(AGI) - Udine, 27 feb. - Istituire una Centrale Operativa unica 118 a Palmanova sarebbe un grave errore. Lo ha ribadito la Uil del Friuli Venezia Giulia in un documento consegnato agli assessori regionali alla salute, Vladimir Kosic e alla funzione pubblica, Andrea Garlatti, in occasione dell'incontro per discutere del Piano socio-sanitario regionale 2010-2012.
Secondo la Uil il buon funzionamento del 118, un vero e proprio Pronto soccorso ospedaliero mobile, si fonda sul modello provinciale del servizio. Ipotizzare una centrale unica regionale provoca solo grandissimi problemi e disagi, contro la sicurezza dei cittadini. ''Il totale delle chiamate per le 4 centrali operative nel 2009 e' stato di circa 501.660 con un conseguente numero di 94.214 missioni di soccorso, oltre a 407.456 chiamate di informazioni sanitarie varie e di servizio.
Oggi questa mole di lavoro e' ben gestito e suddiviso nelle quattro Centrali provinciali, ma si deve migliorare. In futuro ? sostiene una nota della Uil Fvg - questo carico di telefonate portera' per forza alla saturazione degli operatori della Centrale Unica, con tempi di attesa alla chiamata di soccorso inevitabilmente lunghi. Per non parlare poi del costo, insostenibile per una regione come il Friuli Venezia Giulia, dovendo la Centrale unica essere supportata da una rete di radio comunicazione in digitale basato sulla tecnologia a standard europeo (72 milioni di euro)''. Tra le altre preoccupazioni del sindaco quella della deriva del sistema sanitario verso la privatizzazione. (AGI) Cli(Fvg
http://www.agi.it/trieste/notizie/201002271815-cro-rt10083-sanita_uil_fvg_no_a_centrale_unica_118_in_regione
il 118 in sicilia
domenica 28 febbraio 2010
Ospedale: niente elipista
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TAORMINA. Domani e domenica si discuterà del nuovo piano per le emergenze aeree.
Ospedale: niente elipista
TAORMINA. Pronto un nuovo piano per le emergenze aeree nella cittadina turistica. Se ne discuterà domani e domenica, quando i responsabili di Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile) ed Elitario (Ente gestore dei servizi per il 118) si troveranno a effettuare un sopralluogo. Sul posto ci sarà il sindaco Mauro Passalacqua. Si parlava che potesse essere un'area attrezzata vicino l'ospedale San Vincenzo. In effetti, però, da anni si paventava il problema che quello slargo fosse troppo vicino a un costone e, dunque, non idoneo a realizzare l'attesa elipista. Stavolta, invece, si cercherà di trovare una soluzione definitiva al problema sulla via Kitson.
Lungo l'arteria, Palazzo dei Giurati ha a disposizione dei terreni che potrebbero essere adoperati per questo progetto. D'altraparte, i lavori sulla via Porta Pasquale hanno indicato come difficile sia la viabilità per il piano Porto, fino a questo momento indicata come possibile area di atterraggio non attrezzata. Ma, sul piano d'emergenza, ci sono altre possibilità. Si parlava, un tempo, del campo sportivo dove era impossibile realizzare tale attività per la troppa vicinanza con i cavi della funivia. Ma si era anche lanciata l'idea della terrazza del parcheggio Lumbi dove, però, l'accesso delle autoambulanze è difficile.
Nel corso degli anni si è anche discusso di realizzare una talesuperficie nell'area del nascituro porticciolo. Insomma, di elipista se ne è discusso davvero in tutte le salse. Ma la soluzione definitiva non è mai arrivata. Adesso, però, si vuole fare sul serio anche perché potrebbero essere a disposizione i soldi della Protezione civile, ai quali dovrebbe aggiungersi un contributo di Palazzo dei Giurati.
Adesso c'è un punto fermo, quello che in contrada Sirina, tutto rimane come prima e non sarà possibile realizzare un punto d'arrivo degli elicotteri ma, si spera, un parcheggio per le auto dei contribuenti.
Lungo l'arteria, Palazzo dei Giurati ha a disposizione dei terreni che potrebbero essere adoperati per questo progetto. D'altraparte, i lavori sulla via Porta Pasquale hanno indicato come difficile sia la viabilità per il piano Porto, fino a questo momento indicata come possibile area di atterraggio non attrezzata. Ma, sul piano d'emergenza, ci sono altre possibilità. Si parlava, un tempo, del campo sportivo dove era impossibile realizzare tale attività per la troppa vicinanza con i cavi della funivia. Ma si era anche lanciata l'idea della terrazza del parcheggio Lumbi dove, però, l'accesso delle autoambulanze è difficile.
Nel corso degli anni si è anche discusso di realizzare una talesuperficie nell'area del nascituro porticciolo. Insomma, di elipista se ne è discusso davvero in tutte le salse. Ma la soluzione definitiva non è mai arrivata. Adesso, però, si vuole fare sul serio anche perché potrebbero essere a disposizione i soldi della Protezione civile, ai quali dovrebbe aggiungersi un contributo di Palazzo dei Giurati.
Adesso c'è un punto fermo, quello che in contrada Sirina, tutto rimane come prima e non sarà possibile realizzare un punto d'arrivo degli elicotteri ma, si spera, un parcheggio per le auto dei contribuenti.
26.02.2010 | MA.RO |
Meno posti e reparti al Piemonte. Stop pure al reparto di psichiatria.
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MESSINA. Trasferite al Papardo molte attività. Ricettività dimezzata.
Meno posti e reparti al Piemonte. Stop pure al reparto di psichiatria.
MESSINA. La commissione parlamentare chiude il reparto di psichiatria del Piemonte. La Regione taglia invece 76 posti letto e trasferisce 14 reparti al Papardo. Diventa più piccolo l'ospedale Piemonte. Da oggi non sarà più in funzione il reparto di psichiatria gestito assieme all'Asp, l'ex azienda sanitaria. Dal 30 giugno saranno attivi solo 78 posti letto contro gli attuali 154. A determinare il ridimensionamento della struttura è stata la visita della commissione parlamentare sul servizio pubblico sanitario che ieri ha effettuato un lungo sopralluogo. Per essere precisi il solo ordine perentorio giunto dalla commissione (24 ore di tempoa partire da ieri) ha riguardato il reparto di psichiatria.
I carabinieri dei Nas, che accompagnavano la delegazione della commissione formata dal presidente senatore Ignazio Marino e dalla senatrice Franca Biondelli, hanno riscontrato gravi carenze igienico sanitarie: mancavano adeguati servizi igienici, docce e persino i campanelli che servono ad allertare, dai letti dei pazienti, gli infermieri. Il resto lo ha fatto direttamente l'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo che forse ha anticipato altri provvedimenti della commissione, Russo è stato ascoltato in audizione in prefettura assieme ai vertici dell'azienda ospedaliera e della protezione civile.
Entro il 30 giugno, ha spiegato Russo, i reparti che si trovano nella parte vecchia dell'ospedale, giudicata a grave rischio sismico dalla protezione civile, saranno trasferiti all'ospedale Papardo.
I sindacati da mesi si battono contro la chiusura dell'ospedale e da tempo hanno avviato una raccolta di firme. Il senatore Marino ha garantito che il trasferimento dei pazienti del reparto di psichiatria e i successivi accorpamenti saranno seguiti con attenzione dalla stessa commissione.
I carabinieri dei Nas, che accompagnavano la delegazione della commissione formata dal presidente senatore Ignazio Marino e dalla senatrice Franca Biondelli, hanno riscontrato gravi carenze igienico sanitarie: mancavano adeguati servizi igienici, docce e persino i campanelli che servono ad allertare, dai letti dei pazienti, gli infermieri. Il resto lo ha fatto direttamente l'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo che forse ha anticipato altri provvedimenti della commissione, Russo è stato ascoltato in audizione in prefettura assieme ai vertici dell'azienda ospedaliera e della protezione civile.
Entro il 30 giugno, ha spiegato Russo, i reparti che si trovano nella parte vecchia dell'ospedale, giudicata a grave rischio sismico dalla protezione civile, saranno trasferiti all'ospedale Papardo.
I sindacati da mesi si battono contro la chiusura dell'ospedale e da tempo hanno avviato una raccolta di firme. Il senatore Marino ha garantito che il trasferimento dei pazienti del reparto di psichiatria e i successivi accorpamenti saranno seguiti con attenzione dalla stessa commissione.
Cosa si rischia a tagliare gli ospedali per i bambini
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Cosa si rischia a tagliare gli ospedali per i bambini
Le recenti denunzie della stampa sulle vicissitudini dell'unico, ormai, ospedale pediatrico palermitano, pongono problemi che vanno guardati con attenzione e che riguardano l'intera regione. Essere costretti a ricoverare bambini con patologie infettive su brandine, in corridoi dell'ospedale Di Cristina di Palermo rappresenta un evento tutto siciliano che rivela la scarsità dei servizi sul territorio, capaci di fare filtro rispetto agli ospedali, la inadeguatezza numerica dei reparti ospedalieri di pediatria sui quali, in questi ultimi mesi, si è abbattuta la scure del piano di rientro.
L'accesso in pronto soccorso ai reparti pediatrici, ha fatto notare il Ministero della Sanità, sono in crescita in questi ultimi decenni.
Accessi che nel 90% dei casi non sono stati urgenti: tuttavia, il mancato coordinamento ospedale-territorio concorre a tenere alti questi indici, che risultano quasi il doppio di quanto rilevato in altri paesi europei. Indici che in regioni come la nostra sono ancora più alti poiché l'ospedale rappresenta ancora l'unico presidio al quale i nostri cittadini possono rivolgersi. Specie a fine settimana e in periodi di picchi stagionali.
Secondo uno studio dell'istituto Mario Negri, l'Italia è un paese diviso in due nel campo della salute e, in particolare, nel settore materno-infantile. Il Meridione, un'area che comprende 21 milioni di abitanti i cui indici di sviluppo e povertà, tassi di natalità e mortalità ne fanno nell'ambito europeo un paese che si posiziona al 26° posto nell'UE. Il Nord che compete con i migliori paesi europei. Nascere in Sicilia, come riporta lo studio, comporta un rischio di morire più alto da 3 a 5 volte che nel resto d'Italia. E però il problema non è costruire nuove strutture o istituire nuovi reparti: ma capire, alla luce di adeguate ricerche epidemiologiche, come lavorare in rete. Secondo il sistema Hub and Spoke, nel quale a pochi centri di eccellenza, collocati in posizione strategica nella regione, facciano capo reparti pediatrici periferici.
Secondo il Ministero della Salute l'emergenza neonatale e pediatrica deve essere articolata in tre livelli la cui dislocazione e dimensione debbono essere pianificate dalle regioni. A Palermo, avere lavorato sui tagli invece che sulla organizzazione del lavoro in rete ha forse realizzato risparmi sul piano finanziario, ma non ha migliorato i livelli essenziali di assistenza pediatrica.
Una particolare attenzione va posta alla mortalità perinatale e neonatale che in Sicilia rimane ancora alta. E i motivi sono da ricercare in una distribuzione dei punti nascita e delle unità neonatologiche che ha ubbidito, nel tempo, più a scelte casuali che alla programmazione. Il piano di rientro, senza la ricerca epidemiologica, non farà che aggravare una situazione nella quale sarà difficile lavorare in rete. Lo rivela la polemica che si è accesa sui tagli di unità operative neonatologiche in alcuni ospedali siciliani e sulla riduzione dei punti nascita.
Il riferimento è alla necessità che i punti nascita da conservare siano quelli nei quali il numero dei nati sia superiore a 500 l'anno. Un dato della ricerca scientifica che dimostra come la maggiore sopravvivenza materno-infantile sia legata a questi nosocomi. Un dato corretto ma per il quale bisogna fare un distinguo. Un rapporto europeo sulla salute perinatale a proposito di dimensione del punto nascita e qualità dell'assistenza sottolinea la possibilità che unità operative di piccole dimensioni possano comportare una inadeguata assistenza a donne con complicanze ostetriche e ai relativi nascituri. Ma anche la possibilità che una unità operativa eccessivamente grande possa essere associata a difficoltà per la donna di raggiungere ìl luogo del parto ad un eccesso di interventi per gravidanze non complicate, a maggiori difficoltà nei rapporti con il personale sanitario.
Il rapporto suggerisce di utilizzare quali indicatori di valutazione la percentuale di nati presso strutture con meno di 500 e con più di 2.000 parti l'anno. L'Emilia-Romagna, ad esempio, dispone di 31 punti nascita, distribuiti su un territorio omogeneo e con una buona viabilità. Fra essi solo 6 hanno meno di 500 parti l'anno: 4 collocati in area montana hanno, rispettivamente, 147, 219, 239, 477 parti l'anno.
In Sicilia, dei 390 comuni, 97 sono in area montana e 254 in area collinare, solo 39 in pianura; dei 66 ospedali siciliani, 17 sorgono in località fra i 500 e i 1000 metri di altitudine, due su isole, il resto in pianura ma spesso con problemi di viabilità che rendono difficile raggiungerli. Il taglio sulle unità operative che non raggiungono i 500 parti l'anno, sarà ragionieristicamente applicato? Sarà inevitabile che rimanga sguarnita di punti nascita (e di unità neonatologiche) quasi tutta la parte interna del territorio regionale. Con la certezza, inoltre, che i grandi ospedalidelle tre aree metropolitane (Palermo, Catania e Messina) non riusciranno a soddisfare la domanda che viene dalla periferia.
L'accesso in pronto soccorso ai reparti pediatrici, ha fatto notare il Ministero della Sanità, sono in crescita in questi ultimi decenni.
Accessi che nel 90% dei casi non sono stati urgenti: tuttavia, il mancato coordinamento ospedale-territorio concorre a tenere alti questi indici, che risultano quasi il doppio di quanto rilevato in altri paesi europei. Indici che in regioni come la nostra sono ancora più alti poiché l'ospedale rappresenta ancora l'unico presidio al quale i nostri cittadini possono rivolgersi. Specie a fine settimana e in periodi di picchi stagionali.
Secondo uno studio dell'istituto Mario Negri, l'Italia è un paese diviso in due nel campo della salute e, in particolare, nel settore materno-infantile. Il Meridione, un'area che comprende 21 milioni di abitanti i cui indici di sviluppo e povertà, tassi di natalità e mortalità ne fanno nell'ambito europeo un paese che si posiziona al 26° posto nell'UE. Il Nord che compete con i migliori paesi europei. Nascere in Sicilia, come riporta lo studio, comporta un rischio di morire più alto da 3 a 5 volte che nel resto d'Italia. E però il problema non è costruire nuove strutture o istituire nuovi reparti: ma capire, alla luce di adeguate ricerche epidemiologiche, come lavorare in rete. Secondo il sistema Hub and Spoke, nel quale a pochi centri di eccellenza, collocati in posizione strategica nella regione, facciano capo reparti pediatrici periferici.
Secondo il Ministero della Salute l'emergenza neonatale e pediatrica deve essere articolata in tre livelli la cui dislocazione e dimensione debbono essere pianificate dalle regioni. A Palermo, avere lavorato sui tagli invece che sulla organizzazione del lavoro in rete ha forse realizzato risparmi sul piano finanziario, ma non ha migliorato i livelli essenziali di assistenza pediatrica.
Una particolare attenzione va posta alla mortalità perinatale e neonatale che in Sicilia rimane ancora alta. E i motivi sono da ricercare in una distribuzione dei punti nascita e delle unità neonatologiche che ha ubbidito, nel tempo, più a scelte casuali che alla programmazione. Il piano di rientro, senza la ricerca epidemiologica, non farà che aggravare una situazione nella quale sarà difficile lavorare in rete. Lo rivela la polemica che si è accesa sui tagli di unità operative neonatologiche in alcuni ospedali siciliani e sulla riduzione dei punti nascita.
Il riferimento è alla necessità che i punti nascita da conservare siano quelli nei quali il numero dei nati sia superiore a 500 l'anno. Un dato della ricerca scientifica che dimostra come la maggiore sopravvivenza materno-infantile sia legata a questi nosocomi. Un dato corretto ma per il quale bisogna fare un distinguo. Un rapporto europeo sulla salute perinatale a proposito di dimensione del punto nascita e qualità dell'assistenza sottolinea la possibilità che unità operative di piccole dimensioni possano comportare una inadeguata assistenza a donne con complicanze ostetriche e ai relativi nascituri. Ma anche la possibilità che una unità operativa eccessivamente grande possa essere associata a difficoltà per la donna di raggiungere ìl luogo del parto ad un eccesso di interventi per gravidanze non complicate, a maggiori difficoltà nei rapporti con il personale sanitario.
Il rapporto suggerisce di utilizzare quali indicatori di valutazione la percentuale di nati presso strutture con meno di 500 e con più di 2.000 parti l'anno. L'Emilia-Romagna, ad esempio, dispone di 31 punti nascita, distribuiti su un territorio omogeneo e con una buona viabilità. Fra essi solo 6 hanno meno di 500 parti l'anno: 4 collocati in area montana hanno, rispettivamente, 147, 219, 239, 477 parti l'anno.
In Sicilia, dei 390 comuni, 97 sono in area montana e 254 in area collinare, solo 39 in pianura; dei 66 ospedali siciliani, 17 sorgono in località fra i 500 e i 1000 metri di altitudine, due su isole, il resto in pianura ma spesso con problemi di viabilità che rendono difficile raggiungerli. Il taglio sulle unità operative che non raggiungono i 500 parti l'anno, sarà ragionieristicamente applicato? Sarà inevitabile che rimanga sguarnita di punti nascita (e di unità neonatologiche) quasi tutta la parte interna del territorio regionale. Con la certezza, inoltre, che i grandi ospedalidelle tre aree metropolitane (Palermo, Catania e Messina) non riusciranno a soddisfare la domanda che viene dalla periferia.
Pignoramenti in vista per le Asl insolventi
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Milleproroghe. Dal 1° marzo
Pignoramenti in vista per le Asl insolventi
FRA I RINVII. Per tutto il 2010 non si verserà il contributo unificato per le cause di lavoro davanti alla Cassazione.
Si sbloccano, da lunedì 1° marzo, i pignoramenti sui beni delle Asl e delle aziende ospedaliere debitrici nei confronti dei fornitori, nelle sei regioni (Lazio, Sicilia, Campania, Calabria, Abruzzo e Molise) che hanno un piano di rientro dal deficit sanitario già approvato.
Sarà questo uno dei primi risultati dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto milleproroghe (Dl 194/09), che dovrebbe essere pubblicata oggi sulla «Gazzetta ufficiale».
In pratica, il blocco dei pignoramenti che era stato disposto per un anno dalla Finanziaria 2010 (legge 191/2009, articolo 2, comma 89), suscitando le proteste delle aziende fornitrici del Ssn (le 200 aderenti a Farmindustria, ad esempio, esposte per 3,5 miliardi, di cui oltre un miliardo nelle sei regioni in dissesto sanitario), è stato ridotto da 12 mesi a due (articolo 1, comma 23-vicies della legge di conversione del Dl 194/09). Da marzo, dunque, non ha più effetto la norma della Finanziaria 2010 secondo cui non potevano essere «intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere», e «i pignoramenti eventualmente eseguiti» non vincolavano «gli enti debitori e i tesorieri», che anzi avrebbero potuto disporre delle relative somme «per le finalità istituzionali degli enti».
Obiettivo del blocco, era infatti quello di liberare risorse, nelle regioni in deficit, per poter pagare i debiti con i fornitori.
Nell'anno di stop ai pagamenti esecutivi, sarebbero comunque maturati, a carico delle amministrazioni, gliinteressi legali sui debiti insoluti.
Cause in Cassazione
Slitta al 1° gennaio 2011, poi, l'obbligo dipagare il contributo unificato per le controversie di lavoro davanti alla Corte di Cassazione.
Il milleproroghe (articolo 1, comma 23-quinquiesdecies) stabilisce infatti che, sino alla fine di quest'anno, si applicherà la disciplina in vigore prima della Finanziaria 2010 (legge 191/09, articolo 2, comma212, lettera b), numero 2), che ha introdotto un aggravio delle imposte e dei contributi per alcuni processi. Nei giudizi di lavoro in Cassazione, dunque, resterà, sino altermine del 2010, il solo obbligo di versare l'imposta fissa di registrazione.
Sicurezza delle scuole
Il milleproroghe fa slittare a giugno 2010 un'altra scadenza fissata dall'ultima Finanziaria: è il termine entro il quale devono essere individuati gli interventi immediatamente realizzabili per mettere in sicurezza le scuole e adeguarle alle norme antisismiche, fino a una spesa massima di 300 milioni di euro, da ripartire tra «gli enti territoriali interessati» (legge 191/09,articolo 2,comma 239). Proprio per garantire la «massima celerità» nella realizzazione degli interventi necessari, la Finanziaria aveva fissato il termine ravvicinato di 30 giorni per individuare le azioni da mettere in campo. Ora il rinvio suscita le critiche di Cittadinanzattiva e Lagambiente. «La proroga, l'ennesima registrata in questi ultimi dodici anni - osservano le due organizzazioni - interviene su un tema che tutti, parlamentari compresi, definiscono una emergenza nazionale ma su cui non si interviene con la tempestività e la determinazione che sirichiederebbero». Cittadinanzattiva e Legambiente denunciano anche il «gravissimo» ritardo nella realizzazione dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica e della successiva mappatura degli elementi non strutturali degli edifici scolastici.
Sarà questo uno dei primi risultati dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto milleproroghe (Dl 194/09), che dovrebbe essere pubblicata oggi sulla «Gazzetta ufficiale».
In pratica, il blocco dei pignoramenti che era stato disposto per un anno dalla Finanziaria 2010 (legge 191/2009, articolo 2, comma 89), suscitando le proteste delle aziende fornitrici del Ssn (le 200 aderenti a Farmindustria, ad esempio, esposte per 3,5 miliardi, di cui oltre un miliardo nelle sei regioni in dissesto sanitario), è stato ridotto da 12 mesi a due (articolo 1, comma 23-vicies della legge di conversione del Dl 194/09). Da marzo, dunque, non ha più effetto la norma della Finanziaria 2010 secondo cui non potevano essere «intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali e ospedaliere», e «i pignoramenti eventualmente eseguiti» non vincolavano «gli enti debitori e i tesorieri», che anzi avrebbero potuto disporre delle relative somme «per le finalità istituzionali degli enti».
Obiettivo del blocco, era infatti quello di liberare risorse, nelle regioni in deficit, per poter pagare i debiti con i fornitori.
Nell'anno di stop ai pagamenti esecutivi, sarebbero comunque maturati, a carico delle amministrazioni, gliinteressi legali sui debiti insoluti.
Cause in Cassazione
Slitta al 1° gennaio 2011, poi, l'obbligo dipagare il contributo unificato per le controversie di lavoro davanti alla Corte di Cassazione.
Il milleproroghe (articolo 1, comma 23-quinquiesdecies) stabilisce infatti che, sino alla fine di quest'anno, si applicherà la disciplina in vigore prima della Finanziaria 2010 (legge 191/09, articolo 2, comma212, lettera b), numero 2), che ha introdotto un aggravio delle imposte e dei contributi per alcuni processi. Nei giudizi di lavoro in Cassazione, dunque, resterà, sino altermine del 2010, il solo obbligo di versare l'imposta fissa di registrazione.
Sicurezza delle scuole
Il milleproroghe fa slittare a giugno 2010 un'altra scadenza fissata dall'ultima Finanziaria: è il termine entro il quale devono essere individuati gli interventi immediatamente realizzabili per mettere in sicurezza le scuole e adeguarle alle norme antisismiche, fino a una spesa massima di 300 milioni di euro, da ripartire tra «gli enti territoriali interessati» (legge 191/09,articolo 2,comma 239). Proprio per garantire la «massima celerità» nella realizzazione degli interventi necessari, la Finanziaria aveva fissato il termine ravvicinato di 30 giorni per individuare le azioni da mettere in campo. Ora il rinvio suscita le critiche di Cittadinanzattiva e Lagambiente. «La proroga, l'ennesima registrata in questi ultimi dodici anni - osservano le due organizzazioni - interviene su un tema che tutti, parlamentari compresi, definiscono una emergenza nazionale ma su cui non si interviene con la tempestività e la determinazione che sirichiederebbero». Cittadinanzattiva e Legambiente denunciano anche il «gravissimo» ritardo nella realizzazione dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica e della successiva mappatura degli elementi non strutturali degli edifici scolastici.
Numero unico europeo per le emergenze: Lepida è il partner per la sperimentazione del 112 in Emilia Romagna
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venerdì 26 febbraio 2010
Servizio 118: garantire la mobilità ai lavoratori della Sise. Mozione del PdL all’Ars
scritto il 24 feb 2010 nella categoria: Sanità
Pubblicata alle ore 19:05:29 - Fonte: Guglielmo Scimonello - 609 letture - nessun commento.
“Promuovere opportune iniziative al fine di garantire, in tempi certi, la mobilità dei lavoratori della “Sise”, società partecipata al 100% dalla Croce Rossa e che gestisce il servizio del 118. E’ questo l’oggetto della mozione presentata, all’Assemblea regionale siciliana, da Livio Marrocco (primo firmatario), Alessandro Aricò, Carmelo Currenti e Ignazio Marinese, deputati regionali del Popolo della Libertà. A subentrare alla Sise nel servizio di emergenza,infatti, è la società Seus, (“Sicilia Emergenza Urgenza Sanitaria”), partecipata al 51% dalla Regione Siciliana e, per il restante 49%, in parti uguali, da tutte le aziende sanitarie siciliane.”Il 29 dicembre scorso l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo ed i rappresentanti della Seus hanno siglato un protocollo d’intesa che stabiliva regole e modalità per il passaggio e per il mantenimento del personale Sise alla nuova società di gestione -affermano gli Onorevoli Marrocco, Aricò, Currenti e Marinese -. Pertanto non si è ancora pervenuti a un accordo per attivare il processo di mobilità , per cui permane una situazione di incertezza sul futuro occupazionale dei 3.317 addetti del servizio del 118. Inoltre, la procedura della mobilità ex artt. 4 e 24 della L. 223/91 sugli “Interventi urgenti a sostegno dell’occupazione” è stata sospesa e rinviata al 4 marzo, ultimo giorno utile per attivarla, in modo da permettere alla S.E.U.S. di usufruire degli sgravi previsti – chiosano i deputati del PdL -. Riteniamo, pertanto, che la Regione abbia il dovere di intraprendere tutte quelle azioni necessarie a garantire la mobilità dei lavoratori. Un altro prolungamento della proroga a favore della S.I.S.E., per garantire il servizio, sarebbe controproducente per i lavoratori e per la Regione stessa, – concludono i rappresentanti del PdL – “
COMUNICATO UFFICIALE SINDACATO COBAS
DA COBAS PER UNIONE 118 NEWS
COMUNICATO UFFICIALE SINDACATO COBAS
Si comunica a tutti i dipendenti che in vista degli imminenti
sviluppi della vicenda relativa al passaggio dei dipendenti
Si.S.E. nella neo nata società consortile, la scrivente O.S.
comunica che sarà mantenuto ed intensificato il sit-in in Piazza
Ottavio Ziino a Palermo.
Si invitano pertanto TUTTI i dipendenti, iscritti e non, a
prendere parte attivamente alla protesta sin da domani e fino al
giorno 4 Marzo dove avverrà la concentrazione maggiore
coinvolgendo tutte le province e dove concorderemo il seguito di
eventuali forme di lotta e protesta.
L’INVITO PER TUTTI E’ DI PARTECIPARE E RAGGIUNGERE IN MASSA
PIAZZA OTTAVIO ZIINO!!!
Giorno 4 Marzo concentramento sotto l’Assessorato alle ore 10:00
Riteniamo sia superfluo ricordare che è indispensabile una
partecipazione costante in questi giorni per affermare con forza i
diritti di più di 3300 lavoratori e mantenere alta l’attenzione su
questa vicenda.
STAFF COBAS
HTtp://unione118.altervista.org/pdf/20100225COBAS.pdf
COMUNICATO UFFICIALE SINDACATO COBAS
Si comunica a tutti i dipendenti che in vista degli imminenti
sviluppi della vicenda relativa al passaggio dei dipendenti
Si.S.E. nella neo nata società consortile, la scrivente O.S.
comunica che sarà mantenuto ed intensificato il sit-in in Piazza
Ottavio Ziino a Palermo.
Si invitano pertanto TUTTI i dipendenti, iscritti e non, a
prendere parte attivamente alla protesta sin da domani e fino al
giorno 4 Marzo dove avverrà la concentrazione maggiore
coinvolgendo tutte le province e dove concorderemo il seguito di
eventuali forme di lotta e protesta.
L’INVITO PER TUTTI E’ DI PARTECIPARE E RAGGIUNGERE IN MASSA
PIAZZA OTTAVIO ZIINO!!!
Giorno 4 Marzo concentramento sotto l’Assessorato alle ore 10:00
Riteniamo sia superfluo ricordare che è indispensabile una
partecipazione costante in questi giorni per affermare con forza i
diritti di più di 3300 lavoratori e mantenere alta l’attenzione su
questa vicenda.
STAFF COBAS
HTtp://unione118.altervista.org/pdf/20100225COBAS.pdf
"Codice bianco" al pronto soccorso. Solo il 6% paga il ticket nazionale.
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SANITÀ. L'assessore regionale Russo: in Sicilia apriremo ambulatori territoriali dove non sarà previsto alcun costo per i pazienti.
"Codice bianco" al pronto soccorso. Solo il 6% paga il ticket nazionale.
PALERMO. Solo poco più del sei per cento dei pazienti entrati in un pronto soccorso con un «codice bianco» ha pagato il ticket previsto dalla legge nazionale del 2OO7. È questo il dato che emerge dal report dell'assessorato regionale alla Sanità che ha incrociato ed elaborato le cifre messe a disposizione da tutte le aziende sanitarie dell'Isola.
Ed è anche per questo motivo che l'assessorato ha adesso deciso di lavorare in una nuova direzione, ovvero quella di aprire ambulatori territoriali dedicati proprio all'assistenza dei «codici bianchi» e dove non è previsto alcun pagamento. Dall'altro lato l'assessore Massimo Russo promette maggiori controlli sui pagamenti nei pronto soccorso e annuncia un accordo che verrà siglato con la guardia di finanza per una verifica sulle esenzioni.
I «codici » rappresentano i livelli di priorità assegnati ad ogni paziente che si presenta nei pronto soccorso. Il «bianco» corrisponde ai casi meno gravi e la legge nazionale impone il pagamento di un ticket. La normativa parla chiaro. I numeri che fotografano la situazione dei pronto soccorso siciliani parlano di 1,6 milioni di utenti ogni anno (l'ultimo calcolo parla di 1.580.972 pazienti), al 14,3 per cento dei quali (ovvero 221. 778) è stato assegnato un codice bianco, di questi ha pagato il 6,51 per cento. D'altra parte, al di là delle esenzioni per motivi di reddito e di salute, «la quota fissa per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso non è, comunque, dovuta dagli assistiti non esenti di età inferiore a 14 anni».
Intanto, il 15 febbraio scorso, è stato inaugurato all'ospedale Civico di Palermo il primo ambulatorio riservato ai «codici bianchi». Un ambulatorio integrato di continuità assistenziale per il quale non è previsto un pagamento del ticket. Il primo dei tanti che l'assessorato pensa di attivare in Sicilia. «Nei pronto soccorso finora - spiega Russo abbiamo registrato pochissimi pagamenti anche per una particolare sensibilità di chi opera al trìage, che alla fine assegna più frequentemente un codice verde, evitando così di dover fare pagare il paziente. Con gli ambulatori territoriali superiamo il problema e tutto avverrà in maniera trasparente. Vogliamo verificare tutti i vantaggi di questo ambulatorio e poterli così attivare nelle varie città».
Sempre in tema di pronto soccorso, arriva anche una notizia dal Civico: dal primo marzo sarà potenziata la sala riservata ai codici verdi, con l'arrivo di altri quattro medici.
Ed è anche per questo motivo che l'assessorato ha adesso deciso di lavorare in una nuova direzione, ovvero quella di aprire ambulatori territoriali dedicati proprio all'assistenza dei «codici bianchi» e dove non è previsto alcun pagamento. Dall'altro lato l'assessore Massimo Russo promette maggiori controlli sui pagamenti nei pronto soccorso e annuncia un accordo che verrà siglato con la guardia di finanza per una verifica sulle esenzioni.
I «codici » rappresentano i livelli di priorità assegnati ad ogni paziente che si presenta nei pronto soccorso. Il «bianco» corrisponde ai casi meno gravi e la legge nazionale impone il pagamento di un ticket. La normativa parla chiaro. I numeri che fotografano la situazione dei pronto soccorso siciliani parlano di 1,6 milioni di utenti ogni anno (l'ultimo calcolo parla di 1.580.972 pazienti), al 14,3 per cento dei quali (ovvero 221. 778) è stato assegnato un codice bianco, di questi ha pagato il 6,51 per cento. D'altra parte, al di là delle esenzioni per motivi di reddito e di salute, «la quota fissa per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso non è, comunque, dovuta dagli assistiti non esenti di età inferiore a 14 anni».
Intanto, il 15 febbraio scorso, è stato inaugurato all'ospedale Civico di Palermo il primo ambulatorio riservato ai «codici bianchi». Un ambulatorio integrato di continuità assistenziale per il quale non è previsto un pagamento del ticket. Il primo dei tanti che l'assessorato pensa di attivare in Sicilia. «Nei pronto soccorso finora - spiega Russo abbiamo registrato pochissimi pagamenti anche per una particolare sensibilità di chi opera al trìage, che alla fine assegna più frequentemente un codice verde, evitando così di dover fare pagare il paziente. Con gli ambulatori territoriali superiamo il problema e tutto avverrà in maniera trasparente. Vogliamo verificare tutti i vantaggi di questo ambulatorio e poterli così attivare nelle varie città».
Sempre in tema di pronto soccorso, arriva anche una notizia dal Civico: dal primo marzo sarà potenziata la sala riservata ai codici verdi, con l'arrivo di altri quattro medici.
Servizio 118, mobilità per ex dipendenti
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Mozione presentata dai deputati del Pdl all'Ars. Sono in 3.317 a chiedere garanzie lavorative.
Servizio 118, mobilità per ex dipendenti
La nuova società, la Seus, è partecipata al 51% dalla Regione siciliana.
PALERMO - «Promuovere opportune iniziative al fine di garantire, in tempi certi, la mobilità dei lavoratori della 'Sise', società partecipata al 100% dalla Croce Rossa e che gestisce il servizio del 118». E' questo l'oggetto della mozione presentata, all'Assemblea regionale siciliana, da Livio Marrocco, Alessandro Aricò, Carmelo Currenti ed Ignazio Marinese, deputati regionali del Popolo della Libertà. A subentrare alla Sise nel servizio di emergenza, infatti, è la società Seus ("Sicilia Emergenza Urgenza Sanitaria"), partecipata al 51 % dalla Regione siciliana e, per il restante 49%, in parti uguali, da tutte le aziende sanitarie siciliane.
«Il 29 dicembre scorso l'assessore regionale alla Salute Massimo Russo ed i rappresentanti della Seus hanno siglato un protocollo d'intesa che stabiliva regole e modalità per il passaggio e per il mantenimento del personale Sise alla nuova società di gestione - affermano i deputati - ma non si è ancora pervenuti ad un accordo per attivare il processo di mobilità, per cui permane una situazione di incertezza sul futuro occupazionale dei 3.317 addetti del servizio del 118. La Regione ha il dovere di intraprendere tutte quelle azioni necessarie a garantire la mobilità dei lavoratori. Un ulteriore prolungamento della proroga a favore della Sise, per gamntire il servizio, sarebbe controproducente per i lavoratori e per la Regione stessa».
«Il 29 dicembre scorso l'assessore regionale alla Salute Massimo Russo ed i rappresentanti della Seus hanno siglato un protocollo d'intesa che stabiliva regole e modalità per il passaggio e per il mantenimento del personale Sise alla nuova società di gestione - affermano i deputati - ma non si è ancora pervenuti ad un accordo per attivare il processo di mobilità, per cui permane una situazione di incertezza sul futuro occupazionale dei 3.317 addetti del servizio del 118. La Regione ha il dovere di intraprendere tutte quelle azioni necessarie a garantire la mobilità dei lavoratori. Un ulteriore prolungamento della proroga a favore della Sise, per gamntire il servizio, sarebbe controproducente per i lavoratori e per la Regione stessa».
25.02.2010 | n.d |
notizie locali
BRONTE, FIRRARELLO: “ECCO PERCHE’ BRONTE HA PREFERITO NON ORGANIZZARE IL CARNEVALE”
MALETTO: CIRCONVALLAZIONE CHIUSA AL TRAFFICO Inserito il 26 febbraio 2010 alle 01:00:00 da bronte1185. IT - Bronte 118 Un piccolo smottamento fa franare alcuni metri della carreggiata della circonvallazione di Maletto ed il sindaco Pippo De Luca decide di chiuderla al transito veicolare. A provocare lo smottamento però non è stata la frana secolare su cui è stata costruita l'intera circonvallazione ormai decenni or sono, ma (come ci conferma il sindaco) i lavori di scavo per realizzare le fondamenta di un'abitazione privata che dovrebbe sorgere proprio a ridosso della circonvallazione, che in quel tratto, prossimo alle abitazioni, è stato intitolato a Salvatore Quasimodo. «A causare lo smottamento - conferma - è stato lo scavo effettuato nelle vicinanze. Per questo sto inviando un telegramma all'impresa che sta realizzando i lavori, imponendo la ricostruzione e messa in sicurezza dell'arteria stradale entro 48 ore. Nel caso in cui ciò questi non ottemperino a quanto imposto - continua De Luca - il Comune realizzerà i lavori necessari a ripristinare la viabilità, per poi rivalersi nei confronti dell'impresa». SEGUE NEI DETTAGLI CON LE FOTO |
sisse spa
News
25/02/2010 Stipendi in Pagamento
Si comunica che in data odierna sono stati trasmessi i flussi relativi alle retribuzioni del mese di febbraio 2010. La valuta di accredito e' il 2 marzo. I POB sono attivi dal 2 marzo.
Il Direttore Generale F.F.
Gabriele Cappelletti
Il Direttore Generale F.F.
Gabriele Cappelletti
giovedì 25 febbraio 2010
da fonti molto attendibili
così recita il titolo nel forum del sito unione118 ed entrando nella stessa sezione potete leggere i vari post scritti dai colleghi che avrebbero avuto notizie da fonti attendibili sul possibile nostro futuro ormai alle porte!!!
Sarà così???
questa è la notizia inserita nel forum:
Giorno 4 marzo ci sarà l'incontro tra Seus e Sindacati e probabilmente sarà anche l'ultimo incontro.
A quanto pare dopo quella data la Regione inizierà con le assunzioni e quindi con il passaggio da parte di tutti i soccorritori dalla sise alla seus, fase che dovrebbe completarsi entro la fine di Aprile. Quindi sembrerebbe esclusa una ulteriore proroga alla sise. Oggi invece in Assessorato dovrebbe esserci un incontro tra l'Assessorato e la classe dei Medici che prossimamente saranno stabilizzati sulle Abz.
mi permetto di ricordare che non ci sono ancora fonti ufficiali su questa notizia.
ecco il link per arrivare direttamente ai post:
http://118s.crazy4us.com/forum-dei-soccorritori-del-servizio-118-siciliano-f1/da-fonti-molto-attendibili-t1375.htm
Sarà così???
questa è la notizia inserita nel forum:
Giorno 4 marzo ci sarà l'incontro tra Seus e Sindacati e probabilmente sarà anche l'ultimo incontro.
A quanto pare dopo quella data la Regione inizierà con le assunzioni e quindi con il passaggio da parte di tutti i soccorritori dalla sise alla seus, fase che dovrebbe completarsi entro la fine di Aprile. Quindi sembrerebbe esclusa una ulteriore proroga alla sise. Oggi invece in Assessorato dovrebbe esserci un incontro tra l'Assessorato e la classe dei Medici che prossimamente saranno stabilizzati sulle Abz.
mi permetto di ricordare che non ci sono ancora fonti ufficiali su questa notizia.
ecco il link per arrivare direttamente ai post:
http://118s.crazy4us.com/forum-dei-soccorritori-del-servizio-118-siciliano-f1/da-fonti-molto-attendibili-t1375.htm
Snami, sciopero nazionale medici famiglia all'orizzonte
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Snami, sciopero nazionale medici famiglia all'orizzonte
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - "Il rinnovo della convenzione, le certificazioni di invalidità le certificazioni di malattia sono gli ultimi atti di atteggiamenti ostili ai medici di famiglia ai medici di continuità assistenziale e ai medici del 118. Adesso basta, non ne possiamo più". Ad affermarlo è Angelo Testa, presidente nazionale Snami che proclama lo stato di agitazione e valuta l'ipotesi di una giornata di sciopero nazionale che coinvolga tutta la medicina del territorio.
"Queste azioni - sottolinea Testa - saranno l'inizio di una guerra sindacale senza precedenti, nel rispetto delle regole. Sono anni che siamo presi in giro, con la complicità dei soliti noti. Con giochi di prestigio e senza risorse si crede di poter prendere in giro ancora una volta i medici del territorio. Con la scusa di affidare parte dei compensi e delle attività alle Regioni, si procede al gioco delle tre carte. Non è più tempo di giochi. E' in itinere - conclude Testa - un coinvolgimento intersindacale di quelle forze sane che ancora oggi popolano il mondo sindacale sanitario".
"Queste azioni - sottolinea Testa - saranno l'inizio di una guerra sindacale senza precedenti, nel rispetto delle regole. Sono anni che siamo presi in giro, con la complicità dei soliti noti. Con giochi di prestigio e senza risorse si crede di poter prendere in giro ancora una volta i medici del territorio. Con la scusa di affidare parte dei compensi e delle attività alle Regioni, si procede al gioco delle tre carte. Non è più tempo di giochi. E' in itinere - conclude Testa - un coinvolgimento intersindacale di quelle forze sane che ancora oggi popolano il mondo sindacale sanitario".
Smi in stato di agitazione per rinnovo convenzioni
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Smi in stato di agitazione per rinnovo convenzioni
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Sciopero in vista per i medici di famiglia. Lo Smi (Sindacato medici italiani), contrario alle proposte presentate dalla Sisac riguardo al rinnovo delle convenzioni di medicina generale, ha indetto lo stato di agitazione e ha verificato la disponibilità ad una iniziativa comune intersindacale. "Sono state avviate le procedure per una giornata di sciopero nazionale della categoria. Uno stop di 24 ore di oltre 65 mila medici di medicina generale e del territorio". A riferirlo sono Salvo Calì, segretario nazionale Smi, e Maria Paola Volponi, responsabile nazionale del settore e componente della delegazione trattante.
"Il documento della controparte pubblica - spiega Calì - dimostra la volontaria 'disattenzione' del Governo e delle Regioni ai problemi della sanità del territorio e alla riorganizzazione delle cure primarie. Non sono previsti investimenti adeguati sul territorio e - aggiunge - si fanno pure dei giochi prestigio: si impegnano, infatti, per questo settore le già scarse risorse, prima destinate ai medici. Non solo: da un lato un taglio di stanziamenti e dall'altro un ulteriore stimolo alla 'deregulation' attuata in questi anni dalle Regioni con la previsione di stornare l'1,2% di incrementi alla trattative decentrate e di mantenere solo il 2% a quelle nazionali. Non c'è traccia inoltre dello 0,8% già riconosciuto a livello regionale per i medici dirigenti e per il comparto. Infine, scompare ogni investimento sull'innovazione tecnologica e si elimina l'indennità informatica: altro che incentivo alla trasmissione online di dati, delle ricette e delle certificazioni". Calì fa quindi un'osservazione: "Se non si completano le trattative decentrate in un tempo stabilito, perchè si prevede un sistema sanzionatorio per i medici e non per le Regioni?".
Il documento Sisac non convince lo Smi neanche dal punto di vista normativo. "È inaccettabile - spiega la Volponi - che la piattaforma Sisac non accenni alle figure mediche a rapporto orario (continuità assistenziale, emergenza territoriale, medicina dei servizi), alla loro collocazione all'interno dei progetti di riorganizzazione, alla tutela della pari dignità con tutti gli attori della sanità territoriale".
Per la responsabile Smi, "è immediatamente necessaria la verifica delle incongruenze normative presenti nell'articolato affinché si introducano diritti già acquisiti da tutti i lavoratori italiani: l'astensione retribuita dal lavoro per maternità, adozione, paternità, malattia (con ristoro adeguato ai compensi) per tutti i convenzionati; le ferie (per i rapporti orari), il riconoscimento dell'anzianità di servizio nei periodi sopra esposti, la possibilità di accedere alle facilitazioni della legge 104 per tutti i convenzionati".
"Il documento della controparte pubblica - spiega Calì - dimostra la volontaria 'disattenzione' del Governo e delle Regioni ai problemi della sanità del territorio e alla riorganizzazione delle cure primarie. Non sono previsti investimenti adeguati sul territorio e - aggiunge - si fanno pure dei giochi prestigio: si impegnano, infatti, per questo settore le già scarse risorse, prima destinate ai medici. Non solo: da un lato un taglio di stanziamenti e dall'altro un ulteriore stimolo alla 'deregulation' attuata in questi anni dalle Regioni con la previsione di stornare l'1,2% di incrementi alla trattative decentrate e di mantenere solo il 2% a quelle nazionali. Non c'è traccia inoltre dello 0,8% già riconosciuto a livello regionale per i medici dirigenti e per il comparto. Infine, scompare ogni investimento sull'innovazione tecnologica e si elimina l'indennità informatica: altro che incentivo alla trasmissione online di dati, delle ricette e delle certificazioni". Calì fa quindi un'osservazione: "Se non si completano le trattative decentrate in un tempo stabilito, perchè si prevede un sistema sanzionatorio per i medici e non per le Regioni?".
Il documento Sisac non convince lo Smi neanche dal punto di vista normativo. "È inaccettabile - spiega la Volponi - che la piattaforma Sisac non accenni alle figure mediche a rapporto orario (continuità assistenziale, emergenza territoriale, medicina dei servizi), alla loro collocazione all'interno dei progetti di riorganizzazione, alla tutela della pari dignità con tutti gli attori della sanità territoriale".
Per la responsabile Smi, "è immediatamente necessaria la verifica delle incongruenze normative presenti nell'articolato affinché si introducano diritti già acquisiti da tutti i lavoratori italiani: l'astensione retribuita dal lavoro per maternità, adozione, paternità, malattia (con ristoro adeguato ai compensi) per tutti i convenzionati; le ferie (per i rapporti orari), il riconoscimento dell'anzianità di servizio nei periodi sopra esposti, la possibilità di accedere alle facilitazioni della legge 104 per tutti i convenzionati".
La proposta, numero ICE sul cellulare da contattare nelle emergenze
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La proposta, numero ICE sul cellulare da contattare nelle emergenze
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - Il numero della persona da contattare in caso d'urgenza ben visibile sul telefonino. Da registrare sotto lo pseudonimo ICE (In Case of Emergency), universalmente riconosciuto.
L'idea è degli operatori delle ambulanze.Spesso, infatti, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica.
Da qui la proposta di inserire, nella lista dei contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo ICE. Nel caso in cui vi fossero più persone da contattare, si può utilizzare la definizione ICE 1, ICE2, ICE3. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
L'idea è degli operatori delle ambulanze.Spesso, infatti, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica.
Da qui la proposta di inserire, nella lista dei contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo ICE. Nel caso in cui vi fossero più persone da contattare, si può utilizzare la definizione ICE 1, ICE2, ICE3. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
notizie locali
BRONTE: SCARCERATI I DUE GIOVANI; IL 30 E 31 MAGGIO LE ELEZIONI A BRONTE E MANIACE
Due giovani erano stati arrestati per detenzione di 147 grammi di marijuana. Ora sono stati scarcerati, ottenendo il beneficio dei «domiciliari». Si tratta di Paolo Tardo (difeso dagli avv. S. Longo e Antonino Schilirò) e Giovanni Capace (difeso dagli avv. Valeria Cannata, Samantha Lazzaro e Antonino Caputo)
Fonte “La Sicilia” del 24-02-2010
BRONTE E MANIACE IL 30 E 31 MAGGIO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE
La Giunta Regionale di Governo, su proposta dell’Assessore alle Autonomie Locali Caterina Chinnici, ha deliberato sulla data delle elezioni per il rinnovo delle Amministrazioni e dei Sindaci di 38 Comuni della Sicilia, di cui 5 nella Provincia di Catania. Tra questi sono interessati Bronte e Maniace, chiamate a votare per eleggere il Sindaco ed i Consigli Comunali. L’eventuale ballottaggio, che potrebbe interessare solo Bronte, in quanto a Maniace si vota con il sistema maggioritario, è stato stabilito per il 13 e 14 Giugno. A Bronte la candidatura di Pino Firrarello, che alle scorse elezioni aveva ottenuto il 58% delle preferenze, sembra confermata, appoggiata dal PDL, e dall’UDC. Anche l’ex onorevole Franco Catania, sembra vicino a Firrarello. Nel gioco delle alleanze, bisognerà tenere conto della riduzione del numero di Assessori, che da 7 passa a 4. I partiti che appoggiano un candidato sindaco, cercano sempre di avere un assessore o il Presidente del Consiglio, e la riduzione di 3 “poltrone” potrà influire molto sulle eventuali alleanze.
Nell'area etnea sono già oltre 60 gli albergatori, ristoratori, operatori dell'enogastronomia iscritti al corso per Operatori settore alimentare - preparatori di pasti per i celiaci. Una iniziativa unica nel suo genere che vede insieme l'Azienda Sanitaria Provinciale di Catania - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione e il personale docente e collaboratori vari dell'Istituto Statale Professionale Servizi Alberghieri e Ristorazione "E.Medi" di Randazzo. Grande interesse quindi negli operatori turistici e della ristorazione del comprensorio verso il problema. La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. L'incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone.
SEGUE NEI DETTAGLI
martedì 23 febbraio 2010
BRONTE: DUE INCENSURATI AVEVANO 200 GR. DI "ERBA" | |
Inserito il 21 febbraio 2010 alle 19:41:00 da bronte1183. IT - Bronte 118 Due ragazzi incensurati e fino a ieri insospettabili sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Bronte con l'accusa di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di Paolo Tardo di 24 anni e Giovanni Capace di 20. Entrambi residenti a Bronte, venerdì sera sono stati fermati da una pattuglia dei carabinieri impegnati in una operazione antidroga. I carabinieri prima hanno chiesto loro i documenti, poi li hanno perquisiti trovando addosso della marijuana. Così sono scattate le domande e soprattutto le indagini, con i militari dell'Arma che hanno deciso di effettuare accurate perquisizioni nelle abitazioni di entrambi. In un garage cui Paolo Tardo aveva libero accesso i carabinieri hanno trovato ben 200 grammi di marijuana, di cui una parte era già divisa in dosi pronta per essere venduta. Per gli inquirenti la prova inconfutabile della loro colpevolezza e così entrambi i ragazzi sono stati arrestati per l'accusa di detenzione ai fini dello spaccio di marijuana. SEGUE NEI DETTAGLI Le operazioni di controllo del territorio brontese per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga continueranno. In passato infatti i carabinieri hanno arrestato diversi corrieri della droga che oltre a marijuana nella cittadina famosa per il pistacchio hanno anche portato cocaina. Per questo la Stazione carabinieri di Bronte, coordinata dalla Compagnia di Randazzo, spesso decide di effettuare controlli sui giovani nel tentativo individuare la rete che li rifornisce di droga.P. Z. FONTE LA SICILIA 21-02-2010 |
L'ambulanza del 118 non è operativa Emergenza sanitaria anche a Riesi
RIESI - È emergenza sanità non solo a Mazzarino ma anche a Riesi. Dal 4 febbraio l’ambulanza del 118 non è operativa per un guasto tecnico. Giovedì scorso era tornata nella postazione ma “casualmente” è di nuovo in fermo tecnico. A denunciare la situazione è il comitato cittadino “Pro 118” e molti riesini che per urgenze si sono rivolti a ambulanze di Mazzarino o Sommatino che per un soccorso celere impiegano almeno venti minuti.
“Ad una popolazione – evidenzia il comitato in una lettera - si continua a non garantire assistenza sanitaria come si fa in altri centri più piccoli, nei quali magari servono inferiori interventi di soccorso ma che dispongono di personale giornalmente. Alcuni soccorritori della Sise lamentavano la collocazione dell’ambulanza, definendo la sede del Poliambulatorio isolata e priva di servizi. Dobbiamo forse pensare che la postazione assegnata all’ambulanza del 118 non vada bene agli operatori, ad un atto di boicottaggio ai danni della comunità riesina? Come mai l’ambulanza di Riesi è stata portata a Sommatino che lamentava problemi tecnici alla sua ambulanza e successivamente quella riparata di Sommatino a Riesi? Ed il sindaco conosce la situazione o amministra un altro centro? Siamo pronti a rivolgerci alla Procura della Repubblica”. Sul problema è stato interpellato il responsabile provinciale del 118 Elio Barnabà.”Stiamo provvedendo affinché l’ambulanza assegnata a Riesi torni operativa – afferma Barnabà - l’ambulanza di Sommatino è l’unica ad essere medicalizzata, quindi è normale che si privilegi rispetto a quelle che hanno solo i soccorritori due soccorritori. Probabili problemi di personale non competono all’Asp ma alla Sise”.
Medici e dirigenti in assessorato. Sanità, scoppia la polemica.
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PERSONALE. Sindacati e Caputo del Pdl: «Ci costano 3.5 milioni di euro». Russo: «Sto solo applicando una vecchia legge».
Medici e dirigenti in assessorato. Sanità, scoppia la polemica.
PALERMO. Scoppia la polemica sul «comando» di dirigenti dagli ospedali all'assessorato alla Sanità: «Una scelta dal sapore clientelare, che costa 3,5 milioni ed è stata assunta senza verificare all'interno della Regione la presenza delle professionalità richieste», accusano i Cobas-Codir, sottolineando che «evidentemente 2000 dirigenti regionali non sembrano sufficienti». All'attacco pure Salvino Caputo (Pdl), il quale annuncia un'interrogazione all'Ars. Secondo i Cobas-Codir «l'amministrazione regionale continua ad avvalersi di una norma varata dal governo Cuffaro che in caso di carenza degli organici consente il distacco di personale presso l'assessorato alla Sanità: si tratta finora di 19 dirigenti medici e 7 non dirigenti, per un costo totale aggiuntivo di 3,5 milioni di euro. Medici internisti e di pronto soccorso, farmacisti, radiologi, cardiologi, immuno-ematologi, esperti in trasfusioni e medici del lavoro, ma anche personale amministrativo, hanno abbandonato bisturi e camici per venire a rimpolpare gli organici dell'Assessorato alla Sanità secondo l'unico criterio della segnalazione dall'ufficio di gabinetto. Nel caso in cui dovesse permanere l'attuale stato ci troveremo costretti a rivolgerei alla Corte dei Conti».
La replica di Massimo Russo, assessore alla Salute. «È singolare che oggi venga criticato anche per avere correttamente applicato una norma di legge voluta e già applicata da altri. Si tratta di uno strumento legislativo che permette una proficua interazione tra l'assessorato e le aziende sanitarie da cui proviene il personale «comandato». Per altro questa legge non comporta nessun aggravio economico per la pubblica amministrazione, semmai potremmo parlare di partita di giro. Ai sindacalisti del Cobas Codir e all'onorevole Caputo vorrei chiedere dov'erano quando i precedenti governi applicavano questa legge e comunque li rassicuro: in qualunque momento spiegherò i criteri seguiti, i nomi e i curricula delle persone che ho scelto io e di quelle che ho trovato». Infine secondo Nino Dina (Udc) «Russo ha aggirato la legge, applicandola per ruoli normali e non legati al contenimento della spesa».
La replica di Massimo Russo, assessore alla Salute. «È singolare che oggi venga criticato anche per avere correttamente applicato una norma di legge voluta e già applicata da altri. Si tratta di uno strumento legislativo che permette una proficua interazione tra l'assessorato e le aziende sanitarie da cui proviene il personale «comandato». Per altro questa legge non comporta nessun aggravio economico per la pubblica amministrazione, semmai potremmo parlare di partita di giro. Ai sindacalisti del Cobas Codir e all'onorevole Caputo vorrei chiedere dov'erano quando i precedenti governi applicavano questa legge e comunque li rassicuro: in qualunque momento spiegherò i criteri seguiti, i nomi e i curricula delle persone che ho scelto io e di quelle che ho trovato». Infine secondo Nino Dina (Udc) «Russo ha aggirato la legge, applicandola per ruoli normali e non legati al contenimento della spesa».
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Il fumo nella storia
Attivo o passivo, il fumo occupa un posto eminente nella storia della medicina. Da dove proviene il vizio del fumo? [...]
Fumo e fumo passivo
Uno studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, ha dimostrato che a rimetterci sono sempre i bambini, anche se non sono ancora venuti alla luce. Con il commento del Dott. Paolo Noschese [...]
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Il fumo fa male alla salute ed e' causa di danni che vanno dal problema estetico al tumore: e' scritto anche su ogni pacchetto di sigarette. Con il commento del Prof. Vincenzo Lazzaro [...]
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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti
Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.
Lettori fissi
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