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ADNKronos Salute - 20.04.2010 |
Ed. del 20.04.2010
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Camice bianco "fuori moda", per 8 pazienti su 10 meglio divisa colorata
Roma, 20 apr. (Adnkronos Salute) - Se fosse per i pazienti, i medici e gli infermieri avrebbero già detto addio al camice bianco. La storica divisa di chi lavora negli ambulatori e nelle corsie degli ospedali sembra essere diventata demodé. Otto pazienti su dieci, al classico camice bianco, sembrano preferire una divisa colorata, «perché facilita l'identificazione degli operatori sanitari». E' la prima stima di gradimento al progetto "I colori dell'assistenza" che l'Ausl 3 di Pistoia, promotrice dell'iniziativa, ha elaborato per l'Adnkronos Salute. Da qualche mese nelle corsie dei tre presidi ospedalieri dell'Asl 3 (il "Ceppo" di Pistoia, il "Cosma e Damiano" di Pescia e il "Filippo Pacini" di San Marcello) quasi tutto il personale (2.480 dipendenti su oltre tremila) indossa divise completamente colorate. Una novità che sembra piacere non solo ai pazienti, ma anche agli operatori sanitari. «L'introduzione delle divise colorate - spiega Chiara Gherardeschi, direttore sanitario dell'Ausl 3 - è stata gradita e vissuta dal personale stesso come un momento di rinnovamento. In particolare la maggioranza degli infermieri e degli operatori socio sanitari, circa il 70%, ha giudicato positivo il cambiamento che li rende più riconoscibili all'utenza». Per le casacche e i pantaloni degli infermieri, dei tecnici, degli operatori socio-sanitari, delle ostetriche e dei caposala sono stati scelti colori diversi in relazione alle funzioni svolte dagli stessi. Il bianco rimane come colore base, sia per i medici che per alcune altre figure, che comunque sono riconoscibili attraverso bordature di colore differente, ma la maggioranza delle divise convenzionali viene sostituita sia nella forma che nei colori.Per tutte le professioni, come modello della divisa, sono stati scelti la casacca e il pantalone in diversi colori e bordature: azzurro per gli infermieri, verde per gli operatori sociosanitari, giallo e azzurro per le ostetriche, blu e azzurro per i caposala, fino ad arrivare all'area materno-infantile dove addirittura le divise esplodono in una varietà cromatica e di effetto per i piccoli pazienti. Sono invece bluette le giacche, i pantaloni e le gonne degli operatori del front-line.
«Con l'introduzione delle divise colorate è più semplice differenziare i vari ruoli e - aggiunge direttore sanitario dell'Ausl 3 - per la prima volta anche il personale del front line è riconoscibile dalle uniformi bluette». Per la colorazione delle divise - fa sapere in una nota l'Azienda sanitaria - non è stato chiesto nessun incremento di spesa. La vestizione di ogni dipendente costa 24 euro al mese comprensivi di fornitura, lavaggio, consegna, cucitura ed eventuale sostituzione. Pollice all'insù alle divise colorate in corsia da parte del presidente nazionale dell'Ordine dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco. «Tutto quello che aiuta a rendere trasparente e comprensibile l'organizzazione sanitaria è utile», spiega. «Inoltre - aggiunge - è un modo per avvicinare i professionisti ai pazienti. E il fatto che questi manifestino il loro gradimento all'iniziativa non mi sorprende».
«In un ospedale - spiega Bianco - si muovono mediamente circa 25-30 professionalità sanitarie con diverse competenze. Un'iniziativa del genere è quindi positiva, perché migliora l'accessibilità dei pazienti alle cure». I colori, compresi quelli delle divise degli operatori sanitari, sembrano inoltre avere anche altre virtù all'interno di un ospedale. «Soprattutto nei reparti pediatrici - sottolinea il presidente della Fnomceo - le tinte più appariscenti inducono all'ottimismo. E poi - conclude Bianco - lo vediamo anche nelle fiction televisive a sfondo medico. In queste serie, medici e chirurghi indossano cuffie o mascherine sempre più colorate e fantasiose». Favorevole all'iniziativa anche Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, principale sindacato della dirigenza medica: «Sono d'accordo a diversificare i colori delle divise di chi lavora negli ospedali. Non solo tra i professionisti, ma anche tra le diversi funzioni». «In Italia - aggiunge Lusenti - non è la prima iniziativa di questo tipo. Anzi, posso dire che è una realtà già consolidata, abbastanza diffusa».
Visto il gradimento di pazienti e addetti ai lavori non è quindi difficile immaginare che presto anche nel nostro Paese, così come negli Stati Uniti, si potranno vedere in corsia divise di tutti i colori. «Negli Usa - conclude Lusenti - all'interno degli ospedali ci sono delle vere e proprie boutique che vendono divise di tutte le tinte».