il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

venerdì 30 settembre 2011

Problematiche relative alla dotazione dei DPI dovuti al personale Autista/Soccorritore S.E.U.S.



mercoledì 28 settembre 2011

Clicca qui per visualizzare il comunicato ufficiale

La Fials-Confsal Segreteria Regionale, il Coordinamento Regionale Fials 118, ed in particolar modo il Coordinamento Provinciale Fials 118 di Catania sottolineano agli Organi Aziendali in indirizzo che a tutt'oggi  persiste una grave carenza aziendale, dovuta alla mancata fornitura della  prima dotazione di tutti i DPI (scarponi, pantaloni, giubbino, ecc.) che  dovevano essere forniti in dotazione al personale come da specifica normativa.

La superiore carenza è stata sopperita da una dotazione con distintivi e magliette polo mezza manica, non a norma, di proprietà della  vecchia gestione Si.S.E. S.p.A. e che risultano usurati  di cinque o più anni,  sostituiti  occasionalmente in maniera non uniforme con scarpe e pantaloni consegnati a singoli dipendenti.

Con la presente, questa Segreteria Regionale Fials-Confsal ribadisce all'Azienda che, nelle more che vengano definite tutte le procedure relative alla Gara d'Appalto per la fornitura triennale dei succitati DPI, con la conseguente consegna al personale Autista/Soccorritore dei nuovi DPI, l'Amministrazione dia seguito a tutte le richieste dei DPI dei dipendenti molte delle quali alla data odierna rimangono inevase.

Superfluo ricordare che la dotazione  dei DPI è in obbligo di legge e che avrebbe dovuto essere rispettata sin dall’inizio delle attività, non affidandosi  alla buona volontà dei singoli dipendenti.

Per quanto sopra, la Fials-Confsal Segreteria Regionale sottolinea all'Azienda che la salute e la protezione individuale di ogni dipendente che lavora nell'ambito dell'emergenza sanitaria, risulta alla base di una corretta crescita aziendale, motivo per cui, l'Amministrazione S.E.U.S. deve mettere a disposizione del personale, le risorse economiche necessarie all'acquisto diretto dei suddetti DPI. 

Certi di un sicuro e celere riscontro, si porgono Cordialità. 

Nota S.E.U.S. relativa alla Graduatoria definitiva



mercoledì 28 settembre 2011

Clicca qui per visualizzare la nota trasmessa dalla S.E.U.S. relativa alla Graduatoria definitiva del personale Autista/Soccorritore.

Cogliamo l'occasione per informare tutti i nostri iscritti e simpatizzanti Fials a prendere contatto con i vari Coordinatori e referenti provinciali per essere messi al corrente degli ultimi sviluppi relativamente alla questione della Graduatoria definitiva. 

giovedì 29 settembre 2011

Dall’Europa nuovi attestati di stima per la sanità siciliana


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Ma su Russo pende una mozione di censura. Russo: «Tutto ciò rende ancora più evidente come la mozione di censura abbia altri fini».
Ufficio Stampa Presidenza Regione Siciliana | Pubblicato il 24.09.2011 | Articolo letto 192 volte      
Dall’Europa nuovi attestati di stima per la sanità siciliana
BRUXELLES - «Se la Sicilia continua a usare i fondi europei per la Sanità con questo metodo e questi risultati può senza dubbio essere considerata una Regione affidabile in cui investire: sanno cosa fanno, come farlo e sono in grado di dare evidenza del modo con cui si prendono le decisioni».
Il nuovo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Sicilia è giunto da parte di uno degli esperti di “Euregio III”, Barrie Dowdeswell, del Centro Europeo per i beni e l’architettura in Sanità, nella giornata conclusiva del progetto triennale europeo “Euregio III” che si è svolta a Bruxelles, nel corso della quale i rappresentanti delle Regioni d’Europa individuate come “best practice” (tra queste la Sicilia) sono state invitate a esporre il proprio lavoro davanti ai dirigenti delle direzioni generali della Commissione Europea (in particolare quelli dei settori sanità, consumatori, affari regionali e lavoro).
«Contenti per l’elogio - dice l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo - ma ciò che appare più significativo è che la Sicilia proprio per i suoi comportamenti trasparenti, efficienti e virtuosi è ritenuta una terra nella quale potere investire. Come dire, la buona amministrazione crea le premesse per lo sviluppo. Il paradosso è che mentre in Sicilia si discute di censura all’assessore, in Europa la nostra attività è elogiata: tutto ciò rende ancora più evidente come la mozione di censura abbia altri fini. Fermo restando che è quanto mai opportuno un dibattito sulla sanità, al quale nessuno intende sottrarsi, e che potrà servire a correggere eventuali errori, mi auguro che si guardi davvero all’interesse dei cittadini e non di chi si è sentito defraudato dalla cancellazione di vecchi
privilegi e del potere di interdizione».
Alla giornata conclusiva di Euregio III è stata invitata a Bruxelles Giada Li Calzi, consulente per la progettazione dell’assessorato regionale della Sanità, che già da tre anni segue le tematiche connesse ai fondi europei.
Il “caso studio” relativo alla Sicilia è stato considerato una buona prassi perché prende le mosse dalla completezza e maturità dell’osservatorio epidemiologico regionale e dall’analisi dei dati epidemiologici come supporto alle decisioni delle politiche pubbliche in Sanità, la valutazione di standard europei, la definizione di precisi indicatori di risultato e la loro attestazione da parte delle autorità competenti per la programmazione degli investimenti nelle “Alte Tecnologie”.
Nelle “Buone prassi” presentate è stato descritto e apprezzato l’utilizzo integrato delle fonti di finanziamento, sia europee che nazionali, e il rispetto dei principi base della progettazione europea: 1) la condizionalità, cioè il fatto che prima di procedere a investimenti si possa attestare la maturità e l’affidabilità delle condizioni che li rendono programmabili;
2) la sostenibilità, e cioè l’evidenza della destinazione di risorse congrue alla continuità dell’investimento, senza provocare l’impoverimento di altri settore di intervento;
3) la sussidiarietà, cioè il beneficio che l’utilizzo dei fondi europei porta all’analogo cofinanziamento che viene messo dal bilancio della Regione o dello Stato;
4) il collegamento con le politiche del lavoro e della formazione;
5) la programmazione di infrastrutture;
6) la creazione di network stabili tra gli operatori del settore;
7) il coinvolgimento e la crescita di conoscenze e consapevolezza da parte di tutti gli “stakeholders”.
«Spesso il problema è la cultura del livello politico locale, per migliorare servirebbero specifici programmi di formazione», ha detto Agneta Ganstrom commissaria del Consiglio della Contea di
Norrstrom, in Norvegia, regione all’avanguardia dell’eHealth. Anche Ourania Georgoutsako, coordinatrice senior per le politiche pubbliche al Comitato delle Regioni, ha confermato che spesso
«esiste un problema di preparazione della classe politica locale nel comprendere dove l’Europa sta andando, con quali risorse e come vengono prese le decisioni».

“Farmadono” . Ecco come recuperare i farmaci non utilizzati dai pazienti


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«È una iniziativa che può rivelarsi molto utile per chi ne ha bisogno e che, al contempo, contribuisce a migliorare l’impatto sull’ambiente»
Ufficio Stampa Presidenza Regione Siciliana | Pubblicato il 26.09.2011 | Articolo letto 156 volte      
PALERMO, 26 set 2011 (SICILIAE) - L’assessore regionale per la salute, Massimo Russo, ha presentato oggi il progetto “Farmadono”: è una iniziativa promossa su tutto il territorio siciliano, con il sostegno di “Mediolanum Farmaceutici - Neopharmed Gentili”, per il recupero di farmaci, di solito molto costosi, in possesso di tutti quei pazienti che non hanno più l’esigenza di assumerli. I farmaci saranno destinati ad altri cittadini che ne hanno bisogno e che spesso non sono nelle condizioni economiche di
poterli acquistare.
Spesso, infatti, a causa di una completa guarigione o viceversa di un insuccesso terapeutico, evento avverso o mancata aderenza alla prescrizione, possono rimanere inutilizzate confezioni di medicinali, seppure in buono stato, con conseguente spreco di risorse anche in relazione ai costi che il sistema deve sostenere per il loro smaltimento.
L’obiettivo è quello di raggiungere l’ottimizzazione delle risorse, che può essere conseguita non soltanto con una corretta prescrizione dei farmaci ma anche attraverso una piena aderenza terapeutica da parte dell’utente.
«Con questo progetto - spiega l’assessore Russo - offriamo ai cittadini siciliani, che già sono sensibili a simili gesti di generosità e attenzione, un’organizzazione capillare in tutte le province siciliane collegandola alle farmacie delle aziende sanitarie. È una iniziativa che può rivelarsi molto utile per chi ne ha bisogno e che, al contempo, contribuisce a migliorare l’impatto sull’ambiente, riducendo lo smaltimento di farmaci e sostanze chimiche».
Con l’avvio del progetto “Farmadono” sarà possibile effettuare la donazione presso la propria Asp di residenza o presso le associazioni onlus convenzionate con la stessa Asp; tali strutture avranno cura di verificare l’idoneità dei farmaci donati prima di avviarli ad un successivo impiego. I farmaci recuperati possono essere ancora utili ed adoperati per attività erogate dalle Aziende Sanitarie Provinciali o per assistenza fornita dalle Associazioni assistenziali che non hanno fini di lucro. Per ulteriori dettagli sui punti di raccolta e sulle modalità ci si può rivolgere al servizio farmaceutico della propria ASP.
Qui di seguito l’elenco dei punti di raccolta, provincia per provincia, previsti dal progetto “Farmadono”.
AGRIGENTO: Farmacia ospedaliera “San Giovanni di Dio” di Agrigento, Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Canicatti’; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di Licata; Armadio farmaceutico del distretto sanitario di base di Casteltermini; Armadio farmaceutico del distretto sanitario di base di Bivona; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Sciacca; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Ribera.
CALTANISSETTA: Servizio farmaceutica territoriale, via Cusmano 1 a Caltanissetta; Servizio farmaceutica territoriale, via Parioli a Gela.
CATANIA: Farmacia ospedaliera di Acireale, via Caronia; Farmacia ospedaliera di Giarre, via Forlanini; Farmacia ospedaliera di Biancavilla, via Marconi 1; Farmacia ospedaliera di Bronte, corso Umberto 406; Farmacia ospedaliera di Paternò, via Livorno; Farmacia ospedale “Gravina” di Caltagirone, via Porto Salvo 1; Farmacia ospedaliera di Militello in Val di Catania, viale Regina Margherita 1; Farmacia territoriale di Gravina, via Monti Arsi 1; Farmacia territoriale di Catania, via Cifali 76/B; Dipartimento del farmaco di Catania, via Tomaselli 33.
ENNA: Farmacia Distretto Enna, Viale Diaz 49 a Enna; Farmacia stabilimento “Umberto I” c/da Ferrante - Enna Bassa; Farmacia stabilimento “M. Chiello” c/da Bellia - Piazza Armerina; Farmacia stabilimento “F.B.C.” c/da S. Giovanni - Leonforte; Farmacia stabilimento “C. Basilotta” c/da S. Giovanni a Nicosia.
MESSINA: Farmacia distrettuale Metropolitana, viale Giostra (ex Presidio ospedaliero Mandalari) a Messina; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero “San Vincenzo” di Taormina; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Milazzo; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero. di Barcellona Pozzo di
Gotto; Farmacia ospedaliera del Presidio Ospedaliero di Patti; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di Lipari; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di S. Agata di Militello; Farmacia ospedaliera del Presidio ospedaliero di Mistretta.
PALERMO: Polo distribuzione farmaceutico Ospedale Giglio di Cefalù in C.da Pietrapollastra; Polo distribuzione farmaceutico Presidio ospedaliero Madonna dell’Alto di Petralia Sottana in C.da S. Elia; Polo distribuzione farmaceutico a Termini Imerese in via Ospedale Civico 10; Polo distribuzione farmaceutico a Bagheria in via Mattarella 166; Polo distribuzione farmaceutico a Corleone in via don Colletto, 25; Polo distribuzione farmaceutico a Lercara Friddi in via Francesco Cali’; Polo distribuzione farmaceutico del Presidio Ospedaliero di Partinico, in via Circonvallazione; Polo distribuzione farmaceutico di Carini in Piazza San Francesco; Polo distribuzione farmaceutico di Misilmeri in via G. Scarpello 53; Polo distribuzione farmaceutico “Turrisi Colonna” in via G. Turrisi Colonna 43 a Palermo; Farmacia del PTA “Biondo” in via Pindemonte 88 a Palermo; Farmacia del PTA “Casa del Sole” in via Lancia di Brolo 10/bis a Palermo; Farmacia del PTA “Albanese” in via Papa Sergio I, 5 a Palermo; Farmacia del PTA “Guadagna” in via
Villagrazia, 46 a Palermo; Farmacia territoriale di via Pindemonte 88 a Palermo.
RAGUSA: Farmacia territoriale in via Paestum, 41 a Ragusa; Farmacia territoriale presso il Presidio ospedaliero di Modica in via Aldo Moro; Farmacia territoriale presso il Presidio ospedaliero Guizzardi di Vittoria, in contrada Celle.
SIRACUSA: Farmacia territoriale del Distretto di Siracusa - Traversa Pizzuta; Farmacia territoriale del Distretto di Noto presso l’Ospedale Trigona - via dei Mille, 1; Farmacia territoriale del Distretto di Augusta presso l’Ospedale Muscatello - C/da Granatello; Farmacia territoriale del Distretto di Lentini - P.zza A. Moro.
TRAPANI: Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Alcamo; Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Castelvetrano; Servizio di Farmacia del Presidio ospedaliero. di Marsala; Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Mazara del Vallo; Servizio di Farmacia del Presidio Ospedaliero di Salemi; Unità Operativa Prestazioni Farmaceutiche c/o Cittadella della Salute Erice Casa Santa.

Russo «salva» il punto nascita. «Zona disagiata, non chiuderà»


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Giornale di Sicilia
Ed. del 29.09.2011 - Caltanissetta - pag. 24
Giuseppe Taibi
Articolo letto 26 volte
Annuncio dell'assessore nelle ore in cui si stila la mappa delle strutture da chiudere

Oltre al presidio mussomelese, si sono salvati dalla scure dei tagli altri quattro nosocomi siciliani: Bronte, Nicosia, Santo Stefano Quisquina e Corleone.
CALTANISSETTA - La scure dell’assessore Massimo Russo, uscito malconcio dalla votazione di censura dell’Ars, si abbatterà - come ampiamente preannunciato nei mesi scorsi - sui Punti nascita che registrano meno di 500 parti l’anno. Ma solo cinque ospedali siciliani, di quelli segnati in rosso, avranno salva la pelle. Quello di Bronte, Nicosia, Santo Stefano di Quisquina, Corleone e appunto il “Longa” di Mussomeli. Ad annunciare il pericolo scampato per il presidio mussomelese è stato lo stesso assessore regionale alla Sanità. Già martedì Russo, poco prima di entrare in aula, aveva “regalato” ai giornalisti l’indiscrezione, concedendo qualche notizia in più sui presidi a cui dare sforbiciate, preannunciandone il numero (23), mandando delle informazioni anche sulle uniche deroghe, appunto concesse a Mussomeli e ad altri quattro presidi: tutti situati in “zone disagiate”. Ieri mattina l’ufficialità è stata svelata nel corso del congresso dalla Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia.
Appuntamento in cui ha illustrando il decreto regionale di riordino e riorganizzazione della rete di Punti nascita siciliana, confermando la chiusura per le strutture che registrano meno di 500 parti l’anno sulla base delle indicazioni e criteri previsti dall’accordo Stato-Regioni. Russo ha “salvato” solo cinque ospedali in tutta l’Isola, offrendo delle esaustive argomentazioni per motivarne la decisione. «Il decreto tiene conto, nel ridisegnare la mappa dei punti nascita, se si tratta di zone interne, la difficoltà e la tempistica nel raggiungerli sia con le autoambulanze che con i mezzi privati, e la copertura del presidio ospedaliero». E la posizione geografica di Mussomeli si presta perfettamente al beneficio dell’eccezione. Un pericolo scampato e che verrà celebrato il 7 ottobre, in occasione dell’arrivo a Mussomeli di Massimo Russo, invitato ad inaugurare il Centro dialisi. Soddisfazione per la notizia è stata espressa dalla Cgil.

118, CRI: LAVORATORI SARANNO RIASSORBITI DA NUOVO GESTORE



"E' triste assistere per l'ennesima volta alla speculazione di Usb-coordinamento Croce Rossa sulla pelle dei lavoratori con una grave distorsione e manipolazione dei fatti. Voglio sottolineare che non è la Croce Rossa Italiana a lasciare il servizio 118, ma è la Regione Lazio che ha deciso di affidarlo attraverso una gara pubblica. Da parte nostra, ricordiamo ancora un volta che da subito la Cri insieme alla Regione si è adoperata per garantire continuità lavorativa ai precari del servizio 118 e che gli stessi verranno riassorbiti dal nuovo soggetto gestore", ha dichiarato in una nota il Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. (omniroma.it)
(28 Settembre 2011 ore 18:50)

118: “CESSA CONVENZIONE CON CRI, AMBULANZE FERME E 90 PERSONE SENZA LAVORO”


“Un altro durissimo colpo alla sanità pubblica, ancora più grave perchè si tratta di primo soccorso.
Dalle ore 24 del 30 settembre cesserà la Convenzione tra Ares 118 e Croce Rossa Italiana e questo comporterà la chiusura di numerose postazioni 118 nelle zone periferiche della Capitale e in provincia.”. Lo dichiara in una nota il capogruppo e segretario regionale dell’Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio.
“Nello specifico – spiega Maruccio – chiuderanno le postazioni di Casal Palocco, Fontenuova, Lariano, Guidonia, S. M. Mole e Ponte Galeria, tutte dotate di una autoambulanza, e la postazione Gordiani che ha 2 autoambulanze. Oltre ai disservizi che potrebbe creare, questa decisione comporterà la conclusione del rapporto di lavoro tra la C.R.I. e circa 90 lavoratori (ex A.R.E.S.) che da più di 5 anni assicurano l’emergenza sanitaria sul territorio di Roma e Provincia.
Ulteriore conseguenza di questi licenziamenti potrebbe essere la difficoltà di gestione delle restanti 6 postazioni ancora in Convenzione tra la C.R.I. e l’A.R.E.S. 118 (Casilino, Cassia, Civitavecchia, Nomentano, Prenestino e Tiburtino) e le convenzioni con aziende ospedaliere S. Camillo e Spallanzani per il trasporto degli infermi da ospedale a ospedale.
Insomma, siamo di fronte alla smobilitazione completa del primo soccorso in una parte importante del territorio regionale, a tutto vantaggio dei privati che sostituiranno la CRI con contratti più onerosi per le casse pubbliche e meno efficaci dal punto di vista del servizio.
Senza contare che la CRI ha già una convenzione con il governo centrale, quindi una parte del servizio continuerà ad essere pagato dalle casse pubbliche senza essere espletato.
Una decisione scellerata, della quale la Polverini dovrà rendere conto ai cittadini. Si sta smantellando un servizio di prima necessità e le conseguenze drammatiche che potrebbero scaturire da questa decisione – conclude Maruccio - devono avere da subito un responsabile con nome e cognome.”

«Servizio 118 occupato manu militari»

Ragusa (28/09/2011)
 Orazio Ragusa "rompe" con Russo: continua a non prestare attenzione al territorio


Giorgio Antonelli
Innovazioni ed avvicendamento di personale fatte sulla "pelle" del cittadino. I servizi di emergenza-urgenza, nonché la gestione clientelare del "servizio 118" mettono, infatti, a repentaglio la salute degli utenti della sanità.
È la pesantissima denuncia del deputato regionale del Pd, Roberto Ammatuna, che torna sull'atavica problematica, sottolineando come nulla sia cambiato rispetto al passato, ma anzi come si sia fatto un ulteriore passo indietro per il mancato accoglimento delle proposte avanzate per migliorare i servizi: «Carenze di cui si assumono la responsabilità – cesella l'on. Ammatuna – l'assessore regionale alla Sanità, (Massimo Russo, n.d.r.) ed il presidente della Sues 118, (ossia, Gaetano Bonfiglio, n.d.r.».
Il deputato di maggioranza, in una nota inviata ai due vertici, ricorda di aver avanzato specifiche proposte per il servizio di emergenza-urgenza e le 16 postazioni di ambulanze della provincia. Così come una serie di suggerimenti era stata avanzata per la gestione dell'ufficio polifunzionale provinciale della Sues 118. Inoltre, Roberto Ammatuna sottolinea che l'assessore Russo aveva assunto l'impegno di potenziare le postazioni operative, attraverso la diffusione capillare del servizio sul territorio e non ingolfando di risorse gli uffici amministrativi.
Ed invece, sempre secondo il deputato del Pd, «all'ufficio polifunzionale sono stati assegnati cinque nuovi dipendenti, con qualifica di autista di ambulanze, in aggiunta alle tre unità di personale amministrativo già esistenti, senza peraltro che sia stato reso pubblico il criterio di selezione e senza che gli stessi abbiano maturato alcuna esperienza nel campo logistico-amministrativo: «Si ha l'impressione – dichiara sarcastico l'on. Ammatuna – che sia in atto un'occupazione "manu militari" dell'ufficio polifunzionale della Sues 118, con conseguente pulizia etnica del personale amministrativo esistente. Manca soltanto, per completare il lavoro, il cambio dell'attuale coordinatore, ma non nutro dubbi che anche per questa figura si sia già attivata la fantasia sostitutiva dei vertici sanitari. Mi rendo conto che l'efficienza di un servizio estremamente delicato come il "118" e le gravi ripercussioni che i disservizi possano creare all'utenza, non sembrano oggetto di grande preoccupazione. Ma una cosa è certa: l'assessore alla Sanità ed il presidente della Sues si stanno assumendo una enorme responsabilità. I cittadini sanno a chi imputare le colpe!».
Ai ferri corti con l'assessore Massimo Russo è anche un altro deputato regionale di maggioranza, ossia Orazio Ragusa dell'Udc, secondo il quale l'amministratore continuerebbe a difendere il suo piano di riforma, ma senza prestare attenzione alle richieste del territorio. Nel corso di un incontro con Russo, l'on. Ragusa «ha espresso, con durezza, disappunto per il ridimensionamento dei servizi della sanità iblea ed il depotenziamento dell'ospedale "Busacca" di Scicli». Lo stesso deputato udicino non nega che vi sia stato un durissimo scontro: «Ho chiesto – elenca Orazio Ragusa – la sostituzione degli infermieri pensionati, la stabilizzazione di ausiliari e precari, l'incremento del personale, l'assunzione di venti ausiliari a Modica e Scicli, la copertura dei posti di pneumologia, la revisione della dotazione organica dell'area medica a Modica, il mantenimento e potenziamento degli ospedali di Scicli e Comiso, un cardiologo a tempo pieno a Scicli, il funzionamento per 12 ore del laboratorio analisi a Scicli e Comiso, l'attivazione della lungodegenza a Scicli, l'attivazione della riabilitazione e 4 milioni e mezzo a carico del bilancio regionale per i precari».
Le proposte per un servizio migliore
Lungo l'elenco delle proposte che, dopo Ferragosto, Ammatuna ha consegnato all'assessore Russo.
Per Ragusa: ambulanza medicalizzata a Marina in estate; a Ibla, operatività per le 24 ore, magari spostando, nelle ore notturne, uno dei due mezzi che resta a disposizione nella città superiore.
Per Scoglitti chiesta un'ambulanza con personale infermieristico; A Vittoria, invece, è necessario un mezzo medicalizzato.
Su Comiso Ammatuna ha sollecitato l'assegnazione di un infermiere, così come un altro servirebbe a Monterosso e Giarratana per coprire servizio diurno e notturno.

RANDAZZO: AMBULANZA CON DEGENTE INVESTITA DA BMW


Un imprenditore di 30 anni residente a Falcone, in provincia di Messina, alla guida di una Bmw serie 5, in compagnia del fratello di 24 anni, mentre percorreva la Ss 284 in direzione di Randazzo, ha perso il controllo della sua vettura che prima ha carambolato su un muretto e poi è andata a sbattere contro un’ambulanza che, procedendo in senso opposto, stava trasportando una signora all’ospedale.
Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Randazzo, i carabinieri della locale Stazione e le ambulanze per trasportare i feriti in ospedale. Il personale del 118 sull’ambulanza ha riportato lievi contusioni, mentre la signora in barella non ha subito ulteriori traumi.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 28-09-2011

Servizio 118, dure critiche di Ammatuna


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
La Sicilia
Ed. del 28.09.2011 - Ragusa - pag. 34
n.d.
Articolo letto 31 volte
Pozzallo

POZZALLO - Con una nota inviata all’assessore regionale alla salute ed al presidente del servizio Sues 118, il deputato regionale Roberto Ammatuna ripropone le carenze che esistono nell’emergenza/urgenza e denuncia la gestione clientelare dell’Ufficio polifunzionale provinciale della Sues 118 di Ragusa. «Ho elencato alcune proposte migliorative che riguardano il servizio di emergenza sanitaria 118 - scrive Ammatauna – che attualmente gestisce in provincia di Ragusa 16 postazioni di ambulanze, con o senza personale sanitario, distribuite nei vari comuni. Nulla, però, di quanto consigliato è stato preso in considerazione e la situazione è rimasta pressoché immutata

L'Ars «censura» Russo. L'assessore: non mi dimetto


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La Sicilia
Ed. del 28.09.2011 - pag. 4
Giovanni Ciancimino
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Ha detto sì l'opposizione, astenuti l'Udc e tre deputati Pd. Mpa, Fii e Pd escono dall'aula. A Palazzo dei Normanni battaglia procedurale e politica

L'opposizione attacca: «La maggioranza ormai s'è disciolta»
PALERMO - L’Ars ha approvato la mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Salute, Massimo Russò. La votazione è avvenuta per alzata e seduta, che non richiede verifica del numero legale: hanno detto sì i deputati di opposizione, si sono astenuti quelli dell’Udc e del Pd rimasti in Aula. Erano usciti la maggioranza dei parlamentari del Pd, il gruppo del Mpa ed i rappreentanti di Fli.
Ma come si è pervenuti al voto? Punto di partenza: la scorsa settimana il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, i capigruppo del Pd, Antonello Cracolici, e del Mpa, Francesco Musotto, hanno subito puntualizzato il senso politico della censura d Russo e che in effetti, se fosse stata approvata, si sarebbe trattato di sfiducia al governo. Ed avendo constatato che i malpancisti nei confronti dell’assessore Russo, d scrutinio segreto, avrebbero votato a favore della mozione, onde evitare sorprese, hanno deciso di uscire dall’Aula per fare mancare il numero legale. Ma all’Aventino avevano dato altra interpretazione: per prot(~sta nei confronti del presidente dell’Ars.
Francesco Cascio, per non avere accolto la pregiudiziale del Pd secondo la quale la mozione non si poteva discutere perché suonava sfiducia al governo e quindi occorreva ben altro strumento parlamentare. Sta di fatto che l’Aventino ha provocato il rinvio della seduta. Ieri si è partiti dal punto in cui ci si era lasciati. In Aula sono imasti i deputati di opposizione, quelli dell’Udc e inizialmente cinque poi ridotti a tre del Pd (Mattarella, Faraone e Ammatura). Ma la dissidenza nel Pd è molto più ampia di quelli che hanno <\vuto il coraggio di restare in Aula: in molti è prevalsa la disciplina di partito.
Lo conferma Roberto De Benedictis, che non è l’ultimo arrivato essendo il vice di Cracolici nel gruppo Pd: «La conduzione della sanità da parte di Russo ha avuto grandi meriti, ma ha perso credibilità sul punto cruciale: tenerne fuori la politica ed il clientelismo. Sono uscito dall’Aula contro l’ipocrisia del centrodestra e per rispetto del mio gruppo, nonostante una strategia parlamentare che non ho condiviso».
Ma anche Giovanni Barbagallo il giorno precedente aveva mosso serie critiche all’assessore Russo, pur dichiarando che sarebbe uscito dall’Aula per disciplina di partito. Sulla mozione ha relazionato il primo firmatario Giuseppe Limati (Pdl): «II teorema dell’assessore Massimo Russo secondo cui chi non condivide il suo pensiero è un mafioso, un sabotatore, un traditore è inquietante. Russo non è al di sopra della legge, io devo rendere conto a 16mila elettori che mi hanno votato e non ho il privilegio di essere stato nominato come Russo». Gli ha contestato i dati sul deficit della sanità che l’assessore attribuisce al su predecessore, Roberto Lagalla, del governo Cuffaro e al vecchio management. Subito dopo l’assessore Russo ha così spiegato il motivo della sua permanenza in Aula dando significato politico alla mozione: «Rimango per rispetto del Parlamento, ma non parteciperò al dibattito perché questa mozione di censura dà giudizi politici, Allora, se il tema è politico doveva essere presentata una mozione di sfiducia. Dunque, siamo qui come spettatori e non scappiamo come stupidamente ha scritto qualche giornale».
«La mozione di censura - secondo Russo che la scorsa settimana aveva depositato una memoria all’Ars - non può riguardare un giudizio politico, In Italia in questo momento altri devono rispondere di condotte etiche, come ci ricorda la Chiesa e la Cei».
Ed ora cosa succederà? Ne parliamo in altra parte del giornale, Giocano una parte importante le furba te, le contraddizioni, le smentite di se stessi. La misura della mediocrità della classe politica è evidente. C’è confusione e smarrimento. Si fa ricorso alla dialettica per dimostrare tutto ed il contrario. In questo i politici sono bravi. Purtroppo a spese delle lingua italiana che ne è la vera vittima.

E oggi l'assessore «taglia» i punti nascita. «Con meno di 500 parti annui si chiude»


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La Sicilia
Ed. del 28.09.2011 - pag. 4
Mario Barresi
Articolo letto 58 volte

Presentazione del decreto fra le proteste dei 23 Comuni siciliani colpiti. Ieri sit-in ad Augusta
CATANIA - In piazza con cori e striscioni, ma anche in rete con tutte le “armi” di persuasione dei blog e dei social network. Da Paternò ad Augusta, fino a Lipari e Pantelleria. Per l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, non c’è soltanto la “spina” della mozione di censura approvata ieri pomeriggio all’Ars. Monta la protesta, in tutti i comuni siciliani dove - di qui a poco - non nasceranno più bambini. È infatti scattato l’inesorabile conto alla rovescia verso il taglio dei reparti di Ostetricia e ginecologia che registrano meno di 500 parti l’anno. Uno standard fissato dal ministero della Salute, che la Regione ha recepito nell’ultimo Piano sanitario. E oggi sarebbe prevista la chiusura del cerchio: l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, ha annunciato per le 11 la presentazione del nuovo decreto.
Era stato proprio lo stesso Russo, in un’intervista al nostro giornale pubblicata il 13 agosto, ad anticipare la novità: «Mi appresto a un atto impopolare, che probabilmente mi metterà contro decine di sindaci: la chiusura dei punti nascita più piccoli e improduttivi. È una questione di sicurezza: le relazioni scientifiche sostengono che un punto nascita, per essere davvero sicuro, deve fare un certo numero di parti l’anno. Noi partiremo chiudendo quelli con meno di 500 parti l’anno, ma a regime, entro tre anni, chiuderanno tutti quelli che non garantiscono 1.000 parti».
La presentazione del decreto - annunciata prima del voto favorevole nella mozione di censura all’Ars - sarebbe prevista per oggi alle 11, nel corso della giornata conclusiva del congresso nazionale organizzato dalla Società italiana di Ginecologia ed Ostetricia che si sta svolgendo a Palermo. E proprio la Sigo, lunedì, aveva approvato in pieno l’iniziativa di Russo, denunciando che la Sicilia è la regione italiana In cui restano aperti più punti nascita (in tutto 38) con meno di 500 parti l’anno: «Pochi, troppo pochi per poter garantire la sicurezza di madri e bambini.».
Intanto non si ferma la protesta nel comuni Interessati: in tutto 23, visto che sono previste deroghe per i reparti degli ospedali «in zone disagiate», tra cui quelli di Bronte e Mussomeli. Fatti salvi questi casi, sono in ballo i punti nascita di tutte le altre strutture “under 500”. All’ospedale di Paternò, dove oggi sarà in visita il neocommissario dell’Asp etnea Gaetano Sirna, gli ultimi due anni sono stati chiusi con circa 400 parti e un trend decrescente. Anche Augusta si batte contro la “restituzione” di Ginecologia e ostetricia al nuovo ospedale di Lentini, che sarà inaugurato il prossimo 17 ottobre. Lunedì il governatore Raffaele Lombardo, in visita al “Muscatello”, aveva chiuso ogni spiraglio: «Per adesso bisogna rispettare il piano di rientro, dopo aver messo i conti in ordine si vedrà». E ieri il comitato pro-ospedale ha pacificamente invaso, con un migliaio di cittadini, la nuova darsena servizi del porto commerciale per manifestare contro la soppressione. A rischio i punti nascita nelle province di Enna (Leonforte e Piazza Armerina), Caltanissetta (Mazzarino, Niscemi e San Cataldo), Ragusa (Comiso) e Agrigento (Licata), oltre che altre 13 fra Palermo, Messina e Trapani.

martedì 27 settembre 2011

Da Messina a Catania, pendolari per forza. Operatori sanitari del «118» in agitazione


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Giornale di Sicilia
Ed. del 25.09.2011 - pag. 12
Antonio Caffo
Articolo letto 106 volte
Avrebbero dovuto essere ospitati al «Papardo» ma da oltre un anno sono senza sede e viaggiano tutti i giorni

I sindacati denunciano un muro di gomma: disattesi gli accordi, la Seus ha sede tra Catania, Palermo e in parte pure a Messina
MESSINA - Stato di agitazione tra i 36 dipendenti del servizio 118 di Messina costretti ogni giorno a fare andata e ritorno da Catania perché non c’è posto in città. Ieri nuova assemblea del personale che da oltre un anno doveva trovare spazio nei locali dell’ospedale Papardo e che ancora oggi presta servizio per il pronto intervento sanitario ma a Catania e non sullo Stretto. Nell’aprile 2010, la Seus, la società che gestisce in tutta la Sicilia il 118, aveva annunciato che i 36 pendolari sarebbero stati trasferiti quanto prima nella loro città. Ma così non è stato e i malumori dei dipendenti sono aumentati.
Sono state attivate dai sindacati le procedure di “raffreddamento”. Calogero Emanuele, segretario provinciale della federazione pubblici servizi Cisl, dice: «Il sindacato non può tollerare che ben 36 lavoratori siano costretti al pendolarismo giornaliero. U n servizio che rappresenta anche un ulteriore aggravio di spesa per l’azienda che, per mantenere attiva la sede catanese - continua Emanuele – mette a disposizione un pullman che garantisce il trasporto Messina-Catania e viceversa. Una situazione - continua il segretario della Cisl Fp - che compromette anche la qualità dei servizi e la resa lavorativa individuale, legate all’estenuante arco temporale giornaliero dedicato al pendolarismo che va ben oltre le 11 ore per le giornate del lunedì, mercoledì e venerdì e ben oltre le 15 ore per le giornate di rientro del martedì e giovedì».
Una scelta, quella aziendale, che la Cisl Funzione Pubblica spiega con la ripartizione dei servizi amministrativi tra Palermo (che doveva essere l’unica sede amministrativa in base al progetto di riordino e trasformazione dell’ex Sise) Catania e in parte Messina. L’azienda ospedaliera Papardo-Piemonte aveva messo a disposizione strutture idonee ma non se n’è fatto più nulla. «Purtroppo – ribadisce Emanuele - le promesse fatte in occasione di incontri ufficiosi ed ufficiali di un rapido rientro nella sede lavorativa messinese sono state disattese».
Dal giugno 2010 la Seus gestisce il servizio di emergenza sanitaria 118 secondo l’accordo tra l’azienda, l’assessorato regionale alla Salute e l’allora Sise che curava precedentemente i servizi; accordo che aveva seguito una proroga della Convenzione transitoria (firmata a fine dicembre 2009 e scaduta il 31 marzo 2(10) con cui erano stati definiti tutti i dettagli per il passaggio del personale dalla Sise alla Seus. Abbiamo cercato di contattare i responsabili dell’azienda per una ottenere replica sulla vertenza ma inutilmente.

domenica 25 settembre 2011

RANDAZZO: IL FIGLIO DA MODENA SALVA LA MADRE 90ENNE


Una signora di 90 è stata salvata dalle premure del figlio, nonostante quest’ultimo si trovasse a 1.200 chilometri di distanza. La nonnina, che nonostante l’età vive da sola al civico uno della stretta e centralissima via Marino, a pochi metri dalla Basilica di Santa Maria a Randazzo, mercoledì pomeriggio all’improvviso è caduta per un malore e non è più riuscita ad alzarsi. Così quando nel pomeriggio il figlio, che vive a Modena, le ha telefonato, la madre non ha potuto rispondergli. Probabilmente l’uomo, considerate le buone condizioni di salute della madre, avrà pensato che si fosse allontanata da casa, ma quando il telefono è rimasto muto sia la sera, sia l’indomani mattina di buon’ora, ha lanciato l’allarme. Dapprima ha chiamato i vicini di casa che subito si sono precipitati, per verificare se la donna fosse in casa. Visto che la donna non rispondeva ai ripetuti strilli di campanello, sia i vicini, sia il figlio, dalla sua residenza a Modena, hanno telefonato preoccupati alla Polizia municipale di Randazzo.
Così sul posto sono arrivati il comandante della Polizia municipale, Gaetano Cullurà, con l’ispettore Alfio Spadafora, i carabinieri della Stazione e del Radiomobile e i vigili del fuoco di Randazzo, guidati dal capo squadra Salvatore Petralia, che, dopo aver ascoltato i vicini di casa, hanno deciso di forzare la porta e entrare. Si temeva il peggio, ma quando i pompieri sono entrati nell’abitazione, hanno visto la donna a terra fortunatamente ancora viva e addirittura così lucida da riuscire a raccontare con un filo di voce quanto le era accaduto. Trasportata e ricoverata in ospedale a Bronte i medici hanno soltanto riscontrato che la nonnina era debilitata e disidratata. Si può immaginare la gioia del figlio che grazie ai vicini di casa e al pronto intervento delle forze di soccorso è riuscito a salvare sua madre da Modena.
Gaetano Guidotto, fonte “La Sicilia” del 24-09-2011 

Medico condannato e non radiato, è polemica


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Giornale di Sicilia
Ed. del 23.09.2011 - pag. 9
Daniele Billitteri
Articolo letto 111 volte
Sul caso di Mimmo Miceli un Comitato accusa di inadempienza l'Ordine dei medici di Agrigento. La replica: aspettiamo la sentenza definitiva

PALERMO - Domenico Miceli, protagonista di una lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, deve continuare a far parte dell’Ordine dei medici malgrado le sue vicissitudini giudiziarie e le sentenze che lo hanno pure portato a trascorrere in carcere un anno e quattro mesi? Se lo chiede il “Comitato professionisti liberi” che - informa una nota - ha chiesto al ministro della Sanità e all’assessore regionale di sapere «se risponde a verità che il Consiglio dell’Ordine dei medici di Agrigento non ha adottato alcun provvedimento» contro Miceli. L’assessore Russo ha risposto a stretto giro e, sempre secondo quanto riferisce il Comitato, «ha detto che l’Ordine dei medici di Agrigento, con nota del 30 giugno 2011, ha informato l’assessorato di avere richiesto e ottenuto un parere da parte della Federazione nazionale su quesiti specifici e dì avere deliberato a maggioranza dì sospendere il procedimento disciplinare, lasciandolo aperto sino alla pronuncia definitiva».
Spiega il presidente Giuseppe Augello: «Sto proprio andando dai nostri legali per decidere il da farsi. La situazione è questa: non abbiamo sospeso il procedimento ma solo l’adozione di provvedimenti. Il dottore Miceli è stato condannato in Appello e la Cassazione ha rimandato indietro la sentenza perché non erano state accordate le attenuanti generiche. Ora i giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza che era stata impugnata presso la suprema corte negando ancora una volta la concessione delle attenuanti. Ma quest’ultima sentenza, pur annunciata dalla stampa, non è stata ancora depositata. Certo adesso il Consiglio ha più elementi per prendere una decisione».
Ma. secondo il Comitato «l’Ordine dei medici di Agrigento si rifiuta di svolgere la funzione assegnata dalla legge, che prevede che «i sanitari che si rendano colpevoli dì abusi o mancanze nell’esercizio della professione o, comunque, di fatti disdicevoli al decoro professionale, sono sottoposti a procedimento disciplinare». E Augello replica: «Giusta la citazione. Infatti Miceli è sottoposto attualmente a un procedimento non ancora concluso». Non è stato possibile avere un commento dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici. 

Ars: per mozione Russo Lombardo sarà assente


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Quotidiano di Sicilia
Ed. del 24.09.2011 - pag. 2
Raffaella Pessina
Articolo letto 12 volte
La censura rinviata è vista più come una sfiducia verso l'intero Governo

PALERMO - Sulla mozione di censura all’assessore alla sanità Russo ritorna polemicamente a parlare sul suo blog il presidente della Regione Raffaele Lombardo. «Pdl, Pid e Forza del Sud - ha detto - hanno usato in maniera inappropriata una mozione di censura che dovrebbe riguardare i comportamenti personali di un assessore per esprimere una valutazione sul governo. In fondo si trattava di una mozione di fiducia sul governo, perché la sanità è il governo. La mozione di sfiducia non va quindi rivolta all’assessore ma al presidente della Regione e al Governo. Escano allo scoperto, non consentano a nessuno di nascondersi dietro al voto segreto, previsto per la mozione di censura e non per la sfiducia, e se raggiungono il numero si scioglierà l’Assemblea e si andrà a votare». «In caso contrario - aggiunge - con tutti problemi che abbiamo, con un governo nazionale che ha distrutto il Paese, con le manovre che ci aspettano dietro l’angolo, non possiamo stare a cincischiare appresso alle chiacchiere di qualcuno che magari non ha avuto fatto il favorino e se la prende con l’assessore Russo».
E dopo aver incassato un secondo rinvio sulla discussione della mozione, Lombardo ritiene che il pericolo sia passato e infatti non verrà nemmeno in Aula. «Io la settimana prossima sarò a Roma e non potrò essere in aula. Se però si vuole fare un dibattito serio sulla sanità o su qualunque altro ramo dell’amministrazione, il momento lo si trova ma non brandendo l’arma impropria di una mozione di sfiducia».
Contro il Pd invece si scaglia Leoluca Orlando (Idv). «Stiamo assistendo a una mutazione antropologica del Pd in Sicilia - ha detto Orlando - a una distruzione del patrimonio di partito che non è motivata da un valore alto, né è progettata, per un tempo limitato. Non siamo pertanto disposti, mantenendo la nostra linea politica, ad avviare alcuna alleanza con il Pd se prima non si svincola dall’artiglio di Lombardo, prendendo una posizione forte contro il centrodestra. Sono convinto che li Pd siciliano a guida Lombardo-Lumia non supererà lo sbarramento».
E, in attesa che riprendano i lavori a Sala D’Ercole martedì prossimo. Proseguono i lavori nelle Commissioni legislative dell’Ars. In particolare in commissione Bilancio ieri è stato dato il parere favorevole al ddl sugli interventi per lo sviluppo dell’agricoltura e della pesca. La commissione Attività produttive ha approvato una legge prevede lo stanziamento di ulteriori 200 milioni di euro per le imprese che si insedieranno a Termini Imerese in sostituzione della Fiat che il 31 Dicembre di questo anno sospenderà definitivamente le proprie attività nello stabilimento siciliano. Si tratta di un Ddl che porta la firma Salvino Caputo, Pino Apprendi e Riccardo Savona. E infine la Regione informa che lo Stato ha decentrato a livello locale tutte le competenze in materia di trasporto pubblico e la Regione si appresta a firmare con Trenitalia un contratto di servizio che dovrà garantire ai passeggeri, anzitutto, puntualità e comfort. «Un primo esempio concreto di federalismo - afferma la nota - che è anche un banco di prova: a disposizione ci sono 111 milioni di euro mentre altri 48 saranno destinati all’acquisto di nuovi vagoni.

Mezzo anno di attesa per l'esame al cuore Villa Sofia: noi in regola


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Giornale di Sicilia
Ed. del 24.09.2011 - Palermo - pag. 32
Giuseppe Leone
Articolo letto 9 volte
Ultimo grado di urgenza per Ninfa Scerenzia, 78 anni. «La visita va fatta entro sei mesi»

PALERMO - PALERMO - «Spero di non morire prima dell’esame cardiologico fissato tra sei mesi». Ninfa Scerenzia pronuncia questa frase quasi sorridendo. La signora ha 78 anni, ne ha viste e vissute tante nella sua vita. E per questo non le manca il sarcasmo per commentare questa attesa per questo tipo di prestazione clinica. Sei mesi per un esame al reparto di Cardiologia di Villa Sofia. È quanto dovrà aspettare la signora, che vive da sola a Capaci e che lo scorso 15 settembre ha preso la sua macchina per recarsi presso la struttura ospedali era e prenotare la visita.
La ricetta del medico di famiglia della signora Scerenzia sulla quale è prescritto l’esame, però, parla chiaro: si tratta di una visita programmata, ovvero che rappresenta l’ultimo grado di urgenza. Ciò significa che la prestazione deve essere effettuata entro 180 giorni dalla prenotazione. «L’esame della signora è stato fissato per il 16 marzo 2012», chiariscono dall’azienda ospedaliera Villa Sofia - Cervello, diretta da Salvatore Di Rosa. Dunque, tutto in regola e rispettati i sei mesi entro cui svolgere la visita, come prevede il decreto dell’assessorato regionale alla Sanità. «Ma per me sei mesi restano comunque troppi - lamenta la signora -. Soffro di fibrillazione e per questo sono stata più volte trasportata in ambulanza al pronto soccorso. Inoltre, è stato il mio stesso medico di base a consigliarmi di fare la visita ogni due – tre mesi». E per la signora, inoltre, la struttura pubblica rappresenta l’unica possibilità «perché non ho la possibilità - afferma – di spendere 80 euro a esame in un centro privato. E poi ho fiducia nella struttura pubblica». Una fiducia che deriva dal trattamento ricevuto nell’ultima visita dello scorso giugno proprio a Villa Sofia. «In quell’occasione il medico mi ha applicato un holter per 24 ore, un apparecchio che serve a tenere sotto controllo le mie fibrillazioni. Cosa che non hanno fatto, invece, nell’unica volta in cui mi sono recata in una struttura privata». Ma non c’è nulla da fare. Per ricevere nuovamente questo trattamento, la signora dovrà necessariamente attendere fino a marzo del 2012. Anche se nel frattempo, la signora è riuscita a trovare un escamotage. «Sono riuscita a prenotare la visita in via Cusmano all’Asp 6 di Palermo per novembre. Quella di Villa Sofia, però, l’ho lasciata prenotata, dato che ho necessità di visite periodiche ogni tre mesi».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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