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REGIONE. Il presidente dell'Assemblea sulla vicenda della morte del ragazzo: «Bisogna verificare se la riforma ha aperto falle che vanno corrette»
Sanità: indagine dell'Ars su Mazzarino. Lombardo attacca, nasce il caso Milone
L'assessore critica Russo sul «depotenziamento dell'ospedale». Il governatore: «Eccessi da galoppini»
Il governatore: «Disdicevoli le polemiche mentre si seppelliscono i morti a Messina». Due giorni fa un incontro a Palermo tra Schifani e gli uomini a lui più vicini, tra cui lo stesso assessore Milone.
PALERMO. Una commissione di indagine all'Ars sul caso Mazzarino. La morte del giovane Filippo li Gambi, che ha già messo l'uno contro l'altro il presidente del Senato Renato Schifani e l'assessore Massimo Russo, infiamma il Parlamento. E provoca una spaccatura in giunta, dove l'assessore Mario Milone prende le distanze da Russo riproponendo quel solco - fra assessori del Pdl vicini a Schifani e i membri della giunta più in linea con il presidente - che aveva caratterizzato il primo governo Lombardo.
E non a caso il govematore ha mostrato tutto il suo disappunto perle parole di Milone rilevando l'incompatibilità di questa posizione «con chi deve continuare a far parte della giunta».
Il caso
Li Gambi morì il 20 agosto in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale: a Mazzarino la sala operatoria era chiusa e nella notte dopo il trasporto a Caltanissetta perse le vita. Sotto accusa finirono entrambi gli ospedali. Russo ha sempre indicato in quello nisseno le principali responsabilità. Schifani, citando la relazione preliminare della relatrice di una prima commissione di inchiesta nazionale, ha messo in discussione questa conclusione. Sullo sfondo però è tornato lo scontro sui tagli nella sanità promossi da Russo.
La commissione all'Ars
Il primo a chiedere che l'Ars riaprisse il caso e disponesse una commissione di indagine era stato Salvino Caputo: «Russo ha indebolito il sistema. Almeno 15 ospedali sono ad altissimo rischio». E il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, ha accolto la richiesta: «Persiste su questo caso una nebulosa che non possiamo più tollerare. Bisogna verificare se la riforma approvata per migliorare la qualità della sanità funziona, o se non ci siano invece delle falle che dovremmo correggere». Scelta apprezzata dal sindaco di Mazzarino, Vincenzo D'Asaro e dal capogruppo Pdl, Innocenzo Leontini.
La cautela di Alfano
La commissione di indagine dell'Ars ha poteri meno incisividi quella già attivata dal Parlamento nazionale: si limita ad azioni conoscitive senza entrare nel merito dell'inchiesta giudiziaria. Ma il passaggio ha un forte impatto politico. Più cauto il ministro della Giustizia: Angelino Alfano ha ricordato all'Ansa che il caso non è chiuso per poi aggiungere che «vi è un'inchiesta della magistratura e a quella occorre affidarsi. Auspico che i magistrati arrivino a buon esito nel minor tempo possibile. In gioco c'è l'accertamento delle responsabilità sulla storia di un ragazzo che non avrebbe dovuto morire».
Lombardo sdegnato
Il governatore ritiene «disdicevoli» le polemiche sulla sanità soprattutto «mentre si stanno seppellendo i morti per il disastro di Messina». Per Raffaele Lombardo «la riforma della sanità è avversata più o meno pretestuosamente dai nostalgici di un sistema afflitto da sprechi e inefficienze, nonostante il valore degli operatori». Anche il governatore ha ricordato che «sui casi di malasanità si pronuncerà la magistratura» bocciando così la mossa di Cascio.
La tesi di Russo
L'assessore alla Sanità ha sempre puntato sui ritardi negli interventi messi in campo a Caltanissetta, dopo il trasferimento da Mazzarino. Russo sabato ha criticato «le strumentalizzazioni messe in atto da un'alta carica dello Stato». Poi ha sottolineato i risultati della sua gestione ricordando che «da quando ci sono io le tariffe di radioterapia non vengono decise in un retrobottega (riferimento agli incontri di Cuffaro con Aiello, ndr)». E rispolverando il caso del vaccino contro il papillomavirus, che la Regione aveva acquistato a prezzo altissimo per la proceduramessain atto dall'allora dirigente della Sanità Saverio Ciriminna, Russo ha rilevato che «questo dirigente, un medico, oggi è stato ripescato come capo di gabinetto dell'assessore al Territorio Mario Milone».
L'attacco di Milone
Milone non ha gradito: «Russo sia più prudente. Se un medico si occupa di territorio, devo ricordare che Russo, magistrato, si occupa di sanità». Anche Milone prende le distanze dalla riforma della sanità: «È accaduto che una scelta assessoriale di graduale depotenziamento del presidio di Mazzarino ha impedito allo stesso di poter assolvere alle funzioni di medicina di urgenza. Il problema non è risolto e mi auguro che Russo lo affronticonminoreimpulsività». '
Milone si dimette?
Una presa di posizione, quella di Milone, che Lombardo non ha gradito: «Spiace rilevare le parole di Milone, che fino ad oggi si è fatto apprezzare per cortesia e rispetto umano. È giusto difendere i propri collaboratori, ma è fuori luogo esprimere giudizi di idoneità sui titoli per fare gli assessori e inerpicarsi sulle funzioni dei vari ospedali». Infine, l'affondo più duro del governatore sull'assessore al Territorio: «Gli eccessi restino appannaggio della nutrita schiera dei galoppini e non coinvolgano la giunta e chi deve continuare a farne parte». Un messaggio di Lombardo, che sarebbe da mettere in relazione a un incontro che Schifani ha avuto con i suoi fedelissimi in occasione di un convegno: lì si sarebbe anche pianificata una nuova strategia offensiva contro il governatore che passerebbe pure dal ritiro degli assessori di riferimento se la situazione precipitasse, a cominciare proprio da Mario Milone. Che intanto però replica: «Non ho attaccato Lombardo. Sono sereno. Ho solo criticato alcune dichiarazioni di un mio collega assessore, che non ho condiviso».
PALERMO. Una commissione di indagine all'Ars sul caso Mazzarino. La morte del giovane Filippo li Gambi, che ha già messo l'uno contro l'altro il presidente del Senato Renato Schifani e l'assessore Massimo Russo, infiamma il Parlamento. E provoca una spaccatura in giunta, dove l'assessore Mario Milone prende le distanze da Russo riproponendo quel solco - fra assessori del Pdl vicini a Schifani e i membri della giunta più in linea con il presidente - che aveva caratterizzato il primo governo Lombardo.
E non a caso il govematore ha mostrato tutto il suo disappunto perle parole di Milone rilevando l'incompatibilità di questa posizione «con chi deve continuare a far parte della giunta».
Il caso
Li Gambi morì il 20 agosto in seguito alle ferite riportate in un incidente stradale: a Mazzarino la sala operatoria era chiusa e nella notte dopo il trasporto a Caltanissetta perse le vita. Sotto accusa finirono entrambi gli ospedali. Russo ha sempre indicato in quello nisseno le principali responsabilità. Schifani, citando la relazione preliminare della relatrice di una prima commissione di inchiesta nazionale, ha messo in discussione questa conclusione. Sullo sfondo però è tornato lo scontro sui tagli nella sanità promossi da Russo.
La commissione all'Ars
Il primo a chiedere che l'Ars riaprisse il caso e disponesse una commissione di indagine era stato Salvino Caputo: «Russo ha indebolito il sistema. Almeno 15 ospedali sono ad altissimo rischio». E il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, ha accolto la richiesta: «Persiste su questo caso una nebulosa che non possiamo più tollerare. Bisogna verificare se la riforma approvata per migliorare la qualità della sanità funziona, o se non ci siano invece delle falle che dovremmo correggere». Scelta apprezzata dal sindaco di Mazzarino, Vincenzo D'Asaro e dal capogruppo Pdl, Innocenzo Leontini.
La cautela di Alfano
La commissione di indagine dell'Ars ha poteri meno incisividi quella già attivata dal Parlamento nazionale: si limita ad azioni conoscitive senza entrare nel merito dell'inchiesta giudiziaria. Ma il passaggio ha un forte impatto politico. Più cauto il ministro della Giustizia: Angelino Alfano ha ricordato all'Ansa che il caso non è chiuso per poi aggiungere che «vi è un'inchiesta della magistratura e a quella occorre affidarsi. Auspico che i magistrati arrivino a buon esito nel minor tempo possibile. In gioco c'è l'accertamento delle responsabilità sulla storia di un ragazzo che non avrebbe dovuto morire».
Lombardo sdegnato
Il governatore ritiene «disdicevoli» le polemiche sulla sanità soprattutto «mentre si stanno seppellendo i morti per il disastro di Messina». Per Raffaele Lombardo «la riforma della sanità è avversata più o meno pretestuosamente dai nostalgici di un sistema afflitto da sprechi e inefficienze, nonostante il valore degli operatori». Anche il governatore ha ricordato che «sui casi di malasanità si pronuncerà la magistratura» bocciando così la mossa di Cascio.
La tesi di Russo
L'assessore alla Sanità ha sempre puntato sui ritardi negli interventi messi in campo a Caltanissetta, dopo il trasferimento da Mazzarino. Russo sabato ha criticato «le strumentalizzazioni messe in atto da un'alta carica dello Stato». Poi ha sottolineato i risultati della sua gestione ricordando che «da quando ci sono io le tariffe di radioterapia non vengono decise in un retrobottega (riferimento agli incontri di Cuffaro con Aiello, ndr)». E rispolverando il caso del vaccino contro il papillomavirus, che la Regione aveva acquistato a prezzo altissimo per la proceduramessain atto dall'allora dirigente della Sanità Saverio Ciriminna, Russo ha rilevato che «questo dirigente, un medico, oggi è stato ripescato come capo di gabinetto dell'assessore al Territorio Mario Milone».
L'attacco di Milone
Milone non ha gradito: «Russo sia più prudente. Se un medico si occupa di territorio, devo ricordare che Russo, magistrato, si occupa di sanità». Anche Milone prende le distanze dalla riforma della sanità: «È accaduto che una scelta assessoriale di graduale depotenziamento del presidio di Mazzarino ha impedito allo stesso di poter assolvere alle funzioni di medicina di urgenza. Il problema non è risolto e mi auguro che Russo lo affronticonminoreimpulsività». '
Milone si dimette?
Una presa di posizione, quella di Milone, che Lombardo non ha gradito: «Spiace rilevare le parole di Milone, che fino ad oggi si è fatto apprezzare per cortesia e rispetto umano. È giusto difendere i propri collaboratori, ma è fuori luogo esprimere giudizi di idoneità sui titoli per fare gli assessori e inerpicarsi sulle funzioni dei vari ospedali». Infine, l'affondo più duro del governatore sull'assessore al Territorio: «Gli eccessi restino appannaggio della nutrita schiera dei galoppini e non coinvolgano la giunta e chi deve continuare a farne parte». Un messaggio di Lombardo, che sarebbe da mettere in relazione a un incontro che Schifani ha avuto con i suoi fedelissimi in occasione di un convegno: lì si sarebbe anche pianificata una nuova strategia offensiva contro il governatore che passerebbe pure dal ritiro degli assessori di riferimento se la situazione precipitasse, a cominciare proprio da Mario Milone. Che intanto però replica: «Non ho attaccato Lombardo. Sono sereno. Ho solo criticato alcune dichiarazioni di un mio collega assessore, che non ho condiviso».
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