La Sicilia
Ed. del 28.10.2011 - pag. 40
A.T.
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Contestato il decreto della Regione
Con tutta probabilità, quella di quest’anno, a Catania come in tutto il resto dell’Isola, sarà una vaccinazione antinfluenzale senza il coinvolgimento dei medici di famiglia. Infatti la Fimmg, organizzazione che rappresenta la stragrande maggioranza di professionisti di tale categoria, contesta il decreto assessoriale nella parte in cui si stabiliscono le regole che stanno alla base della retribuzione destinata ai medici stessi per ogni pratica vaccinale eseguita nel proprio ambulatorio ritenendo la stessa non solo inadeguata ma anche subordinata a tal une condizioni-capestro che rendono ulteriormente inaccettabile il coinvolgimento diretto dei professionisti nella campagna medesima: donde il fermento della categoria e la minaccia, appunto, di un forfait.
Da alcuni anni quella della vaccinazione antinfluenzale negli ambulatori dei medici ha rappresentato una valida alternativa ai presidii territoriali stabiliti dall’azienda sanitaria provinciale in città e nell’hinterland: soluzione questa indiscutibilmente comoda per gli aventi diritto alla stessa vaccinazione gratuita e precisamente per i soggetti a rischio individuati negli ultrasessantaquattrenni, nei cardiopatici, nei diabetici, nei dismetabolici e in coloro che sono affetti da asma e da altre affezioni croniche dell’ apparato respiratorio. Per tale collaborazione i medici che hanno aderito all’iniziativa medesima hanno percepito una retribuzione aggirantesi sui sei euro per ogni assistito vaccinato e per quest’anno tutto sembrava destinato a ricalcare le condizioni del passato sino a quando non si parò per gli stessi professionisti una novità negativa: sotto forma dapprima di riduzione di tale tariffa nella misura di due euro (prospettiva questa rientrata a seguito della protesta dei sindacati) e poi sulla subordinazione, di tale tariffa e relativo premio per ogni assistito vaccinato, al raggiungi mento di una percentuale del 75 per cento di vaccinazioni sul totale degli assistiti a rischio in forza al singolo medico.
Adesso, come già detto, la protesta e con essa la ferma intenzione del sindacato a non partecipare alla campagna vaccinale: ambedue decisioni che saranno ratificate domenica prossima nel corso di un’apposita riunione che è in programma a Pergusa e che avrà un seguito la settimana dopo con un incontro della rappresentativa sindacale con l’assessore della Sanità a Palermo.
Da alcuni anni quella della vaccinazione antinfluenzale negli ambulatori dei medici ha rappresentato una valida alternativa ai presidii territoriali stabiliti dall’azienda sanitaria provinciale in città e nell’hinterland: soluzione questa indiscutibilmente comoda per gli aventi diritto alla stessa vaccinazione gratuita e precisamente per i soggetti a rischio individuati negli ultrasessantaquattrenni, nei cardiopatici, nei diabetici, nei dismetabolici e in coloro che sono affetti da asma e da altre affezioni croniche dell’ apparato respiratorio. Per tale collaborazione i medici che hanno aderito all’iniziativa medesima hanno percepito una retribuzione aggirantesi sui sei euro per ogni assistito vaccinato e per quest’anno tutto sembrava destinato a ricalcare le condizioni del passato sino a quando non si parò per gli stessi professionisti una novità negativa: sotto forma dapprima di riduzione di tale tariffa nella misura di due euro (prospettiva questa rientrata a seguito della protesta dei sindacati) e poi sulla subordinazione, di tale tariffa e relativo premio per ogni assistito vaccinato, al raggiungi mento di una percentuale del 75 per cento di vaccinazioni sul totale degli assistiti a rischio in forza al singolo medico.
Adesso, come già detto, la protesta e con essa la ferma intenzione del sindacato a non partecipare alla campagna vaccinale: ambedue decisioni che saranno ratificate domenica prossima nel corso di un’apposita riunione che è in programma a Pergusa e che avrà un seguito la settimana dopo con un incontro della rappresentativa sindacale con l’assessore della Sanità a Palermo.
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