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Cassazione. Ventotto le persone indagate per cemento depotenziato.
Agrigento, dissequestrato l'ospedale
AGRIGENTO. Annullato con rinvio il sequestro dell'ospedale di Agrigento a cui erano stati messi i sigilli lo scorso 28 luglio nell'ambito di un'inchiesta che ipotizza gravi carenze strutturali e l'utilizzo di calcestruzzo depotenziato. Lo ha deciso, nella serata di ieri, la Corte di Cassazione chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato dagli avvocati Giuseppe Scozzari, Diego Galluzzo e Francesco Scopelliti, difensori di alcuni dei ventotto indagati. In mattinata il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto l'accoglimento del ricorso sostenendo che, dagli atti dell'inchiesta, non emerge alcun pericolo di crollo, né tanto meno appariva sussistente l'ipotesi di reato di attentato che avrebbe giustificato il sequestro. I giudici della Suprema Corte hanno disposto un rinvio a un'altra sezione del riesarne per pronunciarsi nuovamente sulla questione. In caso di annullamento senza rinvio, il dissequestro sarebbe stato definitivo. Un mese fa il gip di Agrigento Alberto Davico aveva revocato l'ordine di sgombero dell'edificio sulla base dei lavori avviati dalla Protezione civile.
L'inchiesta - coordinata dal procuratore di Agrigento Di Natale, dall'aggiunto Fonzo e dal sostituto Pandolfi - ipotizza gravi irregolarità nella realizzazione dell'ospedale. Gli indagati, fra costruttori, manager della sanità e tecnici sono ventotto. È stata comunque scongiurata la drammatica ipotesi di chiudere la struttura a cinque anni dalla sua inaugurazione.
L'inchiesta - coordinata dal procuratore di Agrigento Di Natale, dall'aggiunto Fonzo e dal sostituto Pandolfi - ipotizza gravi irregolarità nella realizzazione dell'ospedale. Gli indagati, fra costruttori, manager della sanità e tecnici sono ventotto. È stata comunque scongiurata la drammatica ipotesi di chiudere la struttura a cinque anni dalla sua inaugurazione.
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