La Sicilia
Ed. del 02.12.2011 - Catania - pag. 44
Lucio Gambera
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CATANIA - Il processo di conversione è stato avviato: il «Rinaldi» di Vizzini dismetterà le vesti di presidio per l’emergenza territoriale (Pte), diventando punto di primo intervento (Ppi). Lo ha ufficialmente denunciato il sindacato Snami, che ha contestato al governo regionale, in un missiva, «il piano di smantellamento del servizio di emergenza-urgenza in Sicilia».
La notizia è già approdata negli ambienti sanitari di via Roma, che ospitano anche la postazione del 118. Secondo le nuove disposizioni dell’assessorato regionale alla Salute e dell’Asp di Catania, la Guardia medica resterà aperta per l’intera giornata e tratterà le richieste meno urgenti (codici bianchi). Un’ambulanza effettuerà i trasporti del Seus, con l’assistenza a bordo di un medico, fino all’ospedale «Gravina» di Caltagirone. Sarebbe inevitabile, comunque, la perdita di alcuni assetti occupazionali locali.
Non ha dubbi il responsabile sindacale del 118 siciliano, Antonino Grillo: «La chiusura del Pte non è in linea con il decentramento dei servizi. Il sindacato avvierà iniziative di protesta per difendere il diritto alla salute. Non è più tollerabile la distruzione di pezzi del sistema sanitario in difetto di concertazione. Il sindacato ha chiesto un incontro urgente, a Palermo, all’assessore Massimo Russo e alla sesta commissione dell’Ars».
Contro la soppressione del Pte si è espresso il medico Gregoria Costa, che svolge anche le funzioni di assessore comunale alla Sanità: «Non sono molto chiare le ragioni del mantenimento di altri presidi per l’emergenza nel Calatino-Sud Simeto. I vizzinesi non possono essere inclusi nella lista dei cittadini di serie B, dopo la perdita dell’ospedale. La nostra comunità non è disposta ad accettare uno scippo ulteriore».
Un appello alla mobilitazione popolare è giunto da Gianfranco Piluso, esercente di un’attività al pubblico: «Sembra prevalere un’incomprensibile linea di ostilità verso la salvaguardia degli attuali livelli sanitari. Occorre una forte azione di rivendicazione da tutte le parti istituzionali e sociali. Agli abitanti di Vizzini, che vivono in un’area marginale della provincia, non può essere calpestato sempre il diritto alla salute».
Contro la decisione del commissario dell’Asp, Gaetano Sirna, osservazioni sono state avanzate dal sindaco Vito Cortese: «La presenza del Pte ha finora assicurato una diagnostica accurata, riducendo l’afflusso nei pronto soccorso degli ospedali e offrendo un importante servizio di primo intervento. Il Ppi ha solo scopi di gestione dei codici bianchi, di continuità assistenziale e terapeutica. Anche i livelli di formazione e garanzia degli operatori sanitari - ha concluso il primo cittadino - sono molto differenti. La conversione, che si lega a una logica errata di risparmio, metterebbe a rischio la salute degli utenti».
La notizia è già approdata negli ambienti sanitari di via Roma, che ospitano anche la postazione del 118. Secondo le nuove disposizioni dell’assessorato regionale alla Salute e dell’Asp di Catania, la Guardia medica resterà aperta per l’intera giornata e tratterà le richieste meno urgenti (codici bianchi). Un’ambulanza effettuerà i trasporti del Seus, con l’assistenza a bordo di un medico, fino all’ospedale «Gravina» di Caltagirone. Sarebbe inevitabile, comunque, la perdita di alcuni assetti occupazionali locali.
Non ha dubbi il responsabile sindacale del 118 siciliano, Antonino Grillo: «La chiusura del Pte non è in linea con il decentramento dei servizi. Il sindacato avvierà iniziative di protesta per difendere il diritto alla salute. Non è più tollerabile la distruzione di pezzi del sistema sanitario in difetto di concertazione. Il sindacato ha chiesto un incontro urgente, a Palermo, all’assessore Massimo Russo e alla sesta commissione dell’Ars».
Contro la soppressione del Pte si è espresso il medico Gregoria Costa, che svolge anche le funzioni di assessore comunale alla Sanità: «Non sono molto chiare le ragioni del mantenimento di altri presidi per l’emergenza nel Calatino-Sud Simeto. I vizzinesi non possono essere inclusi nella lista dei cittadini di serie B, dopo la perdita dell’ospedale. La nostra comunità non è disposta ad accettare uno scippo ulteriore».
Un appello alla mobilitazione popolare è giunto da Gianfranco Piluso, esercente di un’attività al pubblico: «Sembra prevalere un’incomprensibile linea di ostilità verso la salvaguardia degli attuali livelli sanitari. Occorre una forte azione di rivendicazione da tutte le parti istituzionali e sociali. Agli abitanti di Vizzini, che vivono in un’area marginale della provincia, non può essere calpestato sempre il diritto alla salute».
Contro la decisione del commissario dell’Asp, Gaetano Sirna, osservazioni sono state avanzate dal sindaco Vito Cortese: «La presenza del Pte ha finora assicurato una diagnostica accurata, riducendo l’afflusso nei pronto soccorso degli ospedali e offrendo un importante servizio di primo intervento. Il Ppi ha solo scopi di gestione dei codici bianchi, di continuità assistenziale e terapeutica. Anche i livelli di formazione e garanzia degli operatori sanitari - ha concluso il primo cittadino - sono molto differenti. La conversione, che si lega a una logica errata di risparmio, metterebbe a rischio la salute degli utenti».
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