La Sicilia - 13.10.2009
Ed. del 13.10.2009 - Il Fatto - pag. 5
Lillo Miceli
IERI VERTICE DI LOMBARDO CON MICCICHÈ, MISURACA, PISTORIO E SCALIA
Scontro alla Regione, Milone e Beninati potrebbero dimettersi
PALERMO. Dopo la tempesta dei giorni scorsi, non si annuncia alcuna quiete per la politica siciliana. Lo scontro sulla sanità tra il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e i cosiddetti «lealisti» del Pdl potrebbe avere come estrema conseguenza le dimissioni degli assessori al Territorio, Mario Milone, e dei Lavori pubblici, Nino Beninati. Sempre che Lombardo non decida di revocare loro le deleghe, giocando di contropiede. Probabilmente, è proprio la mossa che si attendono gli alleati-avversari del Pdl, impegnati in tutti i modi a ritrovare la via del dialogo con il sottosegretario alla Presidenza, Gianfranco Miccichè, «capo» dei ribelli e sostenitore di Lombardo e della sua azione di governo, a cominciare dalla sanità.
Per valutare la situazione, anche alla luce delle polemiche innescate dall’intervento del presidente del Senato, Renato Schifani, sulla mancata efficienza dell’ospedale di Mazzarino, ieri sera, a Palazzo d’Orleans, si è svolto un vertice al quale hanno partecipato, oltre a Lombardo e Miccichè, anche Dore Misuraca, Giovanni Pistorio e il finiano Pippo Scalia. Questa sera, al termine della seduta dell’Ars - Lombardo dovrà relazionare sul disastro provocato dal dissesto idrogeologico nel Messinese - dovrebbero riunirsi i deputati "lealisti" del Pdl. Tra le ipotesi che saranno discusse, la possibilità di costituire un gruppo autonomo di opposizione. Una decisione clamorosa che avrebbe come obiettivo principale quello di richiamare l’attenzione sul Pdl siciliano di Silvio Berlusconi, che proprio ieri ha nominato Lombardo commissario per fronteggiare l’emergenza nei comuni alluvionati.
Intanto, botta e risposta tra il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e il presidente della commissione Sanità, Giuseppe Laccoto. Quest’ultimo ha definito «impaziente» l’accelerazione sulla commissione d’inchiesta sul «caso Mazzarino », essendovi già la commissione permanente da lui presieduta, «che ha già calendarizzato gli appuntamenti sulla vicenda nissena». «Il Parlamento - ha replicato Cascio - nella sua sovranità deciderà se darvi seguito o se attendere i risultati del lavoro svolto dalla commissione legislativa permanente. L’importante è che, indipendentemente dallo strumento prescelto, si faccia luce e si arrivi presto a stabilire le eventuali responsabilità ».
Per Roberto De Benedictis (Pd): «Se il centrodestra vuole utilizzare la drammatica vicenda di Mazzarino per risolvere una resa dei conti al proprio interno, lo dica apertamente». Per l’Udc, Salvatore Cascio, la riforma sanitaria voluta da Russo «è fallita» e i ripetuti casi malasanità ne sarebbero la dimostrazione più evidente
13.10.2009
Lillo Miceli
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