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CASO MAZZARINO. Dopo le parole del presidente del Senato, replica l’assessore Russo. Ma Leontini: si dimetta
«Da Schifani un’imprudente polemica»
«Di quale relazione parla se la Commissione sta ancora lavorando?»
PALERMO. Venerdì sera la «stoccata» del presidente del Senato, Renato Schifani, ieri l’«affondo» dell’assessore alla Sanità, Massimo Russo, che ha voluto replicare alle affermazioni fatte dalla seconda carica dello Stato sul «caso Mazzarino». E dopo queste repliche, il capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini, sbotta: «Russo farebbe meglio a dimettersi».
Russo replica: «Il mio profondo rispetto per le istituzioni, a prescindere dalle persone che le rappresentano, mi suggerisce di non replicare alle affermazioni del senatore Schifani animate da un chiaro intento di strumentalizzazione politica. Schifani fa riferimento ad una relazione della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari di cui lo stesso presidente Leoluca Orlando sconosce l’esistenza. Non so, quindi, se Schifani abbia fatto riferimento a un’opinione anticipatagli da qualche commissario, ma è certo che la Commissione non ha concluso i suoi lavori, altrimenti non avrebbe senso la mia convocazione per mercoledì a Roma».
«Mi amareggia molto – ha proseguito Russo – che si torni ad agitare strumentalmente la vicenda del povero Filippo Li Gambi in presenza di una documentata relazione redatta da tre medici professionisti che hanno individuato precise responsabilità sull’accaduto, certamente diverse da quelle evocate da Schifani. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, mi pare assai imprudente che un’alta carica dello Stato rilanci questa polemica». Russo è amareggiato: «Da siciliano, prima ancora che da assessore, mi dispiace che non siano state sottolineate le tante cose buone fatte per la sanità in Sicilia. Abbiamo evitato il commissariamento e recuperato circa 500 milioni di euro non certo con tagli indiscriminati bensì con una attenta e seria riorganizzazione funzionale che ha dato credibilità e fiducia alla Sicilia».
L’assessore poi ribatte a Schifani che ha parlato di «tagli selvaggi finalizzati unicamente al risparmio». «Tagli? – ha aggiunto Russo –. Sì, ne ho fatti. Ad esempio alle tariffe della radioterapia, che non vengono più concordate nei retrobottega ma alla luce del sole. Ho tagliato il costo del vaccino contro il papilloma virus, che adesso compriamo a 43 euro a dose e non più a 106. Vado avanti in questa sfida sostenuto dalla rigorosa azione politicoamministrativa del presidente della Regione, Lombardo, oltre che da più ampi settori della politica e dalla stima di operatori sanitari e semplici cittadini che hanno ben compreso il senso della svolta».
Ma replica il capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini: «L’assessore Russo, piuttosto che sparare stupidaggini su inesistenti meriti propri, farebbe prima a dimettersi. Ha goduto di un sostegno e di una aprioristica collaborazione che evidentemente non meritava. Fino a ora, sono state coperte tutte le sue inefficienze, le inadempienze e anche i danni provocati al sistema sanitario regionale dalle sue indiscriminate decisioni, dai suoi tagli ai servizi e dai suoi avalli alle pressioni di partito. Ora basta». E rincara la dose il parlamentare regionale dell’Udc all’Ars, Salvatore Cascio: «L’assessore Russo farebbe cosa buona e giusta se tacesse. Non c’è stata infatti con la sua gestione nessuna diversità con il passato: le nomine operate hanno avuto come unico criterio quello dell’appartenenza e della militanza politica».
Russo replica: «Il mio profondo rispetto per le istituzioni, a prescindere dalle persone che le rappresentano, mi suggerisce di non replicare alle affermazioni del senatore Schifani animate da un chiaro intento di strumentalizzazione politica. Schifani fa riferimento ad una relazione della Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari di cui lo stesso presidente Leoluca Orlando sconosce l’esistenza. Non so, quindi, se Schifani abbia fatto riferimento a un’opinione anticipatagli da qualche commissario, ma è certo che la Commissione non ha concluso i suoi lavori, altrimenti non avrebbe senso la mia convocazione per mercoledì a Roma».
«Mi amareggia molto – ha proseguito Russo – che si torni ad agitare strumentalmente la vicenda del povero Filippo Li Gambi in presenza di una documentata relazione redatta da tre medici professionisti che hanno individuato precise responsabilità sull’accaduto, certamente diverse da quelle evocate da Schifani. In attesa che la magistratura faccia il suo corso, mi pare assai imprudente che un’alta carica dello Stato rilanci questa polemica». Russo è amareggiato: «Da siciliano, prima ancora che da assessore, mi dispiace che non siano state sottolineate le tante cose buone fatte per la sanità in Sicilia. Abbiamo evitato il commissariamento e recuperato circa 500 milioni di euro non certo con tagli indiscriminati bensì con una attenta e seria riorganizzazione funzionale che ha dato credibilità e fiducia alla Sicilia».
L’assessore poi ribatte a Schifani che ha parlato di «tagli selvaggi finalizzati unicamente al risparmio». «Tagli? – ha aggiunto Russo –. Sì, ne ho fatti. Ad esempio alle tariffe della radioterapia, che non vengono più concordate nei retrobottega ma alla luce del sole. Ho tagliato il costo del vaccino contro il papilloma virus, che adesso compriamo a 43 euro a dose e non più a 106. Vado avanti in questa sfida sostenuto dalla rigorosa azione politicoamministrativa del presidente della Regione, Lombardo, oltre che da più ampi settori della politica e dalla stima di operatori sanitari e semplici cittadini che hanno ben compreso il senso della svolta».
Ma replica il capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini: «L’assessore Russo, piuttosto che sparare stupidaggini su inesistenti meriti propri, farebbe prima a dimettersi. Ha goduto di un sostegno e di una aprioristica collaborazione che evidentemente non meritava. Fino a ora, sono state coperte tutte le sue inefficienze, le inadempienze e anche i danni provocati al sistema sanitario regionale dalle sue indiscriminate decisioni, dai suoi tagli ai servizi e dai suoi avalli alle pressioni di partito. Ora basta». E rincara la dose il parlamentare regionale dell’Udc all’Ars, Salvatore Cascio: «L’assessore Russo farebbe cosa buona e giusta se tacesse. Non c’è stata infatti con la sua gestione nessuna diversità con il passato: le nomine operate hanno avuto come unico criterio quello dell’appartenenza e della militanza politica».
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