il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

lunedì 4 giugno 2012

«Sanità, tagli mirati e non al personale»



La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Corriere della Sera
Ed. del 04.06.2012 - pag. 5
Margherita De Bac
Articolo letto 32 volte
Il ministro della Salute: della spesa generale rivedlblle fissata da Bondi in 390-397 miliardi, un quarto riguarda il settore di mia competenza

Balduzzi: interventi sui 7 miliardi di spesa in beni e servizi. Strutture minori, niente automatismi
ROMA - «Sarà un lavoro di cesello. Niente tagli lineari e automatici. Il principio è quello di salvaguardare la qualità dei servizi». Conferma la sua strategia il ministro della Salute Renato Balduzzi: «La revisione della spesa verrà eseguita con ponderazione e ragionevolezza Spending review non significa tagliare ma riqualificare. Non ci interessa portare a casa il risultato in fretta Vogliamo intervenire con equilibrio. Il nostro sistema sanitario pubblico è un bene che ci viene invidiato e molti Paesi ci prendono a modello», chiarisce. I tecnici del ministero sono al lavoro. La sanità dovrà infatti dare un contributo sostanzioso al programma di risparmi previsti dal governo entro il 2012 per scongiurare l’aumento dell’Iva.
È vero che Il supercommissario Enrico Bondi, incaricato dal governo di trovare risorse pari a circa 4 miliardi, ha calcolato per la sanità un sacrificio di circa 1 miliardo e 200 mila euro almeno?
«Finora non c’è stata nessuna indicazione precisa. Le ipotesi nascono dalla circostanza che la spesa generale rivedibile è stata fissata a 390-397 miliardi e di questa quasi un quarto riguarda la sanità. Certo faremo la nostra parte ma senza creare danni ai cittadini e rischiare di compromettere il loro diritto alla salute».
Lei ha dichiarato che finora sono stati censiti 7 miliardi di spesa della sanità indagabili, cioè da rivedere. Da dove arriveranno i risparmi?
«Sette miliardi sono l’ammontare della spesa per l’acquisto di beni, servizi e dispositivi medici finora censiti. La stiamo riconsiderando da parecchi mesi sulla base della manovra dello scorso anno che già prevedeva un intervento in questo settore. Non è facile trovare il prezzo medio di riferimento, cioè quello che dovrà essere applicato uniformemente in ogni Regione italiana, nell’ambito di una tipologia di prodotti così diversificata Un esempio. Se in una Asl una siringa costa 5 volte di più rispetto a un’altra Asl non c’è scampo. Quello è uno spreco e va colpito».
Dunque niente sforbiciate alla cieca?
«Il lavoro è solo l’inizio e non è detto che i risparmi verranno tutti da qui anche se non c’è molto altro da tagliare. La spesa della sanità è assorbita per un terzo dal personale e in quel settore tutto ciò che potevamo fare è stato fatto, pensiamo soltanto al blocco del turnover. Certo non arriveremo a bloccare gli stipendi e licenziare, come in Grecia».
La farmaceutica è stata sempre utilizzata dai governi come bancomat, un settore da cui prelevare risorse. Sono previsti tagli anche qui?
«La farmaceutica è già oggetto di revisione dallo scorso luglio a prescindere dalla revisione straordinaria della spesa Il comparto dei farmaci è già sotto la lente. I margini di risparmio non sono infiniti ma ci sono».
Diversi tribunali amministrativi e il Consiglio di Stato hanno bloccato provvedimenti di chiusura di piccoli ospedali da parte di Regioni in deficit. Che ne pensa, è una contraddizione rispetto alla necessità di recuperare il disavanzo?
«Non è automatico che un piccolo ospedale debba essere chiuso. Questo può succedere se attorno viene disegnata una adeguata rete di servizi territoriali. Quando è così diventa difficile che un organismo giurisdizionale riesca a intervenire e a bloccare dichiarandole illegittime le iniziative della Regione. Ogni azione pubblica deve essere portata avanti secondo criteri di ragionevolezza e imparzialità. Quando il taglio di posti letto è basato su un piano di riorganizzazione meditato è meno esposto a ricorsi e sollecitazioni giurisdizionali che vanno in senso opposto».
Ma i piccoli ospedali con meno di 120 posti letto non sono stati giudicati insicuri e costosi e dunque da chiudere e trasformare?
«Si tratta di una regola con eccezioni che dipendono dal contesto in cui si trovano e dallo stato economico della Regione. Non conta il numero dei posti letto ma cosa c’è prima e dopo l’ospedale che, se è circondato da una rete assistenziale sul territorio, dovrebbe servire solo per il ricovero di pazienti in fase acuta».
Dunque se manca una strategia d’insieme è inevitabile che gli atti delle Regioni vengano contestati?
«L’obiettivo non dovrebbe essere di ripianare i debiti e di uscire dalla gabbia dei cosiddetti piani di rientro, cioè gli accordi presi dalle Regioni con lo Stato per raggiungere il pareggio di bilancio. L’obiettivo è rendere virtuoso ed efficiente il sistema riorganizzandolo».
Invece la tentazione di alcune Regioni è tagliare senza ragionevolezza?
«Chi ha questa tentazione potrà anche uscire dai piani di rientro col rischio che debba rientrarci subito dopo. Servono operazioni strutturali, ad esempio avere il coraggio di ridurre un numero esagerato di reparti che nel raggio di pochi chilometri appartengono alla stessa disciplina Oppure il coraggio di tagliare alcuni primariati. Eliminare i doppioni e la duplicazione di servizi inutili e costosi. Non è difficile scoprire quanti e dove sono».
Nel 2014 i ticket così come sono stati previsti dalla legge finanziaria dello scorso luglio diventeranno insostenibili per i cittadini. Lei ha lanciato l’ipotesi di una franchigia in base al reddito sulle prestazioni sanitarie. Va avanti lungo questa strada malgrado le critiche?
«Il sistema attuale è già insostenibile, opaco e non sempre equo. Le franchigie, accompagnate da altri strumenti di compartecipazione, introdurrebbero equità. Si pagherebbe in base alla disponibilità economica e al bisogno. Chi critica la proposta non mi sembra ne abbia lanciate di migliori. E una soluzione diversa da quelle classiche ma ancora da definire».

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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