Una signora di Randazzo di 60 anni chiama il numero unico dell’Asp 3 di Catania per prenotare un’ecografia al seno e scopre che, se voleva recarsi nel centro più vicino che è Bronte, l’esame non poteva essere effettuato prima del 15 marzo del 2013. L’ecografia al seno è un esame importante che la signora deve effettuare ogni 2 anni per controllo. I due anni scadono fra qualche mese e quindi la signora preoccupata e comprensibilmente anche un po’ arrabbiata si è rivolta al sindaco, Ernesto Del Campo, che ha deciso di sposare la sua protesta. “Se non fosse tragicamente vero e sulla pelle dei pazienti – afferma il primo cittadino di Randazzo – ci sarebbe da sorridere. Chi, anche per un semplice controllo richiede una ecografia al seno è perché teme per la propria salute, che in un anno e mezzo, ovvero nei tempi di attesa dell’Asp potrebbe rischiare di peggiorare”. “Vero è – continua Del Campo – che la signora non aveva ancora la ricetta con il codice di priorità del proprio medico, ma è anche vero che l’operatore del call center non lo ha richiesto. Anzi, di fronte alle proteste della donna ha affermato che anche scegliendo un’altra struttura i tempi di attesa non sarebbero stati inferiori a un anno”.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 04-11-2011
IL CASO DI ERNESTO ROMANO; UN’ECOGRAFIA AL SENO? VENGA NEL 2013
Un anno e 4 mesi di attesa per potersi sottoporre a un’ecografia al seno all’ospedale di Bronte. E’ il tempo prospettato a una sessantenne di Randazzo, Comune ai piedi dell’Etna, che nei giorni scorsi ha telefonato al numero verde dell’Asp 3 per prenotare l’esame a cui deve sottoporsi ogni due anni. Probabilmente la signora non sapeva, però, che proprio nell’ottica di migliorare il servizio, da qualche tempo l’Asp ha indicato ai medici di base una scala di priorità, una sorte di triage delle prenotazioni. Inoltre, nel caso in cui nella sede prescelta dal paziente ci sia una lista d’attesa lunga così, è possibile prenotare nelle strutture di altri Comuni per accorciare i tempi. La paziente, è vero, non aveva la prescrizione del medico con la specifica del codice di priorità, ma l’operatore non le ha chiesto di fornirgli quel dato. Anzi, di fronte alle legittime proteste della donna le avrebbe detto – il condizionale è d’obbligo – che “comunque avrebbe atteso almeno un anno anche scegliendo un’altra struttura”. A questo punto la signora, arrabbiata e preoccupata per ciò che potrebbe succederle da qui all’ecografia, si è rivolta al sindaco randazzese, Ernesto Del Campo, che ha deciso di sposare la sua causa. Non sappiamo come andrà a finire, sappiamo solo che l’Asp sta approfondendo la vicenda. Poi dicono che prevenire è meglio che curare. La verità, amara, è che oggi è possibile prevenire, e quindi rendersi conto tempestivamente di cosa ci fa star male, solo rivolgendosi a una struttura privata. Per prevenire, insomma, è meglio pagare.
Ernesto Romano fonte “La Sicilia” del 04-11-2011
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