocca non se ne dà per inteso e lavora al dopo, alla riorganizzazione del reparto, al trasferimento dei pazienti.
«Al momento dell’ispezione - insiste Russo - la situazione non era cambiata. Non c’era stata nemmeno la dovuta attenzione dopo la morte della giovane donna. È evidente che ci sono livelli di responsabilità ulteriori». L’assessore «chiede anche scusa ai parenti della vittima, perché non gli siamo stati vicini. Nessuno prima d’ora si era messo in contatto con lo ro. È inaccettabile». Con Russo c’è il direttore generale, Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso da Cosa nostra, a elencare le inefficienze del reparto, scoperte assieme agli ispettori del Ministero.
Venti i punti contestati. Non si sa, non è formalizzato «chi sia autorizzato a prescrivere, a preparare e a somministrare i farmaci antiblastici. Le prescrizioni vengono effettuate prima di vedere i pazienti, trascrivendo quanto precedentemente riportato e non vengono controfirmate dal medico». Ma non solo. «La preparazione dei farmaci è affidata a rotazione al personale infermieristico, talvolta precario. Non viene effettuata una formazione specifica dal 2004». La farmacia ha un mero ruolo di distributore di medicinali, ed ecco perché a nessuno fece impressione l’anomala richiesta di una superdose di Vinblastina, ecco perché nessuno obiettò, si sorprese che in un solo giorno venisse chiesta la quantità utilizzata abitualmente in un mese.

venerdì 20 aprile 2012

RANDAZZO: UNA SECONDA LINEA ELETTRICA A MONTELAGUARDIA


Buone, anzi buonissime notizie per i residenti di Montelaguardia, verde frazione di Randazzo. L'Enel ha assicurato che realizzerà la seconda linea elettrica che dovrebbe far risparmiare agli abitanti i lunghi black out elettrici durante le piogge intense. Dopo l'ennesima interruzione del servizio alcuni residenti hanno deciso di protestare e denunciare i disservizi al nostro giornale.
A seguito della protesta i tecnici dell'Enel sono venuti a Montelaguardia per ascoltare i loro problemi; oggi poi la decisione di risolvere il problema. «Nel ribadire - si legge in una nota - che l'attuale rete elettrica è assolutamente adeguata per soddisfare le esigenze della frazione di Montelaguardia, Enel, a seguito di un incontro con gli abitanti, ha deciso di realizzare una nuova linea per collegare la cabina elettrica della frazione ad una linea a media tensione. Il nuovo collegamento consentirà così una doppia alimentazione della cabina e, quindi, in caso di guasto su quella attualmente esistente, l'alimentazione arriverà dalla seconda».
L'Enel ci indica pure i tempi di realizzazione: «Nelle prossime settimane, - infatti si continua a leggere - ultimata la progettazione, i tecnici Enel avvieranno l'iter per acquisire le necessarie autorizzazioni e servitù. Ottenute le autorizzazioni saranno, poi, necessari due mesi per realizzare e mettere in esercizio il tratto di linea indicato». Ma non è finita. L'Enel ha annunciato inoltre che saranno effetturati la manutenzione straordinaria e il rinnovamento di alcune parti della cabina elettrica di Montelaguardia. Intervento che, secondo le previsioni, i tecnici completeranno, anche in questo caso, in circa due mesi.
Gaetano Guidotto fonte "La Sicilia" del 18-04-2012

RANDAZZO, VIOLENTO SCONTRO TRA 2 AUTO ALL'INCROCIO: UN FERITO LIEVE


Brutto incidente, ma fortunatamente senza gravi conseguenze per le persone rimaste coinvolte, ieri mattina a Randazzo, intorno le 9 e 30 fra due auto Ford: una Fiesta e una Focus. Teatro dello scontro è stato l'incrocio fra la via Nazionale e la Statale 120 che si trova nella periferia ovest della cittadina. Difficile stabilire la dinamica. Quel che è certo è che la Ford Fiesta, condotta da un randazzese di 68 anni, dopo aver percorso la via Nazionale (che poi altro non è che il vecchio tracciato della strada statale) si è immesso nella statale 120 senza accorgersi che stava arrivando la Focus guidata da un rappresentante di Messina di 28 anni.
L'urto è stato particolarmente violento, se è vero che le due automobili hanno invaso la corsia opposta e sono andate a sbattere contro il muro di una casa. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Stazione di Randazzo che hanno effettuato i rilievi del caso, regolando la viabilità che per qualche minuto è stata rallentata. Sul posto anche l'ambulanza del 118 di Randazzo che ha trasportato il rappresentante di Messina all'ospedale, dove i medici però hanno riscontrato soltanto escoriazioni e qualche contusione.
Gaetano Guidotto fonte "La Sicilia" del 18-04-2012

RANDAZZO: VIZZINO NUOVO COMANDANTE DELLA COMPAGNIA CARABINIERI


Cambio della guardia alla Compagnia carabinieri di Randazzo. Dopo 3 anni di servizio, il capitano Donato Pontassuglia ha lasciato la compagnia randazzese per guidare una Compagnia al servizio del Comando provinciale di Napoli. Al suo posto si è già insediato il tenente Cosimo Vizzino, già comandante del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Agrigento. Originario dalla provincia di Lecce, 29 anni, il tenente Vizzino in passato ha ricoperto anche l'incarico di comandante della Compagnia di Intervento operativo di Milano.
Il capitano Pontassuglia lascia Randazzo dopo essersi distinto per impegno e abnegazione al dovere, contribuendo fattivamente al mantenimento della legalità e dell'ordine pubblico in tutto il territorio della Compagnia. Numerose, infatti, le indagini che ha condotto e che hanno permesso ai carabinieri di assicurare alla giustizia diversi malviventi.Gaetano Guidotto fonte "La Sicilia" del 18-04-2012

SANITA' E SALUTE / I soccorsi in caso si maxiemergenze, corso di formazione dell'Asp




"L’evento formativo, rivolto a medici, infermieri, autisti Suem 118, operatori di Pronto soccorso dei presidi ospedalieri dell’Asp"
Venerdì 20 Aprile 2012 - 14:37
CatanzaroInforma.it: I soccorsi in caso si maxiemergenze, corso di formazione dell'AspCatanzaroInforma.it: I soccorsi in caso si maxiemergenze, corso di formazione dell'Asp


Temi di grande interesse per i soccorritori, sanitari e non di sanità pubblica sono trattati in questi giorni a Lamezia Terme nell’ambito della quarta edizione del corso sulle “Maxiemergenze convenzionali e non convenzionali – NBCR” organizzato dal direttore responsabile del Suem – Centrale operativa 118 provincia di Catanzaro, coordinamento regionale,  Eliseo Ciccone, e dall’unità operativa Formazione e Qualità dell’Azienda, diretta dalla dott.ssa Clementina Fittante.
L’evento formativo, rivolto a medici, infermieri, autisti Suem 118, operatori di Pronto soccorso dei presidi ospedalieri dell’Asp, si propone di formare e addestrare gli operatori dei servizi secondo le diverse qualifiche nella conoscenza dei supporti di comunicazione, di relazione interprofessionali, dei supporti tecno-informatici, dei mezzi, delle diverse attrezzature e di quant’altro necessita per un’ottimale risposta ad un evento catastrofico convenzionale, con riferimento ad armi batteriologiche, malattie infettive emergenti, gestione psicologica dei disastri, bioterrorismo e non convenzionale, relativo a incidenti nucleari, biologici, chimici e radiologici.
Il corso, le cui lezioni sono tenute da medici, infermieri e professionisti della Centrale operativa e delle PET, offre l’opportunità di informare e formare gli operatori sulle normative nazionali e protocolli regionali in materia favorendo la presa di coscienza di alcuni problemi inerenti la gestione sanitaria delle maxiemergenze al fine di poter individuare correttamente le azioni da intraprendere e le procedure da adottare per essere in grado di collaborare efficacemente con enti e istituzioni per il controllo delle epidemie e la riduzione degli effetti avversi sulla popolazione.
Avviato nel mese di marzo, l’evento formativo proseguirà con altre quattro edizioni che si svolgeranno nei giorni 8-9 / 17-18 maggio, 27-28 giugno e 3-4 luglio e prevede una parte teorica, con l’utilizzo di mezzi multimediali e simulazioni virtuali e anche una parte pratica che si svolge nel piazzale antistante la caserma dei Vigili del Fuoco di Lamezia Terme-Sambiase, dove viene montata la tenda di decontaminazione in dotazione al 118, sono esposte le finalità e modalità di utilizzo degli strumenti, mentre gli allievi sono coinvolti nella dimostrazione dell’uso dei dispositivi di protezione individuale (vestizione squadra) e delle attrezzature da utilizzare per la decontaminazione primaria.
L’esperienza formativa sarà utile nella risposta sanitaria di primo soccorso alle grandi emergenze.
http://www.catanzaroinforma.it/pgn/news.php?id=41135

mercoledì 18 aprile 2012

RANDAZZO: NUOVA SS 120, NON PARTE LA PROGETTAZIONE, IL SINDACO SCRIVE AL MINISTERO

Per ora niente ammodernamento della strada statale 120 nel tratto Randazzo-Fiumefreddo, ma quel che è peggio, non si hanno notizie da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul recupero dei 525 mila euro che il Comune di Randazzo ha girato al Ministero nell'aprile del 2011 per permettere all'Anas di effettuare la progettazione della tanto sospirata nuova strada. L'ultima volta che fu affrontata la discussione era novembre dello scorso anno, quando il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo, apprese con stupore che le somme inviate erano andate in perenzione. Allora non scoppio la protesta perché la dottoressa Barbara Marinali, direttore generale del Dipartimento Affari generali del ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti, rassicurò tutti annunciando una sua richiesta al ministero dell'Economia e delle Finanze per la reinscrizione in bilancio agli inizi del nuovo esercizio finanziario. Oggi però siamo arrivati alla metà del mese di aprile aprile, l'anno si è quindi iniziato da 4 mesi e non si conoscono sviluppi della vicenda.
«Da novembre non abbiamo più notizie. - afferma il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo - Per questo ho scritto una nuova lettera al Ministero a Roma. Si tratta di un sollecito che chiede ufficialmente di avere notizie sul reinserimento delle somme in bilancio e quando queste saranno inviate all'Anas per la progettazione». «Ho già sottoposto - continua - il problema al dirigente regionale dell'Anas, Ugo Dibennardo, che mi ha assicurato il suo interessamento, ma soprattutto, dovendo andare presto a Roma per altri impegni, ho deciso di recarmi personalmente al Ministero per avere notizie e ribadire l'importanza che l'ammodernamento di questa strada ricopre nei programmi di sviluppo economico e sociale dell'intero territorio». In effetti è vero. La strada statale 120 collega la costa ionica con il versante settentrionale dell'Etna fra un centocinquanta curve o altri cambi di direzione, centri abitati e passaggi a livello ferroviari. Una strada migliore quindi è necessaria e rimane da chiedersi come mai l'iter burocratico del progetto si è stranamente arenato dopo la firma del protocollo d'intesa che prevedeva il trasferimento al Ministero dei 550 mila euro che il Comune di Randazzo anni fa aveva ottenuto dallo Ministero delle Infrastrutture per programmare l'ammodernamento della statale. Con questi soldi l'Anas doveva redigere il progetto preliminare dell'intero tracciato, ma non ricevette mai i fondi. Tanti misteri quindi, con un unico risultato: i residenti continuano a percorrere una strada statale realizzata su un tracciato borbonico e i turisti ovviamente faticano molto a raggiungere un territorio che potrebbe offrire loro storia, cultura e ambiente, ricevendo in cambio ottimi risultati sul fronte dell'economia. Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 17-04-2012

Direttiva per correggere errori denunciati dai cittadini in Sanità


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Quotidiano di Sicilia
Ed. del 17.04.2012 - pag. 3
n.d.
Articolo letto 23 volte
Primo rapporto "Audit civico" ha rivelato la verità sul gradimento degli utenti

La assicura l'assessore Russo dopo la presentazione dei risultati
PALERMO - «La presentazione del rapporto regionale di Audit civico è il completamento di un percorso rivoluzionario, iniziato con la legge di riforma, che ha davvero messo il paziente al centro del sistema sanitario. Ai cittadini abbiamo dato gli strumenti per esercitare il loro diritto-dovere di giudicare il lavoro di tutte le aziende sanitarie perché vogliamo promuovere la cultura dei diritti e dei doveri in grado di spazzare via quella sottocultura mafiosa che, per troppo tempo, ha imperato in Sicilia che prevede il baratto dei diritti con i favori».
Lo ha detto l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, intervenendo alla presentazione del primo rapporto di Audit Civico realizzato da Cittadinanza attiva su input dell’assessorato. «Già nella legge di riforma – ha proseguito Russo - avevamo previsto l’istituzione dei comitati consultivi aziendali, l’anno scorso abbiamo chiesto a Cittadinanzattiva, che rappresenta autorevolmente la categoria degli utenti, di redigere un rapporto che misurasse il gradimento degli utenti sulla qualità delle prestazioni sanitarie erogate. Abbiamo voluto tutto ciò pur sapendo che in alcuni casi i risultati del rapporto sarebbero stati insufficienti ma è questo l’unico modo di fare crescere il sistema: saper ascoltare gli utenti e lavorare per migliorare le cose che non vanno. Per dare maggiore peso a questa iniziativa mi impegno a sottoscrivere la direttiva per le azioni correttive, da loro rilevate in sede di Audit, per ridurre le criticità ancora presenti. Non è un caso che il miglioramento della qualità è uno degli obiettivi previsti per il 2012 sui quali valuteremo l’operato dei direttori generali».

Uso dei fondi europei per la Sanità, la Sicilia fra le regioni «più virtuose»


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Giornale di Sicilia
Ed. del 18.04.2012 - pag. 13
Salvatore Fazio
Articolo letto 16 volte
Promosso il modello adottato nell'Isola: «È tra i 4 casi di buone prassi per l'impiego dei finanziamenti dell'Unione»

PALERMO - Promosso il modello siciliano per l’uso dei fondi europei nella sanità. «La Sicilia è tra i quattro casi di buone prassi per l’impiego dei finanziamenti dell’Unione in sanità che sono stati presentati ai ministri europei». Lo ha rivelato Barrie Dowdeswell, esperto di Euregio III, a Bruxelles alla settimana formativa sul “Governo della salute”.
Jonathan Watson, di Healthclusternet, ha spiegato che «il successo siciliano sta nel metodo seguito: infrastrutturazione, ricognizione dei bisogni e dell’offerta, pianificazione, integrazione dei fondi, sostenibilità, continuità politica. La metodologia è stata valutata come base dei fattori di successo da un gruppo di lavoro europeo che sta mettendo a punto un progetto per la programmazione 2020».
«È un’altra conferma - ha detto l’assessore regionale per la Salute Massimo Russo- della credibilità che la Sicilia sta acquisendo non soltanto in Italia ma anche in Europa Da siciliano- continua Russo - non posso che esserne orgoglioso. E’ inoltre una straordinaria occasione per dar vita a nuovi e prestigio si rapporti di collaborazione».

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Newsletter Speciale di ven 29 mag 2009

Il fumo nella storia
Attivo o passivo, il fumo occupa un posto eminente nella storia della medicina. Da dove proviene il vizio del fumo? [...]
Fumo e fumo passivo
Uno studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, ha dimostrato che a rimetterci sono sempre i bambini, anche se non sono ancora venuti alla luce. Con il commento del Dott. Paolo Noschese [...]
Il fumo danneggia seriamente la salute e smettere garantisce numerosi benefici
Il fumo fa male alla salute ed e' causa di danni che vanno dal problema estetico al tumore: e' scritto anche su ogni pacchetto di sigarette. Con il commento del Prof. Vincenzo Lazzaro [...]
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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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