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Smi in stato di agitazione per rinnovo convenzioni
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Sciopero in vista per i medici di famiglia. Lo Smi (Sindacato medici italiani), contrario alle proposte presentate dalla Sisac riguardo al rinnovo delle convenzioni di medicina generale, ha indetto lo stato di agitazione e ha verificato la disponibilità ad una iniziativa comune intersindacale. "Sono state avviate le procedure per una giornata di sciopero nazionale della categoria. Uno stop di 24 ore di oltre 65 mila medici di medicina generale e del territorio". A riferirlo sono Salvo Calì, segretario nazionale Smi, e Maria Paola Volponi, responsabile nazionale del settore e componente della delegazione trattante.
"Il documento della controparte pubblica - spiega Calì - dimostra la volontaria 'disattenzione' del Governo e delle Regioni ai problemi della sanità del territorio e alla riorganizzazione delle cure primarie. Non sono previsti investimenti adeguati sul territorio e - aggiunge - si fanno pure dei giochi prestigio: si impegnano, infatti, per questo settore le già scarse risorse, prima destinate ai medici. Non solo: da un lato un taglio di stanziamenti e dall'altro un ulteriore stimolo alla 'deregulation' attuata in questi anni dalle Regioni con la previsione di stornare l'1,2% di incrementi alla trattative decentrate e di mantenere solo il 2% a quelle nazionali. Non c'è traccia inoltre dello 0,8% già riconosciuto a livello regionale per i medici dirigenti e per il comparto. Infine, scompare ogni investimento sull'innovazione tecnologica e si elimina l'indennità informatica: altro che incentivo alla trasmissione online di dati, delle ricette e delle certificazioni". Calì fa quindi un'osservazione: "Se non si completano le trattative decentrate in un tempo stabilito, perchè si prevede un sistema sanzionatorio per i medici e non per le Regioni?".
Il documento Sisac non convince lo Smi neanche dal punto di vista normativo. "È inaccettabile - spiega la Volponi - che la piattaforma Sisac non accenni alle figure mediche a rapporto orario (continuità assistenziale, emergenza territoriale, medicina dei servizi), alla loro collocazione all'interno dei progetti di riorganizzazione, alla tutela della pari dignità con tutti gli attori della sanità territoriale".
Per la responsabile Smi, "è immediatamente necessaria la verifica delle incongruenze normative presenti nell'articolato affinché si introducano diritti già acquisiti da tutti i lavoratori italiani: l'astensione retribuita dal lavoro per maternità, adozione, paternità, malattia (con ristoro adeguato ai compensi) per tutti i convenzionati; le ferie (per i rapporti orari), il riconoscimento dell'anzianità di servizio nei periodi sopra esposti, la possibilità di accedere alle facilitazioni della legge 104 per tutti i convenzionati".
"Il documento della controparte pubblica - spiega Calì - dimostra la volontaria 'disattenzione' del Governo e delle Regioni ai problemi della sanità del territorio e alla riorganizzazione delle cure primarie. Non sono previsti investimenti adeguati sul territorio e - aggiunge - si fanno pure dei giochi prestigio: si impegnano, infatti, per questo settore le già scarse risorse, prima destinate ai medici. Non solo: da un lato un taglio di stanziamenti e dall'altro un ulteriore stimolo alla 'deregulation' attuata in questi anni dalle Regioni con la previsione di stornare l'1,2% di incrementi alla trattative decentrate e di mantenere solo il 2% a quelle nazionali. Non c'è traccia inoltre dello 0,8% già riconosciuto a livello regionale per i medici dirigenti e per il comparto. Infine, scompare ogni investimento sull'innovazione tecnologica e si elimina l'indennità informatica: altro che incentivo alla trasmissione online di dati, delle ricette e delle certificazioni". Calì fa quindi un'osservazione: "Se non si completano le trattative decentrate in un tempo stabilito, perchè si prevede un sistema sanzionatorio per i medici e non per le Regioni?".
Il documento Sisac non convince lo Smi neanche dal punto di vista normativo. "È inaccettabile - spiega la Volponi - che la piattaforma Sisac non accenni alle figure mediche a rapporto orario (continuità assistenziale, emergenza territoriale, medicina dei servizi), alla loro collocazione all'interno dei progetti di riorganizzazione, alla tutela della pari dignità con tutti gli attori della sanità territoriale".
Per la responsabile Smi, "è immediatamente necessaria la verifica delle incongruenze normative presenti nell'articolato affinché si introducano diritti già acquisiti da tutti i lavoratori italiani: l'astensione retribuita dal lavoro per maternità, adozione, paternità, malattia (con ristoro adeguato ai compensi) per tutti i convenzionati; le ferie (per i rapporti orari), il riconoscimento dell'anzianità di servizio nei periodi sopra esposti, la possibilità di accedere alle facilitazioni della legge 104 per tutti i convenzionati".
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