ROMA - Livio De Angelis, il direttore della centrale operativa della capitale dell'Ares 118, cerca di chiarire i fatti dopo le polemiche di ieri sul ritardo nell'intervento di soccorso a Sposini: «Ieri a mezzanotte abbiamo chiuso la nostra inchiesta interna per accertare i tempi d'intervento nei soccorsi al giornalista Lamberto Sposini, sentitosi male negli studi della Rai, verificando attraverso le registrazione telefoniche delle chiamate alla centrale operativa che il mezzo è arrivato dopo 20 minuti. Tutto il plico è in mano della Regione Lazio». «Molti testimoni - afferma De Angelis - hanno parlato di un ritardo di 40 minuti nei soccorsi, ma questo lasso di tempo è stato falsato da un'errata percezione temporale, dilatata dalla gravità del fatto e della situazione clinica». http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=38128&sez=HOME_SPETTACOLO&npl=&desc_sez= Il direttore sottolinea come i tempi di intervento si scontrino spesso con il traffico romano e che ieri «le ambulanze più vicine erano impegnate in altri interventi, come testimoniano i tabulati che siamo pronti a mostrare. Ma appena ricevuto la chiamata è stata inviata sul posto non solo l'ambulanza, ma anche un'automedica con un'equipe esperta a bordo». | ||||||||||||||||||||
Sabato 30 Aprile 2011 - 13:44 |
il 118 in sicilia
sabato 30 aprile 2011
L'Ares 118: ambulanza arrivata in 20 minuti, percezione temporale testimoni falsata da situazione
Anaao, verifica esenzioni ticket spetta alle Asl e non ai medici
ADNKronos Salute
Ed. del 29.04.2011
n.d.
Articolo letto 40 volte
Roma, 28 apr. (Adnkronos Salute) - L’Anaao Assomed ribadisce «la sua contrarietà alla norma che attribuisce al medico il compito di accertare l’esenzione dal ticket per reddito». Un compito che non spetta ai camici bianchi, ma alle Asl, sottolinea la sigla. «L’applicazione del decreto ministeriale del 2009 che prevede questo obbligo - afferma il sindacato in una nota - comporta un notevole danno per il lavoro del medico che si vede sottrarre tempo prezioso per l’assistenza ai pazienti e patisce anche l’inadeguatezza dei sistemi regionali a cui si deve rivolgere per il necessario supporto per l’espletamento online della pratica».
«A farne le spese - prosegue la nota - sono ancora una volta i cittadini che si trovano coinvolti in un sistema ampiamente insufficiente a garantire le prestazioni necessarie». L’Anaao Assomed, condividendo la contrarietà del sindacato dei medici di famiglia (Fimmg), «protesta con forza contro una norma che stravolge le competenze professionali del medico attribuendogli mansioni amministrative a cui le Asl dovrebbero rispondere».
«A farne le spese - prosegue la nota - sono ancora una volta i cittadini che si trovano coinvolti in un sistema ampiamente insufficiente a garantire le prestazioni necessarie». L’Anaao Assomed, condividendo la contrarietà del sindacato dei medici di famiglia (Fimmg), «protesta con forza contro una norma che stravolge le competenze professionali del medico attribuendogli mansioni amministrative a cui le Asl dovrebbero rispondere».
venerdì 29 aprile 2011
Sicilia: Forzese (Udc), Regione reintegri lavoratori 118 licenziati illegittimamente
(29 aprile 2011 ore 14.04)
giovedì 28 aprile 2011
Emergenza sanitaria. Trattative per il 118 in Sicilia
Resa nota la bozza dello SMI.
Si torna a parlare di rinnovo contrattuale dopo oltre cinque anni.
PALERMO – Si sa! Quando bisogna contrattare sul prezzo il buon acquirente deve sempre avere le idee chiare, anche a costo di sembrare fin troppo ottimisti. Come già precedentemente preannunciato, il prossimo 9 maggio prenderà corpo il primo incontro formale tra Giuseppe Noto, il funzionario individuato dall’assessore Russo per seguire le trattative, e le organizzazioni sindacali dell’emergenza sanitaria territoriale. Il contratto è ormai vecchio di oltre cinque anni e se non fosse stato per questo il settore dell’emergenza probabilmente avrebbe languito invece di crescere. E’ un settore particolarmente delicato, questo, non solo per le funzioni e i compiti che i medici del 118 rivestono, ma anche nell’ottica di probabili novità organizzative che si preparano per il futuro. Nel frattempo, però, lo SMI ha depositato presso l'assessorato alla salute di Palermo la bozza del nuovo contratto regionale. E’ un documento strutturalmente ben organizzato che con grande probabilità sarà sottoposto a limature, se non a vere amputazioni, da parte pubblica. In sintesi ecco le novità normative.
Mobilità. Innanzitutto viene definita la mobilità intraaziendale, che finora era - sì - prassi, ma non trovava conforto in una norma ben definita. In altre parole prima di procedere alla individuazione delle carenze – si legge nel documento - le aziende dovranno provvedere alla pubblicazione di un bando di mobilità all'interno della stessa azienda sanitaria.
Inidoneità al servizio. Viene riconosciuto lo stato di non idoneità psicofisica al lavoro o anche solo alla attività sui mezzi mobili di soccorso, in via definitiva o permanente, per malattia o causa di servizio, o anche per gravidanza, con impiego del medico, senza perdere alcuna indennità, presso altro servizio legato alla stessa organizzazione strutturale dell'emergenza: Centrale Operativa, PTE, DEA, pronto soccorso ecc.
Formazione. Il medico è obbligato a partecipare, e si spera che anche le aziende abbiano lo stesso obbligo nell’organizzare, gli eventi formativi. Questi ultimi consistono nella frequenza di un reparto di area critica afferente al servizio di emergenza per un minimo di 100 ore annue fino ad un massimo di 300 ore per biennio. Ciascun medico verrà affidato ad un tutor di reparto che ne attesterà la frequenza. Queste ore verrebbero retribuite in eccedenza e pertanto corrisponderebbe ad un aumento del monte ore mensile minimo di 8 ore circa.
Aggiornamento. Spetta alle aziende organizzare eventi formativi ECM per un numero di crediti annualmente previsti dal ministero le cui ore verranno riconosciute come attività di servizio attivo.
Docenza. Nella organizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento del personale operante nel SUES 118 (i corsi per i nuovi aspiranti al 118 e per gli aggiornamenti) il 20% dei docenti dovrà essere scelto fra i medici di Emergenza Sanitaria Territoriale in possesso dell’attestato di animatore di formazione con iscrizione nell’apposito albo regionale.
Mobilità straordinaria. Viene previsto il nuovo istituto della mobilità improvvisa e straordinaria. E' previsto un meccanismo per definire eventuali nulla-osta e consentire lo spostamento del medico all'interno della stessa azienda o anche tra aziende differenti.
Corso di specializzazione. I medici di emergenza sanitaria territoriale potranno sospendere l’attività convenzionata per il periodo corrispondente alla durata dei corsi di specializzazione previsti ai D. L.vi n. 256/91, n. 257/91, n. 368/99 e n. 277/03 senza perdere l'anzianità di servizio.
Medico coordinatore. Viene istituita la figura del medico coordinatore del presidio di ABZ o del PTE con rotazione annuale tra tutti coloro che ne fanno esplicita richiesta.
Reperibilità. Istituito il servizio di reperibilità. Per ciascuna postazione di ABZ o PTE verranno impiegati i medici incaricati con turni di 12 ore.
Premio di collaborazione. E' istituita una sorta di tredicesima. Ai medici incaricati a tempo indeterminato è corrisposto un premio annuo di collaborazione con compenso orario in servizio attivo pari a 168 ore.
Premio di operosità. E' una sorta di buonuscita. Alla cessazione dell'incarico un premio di operosità verrebbe corrisposto nella misura di una mensilità per ogni anno di servizio prestato.
Ferie. Le ferie vanno godute entro il primo semestre dell'anno successivo a quello di maturazione. E sarebbero incrementate dalle attuali 126 fino a 168 ore per anno.
Trattamento economico. Confermate le quote del precedente accordo ma con incremento delle quote integrative per i turni notturni e per i festivi.
Previdenza. Viene aumentata l'aliquota in favore dell'ENAPM di altri 5 punti. Il che ovviamente giustificherebbe gli aumenti apparentemente corposi descritti nei precedenti punti.
Mobilità. Innanzitutto viene definita la mobilità intraaziendale, che finora era - sì - prassi, ma non trovava conforto in una norma ben definita. In altre parole prima di procedere alla individuazione delle carenze – si legge nel documento - le aziende dovranno provvedere alla pubblicazione di un bando di mobilità all'interno della stessa azienda sanitaria.
Inidoneità al servizio. Viene riconosciuto lo stato di non idoneità psicofisica al lavoro o anche solo alla attività sui mezzi mobili di soccorso, in via definitiva o permanente, per malattia o causa di servizio, o anche per gravidanza, con impiego del medico, senza perdere alcuna indennità, presso altro servizio legato alla stessa organizzazione strutturale dell'emergenza: Centrale Operativa, PTE, DEA, pronto soccorso ecc.
Formazione. Il medico è obbligato a partecipare, e si spera che anche le aziende abbiano lo stesso obbligo nell’organizzare, gli eventi formativi. Questi ultimi consistono nella frequenza di un reparto di area critica afferente al servizio di emergenza per un minimo di 100 ore annue fino ad un massimo di 300 ore per biennio. Ciascun medico verrà affidato ad un tutor di reparto che ne attesterà la frequenza. Queste ore verrebbero retribuite in eccedenza e pertanto corrisponderebbe ad un aumento del monte ore mensile minimo di 8 ore circa.
Aggiornamento. Spetta alle aziende organizzare eventi formativi ECM per un numero di crediti annualmente previsti dal ministero le cui ore verranno riconosciute come attività di servizio attivo.
Docenza. Nella organizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento del personale operante nel SUES 118 (i corsi per i nuovi aspiranti al 118 e per gli aggiornamenti) il 20% dei docenti dovrà essere scelto fra i medici di Emergenza Sanitaria Territoriale in possesso dell’attestato di animatore di formazione con iscrizione nell’apposito albo regionale.
Mobilità straordinaria. Viene previsto il nuovo istituto della mobilità improvvisa e straordinaria. E' previsto un meccanismo per definire eventuali nulla-osta e consentire lo spostamento del medico all'interno della stessa azienda o anche tra aziende differenti.
Corso di specializzazione. I medici di emergenza sanitaria territoriale potranno sospendere l’attività convenzionata per il periodo corrispondente alla durata dei corsi di specializzazione previsti ai D. L.vi n. 256/91, n. 257/91, n. 368/99 e n. 277/03 senza perdere l'anzianità di servizio.
Medico coordinatore. Viene istituita la figura del medico coordinatore del presidio di ABZ o del PTE con rotazione annuale tra tutti coloro che ne fanno esplicita richiesta.
Reperibilità. Istituito il servizio di reperibilità. Per ciascuna postazione di ABZ o PTE verranno impiegati i medici incaricati con turni di 12 ore.
Premio di collaborazione. E' istituita una sorta di tredicesima. Ai medici incaricati a tempo indeterminato è corrisposto un premio annuo di collaborazione con compenso orario in servizio attivo pari a 168 ore.
Premio di operosità. E' una sorta di buonuscita. Alla cessazione dell'incarico un premio di operosità verrebbe corrisposto nella misura di una mensilità per ogni anno di servizio prestato.
Ferie. Le ferie vanno godute entro il primo semestre dell'anno successivo a quello di maturazione. E sarebbero incrementate dalle attuali 126 fino a 168 ore per anno.
Trattamento economico. Confermate le quote del precedente accordo ma con incremento delle quote integrative per i turni notturni e per i festivi.
Previdenza. Viene aumentata l'aliquota in favore dell'ENAPM di altri 5 punti. Il che ovviamente giustificherebbe gli aumenti apparentemente corposi descritti nei precedenti punti.
Approfondimenti
Educazione alla Salute: le linee guida
Quotidiano di Sicilia - 27.04.2011
Ed. del 27.04.2011 - pag. 3
Pierangelo Bonanno
Articolo letto 23 volte
Sulla Gurs n. 17/2011 la circolare assessoriale sull'assetto organizzativo delle varie Unità del Servizio sanitario regionale
Tra i compiti delle UU.OO.: identificare i bisogni di salute della popolazione e predisporre appositi piani
PALERMO - Nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 15 aprile scorso è stata pubblicata la circolare dell’assessorato regionale alla Salute con oggetto: le Linee guida sull'attività e sull'assetto organizzativo delle unità operative di educazione alla salute nella Regione siciliana. L'emanazione della legge regionale n. 5 del 14 aprile 2009 sulle "Norme per il riordino del servizio sanitario regionale", che integra e modifica quanto disposto dalla legislazione regionale in materia sanitaria, ha determinato la necessità di rivedere le direttive emanate sull' assetto organizzativo delle unità operative di educazione alla salute.
Pertanto, le linee guida, oggetto della circolare, sono state emanate con l'obiettivo di garantire a ciascun individuo e alla comunità le condizioni favorevoli per una scelta consapevole di stili di vita salutari, nel quadro di un'azione volta a criteri di economicità ed efficienza. Le attività di educazione alla salute e promozione della salute, si evidenzia nel provvedimento, costituiscono funzioni di tutti i segmenti del sistema socio-sanitario regionale e rappresentano lo strumento per: assicurare uguali opportunità di accesso ai servizi sanitari a tutti i cittadini; favorire la maturazione di una coscienza civile e l'assunzione da parte di tutti i cittadini di una responsabilità personale diretta e consapevole nei confronti del proprio benessere fisico, psichico e sociale; favorire comportamenti e stili di vita sani e sviluppare le capacità di partecipare attivamente alle proprie cure ospedaliere, ambulatoriali e domiciliari; soddisfare il diritto dei cittadini all'informazione; incentivare la qualità delle relazioni terapeutiche e l'umanizzazione del rapporto medico-paziente e di tutte le situazioni di incontro fra i cittadini e i servizi sanitari; incentivare le collaborazioni interistituzionali e le capacità di erogare interventi di natura multi-professionale ed integrati, in particolare sul piano socio-sanitario (legge n. 328/2000). Le Uu.oo. di educazione alla salute sono dotate di autonomia tecnico funzionale .ed organizzativa.
Nelle Aziende sanitarie provinciali le Unità operative di educazione alla salute aziendali (Uoesa) sono poste alle dipendenze del direttore sanitario dell'azienda, le Unità operative di educazione alla salute distrettuali (Uoesd) alle dipendenze del direttore di distretto; nelle Aziende ospedaliere le Uoesa ospedali ere sono alle dipendenze del direttore sanitario aziendale.
Le Uoesa delle Aziende sanitarie provinciali' curano: i rapporti esterni con le aziende ospedaliere ed enti e istituzioni di livello provinciale, regionale ed extraregionale e, in particolare, con il mondo scolastico e le comunità residenziali; il raccordo tecnico operativo tra i singoli distretti, i presidi ospedalieri e la direzione sanitaria; la programmazione, la promozione, il coordinamento, la valutazione e la documentazione delle iniziative di interesse aziendale; la formulazione di indicazioni metodologiche finalizzate a garantire unitarietà e trasversalità negli interventi in materia di prevenzione, di educazione e promozione della salute; l'individuazione e il coordinamento delle iniziative di interesse comune a più distretti o presidi ospedalieri; l'elaborazione di indirizzi programmatici e linee guida metodologiche in tema di educazione alla salute e di promozione della salute; la promozione di interventi informativi e la produzione di materiali divulgativi nell'ambito della programmazione aziendale annuale; la consulenza agli operatori e a soggetti esterni, anche al fine di garantire unitarietà e globalità di intervento soprattutto nell' ottica dell'integrazione socio-sanitaria.
Pertanto, le linee guida, oggetto della circolare, sono state emanate con l'obiettivo di garantire a ciascun individuo e alla comunità le condizioni favorevoli per una scelta consapevole di stili di vita salutari, nel quadro di un'azione volta a criteri di economicità ed efficienza. Le attività di educazione alla salute e promozione della salute, si evidenzia nel provvedimento, costituiscono funzioni di tutti i segmenti del sistema socio-sanitario regionale e rappresentano lo strumento per: assicurare uguali opportunità di accesso ai servizi sanitari a tutti i cittadini; favorire la maturazione di una coscienza civile e l'assunzione da parte di tutti i cittadini di una responsabilità personale diretta e consapevole nei confronti del proprio benessere fisico, psichico e sociale; favorire comportamenti e stili di vita sani e sviluppare le capacità di partecipare attivamente alle proprie cure ospedaliere, ambulatoriali e domiciliari; soddisfare il diritto dei cittadini all'informazione; incentivare la qualità delle relazioni terapeutiche e l'umanizzazione del rapporto medico-paziente e di tutte le situazioni di incontro fra i cittadini e i servizi sanitari; incentivare le collaborazioni interistituzionali e le capacità di erogare interventi di natura multi-professionale ed integrati, in particolare sul piano socio-sanitario (legge n. 328/2000). Le Uu.oo. di educazione alla salute sono dotate di autonomia tecnico funzionale .ed organizzativa.
Nelle Aziende sanitarie provinciali le Unità operative di educazione alla salute aziendali (Uoesa) sono poste alle dipendenze del direttore sanitario dell'azienda, le Unità operative di educazione alla salute distrettuali (Uoesd) alle dipendenze del direttore di distretto; nelle Aziende ospedaliere le Uoesa ospedali ere sono alle dipendenze del direttore sanitario aziendale.
Le Uoesa delle Aziende sanitarie provinciali' curano: i rapporti esterni con le aziende ospedaliere ed enti e istituzioni di livello provinciale, regionale ed extraregionale e, in particolare, con il mondo scolastico e le comunità residenziali; il raccordo tecnico operativo tra i singoli distretti, i presidi ospedalieri e la direzione sanitaria; la programmazione, la promozione, il coordinamento, la valutazione e la documentazione delle iniziative di interesse aziendale; la formulazione di indicazioni metodologiche finalizzate a garantire unitarietà e trasversalità negli interventi in materia di prevenzione, di educazione e promozione della salute; l'individuazione e il coordinamento delle iniziative di interesse comune a più distretti o presidi ospedalieri; l'elaborazione di indirizzi programmatici e linee guida metodologiche in tema di educazione alla salute e di promozione della salute; la promozione di interventi informativi e la produzione di materiali divulgativi nell'ambito della programmazione aziendale annuale; la consulenza agli operatori e a soggetti esterni, anche al fine di garantire unitarietà e globalità di intervento soprattutto nell' ottica dell'integrazione socio-sanitaria.
martedì 26 aprile 2011
I medici sulle ABZ piemontesi...
Riceviamo e pubblichiamo...
Caro direttore,
sempre a proposito di anestesisti sulle ambulanze del 118. Io sono un medico titolare di continuità assistenziale che lavora in Piemonte e sono in possesso del'attestato di idoneità all'emergenza sanitaria territoriale 118. Faccio notare intanto che in Piemonte sulle ambulanze del 118 non ci sono mai stati anestesisti, semmai la loro presenza senza dubbio valida è solo sugli elisoccorso ,ma il disappunto nasce perché in Sicilia ci sono attualmente solo mezzi di soccorso avanzato (MSA). I vecchi allegati A e B che distinguevano l'ambulanza del rianimatore da quella del medico di emergenza sono stati aboliti; abbiamo quindi solo un tipo di ambulanza quindi nella stessa ambulanza dovrebbero trovare posto medici con l'attestato di emergenza 118 disciplinato da un accordo di lavoro in convenzione e medico rianimatore che lavora alle dipendenze ospedaliere (quindi strutturato).
Quest'ultimo deve lavorare ad incentivazione e la cosa mi sembra alquanto strana tenendo conto che attualmente ci sono tanti medici che lavorano con incarichi a tempo determinato e tanti altri (tutti con l'attestato di idoneità per l'emergenza) che non lavorano e aspettano che vengano bandite le zone carenti.
Quindi niente in contrario se sulle ambulanze ci siano gli anestesisti, ma visto che lavorano ad incentivazione e visto che un lavoro loro l'hanno (ricordo che sono medici ospedalieri) la cosa più logica sarebbe quella intanto di completare le ambulanze con tutti i medici in possesso di attestato di emergenza e ricordo che molti di questi sono precari e solo in quelle postazioni rimaste carenti per mancanza di medici disponibili permettere il lavoro ad incentivazione quello appunto dell'anestesista rianimatore. Siamo di fronte ad un paradosso perché ci sono medici che debbono occupare due posti di lavoro ed altri che avendone i requisiti debbono rimanere disoccupati.
P.C.
sempre a proposito di anestesisti sulle ambulanze del 118. Io sono un medico titolare di continuità assistenziale che lavora in Piemonte e sono in possesso del'attestato di idoneità all'emergenza sanitaria territoriale 118. Faccio notare intanto che in Piemonte sulle ambulanze del 118 non ci sono mai stati anestesisti, semmai la loro presenza senza dubbio valida è solo sugli elisoccorso ,ma il disappunto nasce perché in Sicilia ci sono attualmente solo mezzi di soccorso avanzato (MSA). I vecchi allegati A e B che distinguevano l'ambulanza del rianimatore da quella del medico di emergenza sono stati aboliti; abbiamo quindi solo un tipo di ambulanza quindi nella stessa ambulanza dovrebbero trovare posto medici con l'attestato di emergenza 118 disciplinato da un accordo di lavoro in convenzione e medico rianimatore che lavora alle dipendenze ospedaliere (quindi strutturato).
Quest'ultimo deve lavorare ad incentivazione e la cosa mi sembra alquanto strana tenendo conto che attualmente ci sono tanti medici che lavorano con incarichi a tempo determinato e tanti altri (tutti con l'attestato di idoneità per l'emergenza) che non lavorano e aspettano che vengano bandite le zone carenti.
Quindi niente in contrario se sulle ambulanze ci siano gli anestesisti, ma visto che lavorano ad incentivazione e visto che un lavoro loro l'hanno (ricordo che sono medici ospedalieri) la cosa più logica sarebbe quella intanto di completare le ambulanze con tutti i medici in possesso di attestato di emergenza e ricordo che molti di questi sono precari e solo in quelle postazioni rimaste carenti per mancanza di medici disponibili permettere il lavoro ad incentivazione quello appunto dell'anestesista rianimatore. Siamo di fronte ad un paradosso perché ci sono medici che debbono occupare due posti di lavoro ed altri che avendone i requisiti debbono rimanere disoccupati.
P.C.
Riduzione delle unità da 4 a 3 sulle ABZ
Lettera al direttore di un medico del 118, siciliano, ma in servizio in Piemonte.
Caro direttore,
sono un medico titolare di convenzione a tempo indeterminato con il 118 in Piemonte, formato con i soldi dei miei concittadini, dalla mia ASP e ovviamente emigrato dalla Sicilia per la non attuazione dei rari bandi di zone carenti dell’emergenza sanitaria (es. AUSL 7 Ragusa delibera n°3959 del 20/11/2007, graduatoria deliberata, ma ad oggi le tre postazioni attendono ancora il medico).
Le scrivo per parteciparle la mia grande delusione provata nel leggere le sterili polemiche, create ad hoc dagli anestesisti che si sono visti togliere un lauto gettone dal recente sfratto operato sulle CMR dall’Assessore Russo, nonché per dirimere il dubbio che mi si è posto oggi leggendo l’ultima disposizione assessoriale riguardo la riduzione da 4 a 3 unità sulle MSA e sui PTE (1).
Mi sono chiesto se le menti che partoriscono tali genialità, hanno anche inventato il sistema per scendere giù dalle scale di un 4° piano, con un paziente di 80 kg. ripreso da un ACC oppure con ESA, curarizzato, intubato in ventilazione assistita immobilizzato su spinale (per evitare che il trasporto sul telo dislochi il tubo e.t.), assieme a monitor defibrillatore multiparametrico, zaino farmaci e bombola dell’ossigeno, con sole TRE unità (medico, che intanto ventila, infermiere e autista/soccorritore). Le assicuro che la situazione appena descritta non è né rara né fantastica, ma una realtà che si presenta quasi giornalmente in Torino, che ci costringe, nonostante il mezzo abbia un equipaggio di 4 unità a richiedere l’ausilio di una MSB con altre due unità per poter caricare il paziente in ambulanza.
Se tale disposizione assessoriale verrà resa operativa, rimane solo di consigliare ai miei colleghi che operano ancora in Sicilia ed al resto dell’equipaggio di andare in palestra e iniziare un buon programma di allenamento e potenziamento muscolare, magari di farsi innestare un paio di arti in più!
Con tristezza e con l’augurio che ai prossimi tagli di spesa non venga proposto di togliere anche il motore dall’ambulanza e dotarla di pedali, riducendo cosi costi ed emissioni nocive, la saluto cordialmente
GMB
_______________________
1. La disposizione citata è quella relativa alla attuazione della Convenzione Quadro per l'emergenza sanitaria con la quale nelle postazioni in cui il personale in servizio nelle ABZ è pari a 4 unità (1 medico, 1 infermiere e 2 autisti soccorritori) a far data dal 1° novembre 2010 è stato ridotto a 3 unità (1 medico, 1 infermiere e 1 autista soccorritore).
sono un medico titolare di convenzione a tempo indeterminato con il 118 in Piemonte, formato con i soldi dei miei concittadini, dalla mia ASP e ovviamente emigrato dalla Sicilia per la non attuazione dei rari bandi di zone carenti dell’emergenza sanitaria (es. AUSL 7 Ragusa delibera n°3959 del 20/11/2007, graduatoria deliberata, ma ad oggi le tre postazioni attendono ancora il medico).
Le scrivo per parteciparle la mia grande delusione provata nel leggere le sterili polemiche, create ad hoc dagli anestesisti che si sono visti togliere un lauto gettone dal recente sfratto operato sulle CMR dall’Assessore Russo, nonché per dirimere il dubbio che mi si è posto oggi leggendo l’ultima disposizione assessoriale riguardo la riduzione da 4 a 3 unità sulle MSA e sui PTE (1).
Mi sono chiesto se le menti che partoriscono tali genialità, hanno anche inventato il sistema per scendere giù dalle scale di un 4° piano, con un paziente di 80 kg. ripreso da un ACC oppure con ESA, curarizzato, intubato in ventilazione assistita immobilizzato su spinale (per evitare che il trasporto sul telo dislochi il tubo e.t.), assieme a monitor defibrillatore multiparametrico, zaino farmaci e bombola dell’ossigeno, con sole TRE unità (medico, che intanto ventila, infermiere e autista/soccorritore). Le assicuro che la situazione appena descritta non è né rara né fantastica, ma una realtà che si presenta quasi giornalmente in Torino, che ci costringe, nonostante il mezzo abbia un equipaggio di 4 unità a richiedere l’ausilio di una MSB con altre due unità per poter caricare il paziente in ambulanza.
Se tale disposizione assessoriale verrà resa operativa, rimane solo di consigliare ai miei colleghi che operano ancora in Sicilia ed al resto dell’equipaggio di andare in palestra e iniziare un buon programma di allenamento e potenziamento muscolare, magari di farsi innestare un paio di arti in più!
Con tristezza e con l’augurio che ai prossimi tagli di spesa non venga proposto di togliere anche il motore dall’ambulanza e dotarla di pedali, riducendo cosi costi ed emissioni nocive, la saluto cordialmente
GMB
_______________________
1. La disposizione citata è quella relativa alla attuazione della Convenzione Quadro per l'emergenza sanitaria con la quale nelle postazioni in cui il personale in servizio nelle ABZ è pari a 4 unità (1 medico, 1 infermiere e 2 autisti soccorritori) a far data dal 1° novembre 2010 è stato ridotto a 3 unità (1 medico, 1 infermiere e 1 autista soccorritore).
I presìdi a bordo delle ambulanze del 118 siciliano
Perchè non fornire le ambulanze del 118 con i presìdi che i medici chiedono?
Riceviamo e pubblichiamo. All'elenco dei quesiti aggiungiamo come mai non venga fornito un monitor ecg efficiente o meglio un life-pack defibrillatore come dotazione standard?
“ | Caro direttore, sono un medico di EST formato in Sicilia, emigrato in Piemonte ed oggi tornato a casa. Premetto che non sono assolutamente pentito di essere tornato. Mi faccio solo alcune domande e non trovo risposte (si fa per dire!). Perché dobbiamo lavorare con i defibrillatori semiautomatici (DAE) che, in altre regioni e all’estero, sono utilizzati da personale laico? Perché malgrado la direttiva assessoriale che prevede l’utilizzo da parte del personale medico del 118 di farmaci per l’intubazione (propofol, midarine, ecc...) gli stessi non ci vengono forniti? Ricordo che in altre regioni sono forniti oltre ai farmaci per l’intubazione anche morfina e derivati così come da protocolli per patologie come EPA, IMA... Ah! Dimenticavo! Forse perché non ci danno neanche la possibilità di effettuare un ECG a casa del paziente per cui come fai a diagnosticare un IMA? Perchè non ci forniscono presidi tipo INTRAOSSEA che mi ha fatto salvare alcune vite umane tra cui un bambino di 5 anni? E non mi parlino di costi perchè hanno un costo veramente irrisorio! Perchè le ambulanze di 118 devono sostare presso i DEA-PS degli ospedali anche dopo aver effettuato il triage solo per consegnare il paziente al medico di PS che potrabbe semplicemente leggere le consegne dal referto che noi consegniamo? Distinti saluti Lettera firmata |
Cassazione, quando l'urgenza non è un salvacondotto per il medico
ADNKronos Salute - 26.04.2011
Ed. del 26.04.2011
n.d.
Articolo letto 67 volte
Roma, 26 apr. (Adnkronos Salute) - L'urgenza non esonera da responsabilità il medico se adotta «condotte omissive che non si sa se attribuire a scelte difensive o a carenze di preparazione». Lo ha rilevato la Cassazione, occupandosi del ricorso presentato dai familiari di un autista cosentino, Mario R., giunto al pronto soccorso dell'ospedale di Rossano (Cosenza) in stato comatoso da sospetta lesione ischemica cerebrale, trasferito nel Reparto di neurologia di un altro ospedale dove decedeva per una dissezione dell'aorta.
Per questa vicenda sono stati indagati il medico del pronto soccorso e il cardiologo dell'ospedale di Rossano: l'accusa era quella di avere causato l'evento «per non avere eseguito una corretta valutazione clinica del paziente e di avere in particolare omesso l'esecuzione di una tac toracica che avrebbe consentito una corretta diagnosi». Il gup di Rossano, nel febbraio 2010, aveva dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti dei due medici per omicidio colposo in danno di Mario R. «per non avere commesso il fatto». La Suprema Corte ha confermato il verdetto. In particolare, la Quarta sezione penale, respingendo il ricorso dei familiari di Mario R. che lamentavano la mancanza di un «adeguato accertamento diagnostico» sul loro caro da parte dei medici, ha confermato il precedente verdetto valutando che «la sentenza impugnata ha tenuto conto della ambiguità della sintomatologia e dell'esito degli esami ematochimici, nonché della necessità di avviare con prontezza il paziente alla struttura sanitaria che, nella situazione data, appariva ragionevolmente dotato delle competenze ed attrezzature più adeguate in relazione alla prospettata patologia neurologica».
Correttamente, dunque, è stata emessa sentenza di "non luogo a procedere" nei confronti dei medici, in quanto «la grave patologia del paziente (dissezione dell'aorta) ha prognosi infausta e non avrebbe potuto comunque essere trattata con successo nelle strutture locali». Più in generale, la Cassazione ricorda che «una attenta e prudente analisi della realtà di ciascun caso può consentire di cogliere i casi nei quali vi è una particolare difficoltà di diagnosi, sovente accresciuta dall'urgenza; e di distinguere tale situazione da quelle in cui il medico è malaccorto, non si adopera per fronteggiare adeguatamente l'urgenza o tiene comportamenti semplicemente omissivi, tanto più quando la sua specializzazione gli impone di agire tempestivamente proprio in urgenza».
Per questa vicenda sono stati indagati il medico del pronto soccorso e il cardiologo dell'ospedale di Rossano: l'accusa era quella di avere causato l'evento «per non avere eseguito una corretta valutazione clinica del paziente e di avere in particolare omesso l'esecuzione di una tac toracica che avrebbe consentito una corretta diagnosi». Il gup di Rossano, nel febbraio 2010, aveva dichiarato il "non luogo a procedere" nei confronti dei due medici per omicidio colposo in danno di Mario R. «per non avere commesso il fatto». La Suprema Corte ha confermato il verdetto. In particolare, la Quarta sezione penale, respingendo il ricorso dei familiari di Mario R. che lamentavano la mancanza di un «adeguato accertamento diagnostico» sul loro caro da parte dei medici, ha confermato il precedente verdetto valutando che «la sentenza impugnata ha tenuto conto della ambiguità della sintomatologia e dell'esito degli esami ematochimici, nonché della necessità di avviare con prontezza il paziente alla struttura sanitaria che, nella situazione data, appariva ragionevolmente dotato delle competenze ed attrezzature più adeguate in relazione alla prospettata patologia neurologica».
Correttamente, dunque, è stata emessa sentenza di "non luogo a procedere" nei confronti dei medici, in quanto «la grave patologia del paziente (dissezione dell'aorta) ha prognosi infausta e non avrebbe potuto comunque essere trattata con successo nelle strutture locali». Più in generale, la Cassazione ricorda che «una attenta e prudente analisi della realtà di ciascun caso può consentire di cogliere i casi nei quali vi è una particolare difficoltà di diagnosi, sovente accresciuta dall'urgenza; e di distinguere tale situazione da quelle in cui il medico è malaccorto, non si adopera per fronteggiare adeguatamente l'urgenza o tiene comportamenti semplicemente omissivi, tanto più quando la sua specializzazione gli impone di agire tempestivamente proprio in urgenza».
118 a Messina. Nelle ambulanze medicalizzate assenti ancora gli infermieri
"Chiarire il ruolo e i compiti dei medici e del personale della SEUS"
MESSINA - Escluse le postazioni del 118 ereditate dalla precedente presenza dei medici ospedalieri, la stragrande maggioranza delle ambulanze medicalizzate del 118 messinese e dei PTE continuano a risultare prive della presenza della figura dell'infermiere di area critica.
Lo SMI ha dunque chiesto nuovamente un incontro urgente sia al direttore della Centrale Operativa di Messina, sia al direttore generale dell'ASP 5 di Messina, per chiarire alcuni aspetti sul «funzionamento dei PTE della provincia e ruolo e funzioni del personale della SEUS nella struttura».
«Come da precedente nota del 18/11/2010, - scrive Enzo Picciolo, responsabile regionale per il 118 dello SMI - si ribadisce che in tutti i PP.TT.EE. ed in venti Postazioni medicalizzate di Ambulanza del SUES-118 della provincia di Messina, diversamente da quanto previsto dalle linee guida regionali, non sono presenti gli infermieri».
«La C.O. del SUES-118 del Bacino di Messina nonostante le precedenti note - prosegue Picciolo -, continua a sollecitare la comunicazione della giacenza dei farmaci che in assenza dell’infermiere non può trovare riscontro».
«Inoltre si coglie l’occasione - conclude Picciolo - per rappresentare la difficoltà dei medici di operare nei PP.TT.EE. senza l’assistenza dell’infermiere e quindi di conoscere il ruolo e la funzione del personale della SEUS in tale struttura, in quanto presente per la coincidenza della postazione di ambulanza».
Lo SMI ha dunque chiesto nuovamente un incontro urgente sia al direttore della Centrale Operativa di Messina, sia al direttore generale dell'ASP 5 di Messina, per chiarire alcuni aspetti sul «funzionamento dei PTE della provincia e ruolo e funzioni del personale della SEUS nella struttura».
«Come da precedente nota del 18/11/2010, - scrive Enzo Picciolo, responsabile regionale per il 118 dello SMI - si ribadisce che in tutti i PP.TT.EE. ed in venti Postazioni medicalizzate di Ambulanza del SUES-118 della provincia di Messina, diversamente da quanto previsto dalle linee guida regionali, non sono presenti gli infermieri».
«La C.O. del SUES-118 del Bacino di Messina nonostante le precedenti note - prosegue Picciolo -, continua a sollecitare la comunicazione della giacenza dei farmaci che in assenza dell’infermiere non può trovare riscontro».
«Inoltre si coglie l’occasione - conclude Picciolo - per rappresentare la difficoltà dei medici di operare nei PP.TT.EE. senza l’assistenza dell’infermiere e quindi di conoscere il ruolo e la funzione del personale della SEUS in tale struttura, in quanto presente per la coincidenza della postazione di ambulanza».
23.04.2011, MEDPress.it | |
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Gara centralizzata, la Sicilia riduce le spese
Ed. del 24.04.2011 - pag. 25
Antonio Fiasconaro
Articolo letto 47 volte
Risparmio di 15 milioni per l'acquisto di materiale chirurgico. Pellicanò, manager dell'Amas Garibaldi: fine degli «spezzatini».
PALERMO - Le gare centralizzate in sanità «pagano». Finiti i tempi, quando fino a qualche tempo fa le aziende sanitarie ed ospedali ere si affidavano agli acquisti «spezzatino», con tutto quello che comportavano lungaggini burocratiche e perché no anche acquisti con costi spropositati differenti da azienda ad azienda - oggi la innovativa politica-sanitaria voluta dall’assessore Massimo Russo, sta dando i frutti sperati.
Se in sanità bisogna risparmiare, occorre anche soprattutto la centralità. Infatti, ammonta a circa 15 milioni di euro il risparmio conseguito dal bacino della Sicilia
Orientale grazie alla gara centralizzata per l’approvvigionamento quadriennale di materiale chirurgico delle aziende sanitarie del territorio.
Un risparmio che si aggira tra il 25 e il 35% rispetto ai prezzi di mercato. La gara ha visto la partecipazione di ben 33 aziende.
La gara centralizzata per l’acquisto di materiale chirurgico, che ha avuto come capofila l’azienda ospedaliera «Garibaldi» guidata dal direttore generale Angelo Pellicanò, ha visto l’adesione delle Asp di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna, delle aziende ospedaliere «Cannizzaro» di Catania e «Papardo-Piemonte» di Messina, i Policlinici di Catania e Messina e il Centro Neurolesi «Bonino Pulejo».
Il risultato è stato ufficializzato ieri direttamente dall’assessore per la Salute. Con soddisfazione.
«Quello della gara centralizzata - ha commentato Russo, dopo aver appreso gli esiti della gara - è ormai un modello vincente che abbiamo inaugurato due anni fa con la
gara per l’acquisto dei farmaci ospedalieri e che ha già prodotto risultati straordinari per la sanità siciliana. Grazie alle gare di bacino previste dalla legge di riforma vengono uniformate le procedure d’acquisto e oltre ad ottenere forti risparmi che ormai ammontano complessivamente a oltre 200 milioni di euro garantiamo qualità e sicurezza dei prodotti e trasparenza nelle procedure. Non era possibile, come avveniva spesso in passato, che in Sicilia alcuni presidi chirurgici costassero molto di più del prezzo pagato da altre regioni italiane o - peggio ancora - che ci fosse differenza di prezzo negli acquisti fra aziende sanitarie e ospedaliere che operano nello stesso territorio. Anche per la parte che riguarda i beni e i servizi stiamo cambiando il sistema nella direzione dell’efficienza e della innovazione, precorrendo le linee normative che a breve verranno emanate dal governo nazionale».
Soddisfazione è stata espressa anche dal manager dell’azienda ospedaliera «Garibaldi», Angelo Pellicanò. «Questo non è soltanto il successo per la mia azienda, ma è il successo del nuovo sistema economico. Il merito va a tutti quelle aziende che hanno creduto in questo nuovo modello di acquisto centralizzato che evita diversi
passaggi che prima c’erano nel passato e che, invece, adesso rende tutto l’iter più snello e trasparente. Quello che abbiamo compiuto è un primo passo con l’approvvigionamento per i prossimi quattro anni del materiale chirurgico, altri acquisti saranno fatto sempre attraverso il sistema della centralità».
Quindi gli acquisti «spezzatino» che venivano fatti fino a qualche tempo fa sono un lontano ricordo?
«Con le gare più importanti, quelle che coinvolgono grandi numeri e l’importante
tecnologia abbiamo con questo nuovo sistema evitato gli acquisti cosiddetti “spezzatino”. In questo modo abbiamo evitato non solo le lungaggini ma anche altri problemi che alle volte paralizzavano anche il sistema economico-finanziario delle aziende, generando più costi».
Questo sistema quindi produce risparmi e soprattutto pone voi direttori generali a seguire gli obiettivi che vi sono stati perentoriamente «impartiti» dall’assessore Russo.
«Non c’è dubbio che abbiamo e stiamo cercando di contenere i costi. I nostri obiettivi sono quelli di produrre buona salute e di non sperperare il denaro come avveniva
nel passato».
Avete incontrato difficoltà nel mettere insieme le altre aziende che hanno partecipato alla gara centralizzata?
«Non abbiamo avuto alcun problema. Abbiamo lavorato ed operato soprattutto con
una sorta di collegialità che, come detto prima, ha portato al risparmio. Questo sistema è ormai quello giusto a cui tutte le aziende sia del bacino orientale che occidentale della Sicilia sono tenute a portare avanti nel nome del risparmio e dell’efficienza. E’ un modello vincente».
Direttore Pellicanò, oggi qual è lo stato di salute del «Garibaldi»?
«Quando sono stato nominato direttore generale ho trovato un deficit di quasi 26 milioni di euro. Oggi, con soddisfazione posso affermare di avere raggiunto un importante traguardo: il pareggio di bilancio. E il mio primo obiettivo l’ho raggiunto. Adesso bisognerà lavorare ad un’altra sfida quella della integrazione ospedale-territorio. La gente ha bisogno di salute e la salute deve offrirla anche il territorio. Gli ospedali fanno la loro parte, adesso spetta anche alle Asp farla».
Lei nel passato è stato arbitro di calcio in serie A. Oggi in sanità a chi darebbe il cartellino giallo o il rosso?
«Quando calcavo i campi non avevo il cartellino facile. Ho sempre preferito il dialogo, quindi dialogando si possono raggiungere obiettivi importanti senza ammonire ed espellere...».
Se in sanità bisogna risparmiare, occorre anche soprattutto la centralità. Infatti, ammonta a circa 15 milioni di euro il risparmio conseguito dal bacino della Sicilia
Orientale grazie alla gara centralizzata per l’approvvigionamento quadriennale di materiale chirurgico delle aziende sanitarie del territorio.
Un risparmio che si aggira tra il 25 e il 35% rispetto ai prezzi di mercato. La gara ha visto la partecipazione di ben 33 aziende.
La gara centralizzata per l’acquisto di materiale chirurgico, che ha avuto come capofila l’azienda ospedaliera «Garibaldi» guidata dal direttore generale Angelo Pellicanò, ha visto l’adesione delle Asp di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna, delle aziende ospedaliere «Cannizzaro» di Catania e «Papardo-Piemonte» di Messina, i Policlinici di Catania e Messina e il Centro Neurolesi «Bonino Pulejo».
Il risultato è stato ufficializzato ieri direttamente dall’assessore per la Salute. Con soddisfazione.
«Quello della gara centralizzata - ha commentato Russo, dopo aver appreso gli esiti della gara - è ormai un modello vincente che abbiamo inaugurato due anni fa con la
gara per l’acquisto dei farmaci ospedalieri e che ha già prodotto risultati straordinari per la sanità siciliana. Grazie alle gare di bacino previste dalla legge di riforma vengono uniformate le procedure d’acquisto e oltre ad ottenere forti risparmi che ormai ammontano complessivamente a oltre 200 milioni di euro garantiamo qualità e sicurezza dei prodotti e trasparenza nelle procedure. Non era possibile, come avveniva spesso in passato, che in Sicilia alcuni presidi chirurgici costassero molto di più del prezzo pagato da altre regioni italiane o - peggio ancora - che ci fosse differenza di prezzo negli acquisti fra aziende sanitarie e ospedaliere che operano nello stesso territorio. Anche per la parte che riguarda i beni e i servizi stiamo cambiando il sistema nella direzione dell’efficienza e della innovazione, precorrendo le linee normative che a breve verranno emanate dal governo nazionale».
Soddisfazione è stata espressa anche dal manager dell’azienda ospedaliera «Garibaldi», Angelo Pellicanò. «Questo non è soltanto il successo per la mia azienda, ma è il successo del nuovo sistema economico. Il merito va a tutti quelle aziende che hanno creduto in questo nuovo modello di acquisto centralizzato che evita diversi
passaggi che prima c’erano nel passato e che, invece, adesso rende tutto l’iter più snello e trasparente. Quello che abbiamo compiuto è un primo passo con l’approvvigionamento per i prossimi quattro anni del materiale chirurgico, altri acquisti saranno fatto sempre attraverso il sistema della centralità».
Quindi gli acquisti «spezzatino» che venivano fatti fino a qualche tempo fa sono un lontano ricordo?
«Con le gare più importanti, quelle che coinvolgono grandi numeri e l’importante
tecnologia abbiamo con questo nuovo sistema evitato gli acquisti cosiddetti “spezzatino”. In questo modo abbiamo evitato non solo le lungaggini ma anche altri problemi che alle volte paralizzavano anche il sistema economico-finanziario delle aziende, generando più costi».
Questo sistema quindi produce risparmi e soprattutto pone voi direttori generali a seguire gli obiettivi che vi sono stati perentoriamente «impartiti» dall’assessore Russo.
«Non c’è dubbio che abbiamo e stiamo cercando di contenere i costi. I nostri obiettivi sono quelli di produrre buona salute e di non sperperare il denaro come avveniva
nel passato».
Avete incontrato difficoltà nel mettere insieme le altre aziende che hanno partecipato alla gara centralizzata?
«Non abbiamo avuto alcun problema. Abbiamo lavorato ed operato soprattutto con
una sorta di collegialità che, come detto prima, ha portato al risparmio. Questo sistema è ormai quello giusto a cui tutte le aziende sia del bacino orientale che occidentale della Sicilia sono tenute a portare avanti nel nome del risparmio e dell’efficienza. E’ un modello vincente».
Direttore Pellicanò, oggi qual è lo stato di salute del «Garibaldi»?
«Quando sono stato nominato direttore generale ho trovato un deficit di quasi 26 milioni di euro. Oggi, con soddisfazione posso affermare di avere raggiunto un importante traguardo: il pareggio di bilancio. E il mio primo obiettivo l’ho raggiunto. Adesso bisognerà lavorare ad un’altra sfida quella della integrazione ospedale-territorio. La gente ha bisogno di salute e la salute deve offrirla anche il territorio. Gli ospedali fanno la loro parte, adesso spetta anche alle Asp farla».
Lei nel passato è stato arbitro di calcio in serie A. Oggi in sanità a chi darebbe il cartellino giallo o il rosso?
«Quando calcavo i campi non avevo il cartellino facile. Ho sempre preferito il dialogo, quindi dialogando si possono raggiungere obiettivi importanti senza ammonire ed espellere...».
Tar sospende concorso Asp Pa. Russo: «Subito ricorso al Cga»
Quotidiano di Sicilia - 23.04.2011
Ed. del 23.04.2011 - pag. 2
Stiben Mesa Paniagua
Articolo letto 33 volte
La motivazione: “Non andavano istituiti senza aver prima attinto dalla mobilità”
L'assessore precisa: “Nei bandi era previsto il 50% posti a concorso”
PALERMO - «Apprendo con sorpresa che il Tar di Palermo ha sospeso l'efficacia delle procedure per l'assunzione di alcune centinaia di operatori del comparto sanità bandite recentemente dall' Asp di Palermo. Rispetto come sempre le decisioni del Tar ma faremo valere le nostre ragioni davanti al Cga». Con queste parole l'assessore per la Salute Massimo Russo ha esternato il suo stupore per la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che di fatto blocca i bandi indetti dall'ex magistrato. Questi concorsi non andavano istituiti prima di aver attinto dalla mobilità regionale e interregionale, così il Tar ha motivato la sentenza.
La promessa di 2.500 nuovi posti di lavoro nelle strutture sanitarie del territorio per l'anno 20 Il, viene così bruscamente sospesa. Almeno, per quanto riguarda la parte Occidentale dell'Isola, infatti il Tar ha bloccato i bandi che prevedevano l' assunzione di seicento infermieri e tecnici per le strutture di quell' area.
Uno stop che non frena la sanità, infatti, ha proseguito Russo: «Analizzeremo attentamente il provvedimento ma è certo che proporremo ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa (Cga) considerato che le direttive che hanno preceduto l'emanazione dei bandi sono state formulate proprio sulla scorta di quanto stabilito dal Cga in una sentenza dello scorso mese di novembre (sentenza n. 1347110 del 4 novembre 2010, ndr)». Tuttavia, specifica l'assessorato in una nota, «nei bandi era previsto che circa il 50% dei posti fosse messo a concorso e l'altro 50% venisse destinato alla mobilità regionale ed extraregionale».
Si precisa meglio, inoltre, che la sospensiva riguarda gli atti dell' Asp 6 di Palermo e quindi i concorsi e la mobilità per tutto il bacino della Sicilia occidentale, mentre analoghi provvedimenti non sono stati richiesti per concorsi e mobilità del bacino della Sicilia Orientale.
Secondo quanto scritto in questa sentenza - prosegue la nota di Palazzo d' Orléans - «la regola maestra per l'accesso agli impieghi è quella del concorso. Sicché qualsiasi deroga al riguardo, ancorché prevista espressamente dalla legge, non sembra poter prescindere da una valutazione discrezionale in relazione alla fattispecie concreta».
«Auspico, in ogni caso – ha concluso Russo - che la vicenda possa essere definita al più presto per non tradire le attese di quanti, legittimamente, avevano maturato l'aspettativa di una assunzione attraverso procedure concorsuali e di mobilità regionale ed extraregionale che mancavano da tempo nella sanità siciliana».
La promessa di 2.500 nuovi posti di lavoro nelle strutture sanitarie del territorio per l'anno 20 Il, viene così bruscamente sospesa. Almeno, per quanto riguarda la parte Occidentale dell'Isola, infatti il Tar ha bloccato i bandi che prevedevano l' assunzione di seicento infermieri e tecnici per le strutture di quell' area.
Uno stop che non frena la sanità, infatti, ha proseguito Russo: «Analizzeremo attentamente il provvedimento ma è certo che proporremo ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa (Cga) considerato che le direttive che hanno preceduto l'emanazione dei bandi sono state formulate proprio sulla scorta di quanto stabilito dal Cga in una sentenza dello scorso mese di novembre (sentenza n. 1347110 del 4 novembre 2010, ndr)». Tuttavia, specifica l'assessorato in una nota, «nei bandi era previsto che circa il 50% dei posti fosse messo a concorso e l'altro 50% venisse destinato alla mobilità regionale ed extraregionale».
Si precisa meglio, inoltre, che la sospensiva riguarda gli atti dell' Asp 6 di Palermo e quindi i concorsi e la mobilità per tutto il bacino della Sicilia occidentale, mentre analoghi provvedimenti non sono stati richiesti per concorsi e mobilità del bacino della Sicilia Orientale.
Secondo quanto scritto in questa sentenza - prosegue la nota di Palazzo d' Orléans - «la regola maestra per l'accesso agli impieghi è quella del concorso. Sicché qualsiasi deroga al riguardo, ancorché prevista espressamente dalla legge, non sembra poter prescindere da una valutazione discrezionale in relazione alla fattispecie concreta».
«Auspico, in ogni caso – ha concluso Russo - che la vicenda possa essere definita al più presto per non tradire le attese di quanti, legittimamente, avevano maturato l'aspettativa di una assunzione attraverso procedure concorsuali e di mobilità regionale ed extraregionale che mancavano da tempo nella sanità siciliana».
Sanità, i concorsi e la mobilità bloccati. Restano congelate istanze per 22 mila
Giornale di Sicilia - 23.04.2011
Ed. del 23.04.2011 - pag. 6
Riccardo Vescovo
Articolo letto 27 volte
Secondo il Tar bisogna dare làprecedenza alle procedure interne. Risultato: tutto fermo in attesa del ricorso al Consiglio di Giustizia amministrativa
Sanità In Sicilia: concorsi o mobllità? Il Tar ha bloccato i primi e ne sono nate una polemica e una serie di ricorsi al Consiglio di Giustizia Amministrativa.
PALERMO - Ci sono 22 mila istanze per infermieri, tecnici e fisioterapisti che resteranno al palo almeno per il prossimo mese. Fino a quando, cioè, la giustizia amministrativa non chiarirà la validità dei concorsi della Regione per poco meno di 600 posti nelle strutture sanitarie della Sicilia occidentale. Il Tar ha sospeso i bandi, ma l'assessore alla Salute, Massimo Russo, ieri ha ribadito che farà ricorso al Cga. «Le direttive che hanno preceduto l'emanazione dei bandi - ha spiegato l’ex magistrato - sono state formulate sulla scorta di quanto stabilito dal Consiglio di giustizia amministrativa in una sentenza del 2010, nella quale si chiarisce che la regola maestra per l'accesso agli impieghi è quella del concorso». Per il Tar. invece,
«le procedure di mobilità devono sempre essere preferite a quelle concorsuali».
Dal canto suo, anche il dirigente dell'Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta, ha spiegato che solo dopo la nuova ordinanza «l'azienda farà una valutazione complessiva». Anche perché, nel frattempo, in assessorato circolano due differenti
«interpretazioni» della sospensiva. C'è chi sostiene che le procedure per ricoprire i posti tramite mobilità possano comunque andare avanti, perché il giudice ha privilegiato questa strada. Ma Angelo Aliquò, coordinatore della segreteria tecnica
dell'assessorato della Salute, si è detto «stupito, perché abbiamo guardato bene le carte e la sospensiva si estende anche al concorso per mobilità».
Dunque resta tutto bloccato, sollevando dubbi e paure tra i lavoratori che in queste ore hanno ricevuto il telegramma dove si annuncia lo stop al concorso, È il caso di Teresa Albanese, fisioterapista che si era piazzata nei primi posti della graduatoria e aveva chiesto la mobilità da Trapani a Palermo. Adesso teme il licenziamento: «Che succede se il nulla osta che ho dovuto presentare per ottenere il trasferimento è stato già firmato?». Dall'assessorato alla Salute le rassicurazioni: «Nessuno perderà il posto, i procedimenti sono tutti congelati».
In questo caos è finita la sanità siciliana. In ballo ci sono tutta una serie di concorsi che avrebbero dovuto definire le piante organiche delle nuove strutture sanitarie dell'Isola, per un totale di oltre tremila assunzioni.
I primi bandi riguardavano il comparto di infermieri, tecnici di radiologia e fisioterapisti. A Palermo erano 315 i posti da affidare tramite procedure concorsuali mentre altri 308 erano riservati alla mobilità regionale e interregionale. In totale sono 22 mila le istanze pervenute, ma in realtà molti hanno presentato richiesta per entrambe le procedure.
Come nel bacino orientale della Sicilia, guidato da Francesco Poli, dove a fronte di 16 mila istanze sarebbero circa diecimila i candidati a ricoprire gli 800 posti circa a disposizione. In questo caso i bandi sono stati impugnati ma non c'è ancora nessuna sospensiva del Tar. E c'è chi sostiene che la vicenda, interessando non i concorsi (quindi procedure amministrative) ma i posti per la mobilità, possa passare dal tribunale amministrativo a quello ordinario.
PALERMO - Ci sono 22 mila istanze per infermieri, tecnici e fisioterapisti che resteranno al palo almeno per il prossimo mese. Fino a quando, cioè, la giustizia amministrativa non chiarirà la validità dei concorsi della Regione per poco meno di 600 posti nelle strutture sanitarie della Sicilia occidentale. Il Tar ha sospeso i bandi, ma l'assessore alla Salute, Massimo Russo, ieri ha ribadito che farà ricorso al Cga. «Le direttive che hanno preceduto l'emanazione dei bandi - ha spiegato l’ex magistrato - sono state formulate sulla scorta di quanto stabilito dal Consiglio di giustizia amministrativa in una sentenza del 2010, nella quale si chiarisce che la regola maestra per l'accesso agli impieghi è quella del concorso». Per il Tar. invece,
«le procedure di mobilità devono sempre essere preferite a quelle concorsuali».
Dal canto suo, anche il dirigente dell'Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta, ha spiegato che solo dopo la nuova ordinanza «l'azienda farà una valutazione complessiva». Anche perché, nel frattempo, in assessorato circolano due differenti
«interpretazioni» della sospensiva. C'è chi sostiene che le procedure per ricoprire i posti tramite mobilità possano comunque andare avanti, perché il giudice ha privilegiato questa strada. Ma Angelo Aliquò, coordinatore della segreteria tecnica
dell'assessorato della Salute, si è detto «stupito, perché abbiamo guardato bene le carte e la sospensiva si estende anche al concorso per mobilità».
Dunque resta tutto bloccato, sollevando dubbi e paure tra i lavoratori che in queste ore hanno ricevuto il telegramma dove si annuncia lo stop al concorso, È il caso di Teresa Albanese, fisioterapista che si era piazzata nei primi posti della graduatoria e aveva chiesto la mobilità da Trapani a Palermo. Adesso teme il licenziamento: «Che succede se il nulla osta che ho dovuto presentare per ottenere il trasferimento è stato già firmato?». Dall'assessorato alla Salute le rassicurazioni: «Nessuno perderà il posto, i procedimenti sono tutti congelati».
In questo caos è finita la sanità siciliana. In ballo ci sono tutta una serie di concorsi che avrebbero dovuto definire le piante organiche delle nuove strutture sanitarie dell'Isola, per un totale di oltre tremila assunzioni.
I primi bandi riguardavano il comparto di infermieri, tecnici di radiologia e fisioterapisti. A Palermo erano 315 i posti da affidare tramite procedure concorsuali mentre altri 308 erano riservati alla mobilità regionale e interregionale. In totale sono 22 mila le istanze pervenute, ma in realtà molti hanno presentato richiesta per entrambe le procedure.
Come nel bacino orientale della Sicilia, guidato da Francesco Poli, dove a fronte di 16 mila istanze sarebbero circa diecimila i candidati a ricoprire gli 800 posti circa a disposizione. In questo caso i bandi sono stati impugnati ma non c'è ancora nessuna sospensiva del Tar. E c'è chi sostiene che la vicenda, interessando non i concorsi (quindi procedure amministrative) ma i posti per la mobilità, possa passare dal tribunale amministrativo a quello ordinario.
Asp, via a quattro maxi-appalti. Servizi per 44 milioni di euro
Giornale di Sicilia - 23.04.2011
Ed. del 23.04.2011 - Palermo - pag. 31
Alessandra Turrisi
Articolo letto 19 volte
Da affidare. fra l'altro, le forniture di pasti e di gas medicali
PALERMO - Dal nuovo sistema info-telematico a quello per la gestione e l’archiviazione dei dati radiologici, dalla fornitura dei gas medicali a quella dei pasti per quasi 700 pazienti al giorno. L’azienda sanitaria provinciale 6 d. Palermo, diretta da Salvatore Cirignotta, dà il via libera a quattro appalti per un totale di 44 milioni di euro messi a bando.
Ad avere la data di scadenza più vicina, il prossimo 26 maggio, è la gara per la gestione del servizio di ristorazione per i degenti ospedalieri dei vari presidi dell’Asp 6, stimati in 688 pazienti, per un totale di 251.120 giornate alimentari, dal corso di 13,50 euro ciascuna, L’importo dell’appalto, della durata di 60 mesi, che è ii più costoso, ammonta a 16.950.600 euro, Iva esclusa.
Da assegnare anche la realizzazione del Sistema infotelematico dell’Asp di Palermo, che comprende centralini Voip, telefoni digitali Ip, posti operatore standard e per non vedenti, riqualificazione e ampliamento delle reti Lan, fornitura di un centro di gestione del sistema telefonico e manutenzione per cinque anni. L’importo dell’appalto di 7.499;492,75 euro oltre Iva, mentre la data di scadenza per la presentazione delle offerte è il prossimo 16 giugno.
L’Asp bandisce anche la realizzazione del Sistema Ris-Pacs, hardware e software per la gestione, l’archiviazione e la trasmissione digitale delle immagini diagnostiche. L’importo è di 7.331.075,50 più Iva e la scadenza è il 14 giugno.
Infine, messo a bando anche l’affidamento del servizio di gestione, distribuzione e fornitura dei gas medicinali Aic, dei gas medicinali F.U., di altri gas ad uso umano, dei gas tecnici e di laboratorio, della produzione on-site di aria F.U., compresa la manutenzione e messa a norma degli impianti di distribuzione per cinque anni per tutti i presidi ospedalieri dell’Asp di Palermo. La scadenza del bando è il 7 giugno, l’importo dell’appalto 12.213.031 euro più Iva. Tutte le informazioni e i capitolati di gara si possono scaricare dal sito www.asppalermo.org.
Ad avere la data di scadenza più vicina, il prossimo 26 maggio, è la gara per la gestione del servizio di ristorazione per i degenti ospedalieri dei vari presidi dell’Asp 6, stimati in 688 pazienti, per un totale di 251.120 giornate alimentari, dal corso di 13,50 euro ciascuna, L’importo dell’appalto, della durata di 60 mesi, che è ii più costoso, ammonta a 16.950.600 euro, Iva esclusa.
Da assegnare anche la realizzazione del Sistema infotelematico dell’Asp di Palermo, che comprende centralini Voip, telefoni digitali Ip, posti operatore standard e per non vedenti, riqualificazione e ampliamento delle reti Lan, fornitura di un centro di gestione del sistema telefonico e manutenzione per cinque anni. L’importo dell’appalto di 7.499;492,75 euro oltre Iva, mentre la data di scadenza per la presentazione delle offerte è il prossimo 16 giugno.
L’Asp bandisce anche la realizzazione del Sistema Ris-Pacs, hardware e software per la gestione, l’archiviazione e la trasmissione digitale delle immagini diagnostiche. L’importo è di 7.331.075,50 più Iva e la scadenza è il 14 giugno.
Infine, messo a bando anche l’affidamento del servizio di gestione, distribuzione e fornitura dei gas medicinali Aic, dei gas medicinali F.U., di altri gas ad uso umano, dei gas tecnici e di laboratorio, della produzione on-site di aria F.U., compresa la manutenzione e messa a norma degli impianti di distribuzione per cinque anni per tutti i presidi ospedalieri dell’Asp di Palermo. La scadenza del bando è il 7 giugno, l’importo dell’appalto 12.213.031 euro più Iva. Tutte le informazioni e i capitolati di gara si possono scaricare dal sito www.asppalermo.org.
venerdì 22 aprile 2011
Russo: «Sanità, con la riforma efficienza e risparmi»
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L'assessore: «Con i centri unici di prenotazione diminuiscono i tempi di attesa pervisite e esami»
PALERMO - Il bilancio della sanità siciliana non è più in rosso. Le perdite registrate in passato, da 600 a 900 milioni di euro l'anno, non ci sono più grazie al taglio degli sprechi. Così Massimo Russo, assessore regionale alla Salute, ha tracciato i conti della riforma del settore avviata dal governo regionale. Russo ha spiegato anche che la Conferenza delle Regioni chiederà al governo di pagare con i fondi Fas i mutui contratti per pagare i 2 miliardi e mezzo di debiti contratti fino al 2005.
E intanto - sostiene l'assessore - grazie ai centri unificati di prenotazione diminuiscono i tempi di attesa negli ospedali: «Visite e esami prescritti come urgenti dal medico - dice Russo - oggi vengono eseguiti in pochi giorni». L'assessore ha sottolineato: «La riforma ci dà ottimi risultati: i dati attestano una concreta inversione di tendenza». I dati sono stati illustrati da Russo a Palermo al convegno “Buon compleanno riforma”.
L'assessore ha spiegato che nel 2008 il tasso ospedaliero era pari a 240 casi per mille abitanti. “Con la rimodulazione della rete - ha detto Russo - siamo scesi a 185 per mille abitanti: in linea con la media nazionale». Secondo i dati della Regione poi i ricoveri inappropriati assorbivano il 9 per cento delle degenze ospedaliere: “Ora sono il 4 per cento - ha precisato Russo – con un risparmio di decine di milioni di euro». In due anni i ricoveri «sono diminuiti del 13 per cento» continua l'assessore. «Nel 2008 gli over 64 - ha evidenziato Russo - che ricevevano assistenza domiciliare erano quasi 8700. Nel 2010 sono stati oltre 14 mila».
E intanto - sostiene l'assessore - grazie ai centri unificati di prenotazione diminuiscono i tempi di attesa negli ospedali: «Visite e esami prescritti come urgenti dal medico - dice Russo - oggi vengono eseguiti in pochi giorni». L'assessore ha sottolineato: «La riforma ci dà ottimi risultati: i dati attestano una concreta inversione di tendenza». I dati sono stati illustrati da Russo a Palermo al convegno “Buon compleanno riforma”.
L'assessore ha spiegato che nel 2008 il tasso ospedaliero era pari a 240 casi per mille abitanti. “Con la rimodulazione della rete - ha detto Russo - siamo scesi a 185 per mille abitanti: in linea con la media nazionale». Secondo i dati della Regione poi i ricoveri inappropriati assorbivano il 9 per cento delle degenze ospedaliere: “Ora sono il 4 per cento - ha precisato Russo – con un risparmio di decine di milioni di euro». In due anni i ricoveri «sono diminuiti del 13 per cento» continua l'assessore. «Nel 2008 gli over 64 - ha evidenziato Russo - che ricevevano assistenza domiciliare erano quasi 8700. Nel 2010 sono stati oltre 14 mila».
22.04.2011 | SA.FAZ. |
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Asp, il Tar sospende tre concorsi. Russo: «Faremo subito ricorso»
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In ballo oltre 300 posti fra medici e infermieri. L'assessore: «Seguiti i dettami del Cga»
I giudici amministrativi si richiamano al decreto legislativo secondo cui le procedure di mohilità devono sempre essere preferite a quelle concorsuali.
PALERMO - Tre concorsi attesi da anni. Per colmare i vuoti nella pianta organica dell'Asp. Ma tutti e tre adesso sono stati sospesi dai giudici della prima sezione del Tar di Palermo, poiché prima di colmare la pianta organica con nuovi concorsi bisogna utilizzare le procedure di mobilità. A presentare tre distinti ricorsi un gruppo di infermieri, per quanto riguarda il concorso relativo alla copertura di 258 posti di operatori sanitari. Poi è stata la volta di due radiologi che hanno presentato la richiesta di sospensiva perii bando da 21 posti per tecnici radiologi. E infine un fisioterapista che
grazie al suo ricorso ha stoppato l'assunzione, anche in questo caso per titoli di 36 tecnici della riabilitazione.
Tutti assistiti dagli avvocati Alberto Barbera e Francesca Saccullo. Una serie di ricorsi contro l'Asp, l'assessorato regionale alla Salute, l'Asp di Trapani e il Comitato del Bacino Sicilia Occidentale, che raggruppa le aziende ospedaliere palermitane. Una serie di concorsi da bloccare poiché come si legge nelle ordinanze «il decreto legislativo del 30 marzo 200l non lascia spazio a dubbi circa il fatto che le procedure di mobilità debbano sempre essere preferite a quelle concorsuali». Non solo, ma la nuova normativa in vigore dà priorità alla mobilità più che ai nuovi concorsi.
Un modo questo, secondo i giudici del Tar, per ridurre il costo della sanità pubblica e gravare meno sul bilancio dello Stato. I giudici della prima sezione del Tar, accogliendo le richieste di sospensione hanno anche fissato l'udienza nel merito nel mese di marzo 2012. Ci vorrà così almeno
un anno, se non di più, per dare corso alle assunzioni.
«Apprendo con sorpresa che il Tar ha sospeso l'efficacia delle procedure per l'assunzione di centinaia di operatori del comparto sanità, bandite recentemente dall'Asp Palermo. Di certo proporremo ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa, considerato che le direttive precedenti all'emanazione dei bandi sono state formulate proprio sulla scorta di quanto stabilito dal Cga in una sentenza a novembre»: lo ha detto l'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo.
«Rispetto come sempre le decisioni del Tar - ha concluso – ma faremo valere le nostre ragioni davanti al Cga. Auspico, in ogni caso, che la vicenda possa essere definita al più presto, per non tradire le attese di quanti legittimamente avendo maturato l'aspettativa di un'assunzione attraverso procedure concorsuali, di mobilità regionale ed extraregionale che mancavano da tempo nella sanità siciliana».
PALERMO - Tre concorsi attesi da anni. Per colmare i vuoti nella pianta organica dell'Asp. Ma tutti e tre adesso sono stati sospesi dai giudici della prima sezione del Tar di Palermo, poiché prima di colmare la pianta organica con nuovi concorsi bisogna utilizzare le procedure di mobilità. A presentare tre distinti ricorsi un gruppo di infermieri, per quanto riguarda il concorso relativo alla copertura di 258 posti di operatori sanitari. Poi è stata la volta di due radiologi che hanno presentato la richiesta di sospensiva perii bando da 21 posti per tecnici radiologi. E infine un fisioterapista che
grazie al suo ricorso ha stoppato l'assunzione, anche in questo caso per titoli di 36 tecnici della riabilitazione.
Tutti assistiti dagli avvocati Alberto Barbera e Francesca Saccullo. Una serie di ricorsi contro l'Asp, l'assessorato regionale alla Salute, l'Asp di Trapani e il Comitato del Bacino Sicilia Occidentale, che raggruppa le aziende ospedaliere palermitane. Una serie di concorsi da bloccare poiché come si legge nelle ordinanze «il decreto legislativo del 30 marzo 200l non lascia spazio a dubbi circa il fatto che le procedure di mobilità debbano sempre essere preferite a quelle concorsuali». Non solo, ma la nuova normativa in vigore dà priorità alla mobilità più che ai nuovi concorsi.
Un modo questo, secondo i giudici del Tar, per ridurre il costo della sanità pubblica e gravare meno sul bilancio dello Stato. I giudici della prima sezione del Tar, accogliendo le richieste di sospensione hanno anche fissato l'udienza nel merito nel mese di marzo 2012. Ci vorrà così almeno
un anno, se non di più, per dare corso alle assunzioni.
«Apprendo con sorpresa che il Tar ha sospeso l'efficacia delle procedure per l'assunzione di centinaia di operatori del comparto sanità, bandite recentemente dall'Asp Palermo. Di certo proporremo ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa, considerato che le direttive precedenti all'emanazione dei bandi sono state formulate proprio sulla scorta di quanto stabilito dal Cga in una sentenza a novembre»: lo ha detto l'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo.
«Rispetto come sempre le decisioni del Tar - ha concluso – ma faremo valere le nostre ragioni davanti al Cga. Auspico, in ogni caso, che la vicenda possa essere definita al più presto, per non tradire le attese di quanti legittimamente avendo maturato l'aspettativa di un'assunzione attraverso procedure concorsuali, di mobilità regionale ed extraregionale che mancavano da tempo nella sanità siciliana».
22.04.2011 | Ignazio Marchese |
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news seus118
Auguri Pasquali
Cari colleghi, auguriamo a voi e ai vostri cari una buona e serena Pasqua
Giorgio Maria Vinciguerra
Germana Greco
giovedì 21 aprile 2011
Ritrovato nella campagne di Randazzo, il corpo dell'imprenditore Maurizio Russo
E' stato trovato cadavere, nella campagne di Randazzo, l'imprenditore di Taormina, Maurizio Russo, 41 anni, scomparso lo scorso 24 marzo. Il corpo è stato trovato impiccato ad un albero di ulivo in contrada Pirao. A pochi metri c'era l'auto dell'imprenditore. Ad accorgersi del corpo è stato il proprietario di un terreno vicino che era andato in campagna. La scena apparsa agli investigatori potrebbe far pensare a quella di un suicidio.in ogni caso gli investigatori della Procura di Catania, non escludono nessuna ipotesi, solo dopo l'autopsia sarà possibile avere un quadro più completo. Ieri sera la scomparsa di Massimo Russo era stata trattata nel corso della puntata della trasmissione di Rai3 "Chi l'ha visto?". La moglie Loredana Sturiale, che lo scorso 24 marzo aveva presentato la denuncia di scomparsa, aveva fatto un appello sollecitando a chi avesse saputo qualcosa, di farlo sapere. Oggi, il tragico ritrovamento che fa concludere nel peggiore dei modi questa storia.
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Newsletter Speciale di ven 29 mag 2009
Il fumo nella storia
Attivo o passivo, il fumo occupa un posto eminente nella storia della medicina. Da dove proviene il vizio del fumo? [...]
Fumo e fumo passivo
Uno studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, ha dimostrato che a rimetterci sono sempre i bambini, anche se non sono ancora venuti alla luce. Con il commento del Dott. Paolo Noschese [...]
Il fumo danneggia seriamente la salute e smettere garantisce numerosi benefici
Il fumo fa male alla salute ed e' causa di danni che vanno dal problema estetico al tumore: e' scritto anche su ogni pacchetto di sigarette. Con il commento del Prof. Vincenzo Lazzaro [...]
Stop al fumo
Il nuovo punto di incontro per chi vuole smettere di fumare o per chi ha detto stop al fumo e vuole partecipare con la propria testimonianza. Un sostegno quotidiano alle crisi di astinenza e uno spazio di informazione sui metodi e le tecniche per dire basta al fumo parlando dei danni, dei numeri e delle statistiche del tabagismo. [...]
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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti
Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.
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