La Sicilia
Ed. del 29.10.2011 - Siracusa - pag. 44
Roberto Nastasi
Articolo letto 58 volte
CASO OSPEDALE. Interviene Padua, presidente del Tribunale del malato
NOTO - «Il Pta? cosa sarà mai?». Monta sempre più la rabbia e la delusione dei cittadini di Noto che non comprendono cosa ne sarà del loro ospedale, soppiantato da una struttura di cui resta ancora sconosciuto il significato. È solo apparente la rassegnazione, nel vedere all’ingresso principale dell’ospedale, una nuova imponente insegna con scritto: «Pta, Presidio territoriale di assistenza» in sostituzione dell’antica intestazione dell’ospedale Trigona.
Chi non si rassegna, si rende interprete del malcontento generale, è il responsabile del locale Tribunale dei diritti del malato, Vittorio Padua. «È inverosimile assistere passivamente alle scelte operate dall’Asp di Siracusa - dice - che ha istituito presso l’ospedale Trigona un vuoto contenitore che non risponde, allo stato attuale, alla effettiva domanda di salute per il cittadino utente. Ciò che lascia molto perplessi è che l’Asp ha voluto procedere senza alcuna specificazione in termini economici, e senza illustrare i propri progetti alle autorità istituzionali. E’ fuorviante pensare che la medicina del territorio, sia compresa in una sola parola: Pta. Questo dovrebbe rappresentare soltanto una cellula, importante, ma di una ancor più complessa organizzazione della medicina preventiva. Può essere definito Pta un semplice trasferimento di beni e servizi dai locali dell’ex Inam in ospedale?».
Per Padua l’istituzione del Pta si ridurrebbe in pratica ad una semplice tinteggiatura di stanze più o meno colorate vivacemente, che certamente non può costituire arricchimento per l’assistenza. «Lascia sgomenti - aggiunge - il fatto che il presidente Lombardo, in occasione della campagna elettorale del giugno scorso, aveva preso precisi impegni affinché il Trigona diventasse un polo di eccellenza sanitaria garantendo l’esistenza degli attuali reparti implementati da una integrazione del Privato accreditato. C’era stato inoltre l’impegno di contestualizzare l’intero assetto sanitario in ambedue gli ospedali. Allo stato attuale, intendere il Pta quale sommatoria di attività già svolte dal Distretto sanitario di base è semplicemente una burla ai cittadini che sopportano cronicamente lunghi tempi di attesa per ottenere una prestazione specialistica».
Secondo il responsabile del Tdm, il management aziendale se fosse stato attento e puntuale, avrebbe dovuto condividere l’intero progetto con la politica locale e provinciale poiché le scelte sanitarie inadeguate ricadono sulla pelle dei cittadini che vedono ancor più mortificato il loro diritto alla salute. «Si auspica - conclude con una nota di speranza Padua - che la rete politico-istituzionale possa dare risposte concrete alla domanda sanitaria nel contesto della zona sud di Siracusa ed ancor più in generale in ambito provinciale».
Chi non si rassegna, si rende interprete del malcontento generale, è il responsabile del locale Tribunale dei diritti del malato, Vittorio Padua. «È inverosimile assistere passivamente alle scelte operate dall’Asp di Siracusa - dice - che ha istituito presso l’ospedale Trigona un vuoto contenitore che non risponde, allo stato attuale, alla effettiva domanda di salute per il cittadino utente. Ciò che lascia molto perplessi è che l’Asp ha voluto procedere senza alcuna specificazione in termini economici, e senza illustrare i propri progetti alle autorità istituzionali. E’ fuorviante pensare che la medicina del territorio, sia compresa in una sola parola: Pta. Questo dovrebbe rappresentare soltanto una cellula, importante, ma di una ancor più complessa organizzazione della medicina preventiva. Può essere definito Pta un semplice trasferimento di beni e servizi dai locali dell’ex Inam in ospedale?».
Per Padua l’istituzione del Pta si ridurrebbe in pratica ad una semplice tinteggiatura di stanze più o meno colorate vivacemente, che certamente non può costituire arricchimento per l’assistenza. «Lascia sgomenti - aggiunge - il fatto che il presidente Lombardo, in occasione della campagna elettorale del giugno scorso, aveva preso precisi impegni affinché il Trigona diventasse un polo di eccellenza sanitaria garantendo l’esistenza degli attuali reparti implementati da una integrazione del Privato accreditato. C’era stato inoltre l’impegno di contestualizzare l’intero assetto sanitario in ambedue gli ospedali. Allo stato attuale, intendere il Pta quale sommatoria di attività già svolte dal Distretto sanitario di base è semplicemente una burla ai cittadini che sopportano cronicamente lunghi tempi di attesa per ottenere una prestazione specialistica».
Secondo il responsabile del Tdm, il management aziendale se fosse stato attento e puntuale, avrebbe dovuto condividere l’intero progetto con la politica locale e provinciale poiché le scelte sanitarie inadeguate ricadono sulla pelle dei cittadini che vedono ancor più mortificato il loro diritto alla salute. «Si auspica - conclude con una nota di speranza Padua - che la rete politico-istituzionale possa dare risposte concrete alla domanda sanitaria nel contesto della zona sud di Siracusa ed ancor più in generale in ambito provinciale».
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti