Gazzetta del Sud
Ed. del 30.01.2012 - pag. 12
Stello Zaccaria
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Bono chiede lumi a Palermo ma è pronto a dimettersi
Fatta valere una norma recepita dalla Sicilia nell'86
SCIACCA - Il sindaco che svolge un lavoro per conto della Regione, deve scegliere se continuare a fare l’amministratore o il dipendente. Una lettera in tal senso è arrivata dall’assessorato regionale al sindaco di Sciacca Vito Bono, medico generico, da due anni e mezzo alla guida del Comune saccense. Lo
stesso dotto Bono ha illustrato il contenuto della nota ai suo sostenitori politici: l’art. 8 commi 1 e 2 della legge 154/ 81, recepita in Sicilia prescrive che «i dipendenti delle unità sanitarie locali, nonché i professionisti con esse convenzionati, non possono ricoprire la carica di sindaco (o di assessore) del Comune il cui territorio coincide con il territorio dell’unità sanitaria locale dalla quale dipendono, o con la quale sono convenzionati, nonché di sindaco (o di assessore) di Comune con popolazione superiore ai trentamila abitanti che concorre a costituire l’unità sanitaria locale». La
causa d’incompatibilità non ha effetto se, entro dieci giorni dalla data in cui diviene esecutiva la nomina, si chiede di essere collocati in aspettativa. Procedura che Bono non avrebbe rispettato.
Sciacca conta 42 mila abitanti e il sindaco è medico convenzionato con l’Asp di Agrigento. «Di fronte a una scelta - ha detto il sindaco ai suoi alleati nel corso della riunione di ieri pomeriggio - non ho dubbi a dedicarmi esclusivamente alla professione di medico». In ogni caso, Bono invierà un’ulteriore nota all’assessorato agli Enti locali per avere maggiori dettagli.
L’annuncio di Bono di volersi dimettere sconvolge la politica locale. Lui dovrebbe decidere in maniera definitiva entro domani: da due settimane è infatti in aspettativa con la sua professione e lo sarà fino al 31 gennaio. Lui la scelta l’ha già fatta, tornerà a fare il medico di famiglia a tempo pieno, ma la maggioranza che lo sostiene non ci sta, tutti ritengono che ci sono le condizioni giuridiche per opporsi e sospettano che in realtà il loro sindaco eletto nel 2009, abbia deciso di staccare la spina e mettere fine in anticipo ad un’esperienza che lo avrebbe sfiancato. Il sindaco di Sciacca non ha mai nascosto la sua profonda amarezza per attacchi anche sul piano personale e la delusione per critiche pervenute anche dagli stessi alleati. In un momento di profondo malessere nella maggioranza, ecco spuntare il caso della incompatibilità, riferito ad una vecchia norma, quando c’erano i comitati di gestione delle Usl e vi facevano parte gli amministratori comunali. Il sindaco ha fatto sapere di aver chiesto un ultimo chiarimento all’ufficio legislativo della Regione, e di attendere la risposta prima di rassegnare le sue dimissioni.
stesso dotto Bono ha illustrato il contenuto della nota ai suo sostenitori politici: l’art. 8 commi 1 e 2 della legge 154/ 81, recepita in Sicilia prescrive che «i dipendenti delle unità sanitarie locali, nonché i professionisti con esse convenzionati, non possono ricoprire la carica di sindaco (o di assessore) del Comune il cui territorio coincide con il territorio dell’unità sanitaria locale dalla quale dipendono, o con la quale sono convenzionati, nonché di sindaco (o di assessore) di Comune con popolazione superiore ai trentamila abitanti che concorre a costituire l’unità sanitaria locale». La
causa d’incompatibilità non ha effetto se, entro dieci giorni dalla data in cui diviene esecutiva la nomina, si chiede di essere collocati in aspettativa. Procedura che Bono non avrebbe rispettato.
Sciacca conta 42 mila abitanti e il sindaco è medico convenzionato con l’Asp di Agrigento. «Di fronte a una scelta - ha detto il sindaco ai suoi alleati nel corso della riunione di ieri pomeriggio - non ho dubbi a dedicarmi esclusivamente alla professione di medico». In ogni caso, Bono invierà un’ulteriore nota all’assessorato agli Enti locali per avere maggiori dettagli.
L’annuncio di Bono di volersi dimettere sconvolge la politica locale. Lui dovrebbe decidere in maniera definitiva entro domani: da due settimane è infatti in aspettativa con la sua professione e lo sarà fino al 31 gennaio. Lui la scelta l’ha già fatta, tornerà a fare il medico di famiglia a tempo pieno, ma la maggioranza che lo sostiene non ci sta, tutti ritengono che ci sono le condizioni giuridiche per opporsi e sospettano che in realtà il loro sindaco eletto nel 2009, abbia deciso di staccare la spina e mettere fine in anticipo ad un’esperienza che lo avrebbe sfiancato. Il sindaco di Sciacca non ha mai nascosto la sua profonda amarezza per attacchi anche sul piano personale e la delusione per critiche pervenute anche dagli stessi alleati. In un momento di profondo malessere nella maggioranza, ecco spuntare il caso della incompatibilità, riferito ad una vecchia norma, quando c’erano i comitati di gestione delle Usl e vi facevano parte gli amministratori comunali. Il sindaco ha fatto sapere di aver chiesto un ultimo chiarimento all’ufficio legislativo della Regione, e di attendere la risposta prima di rassegnare le sue dimissioni.
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