La Repubblica
Ed. del 28.04.2012 - Palermo - pag. VIII
Giusi Spica
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Il Comune ha recepito la legge nazionale che liberalizza l'apertura. Polemica Federfarma: ''Ventisette sono troppe"
PALERMO - Per “vincere” le 27 nuove farmacie che apriranno i battenti in città entro un anno si dovrà superare un concorso per soli titoli. Addio ai vecchi libri da studiare per superare i quiz e ottenere l’ambitissima attività. A stabilirlo è il decreto Monti sulle liberalizzazioni, diventato legge amano e appena recepito dal commissario straordinario del Comune Luisa Latella.
Palazzo delle Aquile e tutti i comuni italiani avevano 30 giorni di tempo per fare i conteggi demografici e stabilire il numero delle farmacie da mettere a gara. Critica Federfarma Sicilia: «Il numero è troppo elevato e i concorsi per soli titoli penalizzano i giovani». La nuova normativa abbassa il quorum demografico portandolo da una farmacia ogni 4 mila abitanti a una ogni 3.300. Cifre alla mano, a Palermo si passerà da 170 a 197 farmacie. Le nuove attività sorgeranno nei quartieri periferici, meno serviti: Falsomiele, Brancaccio, Settecannoli, Mezzomonreale, Cruillas, San Lorenzo,
Tommaso Natale e Partanna. Ma non mancheranno nuove aperture in quartieri più centrali come Greto-Stazione, Noce, Villaggio Santa Rosalia.
Una nuova infornata di licenze dopo un stop più che decennale, che solletica l’appetito di molti farmacisti non ancora titolare. Basti pensare che oggi, i farmacisti sono tra i primi contribuenti dell’intera città.
Ma come si diventa titolari? E cosa cambia in questa tornata straordinaria di concessioni? Finora per diventare proprietari le strade erano due. Comprare la licenza da un vecchio titolare, a un costo che equivale più o meno al doppio del fatturato annuo dell’attività. Per farlo, basta avere tanti soldi da investire e l’iscrizione all’ordine professionale. Una strada, questa, praticata soprattutto dai figli dei farmacisti, che nella pratica ereditano l’esercizio dai padri anche se formalmente lo acquistano.
L’altra via è vincere il concorso superando una selezione per titoli ed esami. I requisiti minimi per partecipare sono due anni di lavoro certificati dall’Asp per contendersi una farmacia in città, oppure la semplice laurea e l’iscrizione all’albo per una farmacia rurale, in paesini o zone disagiate. Ai titoli, come in tutti i concorsi pubblici, va associata la prova: 100 quiz a risposta chiusa selezionati tra 3 mila quesiti stilati dal Ministero. A cambiare, nella nuova infornata, è proprio questo. Niente quiz, solo valutazione dell’anzianità di servizio e dei titoli universitari. Un unicum che ha sollevato molte polemiche. Per Francesco Mangano, presidente di Federfarma Sicilia, «le attività messe a gara sono troppe e le modalità di selezione anomale. La filosofia alla base del provvedimento era premiare chi da tanti anni lavora in zone disagiate, dando la possibilità di rientrare nei grandi centri urbani,ma il rischio è chiaramente di penalizzare i più giovani, i quali, però, hanno la possibilità di consorziarsi per accumulare gli anni di anzianità».
Non usa mezzi termini Biagio Gallo. titolare di una farmacia a Trapani, ex presidente di Federfarma Sicilia: «Le modalità sono totalmente contestabili. È ingiusto che la licenza venga regalata solo perché si è maturata un’anzianità, tarpando le ali ai giovani preparati che ambiscono a una farmacia». Non è l’unica anomalia del concorso. Perché, a essere penalizzati, sono anche i Comuni, ai quali viene preclusa la possibilità di esercitare il diritto di prelazione fino ad oggi riconosciuto. In tutta la Sicilia, sono una decina le farmacie comunali, di cui un paio in provincia di Palermo. La prossima mossa spetta all’assessorato regionale alla Salute, che ha il compito di bandire il concorso entro 180 giorni e stilare una graduatoria regionale. Ai primi in classifica,l’opportunità di scegliere la sede.
Palazzo delle Aquile e tutti i comuni italiani avevano 30 giorni di tempo per fare i conteggi demografici e stabilire il numero delle farmacie da mettere a gara. Critica Federfarma Sicilia: «Il numero è troppo elevato e i concorsi per soli titoli penalizzano i giovani». La nuova normativa abbassa il quorum demografico portandolo da una farmacia ogni 4 mila abitanti a una ogni 3.300. Cifre alla mano, a Palermo si passerà da 170 a 197 farmacie. Le nuove attività sorgeranno nei quartieri periferici, meno serviti: Falsomiele, Brancaccio, Settecannoli, Mezzomonreale, Cruillas, San Lorenzo,
Tommaso Natale e Partanna. Ma non mancheranno nuove aperture in quartieri più centrali come Greto-Stazione, Noce, Villaggio Santa Rosalia.
Una nuova infornata di licenze dopo un stop più che decennale, che solletica l’appetito di molti farmacisti non ancora titolare. Basti pensare che oggi, i farmacisti sono tra i primi contribuenti dell’intera città.
Ma come si diventa titolari? E cosa cambia in questa tornata straordinaria di concessioni? Finora per diventare proprietari le strade erano due. Comprare la licenza da un vecchio titolare, a un costo che equivale più o meno al doppio del fatturato annuo dell’attività. Per farlo, basta avere tanti soldi da investire e l’iscrizione all’ordine professionale. Una strada, questa, praticata soprattutto dai figli dei farmacisti, che nella pratica ereditano l’esercizio dai padri anche se formalmente lo acquistano.
L’altra via è vincere il concorso superando una selezione per titoli ed esami. I requisiti minimi per partecipare sono due anni di lavoro certificati dall’Asp per contendersi una farmacia in città, oppure la semplice laurea e l’iscrizione all’albo per una farmacia rurale, in paesini o zone disagiate. Ai titoli, come in tutti i concorsi pubblici, va associata la prova: 100 quiz a risposta chiusa selezionati tra 3 mila quesiti stilati dal Ministero. A cambiare, nella nuova infornata, è proprio questo. Niente quiz, solo valutazione dell’anzianità di servizio e dei titoli universitari. Un unicum che ha sollevato molte polemiche. Per Francesco Mangano, presidente di Federfarma Sicilia, «le attività messe a gara sono troppe e le modalità di selezione anomale. La filosofia alla base del provvedimento era premiare chi da tanti anni lavora in zone disagiate, dando la possibilità di rientrare nei grandi centri urbani,ma il rischio è chiaramente di penalizzare i più giovani, i quali, però, hanno la possibilità di consorziarsi per accumulare gli anni di anzianità».
Non usa mezzi termini Biagio Gallo. titolare di una farmacia a Trapani, ex presidente di Federfarma Sicilia: «Le modalità sono totalmente contestabili. È ingiusto che la licenza venga regalata solo perché si è maturata un’anzianità, tarpando le ali ai giovani preparati che ambiscono a una farmacia». Non è l’unica anomalia del concorso. Perché, a essere penalizzati, sono anche i Comuni, ai quali viene preclusa la possibilità di esercitare il diritto di prelazione fino ad oggi riconosciuto. In tutta la Sicilia, sono una decina le farmacie comunali, di cui un paio in provincia di Palermo. La prossima mossa spetta all’assessorato regionale alla Salute, che ha il compito di bandire il concorso entro 180 giorni e stilare una graduatoria regionale. Ai primi in classifica,l’opportunità di scegliere la sede.
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