La Sicilia
Ed. del 23.05.2012 - pag. 17
Lorenzo Magrì
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In Sicilia si cambia. Il dott. La Delfa (Frnsi): «C'era troppa confusione»
Il decreto, firmato dall'asso Russo, disciplina i requisiti necessari per ottenere l'autorizzazione a rilasdare i certificati. La dotazione strumentale minima sono le apparecchiature per cardiologia, spirometria ed emergenza
La morte in campo di atleti come il volleista Igor Bovolenta e il calciatore Piermario Morosini e i problemi al cuore di Antonio Cassano hanno fatto accendere ancora di più i riflettori sulla tutela sanitaria nello sport. L’Italia è da sempre all’avanguardia in questo campo e anche la Sicilia ha sempre avuto un ruolo di primo piano soprattutto nella regolamentazione del rilascio del certificato utile per poter praticare l’attività sportiva in sicurezza.
La Federazione Medico Sportiva Italiana, in testa la Fmsi Sicilia diretta dal dotto Genny La Delfa, ha lamentato in Sicilia molta confusione e mancanza di controlli nelle visite mediche degli atleti e da anni sosteneva a ragione che nessun privato può rilasciare certificati di idoneità agonistica senza l’autorizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.
A mettere chiarezza e fugare tutti i dubbi su questo delicato argomento ci ha pensato, dopo un ritardo di oltre dieci anni l’Assessorato Regionale alla Sanità, uniformandosi alle altre regioni d’Italia, pubblicando lo scorso 18 maggio un Decreto Assessoriale che disciplina i requisiti strutturali, di personale e di attrezzature necessarie ai singoli specialisti in Medicina dello Sport per ottenere l’autorizzazione a rilasciare certificati di idoneità sportiva agonistica.
«Finisce così un periodo di confusione sulla salute degli atleti – spiega soddisfatto il dotto Genny La Delfa – i quali spesso venivano visitati in strutture e da medici non autorizzati come previsto dalla nostra legge regionale n. 36 del 2000, si potrà pertanto avere una esatta stima degli atleti che si sottopongono alle visite mediche e di coloro che sono dichiarati non idonei con comunicazione all’atleta, alla società sportiva, alla federazione di appartenenza ed alla commissione regionale d’appello a cui l’atleta escluso può ricorrere entro trenta giorni».
«Il decreto regola menta - spiega il dotto La Delfa - che anche gli atleti, a cui sono stati richiesti ulteriori accertamenti clinici, saranno giudicati inidonei per “insufficiente documentazione diagnostica” se non provvederanno entro un mese a portare al medico sportivo gli esami prescritti. Il decreto, firmato il 20 marzo dall’assessore alla Salute, il dott. Massimo Russo, prevede che nell’ambulatorio privato, i cui locali devono essere ad esclusivo utilizzo della medicina dello sport, sia sempre presente uno specialista in medicina dello sport ed un cardiologo durante tutto l’orario di apertura oltre ad un rapporto di consulenza con un otorino, un neurologo, un oculista ed un ortopedico o può avvalersi della collaborazione della Fmsi».
«La dotazione strumentale minima prevista - continua La Delfa - sono le apparecchiature per la cardiologia (elettrocardiografo e cicloergometro), per la spirometria e per le emergenze (kit di rianimazione e defibrillatore) ma anche l’audiometro per i subacquei e l’elettroencefalografo per i pugili ed i piloti». Da oggi il medico sportivo privato avrà la possibilità di presentare una regolare istanza all’Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato Regionale alla Salute il quale, avvalendosi delle Asp competenti per territorio, solo dopo averne verificato il possesso dei requisiti previsti comunicherà entro 90 giorni l’autorizzazione e solo da allora la struttura sarà abilitata ad emettere certificati di idoneità alla pratica sportiva agonistica.
«Un aspetto importante – conclude il dott. La Delfa - riguarda la divulgazione ufficiale delle strutture abilitate e dei singoli medici specialisti; le autorizzazioni rilasciate infatti saranno comunicate anche al Coni regionale che avrà obbligo di comunicare a tutte le Federazioni Sportive e per esse a tutte le società sportive agonistiche. Adesso la salute dell’atleta sarà più sicura perché la certificazione rappresenterà l’atto conclusivo di una visita eseguita con elevata professionalità ed in strutture sanitarie di alta qualità».
La Federazione Medico Sportiva Italiana, in testa la Fmsi Sicilia diretta dal dotto Genny La Delfa, ha lamentato in Sicilia molta confusione e mancanza di controlli nelle visite mediche degli atleti e da anni sosteneva a ragione che nessun privato può rilasciare certificati di idoneità agonistica senza l’autorizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.
A mettere chiarezza e fugare tutti i dubbi su questo delicato argomento ci ha pensato, dopo un ritardo di oltre dieci anni l’Assessorato Regionale alla Sanità, uniformandosi alle altre regioni d’Italia, pubblicando lo scorso 18 maggio un Decreto Assessoriale che disciplina i requisiti strutturali, di personale e di attrezzature necessarie ai singoli specialisti in Medicina dello Sport per ottenere l’autorizzazione a rilasciare certificati di idoneità sportiva agonistica.
«Finisce così un periodo di confusione sulla salute degli atleti – spiega soddisfatto il dotto Genny La Delfa – i quali spesso venivano visitati in strutture e da medici non autorizzati come previsto dalla nostra legge regionale n. 36 del 2000, si potrà pertanto avere una esatta stima degli atleti che si sottopongono alle visite mediche e di coloro che sono dichiarati non idonei con comunicazione all’atleta, alla società sportiva, alla federazione di appartenenza ed alla commissione regionale d’appello a cui l’atleta escluso può ricorrere entro trenta giorni».
«Il decreto regola menta - spiega il dotto La Delfa - che anche gli atleti, a cui sono stati richiesti ulteriori accertamenti clinici, saranno giudicati inidonei per “insufficiente documentazione diagnostica” se non provvederanno entro un mese a portare al medico sportivo gli esami prescritti. Il decreto, firmato il 20 marzo dall’assessore alla Salute, il dott. Massimo Russo, prevede che nell’ambulatorio privato, i cui locali devono essere ad esclusivo utilizzo della medicina dello sport, sia sempre presente uno specialista in medicina dello sport ed un cardiologo durante tutto l’orario di apertura oltre ad un rapporto di consulenza con un otorino, un neurologo, un oculista ed un ortopedico o può avvalersi della collaborazione della Fmsi».
«La dotazione strumentale minima prevista - continua La Delfa - sono le apparecchiature per la cardiologia (elettrocardiografo e cicloergometro), per la spirometria e per le emergenze (kit di rianimazione e defibrillatore) ma anche l’audiometro per i subacquei e l’elettroencefalografo per i pugili ed i piloti». Da oggi il medico sportivo privato avrà la possibilità di presentare una regolare istanza all’Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato Regionale alla Salute il quale, avvalendosi delle Asp competenti per territorio, solo dopo averne verificato il possesso dei requisiti previsti comunicherà entro 90 giorni l’autorizzazione e solo da allora la struttura sarà abilitata ad emettere certificati di idoneità alla pratica sportiva agonistica.
«Un aspetto importante – conclude il dott. La Delfa - riguarda la divulgazione ufficiale delle strutture abilitate e dei singoli medici specialisti; le autorizzazioni rilasciate infatti saranno comunicate anche al Coni regionale che avrà obbligo di comunicare a tutte le Federazioni Sportive e per esse a tutte le società sportive agonistiche. Adesso la salute dell’atleta sarà più sicura perché la certificazione rappresenterà l’atto conclusivo di una visita eseguita con elevata professionalità ed in strutture sanitarie di alta qualità».
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