La Sicilia
Ed. del 28.04.2012 - pag. 6
Ga.Be.
Articolo letto 9 volte
Il dibattito sul sistema di compartecipazione
ROMA - Archiviare il sistema di ticket ed esenzioni, che non sempre ha dato i risultati sperati sia in termini di equità che di incassi, e sostituirlo con un sistema a franchigia modulata sul reddito. È solo una delle ipotesi che incominciano ad essere avanzate (nel caso da ricercatori dell’Agenas) per rivedere il sistema della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, anche in vista della scure dei tagli in arrivo nel prossimo biennio. Una prima ipotesi, certo solo di scuola per ora, che però già incassa il no delle Regioni, attraverso il coordinatore degli assessori alla Sanità, Luca Coletto, perché si tradurrebbe in una “tassa sulla salute”.
I ticket sono stati, e saranno, uno dei temi caldi del confronto tra governo e Regioni alle prese sia con il rinnovo del Patto per la salute, sia con la gestione degli effetti della manovra di luglio 2011, targata Tremonti, che prevede un minor finanziamento del Fondo sanitario nazionale di circa 2,5 miliardi di euro il prossimo anno e altri 5 miliardi nel 2014. E di questi 5 miliardi, senza un accordo Stato-Regioni che sancisca altre vie, il «40%», cioè almeno due miliardi, andrà trovato con «misure di compartecipazione sull’assistenza farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale B. In sostanza nuovi ticket. Che, come riferiscono più fonti. si è anche ipotizzato di anticipare già al 2013. Ma l’ipotesi, respinta dalle Regioni, almeno perora pare caduta nel vuoto.
Se governo e autonomie, dopo un inizio sprint, si sono dati quindi tempo fino ad ottobre per concludere la trattativa (la scadenza iniziale del30 aprile era prevista dalla manovra, ma visto che tutte le misure non entrano in vigore prima di gennaio 2013 c’è ancora spazio per il confronto) i tecnici dell’una e dell’altra parte sono all’opera. E in particolare al ministero si sta lavorando per tradurre in concreto i principi enunciati più volte dal ministro, Renato Balduzzi: «equità e trasparenza» nella revisione dell’intero sistema dei ticket, che dovranno essere rimodulati sulla base del reddito ma anche del “quoziente familiare”. Tanto che da più parti non si esclude che già nelle prossime settimane possa arrivare una prima bozza di proposta, da analizzare con le Regioni.
Regioni che intanto valutano appunto come «da scartare» l’ipotesi lanciata dai ricercatori dell’Agenas del sistema a franchigia modulata sul reddito (con un contributo massimo del 3 per mille del reddito lordo, che si traduce ad esempio in 30 euro con un reddito di 10mila euro. che diventano 300 con un reddito di 100mila euro), superata la quale a pagare è il Servizio sanitario nazionale. «La franchigia - ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto colpirebbe tutti indistintamente» e non sarebbe altro che «la riedizione della “tassa sulla salute”
dei primi anni Novanta che poi fu sospesa». E visti i venti di crisi che non accennano a diminuire, questo, ha concluso, «non è certo il momento di aggiungere ulteriori tasse ai ticket».
I ticket sono stati, e saranno, uno dei temi caldi del confronto tra governo e Regioni alle prese sia con il rinnovo del Patto per la salute, sia con la gestione degli effetti della manovra di luglio 2011, targata Tremonti, che prevede un minor finanziamento del Fondo sanitario nazionale di circa 2,5 miliardi di euro il prossimo anno e altri 5 miliardi nel 2014. E di questi 5 miliardi, senza un accordo Stato-Regioni che sancisca altre vie, il «40%», cioè almeno due miliardi, andrà trovato con «misure di compartecipazione sull’assistenza farmaceutica e sulle altre prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale B. In sostanza nuovi ticket. Che, come riferiscono più fonti. si è anche ipotizzato di anticipare già al 2013. Ma l’ipotesi, respinta dalle Regioni, almeno perora pare caduta nel vuoto.
Se governo e autonomie, dopo un inizio sprint, si sono dati quindi tempo fino ad ottobre per concludere la trattativa (la scadenza iniziale del30 aprile era prevista dalla manovra, ma visto che tutte le misure non entrano in vigore prima di gennaio 2013 c’è ancora spazio per il confronto) i tecnici dell’una e dell’altra parte sono all’opera. E in particolare al ministero si sta lavorando per tradurre in concreto i principi enunciati più volte dal ministro, Renato Balduzzi: «equità e trasparenza» nella revisione dell’intero sistema dei ticket, che dovranno essere rimodulati sulla base del reddito ma anche del “quoziente familiare”. Tanto che da più parti non si esclude che già nelle prossime settimane possa arrivare una prima bozza di proposta, da analizzare con le Regioni.
Regioni che intanto valutano appunto come «da scartare» l’ipotesi lanciata dai ricercatori dell’Agenas del sistema a franchigia modulata sul reddito (con un contributo massimo del 3 per mille del reddito lordo, che si traduce ad esempio in 30 euro con un reddito di 10mila euro. che diventano 300 con un reddito di 100mila euro), superata la quale a pagare è il Servizio sanitario nazionale. «La franchigia - ha spiegato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto colpirebbe tutti indistintamente» e non sarebbe altro che «la riedizione della “tassa sulla salute”
dei primi anni Novanta che poi fu sospesa». E visti i venti di crisi che non accennano a diminuire, questo, ha concluso, «non è certo il momento di aggiungere ulteriori tasse ai ticket».
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti