Quotidiano di Sicilia
Ed. del 21.10.2011 - pag. 3
Stiben Mesa Paniagua
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È quanto emerge dalla lettura di alcuni indicatori selezionati per paragonare il gap tra l'Isola e le altre Regioni italiane
Indietro anche per quanto riguarda l'ammodernamento delle strutture rispetto alla sicurezza
PALERMO - Le infrastrutture sanitarie e l’assistenza sociale in Sicilia possono considerarsi “quasi” in linea con i valori medi italiani, al di là di alcune gravi carenze specifiche come nel settore dell’assistenza alle categorie svantaggiate (anziani, disabili fisici e psichici). E quanto emerge dalla lettura di alcuni degli indicatori selezionati per paragonare il gap, nel settore sanitario dell’Isola nei confronti delle altre Regioni e della Nazione.
Questi numeri (vedi tabella 6.1, "Indicatori sull’assistenza sanitaria"), elaborati dal Servizio Statistica della Regione Siciliana su dati Istat, Health for all e ministero della Salute - sono stati pubblicati nella Relazione sulla situazione economica della Regione siciliana 2010, documento che serve per facilitare agli Organi di Governo ed al Parlamento regionale, la programmazione per il sostegno e la promozione dell’economia siciliana.
Ciò che non emerge da questi dati statistici, come la stessa Relazione ammette, «è il grave problema dell’adeguamento e della modernizzazione delle strutture che sconta un grave ritardo soprattutto in merito al rispetto dei criteri antisismici e dell’efficienza energetica». Consideriamo infatti che si tratta di dati quantitativi e non qualitativi.
Le variabili utilizzate nell’analisi della dotazione sanitaria sono molteplici: alcuni indicatori provengono dalla banca dati Health for all (offerta di posti letto, presenza di medici, personale sanitario ausiliario e apparecchiature di diagnosi e cura, tasso di utilizzo dei posti letto e migrazione in altre regioni per ricoveri ordinari acuti), curati dall’Istat, altri dall’ Annuario statistico del servizio sanitario nazionale (caratteristiche organizzative delle As1: assistenza di base, medicina generale, pediatria, punti di guardia medica, e assistenza territoriale erogata dalle strutture sanitarie quali ambulatori e laboratori, consultori materno-infantili, assistenza agli anziani, ai disabili fisici e a quelli psichici), curati dal ministero della Salute.
Osservando nel dettaglio i dati relativi agli “Indicatori sull’assistenza sanitaria”, sono diversi i ritardi che si possono individuare. Si può notare, ad esempio, che nell’Isola solo il 55,6 per cento delle Asp offre il servizio del Centro unico di prenotazione (Cup), che è essenzialmente uno sportello centrale per velocizzare la prenotazione di visite mediche – anche se con la recente riforma si sta cercando di diffondere a tappeto su tutto il territorio - mentre in Italia questo strumento ha una diffusione media del 70,8 per cento. Ben più ampio è il ritardo che le Asp della Regione hanno nel campo dell’ Assistenza domiciliare integrata: 77,8 contro il 96,5 per cento delle Asp italiane. Stesso discorso vale per le strutture preposte all’ assistenza a favore delle donne con figli e ali’ assistenza psichiatrica, (considerando che nella tabella sono indicate il numero di strutture ogni 100 mila abitanti). Rispetto alle infrastrutture volte a curare e sostenere le categorie di soggetti più svantaggiati (anziani, disabili fisici e psichici), si può notare in linea generale, un evidente gap rispetto ai valori medi italiani in termini di disponibilità di strutture per la dimensione demografica.
Un altro ritardo infrastrutturale riguarda la presenza di strutture sanitarie pubbliche con attività di laboratorio e diagnostica strumentale così come dei posti letto per la lungo degenza sia pubblici che privati. C’è, infine, un chiaro-ritardo nel numero delle strutture con dipartimento di emergenza e con centro di rianimazione.
Questi numeri (vedi tabella 6.1, "Indicatori sull’assistenza sanitaria"), elaborati dal Servizio Statistica della Regione Siciliana su dati Istat, Health for all e ministero della Salute - sono stati pubblicati nella Relazione sulla situazione economica della Regione siciliana 2010, documento che serve per facilitare agli Organi di Governo ed al Parlamento regionale, la programmazione per il sostegno e la promozione dell’economia siciliana.
Ciò che non emerge da questi dati statistici, come la stessa Relazione ammette, «è il grave problema dell’adeguamento e della modernizzazione delle strutture che sconta un grave ritardo soprattutto in merito al rispetto dei criteri antisismici e dell’efficienza energetica». Consideriamo infatti che si tratta di dati quantitativi e non qualitativi.
Le variabili utilizzate nell’analisi della dotazione sanitaria sono molteplici: alcuni indicatori provengono dalla banca dati Health for all (offerta di posti letto, presenza di medici, personale sanitario ausiliario e apparecchiature di diagnosi e cura, tasso di utilizzo dei posti letto e migrazione in altre regioni per ricoveri ordinari acuti), curati dall’Istat, altri dall’ Annuario statistico del servizio sanitario nazionale (caratteristiche organizzative delle As1: assistenza di base, medicina generale, pediatria, punti di guardia medica, e assistenza territoriale erogata dalle strutture sanitarie quali ambulatori e laboratori, consultori materno-infantili, assistenza agli anziani, ai disabili fisici e a quelli psichici), curati dal ministero della Salute.
Osservando nel dettaglio i dati relativi agli “Indicatori sull’assistenza sanitaria”, sono diversi i ritardi che si possono individuare. Si può notare, ad esempio, che nell’Isola solo il 55,6 per cento delle Asp offre il servizio del Centro unico di prenotazione (Cup), che è essenzialmente uno sportello centrale per velocizzare la prenotazione di visite mediche – anche se con la recente riforma si sta cercando di diffondere a tappeto su tutto il territorio - mentre in Italia questo strumento ha una diffusione media del 70,8 per cento. Ben più ampio è il ritardo che le Asp della Regione hanno nel campo dell’ Assistenza domiciliare integrata: 77,8 contro il 96,5 per cento delle Asp italiane. Stesso discorso vale per le strutture preposte all’ assistenza a favore delle donne con figli e ali’ assistenza psichiatrica, (considerando che nella tabella sono indicate il numero di strutture ogni 100 mila abitanti). Rispetto alle infrastrutture volte a curare e sostenere le categorie di soggetti più svantaggiati (anziani, disabili fisici e psichici), si può notare in linea generale, un evidente gap rispetto ai valori medi italiani in termini di disponibilità di strutture per la dimensione demografica.
Un altro ritardo infrastrutturale riguarda la presenza di strutture sanitarie pubbliche con attività di laboratorio e diagnostica strumentale così come dei posti letto per la lungo degenza sia pubblici che privati. C’è, infine, un chiaro-ritardo nel numero delle strutture con dipartimento di emergenza e con centro di rianimazione.
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