La Sicilia
Ed. del 21.10.2011 - Catania - pag. 34
VI.RO.
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CATANIA - Per guarire la Sanità malata la Cgil chiede che si apra un confronto serio che serva ad affrontare in modo organico e razionale i problemi amministrativi e di risorse umane delle singole strutture, al quale partecipino anche Cisl e Uil, l'assessore regionale, il commissario dell'Asp e i direttori generali delle Aziende ospedaliere. Ecco le proposte della Cgil.
Prevenzione. Occorre un confronto dedicato alla prevenzione sui luoghi di lavoro. La prevenzione, sia in campo sociale sia sanitario, è stata sottovalutata in questi anni ma oggi è fondamentale, di fronte all'evoluzione del quadro epidemiologico, alla transizione demografica e alle grandi trasformazioni sociali.
Emergenza-Urgenza. In questo comparto la riforma non è mai decollata. Continuano a registrarsi grossi punti di criticità nel sistema di emergenza-urgenza dovuti ai ritardi nell'individuazione dei requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture ospedaliere e territoriali in funzione dei diversi livelli di emergenza territoriale. Infatti, le attese intollerabili ai Pronto Soccorso, la continua riduzione di personale nelle ambulanze medicalizzate del 118 ne sono gli esempi più eclatanti. Sull'emergenza non si possono continuare a seguire logiche di risparmio, c'è di mezzo la vita delle persone.
Centralità delle cure primarie e delle strutture territoriali. Centralità, con particolare attenzione rivolta allo sviluppo dei servizi ad alta integrazione socio-sanitaria (aree salute mentale, dipendenze, anziani, handicap, materno-infantile) spesso trascurati.
Accreditamento delle strutture d'offerta (cliniche private). Il buon funzionamento del sistema di accreditamento è necessario sia per salvaguardare il modello universale e la qualità del Ssr, sia per favorire il risanamento, nelle quali il disavanzo si accompagna a un'elevata spesa verso i privati accreditati. Si tratta di assicurare l'integrazione -e non la competizione - tra erogatori pubblici ed erogatori privati. In particolare, occorre assumere come centrali e pregiudiziali, tra i criteri di accreditamento, il rispetto dei diritti del lavoro e dei contratti collettivi.
Prevenzione. Occorre un confronto dedicato alla prevenzione sui luoghi di lavoro. La prevenzione, sia in campo sociale sia sanitario, è stata sottovalutata in questi anni ma oggi è fondamentale, di fronte all'evoluzione del quadro epidemiologico, alla transizione demografica e alle grandi trasformazioni sociali.
Emergenza-Urgenza. In questo comparto la riforma non è mai decollata. Continuano a registrarsi grossi punti di criticità nel sistema di emergenza-urgenza dovuti ai ritardi nell'individuazione dei requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture ospedaliere e territoriali in funzione dei diversi livelli di emergenza territoriale. Infatti, le attese intollerabili ai Pronto Soccorso, la continua riduzione di personale nelle ambulanze medicalizzate del 118 ne sono gli esempi più eclatanti. Sull'emergenza non si possono continuare a seguire logiche di risparmio, c'è di mezzo la vita delle persone.
Centralità delle cure primarie e delle strutture territoriali. Centralità, con particolare attenzione rivolta allo sviluppo dei servizi ad alta integrazione socio-sanitaria (aree salute mentale, dipendenze, anziani, handicap, materno-infantile) spesso trascurati.
Accreditamento delle strutture d'offerta (cliniche private). Il buon funzionamento del sistema di accreditamento è necessario sia per salvaguardare il modello universale e la qualità del Ssr, sia per favorire il risanamento, nelle quali il disavanzo si accompagna a un'elevata spesa verso i privati accreditati. Si tratta di assicurare l'integrazione -e non la competizione - tra erogatori pubblici ed erogatori privati. In particolare, occorre assumere come centrali e pregiudiziali, tra i criteri di accreditamento, il rispetto dei diritti del lavoro e dei contratti collettivi.
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