il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

venerdì 27 luglio 2012

Già chiusi in Italia 57 punti nascita la Sicilia intende eliminarne 27


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
La Sicilia
Ed. del 26.07.2012 - pag. 7
Dele Lapertosa
Articolo letto 37 volte
A rilento l'applicazione dell'accordo Stato-Regioni che prevede la soppressione delle strutture che effettuano meno di 500 parti all'anno

MILANO - È trascorso più di un anno e mezzo da quando è stato approvato l’accordo tra Stato e Regioni del 2010 sul percorso nascita, ma la sua applicazione va decisamente a rilento, complici le proteste di sindaci e comunità, e i ricorsi al Tar. Sono finora 57 i punti nascita, in cui si effettuano meno di 500 parti l’anno, per cui è stata decisa o si è proceduto alla chiusura, secondo quanto si apprende da fonti delle Regioni Veneto e Sicilia. La maggior parte dei quali si trova nelle regioni meridionali, dove erano più diffusi.
Stando all’ultimo rapporto del Cedap (Certificati di assistenza al parto) del 2009, i punti nascita con meno di 500 parti l’anno in Italia sono 153, tra pubblici, privati accreditati e non. L’accordo del 2010 prevede una riorganizzazione dei punti nascita, non solo sulla base del numero dei nati, ma anche del contesto geografico in cui si trovano. Istituisce inoltre presso il ministero della Salute un Comitato per il percorso nascita il cui compito è monitorare l’attuazione dell’accordo, raccogliendo i report che le regioni devono inviare (anche se non obbligatoriamente) ogni 6 mesi.
L’ultimo termine era previsto per il 30 giugno, ma a quella data solo otto regioni hanno comunicato i loro dati. Si tratta del Molise, che è passato da 5 a 3 punti nascita, la Sardegna da 23 a 21, il Veneto da 42 a 40, la Liguria da 13 a 11, la Basilicata da 8 a 5. La Calabria ne ha chiusi 7 pubblici e 2 cliniche private, mentre la Sicilia ha programmato la chiusura di 27 punti, dando tempo fino al primo ottobre per procedere, presentare piani di riconversione, adeguamento e rimodulazione, e rimarrà complessivamente con 42 punti nascita aperti.
La Puglia ha stabilito di doverne disattivare 10. La Campania invece, con il 62% di tagli cesarei, effettuati soprattutto nelle strutture private e più piccole, non ha chiuso neanche un punto nascita, secondo quanto si è appreso. In Italia, come riferisce il Comitato per il percorso nascita, 1’8,9% delle nascite avviene in strutture con meno di 500 parti l’anno, che però rappresentano il 28,2% dei punti nascita italiani.
Quello di chiudere queste strutture è un obiettivo da raggiungere entro tre anni dall’accordo, dunque entro fine 2013, ma tornato d’attualità con la spending review e il taglio previsto di 15-18mila posti letto. Per arrivarci, tra le unità operative “ridondanti” e troppo piccole da sforbiciare sono stati considerati proprio i punti nascita con meno di 500 parti l’anno. Un’opera di razionalizzazione il cui principale obiettivo è quello di offrire maggiore sicurezza a madre e nasci turo. Secondo i dati del Cedap, nel 2009 il 66,7% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui, che rappresentano il 37,2% dei punti nascita totali. In Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto ed Emilia Romagna circa il 90% dei parti si svolge in punti nascita di grandi dimensioni, mentre l’opposto avviene nelle regioni del Sud, come Molise e Sardegna, dove oltre il 20% dei parti si svolge in strutture con meno di 500 parti annui. In generale, nelle altre regioni meridionali si osserva una prevalenza dei parti nelle strutture con meno di 800 nascite annue, in particolare in Calabria oltre il 56% dei parti ha luogo in punti nascita con meno di 800 parti annui.

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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