il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

martedì 28 febbraio 2012

RANDAZZO: “MORIRE COSI’ E’ UNO STRAZIO”

Ieri Randazzo era veramente scossa, Senza essere retorici, possiamo dire che apprendendo la notizia della morte di Federico Astone e Samuele Parasiliti, la gente ha avuto momenti di sconforto. Troppo giovani per morire. Il primo aveva 20 anni, il secondo addirittura 15. Eppure la loro vita è stata stroncata in modo assurdo. Spesso, quando accadono incidenti, si punta il dito contro la spregiudicatezza dei giovani al volante. Stavolta, però, i ragazzi non hanno assolutamente colpa. Federico Astone guidava, come sempre prudentemente ed ha trovato la sua corsia occupata dal sorpasso azzardato del Fiorino. “Si allunga sempre più – dice il sindaco Ernesto Del Campo – l’elenco dei ragazzi che perdono la vita su queste strade. Domenica sera sono andato subito in ospedale. Era uno strazio, non si può morire così. Chiederò alla magistratura di fare luce su eventuali disservizi nelle operazioni di soccorso”. Intanto il 49enne di Mascali che guidava il Fiorino si trova ancora ricoverato, in prognosi riservata, all’ospedale di Taormina. Le sue condizioni sarebbero particolarmente gravi. 
Intanto, in città infuria anche una polemica sia sulla sicurezza delle strade, sia sull’efficacia dei soccorsi. Quando è stato lanciato l’allarme, infatti, l’ambulanza con il medico a bordo del Pte di Randazzo stava effettuando un altro soccorso. Di conseguenza, sul luogo dell’incidente sono arrivate le ambulanze del Pte di Maletto e Maniace, che non hanno il medico a bordo, insieme a quelle di Bronte e Francavilla di Sicilia che invece sono medicalizzate. Ovviamente, il lasso di tempo passato per l’arrivo della prima ambulanza, proveniente da un altro paese, è sembrato un’eternità e i randazzesi, se è vero che non possono avere un ospedale, chiedono soccorsi più immediati.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 28-02-2012  

lunedì 27 febbraio 2012

Ambulanze del 118, la Seus: già riparata la metà dei guasti

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Giornale di Sicilia
Ed. del 26.02.2012 - pag. 10
Rive
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Annuncio della società che gestisce il servizio di emergenza. Così i risultati della task force

PALERMO - «Il numero delle ambulanze del 118 ferme in officina per guasti è stato dimezzato»: è quanto comunica la Seus, la società che gestisce il servizio di emergenza e urgenza in Sicilia. Il risultato è stato ottenuto grazie ad una task force che è in servizio, in via sperimentale, nelle province di Palermo e Catania.
Le «squadre operative di intervento logistico», in sostanza, stanno riducendo al minimo i cosiddetti «fermi tecnici», cioè l’indisponibilità delle ambulanze a causa di guasti alle apparecchiature elettromedicali, ai presi di sanitari e agli impianti elettrici di bordo. La task force opera 24 ore su 24, dipende dal Centro regionale di produzione della Seus (cioè il centro operativo guidato da Nico Le Mura) ed è costituita da addetti specializzati nel campo della logistica relativa all’emergenza urgenza.
A Palermo, in 124 casi su 240, l’intervento dei tecnici ha risolto il guasto entro un’ora scongiurando quindi l’invio dell’ambulanza in officina. Da alcuni giorni la squadra operativa è stata attivata pure all’interno della nuova sede dell’Uffcio polifunzionale della Seus di Catania, coordinato da Biagio Mendolia, che gestisce i mezzi ed il personale in servizio presso le 42 postazioni del territorio provinciale.
Nel capoluogo etneo, inoltre, è stata predisposta la creazione di una sala formazione con 25 posti e, appunto, c’è la squadra operativa di intervento logistico: otto addetti, il cui referente è Giuseppe Catalano. Per Mario Chisari, presidente della Seus, «la volontà è quella di estendere la squadra di esperti progressivamente in tutta la Sicilia per ridurre considerevolmente il numero di ambulanze ferme in officina».

RANDAZZO, FRONTALE AUTO – FURGONE: MORTI UN VENTENNE E UN QUINDICENNE


Finisce in tragedia la domenica a Randazzo. Due ragazzi hanno perso la vita in un incidente stradale lungo la Ss 120, appena fuori l’abitato est di Randazzo. Si tratta di Federico Astone di 20 anni e di Samuele Bellocchi Parasiliti di 15 anni. Entrambi di Randazzo viaggiavano, assieme ad altri 3 coetanei, su una Fiat Uno guidata da Federico, quando l’auto, subito dopo il dosso sopra la ferrovia di Rfi dismessa, si è scontrata frontalmente  con un Fiat Fiorino della ditta che consegna i pasti agli ospedali della zona. A sentire le testimonianze della gente sul posto, sembrerebbe che il Fiorino abbia sorpassato una vettura proprio sulla rampa del dosso, quando, all’improvviso sarebbe sopraggiunta la Fiat Uno con i 5 ragazzi che viaggiavano sulla propria corsia.

L’urto è stato terribile, il conducente dell’auto sorpassata dal Fiorino ci ha raccontato di aver frenato nel tentativo di evitare l’impatto, ma è stato inutile. La Fiat Uno sarebbe quasi volata in aria finendo sopra il gard rail. E sarebbe stato proprio il conducente dell’auto sorpassata a cercare di dare i primi aiuti. Federico era ancora vivo e ha chiesto aiuto. Lanciato l’allarme sul posto sono arrivati i Vigili del Fuoco di Randazzo e le ambulanze. Federico è morto dopo qualche minuto, Samuele è stato trasportato all’ospedale di Bronte dove non c’è stato nulla da fare. Erano due ragazzi con tanata voglia di vivere, entrambi di ottime famiglie che adesso non riescono a darsi pace. Gli altri tre passeggeri, tutti minorenni, che viaggiavano con Federico e Samuele sono ricoverati all’ospedale di Bronte con fratture e contusioni varie, ma nessuno di loro è in pericolo di vita. Il conducente del Fiorino, invece, un uomo di 49 anni di Mascali, è stato trasportato all’ospedale di Taormina dove i medici si sono riservati la prognosi.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 27-02-2012 

venerdì 24 febbraio 2012

Intramoenia, gli Ospedali cercano nuove sedi

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La Repubblica
Ed. del 21.02.2012 - Palermo - pag. IV
Giusi Spica
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A giugno stop alle visite negli ambulatori privati. Il Policlinico punta su Villa Belmonte
PALERMO - Il ministro della Salute annuncia entro giugno lo stop all’attività libero-professionale dei medici pubblici nei propri studi, ma gli ospedali sono ancora impreparati. A Palermo i manager stanno cercando di correre ai ripari per riportare all’interno dei presidi l’attività intramoenia. L’ipotesi è affittare nuovi locali o predisporne di nuovi entro quattro mesi. I sindacati plaudono all’iniziativa: «Finora abusi e distorsioni inaccettabili».
La stretta sull’intramoenia “allargata” scatterà il 30 giugno. A stabilirlo è il decreto “Milleproroghe” già approvato dal Senato e ora all’esame della Camera. Una norma che rivoluziona il sistema in vigore da più di dieci anni. Finora ai camici bianchi che lavorano nelle strutture pubbliche è stata concessa l’autorizzazione a effettuare prestazioni libero-professionali nei propri studi, a patto di girare una percentuale dei compensi all’ospedale per il quale lavorano. Una norma che, di fatto, ha creato un esercito di liberi professionisti che di mattina visitano negli ambulatori pubblici, con liste d’attesa bibliche, e di pomeriggio operano nei propri studi, con tempi decisamente più celeri.
Solo al Civico sono circa 400 i medici autorizzati, e otto su dieci fanno fuori dall’ospedale. «E già in atto un piano – spiegano dall’azienda - per riportare l’attività all’interno della struttura. L’ipotesi è acquistare un edificio dedicato all’intramoenia, Palazzo Fornarini in via Cadorna, vendendo altre proprietà aziendali. Nel frattempo cercheremo spazi all’interno dell’ospedale».
Corsa a ostacoli anche per il Policlinico, che già l’anno scorso ha dato il via a una stretta all’attività libero-professionale, non rinnovando l’autorizzazione a una cinquantina di medici con fatturato annuo al di sotto dei cinquemila euro. Adesso l’idea è creare un polo per l’intramoenia a Villa Relmonte, ex sede dell’Istituto materno-infantile all’Acquasanta, dove ad aprile partirà la ristrutturazione. «Una soluzione tampone - spiega il direttore sanitario, Claudio Scaglione - potrebbe essere affittare alcuni locali esterni».
Nell’azienda Villa Sofia-Cervello, su circa 250 medici autorizzati, sono un terzo quelli che visitano negli studi. «Entro giugno - dicono dalla direzione generale -metteremo a disposizione nuovi locali e centralizzeremo il sistema delle prenotazioni e del pagamento dei ticket per le prestazioni libero professionali attraverso il Centro unico di prenotazioni». Già, perché un altro problema è quello di gestire le agende delle visite intramurarie, che in questo momento vengono prenotate direttamente dagli studi dei professionisti.
I sindacati spingono le aziende sanitarie e ospedaliere a organizzarsi in fretta. «L’intramoenia - dice Renato Costa, della Cgil medici - è un ottimo istituto da fare in una “casa di vetro”: solo concentrare l’attività in ospedale è garanzia di trasparenza. Non si capisce perché, nello stesso reparto, alcuni medici autorizzati visitino in ambulatorio e altri negli studi privati». Anche per Massimo Farinella, della Cisl medici, il sistema andava rivoluzionato: «L’intramoenia allargata ha generato storture e anomalie fiscali sulle quali finora è stato difficile intervenire, perché le aziende non sono in grado di controllare i flussi di attività. L’inadeguatezza delle strutture è solo un pretesto. Certamente per le attività chirurgiche ci saranno difficoltà, ma le altre branche vanno tutte riportate all’interno».

La «medicina territoriale» antidoto agli assalti impropri agli ospedali

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La Sicilia
Ed. del 23.02.2012 - pag. 4
Antonio Fiasconaro
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Il progetto dell'assessore alla sanità, Russo

Il medico di famiglia - sostiene il responsabile siciliano della Sanità - deve avere un ruolo centrale.
PALERMO - Da quando è assessore per la Salute, Massimo Russo ha sempre «predicato», invitando i direttori generali a riorganizzare la medicina territoriale per «frenare» la corsa, il più delle volte inappropriata verso le aree di emergenza dei pronto soccorso. Anzi, adire il vero, tra gli obiettivi imposti ai manager, soprattutto a quelli che «governano» le 9 Asp isolane, c’è quello di una maggiore apertura alla medicina territoriale con tanto di sinergia tra medici di medicina generale ed i colleghi degli ospedali.
Non siamo ancora al progetto a cui vuole giungere il ministro per la Salute, cioè quello di tenere aperti gli studi dei medici di base sette giorni su sette, ma già un primo passo nella riorganizzazione della medicina territoriale in Sicilia si era compiuto il 20 luglio 2010 quando venne siglato tra Russo e le organizzazioni sindacali dei che rappresentano i 4.200 medici di medicina generale che operano in Sicilia il «cambiamento radicale» della medicina del territorio.
Una svolta storica, la vecchia figura del medico di famiglia sta pian piano acquistando ulteriore dignità professionale nell’ambito di un progetto moderno, al passo con i nuovi tempi e con le nuove esigenze sanitarie. Si rivaluta il ruolo del medico di famiglia, che, operando all’interno dei cosiddetti «Pta» (Punti territoriali di assistenza), diventa il protagonista dei vari momenti dell’assistenza primaria. La Regione, non per nulla sta ancora investendo su questa figura fondamentale affinché il paziente possa essere seguito dal proprio medico di fiducia all’interno di tutta la rete di assistenza.
Coerentemente con lo scenario disegnato nella legge di riforma del sistema sanitario, l’accordo già allora, prevedeva nuovi compiti per i medici di famiglia. Si è puntato così al potenziamento di tutte le attività di assistenza primaria, al rafforzamento dell’associazionismo, alla maggiore presenza e reperibilità dei medici di medicina generale per un numero di ore al giorno superiore rispetto al passato.
La Sicilia, con il nuovo accordo siglato nel 2010, cioè due anni fa, fu la prima regione ad applicare il contratto nazionale della medicina generale. Allora l’assessore Russo ebbe a dichiarare: «E’ un passo decisivo verso il completo sviluppo della medicina territoriale che è un caposaldo della nostra riforma. L’obiettivo è quello di ampliare l’offerta di servizi assistenziali da parte delle strutture territoriali per impedire il ricorso inappropriato all’ospedale».
L’assessore Russo è fortemente convinto che attraverso quell’intesa si sta pian piano migliorando l’assistenza della medicina territoriale. «Chi ha seguito la difficile gestazione della legge di riforma - ha più volte ribadito nel tempo l’assessore per la Salute - sa quale importanza abbiamo voluto dare alla figura del medico di medicina generale che rappresenta il primo filtro tra il paziente e il sistema sanitario».
Uno dei capisaldi di quell’accordo del 2010 è quello che prevede nel tempo una gestione integrata dei pazienti cronici (in particolare pazienti con diabete melli to e scompenso cardiaco) nelle sedi dei Poliambulatori distrettuali e dei «Pta» che pian piano le Asp siciliane stanno aprendo al territorio dove i medici di medicina generale lavoreranno insieme agli specialisti e agli infermieri del distretto.

Bufera sulle commissioni di invalidità

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La Repubblica
Ed. del 23.02.2012 - Palermo - pag. VI
Giusi Spica
Articolo letto 142 volte
Il caso sollevato da una consigliera dell'Mpa: ci sono anche due esperti del suo partito

L'Asp nomina un morto, politici e parenti. La Regione invia gli ispettori
PALERMO - Tempi biblici per il riconoscimento di bambini e pazienti con handicap, medici morti nominati come esperti negli organi di controllo e presidenti senza titoli ma con robusti pedigree politici. L’Asp di Palermo finisce nel mirino dell’assessorato alla Salute dopo la denuncia di ritardi da parte dei cittadini e il pasticcio delle nuove commissioni mediche per le invalidità civili. Ieri piazza Ziino ha ordinato un’ispezione negli uffici di via Cusmano. «Dobbiamo andare a fondo di un problema che riguarda tante persone, quotidianamente vittime di lungaggini burocratiche e di complicazioni evitabili con una migliore organizzazione del lavoro», spiega l’assessore Russo.
Il funzionario inviato dall’assessore, Salvatore Requirez, ha anche acquisito una copia della delibera del 7 febbraio firmata dal manager Salvatore Cirignotta, con la quale vengono istituite le 26 nuove commissioni con il compito di analizzare le pratiche di invalidità. A sollevare il caso è stato il consigliere comunale dell’Mpa, Stefania Munafò, che ha chiesto la revoca del provvedimento. Sotto accusa ci sarebbero diverse “irregolarità”: dalla mancata pubblicazione dell’albo degli idonei, alla “parentopoli” delle nuove nomine fino alla scelta di un esperto che è morto due mesi fa. L’Asp corre ai ripari e annuncia una modifica ma i ritardi rischiano di far cadere una nuova tegola sugli uffici sommersi dalle pratiche: il provvedimento prevede infatti la decadenza delle vecchie commissioni a partire dal 7 febbraio. Tutti gli atti compiuti da allora sono impugnabili e c’è il rischio di una raffica di ricorsi. Basta dare un’occhiata alla delibera per scoprire che, nella stessa commissione, sono stati nominati membri con legami di parentela, in violazione del bando. Al presidio di via Loggia, per esempio, il presidente Luigi Garofalo è convivente del segretario Maria Cosenza. Nella commissione del poliambulatorio “Centro” il presidente Silvana Muscarella è sposata con l’esperto Calogero Morreale. Non basta. Nella commissione “Palermo Centro” è stato nominato come esperto lo psichiatra Antonino Nesci, morto da due mesi. Senza contare la mancata pubblicazione della graduatoria degli idonei e la nomina di cinque componenti che usufruiscono della legge 104 sull’invalidità e che - stando al bando - avrebbero potuto partecipare solo rinunciandovi. Ma nessuno lo ha fatto.
«Chiarezza sulle responsabilità di tutti coloro che hanno avallato e contribuito alla pubblicazione di un atto che viola tutti i principi di legalità e trasparenza» attacca Munafò. Ma, tra i “nominati”, ci sono pure due suoi colleghi di partito. Sono il consigliere comunale Agostino Genova, che con due casi di invalidi in famiglia gode due volte dei benefici della legge 104, e il consigliere e coordinatore provinciale Vincenzo Briganò.
Tra i nominati ci sono poi dipendenti che già rivestono ruoli dirigenziali all’interno dell’azienda, dai direttori di distretto Luigi Lo Giudice (Bagheria), Gaetano Cimò (Misilmeri), Silvio Buccellato (Palermo) e Gaetano Bucchieri (Termini Imerese), ai responsabili dei presidi territoriali d i assistenza come Silvana Muscarella (via La Loggia) o di unità complesse come Francesco Cerrito (Cure primarie), Giuseppe Quattrocchi (Riabilitazione), Giovanni Vetro (Specialistica convenzionata).
Spuntano anche i nomi di alcuni membri palesemente “incompatibili”. Come quello di Sergio Cinque, nominato presidente di una delle cinque commissioni di via Cusmano nonostante faccia già parte di un’analoga commissione dell’Inps. Senza contare i presidenti non specializzati in Medicina legale, come richiesto dall’avviso pubblico. È il caso di Sergio D’Anna, nominato all’Albanese e beneficiario della legge 104. E ancora Giuseppe Perconti, ex dipendente dell’Asp in pensione, nominato presidente in ben due commissioni, e Filippo Mirelli, scelto a presiedere l’organo a Misilmeri e anche lui beneficiario della legge 104.

Modica, la morte di Irene Carletti per overdose. Indagato il medico dell’ambulanza del 118. Omise di avvertire l’autorità giudiziaria

E’ ufficiale la denuncia nei confronti del medico che si trovava a bordo dell’ambulanza del 118 intervenuta a Frigintini, in Via Gianforma, la scorsa settimana per prestare soccorso a Irene Carletti, la donna di 31 anni deceduta, verosimilmente, per un’overdose di eroina. La professionista dell’emergenza sanitaria, in buona sostanza, è accusata di avere omesso di comunicare nell’immediatezza l’accertato decesso all’autorità giudiziaria, una “dimenticanza” che potrebbe mettere a rischio le indagini. Praticamente gli agenti del Commissariato vennero a conoscenza della tragedia a seguito della segnalazione di alcuni coinquilini, allertati dai momenti convulsi che si vivevano nell’appartamento dei due giovani e dall’arrivo dell’ambulanza. La Carletti, veneziana di Fiesso d’Artico, dalla scorsa estate aveva lasciato la sua città e da dicembre era venuta a vivere nella frazione agricola modicana con il suo compagno e coetaneo, A.L.M., già conosciuto alle forze dell’ordine per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e che per questa vicenda è pure lui indagato di omicidio colposo, perchè avrebbe fornito o, quantomeno, favorito l’assunzione della sostanza mortale. Figlia di un imprenditore calzaturiero, la giovane si sarebbe iniettata l’eroina la sera prima(giovedì della scorsa settimana) insieme al compagno mentre erano a letto. Venerdì non si era svegliata, probabilmente, perchè la dose le era stata fatale. L’allarme lo aveva lanciato proprio il fidanzato. La polizia aveva, poi, sequestrato alcune siringhe. I sanitari del 118 non avevano potuto fare altro che dichiararne il decesso. E qui il medico a bordo avrebbe dovuto immediatamente informare l’autorità giudiziaria. Nel frattempo si attendono i risultati dell’esame autoptico eseguito dal consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica, il medico legale Giorgio Spadaro, che ha chiesto ed ottenuto sessanta giorni di tempo per le conclusioni. Dalla ricognizione cadaverica era emerso che la morte è sopraggiunta per “shock cardiorespiratorio per assunzione di sostanza stupefacente”. Il corpo della povera ragazza è stato consegnato al padre e al fratello giunti a Modica
http://www.radiortm.it/2012/02/24/modica-la-morte-di-irene-carletti-per-overdose-indagato-il-medico-dellambulanza-del-118-omise-di-avvertire-lautorita-giudiziaria/

Emergenze, arriva il numero unico

SUPERTECNOLOGICO. Raccoglierà le richieste di soccorso di tipo tecnico, sanitario o di pubblica sicurezza. Il chiamante sarà identificato in meno di quattro secondi
Brescia ospiterà una delle tre centrali operative in Lombardia (le altre due saranno a Varese e a Milano)
24/02/2012

Addio 118, benvenuto numero unico dell'emergenza. Il commiato interesserà anche il 113 e il 115, destinati ad essere soppiantati dal numero unico 112 che farà il suo esordio entro la fine del 2012. Brescia ospiterà una delle tre centrali operative del numero unico europeo 112 in Lombardia (le altre due saranno a Varese e a Milano), un «call center laico» di primo livello che oltre alla nostra provincia coprirà quelle di Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia, servendo quasi tre milioni di abitanti. Con il nuovo sistema, come già avviene in diversi Paesi europei, non bisognerà più comporre il 112 e 113 per Carabinieri e Polizia, il 115 per i vigili del fuoco e il 118 per il soccorso sanitario, ma basterà il numero unico 112. COMPITO della centrale operativa sarà quello di raccogliere tutte le richieste di soccorso provenienti dai cittadini, sia di tipo tecnico che sanitario o di pubblica sicurezza, filtrando innanzitutto le chiamate mute, inappropriate o fatte per sbaglio (cosa che ha portato a Varese, dove già da un anno è partita la sperimentazione del numero unico, a una riduzione di quasi il 50 per cento delle chiamate operative). «In meno di 4 secondi sarà possibile identificare e localizzare il chiamante, grazie al collegamento con le piattaforme del Viminale; verrà effettuata un'indagine di base sulla richiesta e il tipo di soccorso, per procedere poi allo smistamento della chiamata alla centrale operativa competente (soccorso sanitario, pubblica sicurezza, ecc.): il tutto avverrà in una media di 40 secondi, con un discreto abbattimento dei tempi attuali per i soccorsi sanitari», spiega il direttore generale dell'Areu-Azienda regionale emergenza urgenza, Alberto Zoli. SUL «CALL CENTER» bresciano turneranno oltre 60 operatori per assicurare un presidio sulle 24 ore (è stato pubblicato di recente l'avviso rivolto ai dipendenti del sistema regionale - nel settore sanitario ma anche in altri ambiti - che, se inquadrati nelle categorie richieste, potranno chiedere di essere distaccati alla nuova centrale operativa). Per una centrale che si apre, un'altra chiuderà: quella del 118 di Brescia, situata all'ospedale Civile, cesserà l'attività non appena partirà il numero unico 112, e il servizio verrà assorbito dalla centrale 118 di Bergamo, competente anche per i territori di Brescia e di Sondrio. «Ma per il cittadino rimane tutto uguale, perché le attività di soccorso sul territorio resteranno in capo a Brescia - promette Zoli -. L'unica funzione che sarà concentrata a Bergamo è la centrale operativa che deve allertare i mezzi di soccorso». A Brescia rimarrà la base operativa dell'elisoccorso. LA RIORGANIZZAZIONE del sistema 118 locale non significherà solo ripartizione di funzioni, ma anche un complessivo riassetto dei mezzi di soccorso presenti sul territorio, che è già iniziato e verrà ultimato entro la primavera. «Verranno stanziate risorse maggiori, che sono state calcolate in oltre 3 milioni di euro all'anno che cadranno su Brescia, per rendere disponibile un numero più alto di mezzi, tenendo conto in particolare delle aree più disagiate», anticipa il direttore generale dell'Areu. È già arrivata l'automedica in valle Camonica, la città di Brescia sarà coperta da un'automedica sulle 24 ore e si realizzerà una gestione comune delle aree di confine con Bergamo, in un'ottica non più limitata alla sola provincia. In termini assoluti si passerà da sette mezzi di soccorso avanzato (automediche con a bordo medico e infermiere) e 39 fra mezzi di soccorso di base (ambulanze con soccorritori volontari) e mezzi di soccorso intermedio (con a bordo un infermiere abilitato) a 7 mezzi di soccorso avanzato, 13 di soccorso intermedio e 38 ambulanze. L'aspetto più rilevante, però, sta nella disponibilità dei mezzi sulle ventiquattro ore (finora, ad esempio, c'erano automediche attive solamente dodici ore al giorno). In provincia, con la riorganizzazione saranno operative tutte e 7 le automediche sulle ventiquattro ore, al posto delle 5,64 automediche finora disponibili h24 (numeri approssimati in base alle ore di operatività). Analogamente le ambulanze attive sulle ventiquattro ore erano 34,4 e saliranno a 43,96, di cui 9,86 sono rappresentate da mezzi di soccorso intermedio con infermieri. Sono figure, queste, che dovranno essere sempre più professionalizzate per poter far fronte nel modo migliore all'emergenza-urgenza.
Lisa Cesco 
http://www.bresciaoggi.it/stories/Cronaca/336636_emergenze_arriva_il_numero_unico/?refresh_ce

TOSCANA. Emergenze: la Lega Nord Toscana chiede il numero unico 112


Basta 112, 113, 115, 117 e 118, ma via libera al numero unico 112. “Un passo per mettersi al pari con il resto d’Europa e per uscire dalle procedure d’infrazione”
La Lega Nord Toscana ha presentato una mozione in Regione in merito al Numero Unico per le Emergenze (NUE) 112 per sollecitare il Governo centrale “affinché si continui il cammino per l’implementazione del NUE 112 su tutto il territorio nazionale”. «Adottare il Numero Unico per le Emergenze – spiega il consigliere e membro della IV° Commissione “Sanità”,Gian Luca Lazzeri, firmatario dell’atto insieme al capogruppo del Carroccio, Antonio Gambetta Vianna – è un passo fondamentale per poter adeguarci alle disposizioni europee».
La Direttiva Europea 2002/22/CE, infatti, impegna gli Stati membri ad adottare il 112 come numero unico per le emergenze. Nel nostro Paese, il 112 è il numero d’emergenza dei Carabinieri, ma poi ci sono il 113 dedicato alla Polizia, il 115 ai Vigili del Fuoco, il 117 alla Guardia di Finanza e il 118 all’emergenza sanitaria. «Molto spesso – prosegue Lazzeri – succede che, per la foga e la disperazione nei momenti di emergenza, venga digitato il numero sbagliato. Si vuole chiamare l’ambulanza? Invece di digitare il 118 si fa, per esempio, il 115 così da attivare i Vigili del Fuoco che passano, poi, la chiamata alla centrale operativa del 118 con notevole perdita di tempo e tenendo anche la linea dei pompieri occupata per qualche istante. Col 112 per tutti c’è un’unica centrale operativa in stile 911 statunitense che poi attiva in tempo reale e fa intervenire il mezzo che serve per quella dovuta emergenza». Proprio il non aver ancora attivato questo servizio a distanza di dieci anni dalla Direttiva Europa ha sottoposto l’Italia a due procedure d’infrazione, la 114 del 2006 e la 2258 del 2008.
Ma gli utenti cosa ne pensano? «La fase di sperimentazione – spiega l’esponente del Carroccio –, prevista dall’accordo di programma quadro interregionale firmato il 19 maggio 2010 fra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero della Salute, Regione Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia e avviata in provincia di Varese, ha dato ottimi risultati sotto il profilo del soddisfacimento degli utenti nonché sotto il profilo della creazione di buone prassi per l’implementazione delle già citate disposizioni europee su tutto il territorio nazionale. Pertanto – conclude Lazzeri –, nella nostra mozione impegniamo la Regione Toscana, oltre a sollecitare il Governo per l’implementazione del NUE 112 in tutta Italia, anche a valutare la possibilità di promuovere accordi con altre Regioni per proporre al Governo un’intesa istituzionalizzata per diffondere su scala nazionale il modello del Numero Unico per le Emergenze».

domenica 19 febbraio 2012

Non viene pagata l'indennità. Al «118» lo stato di agitazione

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Giornale di Sicilia
Ed. del 19.02.2012 - Caltanissetta - pag. 21
SG
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Sono i medici e gli infermieri in servizio con l'elisoccorso e le ambulanze coloro i quali lamentano i forti ritardi nei pagamenti

CALTANISSETTA - Infermieri e medici orbitanti nel sistema 118 sono in stato d’agitazione. Reclamano il pagamento di indennità pregresse contemplate dal cosiddetto «progetto obiettivo regionale» (Por) introdotto nel 2001. Un premio incentivante per infermieri e medici impegnati - sull’elicottero e sulle ambulanze - nel servizio prestato dal 118. Solo in provincia sono più di duecento e interessano non solo la postazione nissena, ma anche Gela e altri centri dove esistono ambulanze medicalizzate. Le ultime indennità pagate si riferiscono al mese di luglio 2011. Da allora i pagamenti hanno subito un lungo stop e adesso i sindacati (tutte le sigle: Cisl, Uil, Cgil, Fials e Nursind) hanno bussato a cassa all’azienda sanitaria con una serie di documenti nei quali lamentano gli inspiegabili ritardi nell’applicazione del progetto. Che prevede per gli infermieri 18,50 euro lorde all’ora per trentasei ore al mese, 34,50 euro sempre lorde per i medici. «Nelle altre aziende sanitarie - dicono gli esponenti sindacali di categoria - dove esistono postazioni del 118 queste lungaggini si accumulano solo raramente. Alle nostre rimostranze l’azienda ha risposto che i ritardi dipendono dall’assessorato regionale. Stentiamo a credere a questa ipotesi, ma in ogni caso abbiamo dimostrato di avere pazienza continuando a svolgere come abbia sempre fatto il nostro servizio. Ci è stato promesso che a breve, forse i primi di marzo, verranno pagate le indennità di agosto e settembre. Staremo a vedere». Nel sistema 118 gravitano centinaia di infermieri, oltre la metà quelli che prestano regolarmente servizio nei vari reparti dell’ospedale. A turno vengono distaccati al 118 e sono quelli che vediamo sulle ambulanze e quelli che salgono sull’elicottero quando c’è da effettuare un soccorso o un trasferimento secondario, ovvero da ospedale a ospedale. Alla postazione del Sant’Elia i dipendenti fissi, fra autisti e infermieri, sono una quarantina ai quali vanno aggiunti gli operatori centrale ai quali spetta il delicato compito di smistare ambulanze nelle tre province (la nostra Agrigento ed Enna) dove ha competenza ill18 nisseno diretto da Elio Barnabà, primario anche della rianimazione. Nei giorni scorsi il 118 aveva sollevato un’altra problematica, non meno importante, ovvero la carenza di lettini mobili che non consente di sbarellare con tempestività i feriti che vengono trasportati al pronto soccorso.

sabato 18 febbraio 2012

Pronto soccorso e liste d'attesa: «Restano criticità in Sicilia»

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Giornale di Sicilia
Ed. del 17.02.2012 - pag. 5
n.d.
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Russo ascoltato in Commissione. «Ma sforzi da apprezzare»

ROMA - «Apprezziamo gli sforzi fatti dalla regione Sicilia, ma restano delle criticità che non possiamo sottovalutare e che riguardano, ad esempio, la situazione difficile in cui versano alcuni pronto soccorso e le lunghe liste di attesa per le prenotazioni di alcune visite specialistiche. Abbiamo chiesto, pertanto, immediati segni concreti di un potenziamento di alcuni servizi, in modo particolare con riferimento alla rianimazione e alle Unità di terapie intensive neonatali». È quanto dichiarato dal Vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali Giovanni Burtone in merito all’audizione dell’Assessore alla salute della Regione siciliana, Massimo Russo, tenutasi ieri a Palazzo San Macuto.
«L’impegno a moralizzare la sanità siciliana, infine, rimane una priorità, considerato che, ancora oggi. questo sellare appare preda di interessi politici non sempre puliti mentre dovrebbe puntare sempre più alla meritocrazia e alla valorizzazione professionale delle tante intelligenze presenti sul territorio», ha concluso Burtone.
«È prevista un’ultima missione in Sicilia, prima della approvazione della Relazione conclusiva», ha inoltre detto il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta Leoluca Orlando. «Sottolineiamo il nostro apprezzamento per il lavoro svolto e per la collaborazione istituzionale fornita dalla Commissione d’inchiesta. Il fine condiviso è quello di migliorare il servizio reso ai cittadini» ha commentato l’assessore Russo.

«Foto» della Sanità tra piano di rientro 118 e punti nascita

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La Sicilia
Ed. del 17.02.2012 - pag. 8
Antonio Fiasconaro
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L'audizione. Russo in Commissione errori sanitari

Orlando: tagliare sprechi, non servizi. L'assessore regionale: «Il fine condiviso è migliorare il servizio reso ai cittadini»
PALERMO - Un ampio ventaglio di argomenti per «fotografare» l’attuale stato di salute della Sanità siciliana. E’ stato questo il leitmotiv dell’audizione dell’assessore per la Salute, Massimo Russo, alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e disavanzi sanitari, presieduto da Leoluca Orlando.
Audizione che è durato oltre quattro ore e mezza a Palazzo San Macuto e alla quale hanno partecipato anche i direttori generali dell’Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta, Gaetano Sirna commissario straordinario dell’Asp di Catania e Francesco Poli, direttore generale dell’Asp di Messina.
Al centro dell’incontro, l’attuazione del piano di rientro dal deficit, la rete delle emergenze e i servizi delle strutture ospedaliere e territoriali, con particolare attenzione al ridimensionamento della rete ospedaliera e alla preventivata chiusura di alcun i nosocomi e punti nascita.
«Su questo punto - ha detto Leoluca Orlando - la Commissione ha confermato che, in Sicilia come altrove, occorre far luce sui danni erariali e tagliare sprechi che si possono trasformare facilmente in ruberie e infiltrazioni criminali, ma occorre, altresì, aver cura di non tagliare la qualità del servizio e l’assistenza offerta ai cittadini».
Ma si è pure affrontato il tema dell’attuazione del Piano di rientro dal deficit sanitario regionale e alla rimodulazione complessiva della rete ospedaliera nell’Isola. Il presidente della Commissione, invece, evidenziando l’apertura da parte dell’assessore Russo e ringraziandolo per le relazioni fatte pervenire alla Commissione anche negli ultimi giorni, ha sottolineato che «potranno altresì essere approfondite le questioni già sottoposte con apposita lettera all’assessore, con particolare riferimento alla cardiochirurgia pediatrica, alle liste di attesa, ai servizi di emergenza e urgenza con anomalie ancora esistenti nel Pronto soccorso di Villa Sofia a Palermo, al funzionamento del 118, alle condizioni del servizio sanitario in zone isolate e di montagna e insulari e alla razionalizzazione dei punti nascita dell’Isola».
L’assessore Massimo Russo ha soltanto evidenziato il lavoro svolto fin qui e ha dichiarato: «Sottolineiamo il nostro apprezzamento per il lavoro svolto e per la collaborazione istituzionale fornita dalla Commissione d’inchiesta. Il fine condiviso è quello di migliorare il servizio reso ai cittadini».

mercoledì 15 febbraio 2012

Visite mediche negate agli operatori del «118»

La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Giornale di Sicilia
Ed. del 14.02.2012 - Caltanissetta - pag. 23
LUMA
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Dall'Asp non arriva la disponibilità

CALTANISSETTA – L’Azienda sanitaria provinciale avrebbe chiuso le porte agli operatori del 118 che per effettuare le visite mediche obbligatorie dovranno recarsi in ospedali di provincia diversa da quella nissena. Sono 46 gli operatori del 118 che dalla città si sposteranno verso l’agrigentino. Secondo le prime indiscrezioni effettueranno le visite mediche presso l’ospedale di Licata.
Secondo le prime indiscrezioni di corsia,l’Asp ha ritenuto opportuno non dare disponibilità al 118. Indiscrezioni non confermate con i vertici dell’Azienda sanitaria retta dal manager Paolo Salvatore Cantaro. La vicenda interesserebbe anche gli operatori di tutte le altre postazioni del territorio nisseno.
Quelli di Niscemi dovranno recarsi a Caltagirone e chi opera nel capoluogo addirittura ad Enna. Una vera e propria beffa per gli operatori che potrebbero essere costretti a chiedere una giornata e comunque a spostarsi in altre strutture ospedaliere del territorio.

Trovato un feto di quattro mesi tra i rifiuti dell'ospedale di Sciacca

La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
Gazzetta del Sud
Ed. del 15.02.2012 - pag. 24
n.d.
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Nel grigliato dei residui fognari. Inchiesta della Procura

SCIACCA - La procura di Sciacca indaga su un feto morto ritrovato ieri mattina tra i rifiuti speciali dell’ospedale Giovanni Paolo II. Il ritrovamento è stato fatto da un addetto alla raccolta dei rifiuti. E’ intervenuta la polizia di stato. Il procuratore capo Vincenzo Pantaleo ha disposto l’autopsia sul corpicino al fine di conoscere l’età del feto e le cause del decesso. «Stiamo conducendo un’attività funzionale alla ricostruzione dei fatti, ossia capire come il feto sia finito fra i rifiuti speciali e individuare la persona che ha abortito» ha detto il procuratore di Sciacca, Vincenzo Pantaleo, che sta coordinando il fascicolo di inchiesta sul feto ritrovato fra i rifiuti speciali dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca.
In una nota il direttore sanitario dell’Asp di Agrigento, Alfredo Zambuto, ha detto che «in ordine al ritrovamento all’interno del grigliato grossolano dei residui di fognatura della rete fognante dell’ospedale di Sciacca, di un feto di circa 16-17 settimane, si è provveduto ad informare immediatamente l’autorità giudiziaria per l’avvio delle indagini».
Nello stesso nosocomio, nel marzo del 2008 si verificò un caso analogo. Allora una puerpera partorì, prematuramente, alla 21esima settimana di gestazione, due gemelli: uno nacque già morto e rimase nella camera mortuaria dell’ospedale da dove sparì finendo fra i rifiuti speciali. Allora, però il padre reclamò la restituzione del corpicino e venne aperta un’inchiesta.
All’ospedale di Sciacca si registrano circa 250 interruzioni volontarie di gravidanza – entro il terzo mese - all’anno, mentre 130 circa sono gli aborti spontanei. La raccolta dei rifiuti speciali, al nosocomio, avviene due volte alla settimana. Quindi il feto ritrovato nelle ultime ore sarebbe riconducibile a un aborto recente. Un episodio su cui la comunità attende chiarezza e su cui indagherà certamente anche l’Assessorato regionale alla sanità.

118, si cambia: più mezzi E più compiti agli infermieri


La centrale operativa del 118 di Bergamo (Foto by YURI COLLEONI)


Parte oggi la riorganizzazione del servizio 118 in tutta la Lombardia. Per la nostra provincia significa un aumento dei mezzi di soccorso e il loro spostamento sul territorio in una visione «dinamica», che non avrà, cioè, confini territoriali né provinciali. 

«Ambulanze e automediche non saranno più in postazioni fisse – spiega il responsabile del 118 di Bergamo, Oliviero Valoti – e potranno essere utilizzate, a seconda delle necessità, da tutte le centrali». I mezzi di soccorso aumenteranno: due ambulanze medicalizzate (Gazzaniga, che sarà trasferita a Piario, e San Giovanni Bianco) diventeranno automediche (veicoli veloci con medico, infermiere e autista soccorritore), a cui si aggiungeranno le ambulanze per il trasporto dei pazienti. 

Ma ci saranno altre aggiunte e spostamenti, con servizi che passeranno da 12 a 24 ore, soprattutto in Valle Brembana e Seriana: la scheda che pubblichiamo spiega tutte le novità zona per zona, con le date di avvio. La riorganizzazione del soccorso servirà per rendere ancora più efficiente il servizio 118. 

«La novità operativa è l'applicazione di algoritmi infermieristici – precisa Valoti – che danno cioè la possibilità agli infermieri di eseguire trattamenti sotto la guida del medico della centrale operativa». 

L'intento della riorganizzazione è di lasciare a disposizione il medico per i codici rossi, i casi più gravi e urgenti. La riorganizzazione del 118 è solo la prima delle novità nel settore delle emergenze: entro la fine di quest'anno dovrebbe essere operativo – secondo un protocollo d'intesa firmato il 6 luglio 2011 dal presidente della Regione Roberto Formigoni e dal ministro dell'Interno Roberto Maroni – il numero unico europeo 112.
http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/268251_118_si_cambia_pi_mezzi_e_pi_compiti_agli_infermieri/

LA VITA E' UN DONO

                                                                                            
                                                                                                                     
   SABATO 18 FEBBRAIO 2012 ORE 10.00                                                     

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-          Club Donne Insieme                                                                                                                                            
-          Centro Aiuto alla Vita                                                                                                                                       
-          Associazione GHIRAN, Maniace                                                                                                                        
-           IPAB di Bronte                                                                                                                                                                                                                                               
-          Confraternita di  Misericordia di Bronte                                                                                                            
-          U.N.I.T.A.L.S.I.                                                                                                                                                    
-          Circolo di cultura “Enrico Cimbali”                                                                                                                
-          Circolo Anziani – Bronte                                                                                                                                    
-          Circolo Operaio- Bronte                                                                                                                                      
-          Croce Rossa Italiana sezioni di Bronte                                                                                                              
-          FSE Bronte 1 San Giuseppe Artigiano                                                                                                          
-          Rotary Club Aetna nord/ovest                                                                                                                         
-          Associazione Terapia del Sorriso                                                                                                                                      
-          Rangers di Sicilia- Bronte                                                                                                                                   

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Newsletter Speciale di ven 29 mag 2009

Il fumo nella storia
Attivo o passivo, il fumo occupa un posto eminente nella storia della medicina. Da dove proviene il vizio del fumo? [...]
Fumo e fumo passivo
Uno studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, ha dimostrato che a rimetterci sono sempre i bambini, anche se non sono ancora venuti alla luce. Con il commento del Dott. Paolo Noschese [...]
Il fumo danneggia seriamente la salute e smettere garantisce numerosi benefici
Il fumo fa male alla salute ed e' causa di danni che vanno dal problema estetico al tumore: e' scritto anche su ogni pacchetto di sigarette. Con il commento del Prof. Vincenzo Lazzaro [...]
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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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