Giornale di Sicilia
Ed. del 21.10.2011 - pag. 8
Giacinto Pipitone
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INTERVISTA. L'assessore Russo: «Con noi regole certe e carte in Procura»
PALERMO - «Questi sono gli effetti di una cura del sistema iniziata tre anni fa. Abbiamo messo regole in un sistema prima permeabile a interessi illeciti e mafiosi. Adesso se ci sono fatti dubbi le carte si mandano in Procura, non vengono nascoste come in passato. E io penso che scopriremo anche qualcos’altro perché un sistema si è sbriciolato e la magistratura sta arrivando. Può sembrare lenta, ma arriva»: Massimo Russo, assessore alla Salute, rilegge gli ultimi fatti di cronaca. E fotografa arresti e denunce come il nuovo volto della sanità e della Regione.
Secondo lei perché si stanno moltiplicando le inchieste giudiziarie sulla sanità?
«Proprio dalla sanità è stato instaurato un metodo nuovo alla Regione e si sono determinate le condizioni politiche per sbriciolare il vecchio sistema. Tre anni fa, appena arrivato in assessorato, ho trovato un malato sul punto di morire. Abbiamo approntato una cura fatta di regole e il sistema ha reagito alle cure. È la stessa cosa che sta facendo l’intero governo in tanti altri settori».
Va detto che non stiamo parlando di condanne ma solo di accuse, al Cervello come per i medici assenteisti di Villa Sofia e in tanti altri casi.
«Attendiamo le eventuali condanne, questo è vero. Ma ricordo che fra i primi obiettivi che ho dato ai nuovi manager quasi due anni fa c’era proprio quello di analizzare gli atti dei predecessori ed eventualmente spedire le carte alle autorità competenti. Chi ha sbagliato pagherà, lo avevo detto all’inizio del mio mandato. Ma non ero stato creduto» .
Dunque, secondo lei, i nuovi manager hanno risanato le aziende sanitarie?
«I manager non hanno ancora completato l’azione di risanamento. Ci scontriamo con resistenze territoriali. Ma io dico che la cultura si cambia con i fatti e non con le chiacchiere nei convegni».
Gli arresti di ieri riguardano fatti del 2007 e 2008. Ma lei può escludere che durante la sua gestione non ci siano stati casi di malaffare nelle Asp o negli ospedali? Recentemente altri fatti di cronaca hanno riguardato presunti favoritismi alla famiglia di Anna Finocchiaro per il Pta di Giarre.
«Non mi stupirei che qualcosa emergesse anche per gli anni in cui sono stato assessore. Ma sarebbe sempre legato a responsabilità personali. Non sono onnisciente, non posso sapere tutto. Ma posso dire che questo assessorato non è più il suk che era fino a poco tempo fa. Qui non c’è nessun politico che ha un ufficio personale e nessun politico che fa l’assessore ombra. Ora all’assessorato alla Sanità viene riconosciuta quella autorevolezza che parla la gente a fidarsi. Non sa quante persone vengono qui e ci raccontano fatti o portano carte» .
Lei è uscito molto amareggiato dalla mozione di censura che le è stata votata all’Ars dal centrodestra. Disse: «Sono il pm che ha ottenuto più ergastoli nella lotta alla mafia». Il clima politico nella sanità come è cambiato da quei giorni?
«E’ vero, ero molto amareggiato. Sono stato l’unico assessore censurato per aver fatto il proprio dovere. Attaccato da chi non ha mai mosso un dito contro un sistema di altari e interessi illeciti che soffocava la sanità. C’è stata anche un’opera di delegittimazione da parte di alcuni giornali e alcuni siti, un’azione di mascariamento pericolosa in una terra come la Sicilia. Ma ora la perversione del sistema sia risultando giudiziariamente evidente».
Resta il fatto che il livello dell’offerta sanitaria è ancora critico. Gli utenti segnalano di continuo disservizi. Le imprese del settore lamentano ritardi nei pagamenti. E ora c’è una rivoluzione contro la chiusura di una ventina di punti nascita. Quando avremo una sanità efficiente?
«Le imprese hanno ragione a lamentarsi, ma la colpa è anche dello Stato che ritarda i finanziamenti alla Regione. Sui punti nascita abbiamo introdotto regole che non possono essere cambiate, si può ridiscutere delle deroghe e attendo indicazioni dalle comunità locali. Il mio obiettivo è dare ai siciliani una sanità che funzioni ma rispetto a questo nuovo corso ci sono resistenze che puntano anche a colpire Lombardo» .
Secondo lei perché si stanno moltiplicando le inchieste giudiziarie sulla sanità?
«Proprio dalla sanità è stato instaurato un metodo nuovo alla Regione e si sono determinate le condizioni politiche per sbriciolare il vecchio sistema. Tre anni fa, appena arrivato in assessorato, ho trovato un malato sul punto di morire. Abbiamo approntato una cura fatta di regole e il sistema ha reagito alle cure. È la stessa cosa che sta facendo l’intero governo in tanti altri settori».
Va detto che non stiamo parlando di condanne ma solo di accuse, al Cervello come per i medici assenteisti di Villa Sofia e in tanti altri casi.
«Attendiamo le eventuali condanne, questo è vero. Ma ricordo che fra i primi obiettivi che ho dato ai nuovi manager quasi due anni fa c’era proprio quello di analizzare gli atti dei predecessori ed eventualmente spedire le carte alle autorità competenti. Chi ha sbagliato pagherà, lo avevo detto all’inizio del mio mandato. Ma non ero stato creduto» .
Dunque, secondo lei, i nuovi manager hanno risanato le aziende sanitarie?
«I manager non hanno ancora completato l’azione di risanamento. Ci scontriamo con resistenze territoriali. Ma io dico che la cultura si cambia con i fatti e non con le chiacchiere nei convegni».
Gli arresti di ieri riguardano fatti del 2007 e 2008. Ma lei può escludere che durante la sua gestione non ci siano stati casi di malaffare nelle Asp o negli ospedali? Recentemente altri fatti di cronaca hanno riguardato presunti favoritismi alla famiglia di Anna Finocchiaro per il Pta di Giarre.
«Non mi stupirei che qualcosa emergesse anche per gli anni in cui sono stato assessore. Ma sarebbe sempre legato a responsabilità personali. Non sono onnisciente, non posso sapere tutto. Ma posso dire che questo assessorato non è più il suk che era fino a poco tempo fa. Qui non c’è nessun politico che ha un ufficio personale e nessun politico che fa l’assessore ombra. Ora all’assessorato alla Sanità viene riconosciuta quella autorevolezza che parla la gente a fidarsi. Non sa quante persone vengono qui e ci raccontano fatti o portano carte» .
Lei è uscito molto amareggiato dalla mozione di censura che le è stata votata all’Ars dal centrodestra. Disse: «Sono il pm che ha ottenuto più ergastoli nella lotta alla mafia». Il clima politico nella sanità come è cambiato da quei giorni?
«E’ vero, ero molto amareggiato. Sono stato l’unico assessore censurato per aver fatto il proprio dovere. Attaccato da chi non ha mai mosso un dito contro un sistema di altari e interessi illeciti che soffocava la sanità. C’è stata anche un’opera di delegittimazione da parte di alcuni giornali e alcuni siti, un’azione di mascariamento pericolosa in una terra come la Sicilia. Ma ora la perversione del sistema sia risultando giudiziariamente evidente».
Resta il fatto che il livello dell’offerta sanitaria è ancora critico. Gli utenti segnalano di continuo disservizi. Le imprese del settore lamentano ritardi nei pagamenti. E ora c’è una rivoluzione contro la chiusura di una ventina di punti nascita. Quando avremo una sanità efficiente?
«Le imprese hanno ragione a lamentarsi, ma la colpa è anche dello Stato che ritarda i finanziamenti alla Regione. Sui punti nascita abbiamo introdotto regole che non possono essere cambiate, si può ridiscutere delle deroghe e attendo indicazioni dalle comunità locali. Il mio obiettivo è dare ai siciliani una sanità che funzioni ma rispetto a questo nuovo corso ci sono resistenze che puntano anche a colpire Lombardo» .
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