Giornale di Sicilia
Ed. del 04.10.2011 - pag. 7
n.d.
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Sull'isola sei consiglieri occupano l'aula. Un corteo nel centro madonita
PALERMO - Da Petralia a Pantelleria, nuovo giorno di protesta contro la chiusura dei punti nascite, come stabilito con decreto la scorsa settimana dall’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. A Pantelleria i sei consiglieri del gruppo di minoranza «Progetto Pantelleria» hanno occupato l’aula consiliare del Comune. I consiglieri di «Progetto Pantelleria» ritengono «fortemente penalizzante per le famiglie dell’isola la soppressione presso l’ospedale Nagar del punto nascita che costringerà le mamme ad andare a partorire nella migliore delle ipotesi a Trapani».
A Petralia Sottana, sulle Madonie, i cittadini, con sindaci, studenti, anziani, donne in gravidanza, religiosi, hanno partecipato ad un lungo corteo che si è snodato fino all’ospedale.
I negozi hanno abbassato le saracinesche mentre oltre 4 mila cittadini protestavano contro la decisione della Regione. «La garanzia del mantenimento dei 79 posti letto, previsti a Petralia Sottana, è venuta meno. Abbiamo assistito» afferma Santo Inguaggiato, sindaco di Petralia Sottana, «alla cancellazione del reparto di ortopedia, specialità della quale non è stato mantenuto neanche il servizio».
«Nelle Madonie bisogna poter nascere, e vivere, nel migliore dei modi. Oggi Petralia si è mobilitata contro la chiusura del punto nascite, ed è arrivato un segnale fortissimo dalla partecipazione cittadini, associazioni, amministratori, politici e forze sociali» commenta Pino Apprendi, deputato regionale del Pd. «Il decreto dell’assessorato alla Salute va rivisto» aggiunge il deputato nazionale del Pd, Tonino Russo. «Russo si mostra sordo alle giuste istanze di chi si sente preso in giro, come i sindaci delle Madonie, che rischiano di vedere smantellato un ospedale che invece è garanzia di assistenza per i territori periferici» afferma Nino Dina, rappresentante regionale dei Popolari di Italia Domani.
A Petralia Sottana, sulle Madonie, i cittadini, con sindaci, studenti, anziani, donne in gravidanza, religiosi, hanno partecipato ad un lungo corteo che si è snodato fino all’ospedale.
I negozi hanno abbassato le saracinesche mentre oltre 4 mila cittadini protestavano contro la decisione della Regione. «La garanzia del mantenimento dei 79 posti letto, previsti a Petralia Sottana, è venuta meno. Abbiamo assistito» afferma Santo Inguaggiato, sindaco di Petralia Sottana, «alla cancellazione del reparto di ortopedia, specialità della quale non è stato mantenuto neanche il servizio».
«Nelle Madonie bisogna poter nascere, e vivere, nel migliore dei modi. Oggi Petralia si è mobilitata contro la chiusura del punto nascite, ed è arrivato un segnale fortissimo dalla partecipazione cittadini, associazioni, amministratori, politici e forze sociali» commenta Pino Apprendi, deputato regionale del Pd. «Il decreto dell’assessorato alla Salute va rivisto» aggiunge il deputato nazionale del Pd, Tonino Russo. «Russo si mostra sordo alle giuste istanze di chi si sente preso in giro, come i sindaci delle Madonie, che rischiano di vedere smantellato un ospedale che invece è garanzia di assistenza per i territori periferici» afferma Nino Dina, rappresentante regionale dei Popolari di Italia Domani.
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