il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

mercoledì 30 maggio 2012


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Sole 24Ore
Ed. del 29.05.2012 - pag. 10
Roberto Turno
Articolo letto 22 volte
Il deficit 2011. Per coprirlo sono state necessarie per il 77% addizionali Irpef e Irap
Sanità, disavanzo a quota 2,19 miliardi
Le uscite sanitarie pubbliche hanno fatto segnare un calo dello 0,6% sul 2010. In rosso anche Emilia, Toscana e Liguria
ROMA - È stato di 2,19 miliardi nel 2011 il disavanzo di gestione delle asl e degli ospedali nelle 16 regioni a statuto ordinario. E per coprirlo sono state necessarie per il 77% le addizionali Irpef e Irap, soprattutto nelle regioni commissariate o sotto piano di rientro dai deficit. Ma neppure le maxi aliquote Irpef ( +0,30%) e Irap (+0,15%) oltre il tetto massimo pagate da cittadini e imprese sono bastate in Molise, Calabria e Campania a tamponare la falla del deficit sanitario nel 2011. E così in queste regioni non ci sarà scampo: le maxi addizionali resteranno in vigore. L’84,7% del disavanzo totale, tra l’altro, è concentrato nelle regioni con piano di rientro. Che dappertutto a partire dal Lazio e dalle regioni meridionali, restano in grave ritardo.
Arrivano i primi risultati dai tavoli di monitoraggio del Governo (Economia e salute) con le regioni al ti vati per tenere sotto controllo la spesa sanitaria, di questi tempi più che mai sotto la lente d’ingrandimento dei prossimi tagli del Governo in cantiere con la spending review. Risultati in chiaroscuro quelli dell’esercizio 2011, anticipati in un ampio servizio nel prossimo numero del settimanale Il Sole-24 Ore Sanità.
Da una parte confermano, come anticipato dal Def che la spesa sanitaria pubblica ha fatto segnare un calo dello 0,6% sul 2010: dall’altra, però, dimostrano che ormai l’affanno del contenimento dei conti si sta espandendo oltre il sud Italia, contagiando sempre di più anche regioni con i bilanci sanitari considerati da sempre (quasi) in regola.
Anche se è soprattutto tra Lazio (791 milioni di rosso prima delle super tasse), Campania (332milioni), Calabria (155 milioni) che si concentra oltre la metà dei disavanzi del 2011. Col piccolo Molise in grandissima e sempre più preoccupante difficoltà col suo deficit di 67 milioni che le maxi addizionali sono riuscite a coprire appena per il 30%. E con la Calabria sempre all’ “anno zero” e ben lontana dal risanamento strutturale, in cui sembra scricchiolare la poltrona di commissario assegnata al governatore Giuseppe Scopelliti.
Tra tutte le 16 regioni passate al setaccio del tavolo di monitoraggio, intanto, sono soltanto tre quelle che hanno raggiunto un attivo, anche se soltanto minimo, senza dover ricorrere alle risorse di bilancio locale: Lombardia (22,1 milioni), Lombardia (10,3 milioni) e Marche (1,5 milioni). Escluse le 8 regioni commissariate o sotto piano di rientro dal disavanzo, tutte le altre sono andate in rosso. Che hanno coperto principalmente con proprie risorse di bilancio: dall’Emilia Romagna (87.3 milioni) alla Toscana (62 milioni) alla Liguria (144 milioni) su cui pendeva una contestazione per aver fatto ricorso a una dismissione immobiliare per 76 milioni. Il bilancio complessivo già prospetta intanto la possibile soluzione della scelta delle tre regioni che dovranno fare da benchmark nel 2013: si dovrà scegliere una regione del nord, una del centro e una del sud, di cui una di piccole dimensioni.
Se al nord la candidata sembra essere automaticamente la Lombardia, per il sud si farebbe largo la Basilicata (anche di piccole dimensioni) che ha i conti migliori tra le regioni meridionali. Mentre al centro (se non si scegliessero Umbria e Marche perché "piccole") avanzerebbe la candidatura della toscana. La rosa per il benchmark, peraltro, dovrà anche essere sottoposta al vaglio politico con le regioni, e non necessariamente la scelta finale sarà di carattere squisitamente “tecnico”.
Davanti a un deficit d’esercizio di 2,19 miliardi, dopo le manovre locali di aggiustamento e le addizionali Irpef e Irap da 2,63 miliardi, il risultato finale porterebbe addirittura a un avanzo di430 milioni. Tutto teorico, naturalmente. E che in ogni caso lascerebbe ancora nell’inferno rosso del deficit la Campania (42 milioni), la Calabria (35,5 milioni) e il Molise (42 milioni). Sulle quali il tavolo di monitoraggio non transige: le super addizionali sono confermate. E così il blocco del turn over e il divieto di effettuare spese non obbligatorie. Una dieta che con la spending review sarà, se possibile, rafforzata.

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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