il 118 in sicilia

il 118 in sicilia
In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

mercoledì 7 settembre 2011

Niente più bimbi isolani. A Lipari è vietato nascere


La Rassegna Stampa di MEDPress.it... La rassegna stampa di MEDPress.it
La Stampa
Ed. del 06.09.2011 - pag. 25
Marcello Sorgi
Articolo letto 18 volte
La giustificazione. Un medico deve fare almeno un centinaio di parti l’anno per garantire la perizia necessaria. La promessa. L’assessore regionale alla Sanità: i bimbi nati a Messina saranno iscritti all’anagrafe di Lipari.

La Regione chiude i reparti di Ostetricia con meno di cinquecento parti all'anno. L'appello a Napolitano: venire alla luce qui è un diritto dei nostri figli.
LIPARI - In tutto il mondo, e in Italia più che altrove, il luogo di nascita è un pezzo importante della propria identità. Si è torinesi, o milanesi, o veneziani, insomma, se si è nati a Torino, Milano o Venezia. E lo si è, o lo si diventa, anche se si è nati da genitori pugliesi o napoletani. Immaginate come devono sentirsi gli eoliani, il piccolo popolo di abitanti dell’arcipelago patrimonio naturale dell’Unesco, ora che hanno appreso che di qui a poco non sarà più possibile nascere a Lipari.
Dalle sette isole e dagli emigrati lontani, ma aggrappati con il filo dei sentimenti come patelle ai loro scogli, mille e cinquecento cartoline sono arrivate sulla scrivania di Napolitano. E il Presidente, eoliano acquisito perché viene a Stromboli in vacanza da una trentina di anni, ha promesso che interverrà, nei limiti dei suoi poteri, perché conosce bene l’animo orgoglioso dei suoi isolani. «Vogliamo protestare – hanno scritto al Capo dello Stato - per il ridimensionamento dell’Ospedale di Lipari e soprattutto perché qui non si potrà più nascere. Lipari e le Eolie sono isole con millenni di civiltà e chiediamo che non venga tagliato il diritto a far nascere i bambini in questa terra».
L’ultima nata in esilio, il 24 agosto al Policlinico di Messina, si chiama Federica Maiuri. La mamma, Roberta Giorgi, s’è ricoverata qualche giorno prima, la nonna e i parenti l’hanno seguita, adattandosi alla meglio in una pensione. Disagi, spese impreviste, ansie accresciute dalla forzata trasferta (gli isolani si conoscono tutti tra loro e amano vivere nei propri luoghi) se li è portati via la gioia dell’arrivo di Federica, bella e sana, che a due giorni di vita ha fatto la sua prima traversata in aliscafo per tornare a Lipari. E come lei, saranno decine di bambini nei prossimi mesi a subire la stessa sorte.
A Lipari nascono in media un’ottantina di bimbi all’anno, che diventano un centinaio, più o meno, con quelli delle altre sei isole. Troppo pochi per rientrare nei limiti di una recente legge che prevede che in Sicilia debbano essere chiusi i reparti di ostetricia con meno di cinquecento nascite all’anno.
Più lenta ad adeguarsi in molti altri casi, la Regione Sicilia stavolta è stata sveltissima a disporre la ristrutturazione dell’ospedale liparese, con l’accorpamento di ginecologia e chirurgia e di pediatria e medicina. Il resto lo ha fatto la partenza dell’ultimo ostetrico rimasto in servizio, il dottor Giampiero Di Marco, un medico napoletano un po’ filosofo, a sentire i paesani che lo rimpiangono, che era arrivato
a Lipari dopo aver fatto il missionario in Africa, ha fatto nascere decine e decine di bambini e se n’è andato con molta malinconia, accompagnato al porto da alcune delle donne che aveva reso madri.
Era giugno: gli isolani hanno atteso qualche settimana, prima di apprendere che l’ostetrico non sarebbe stato rimpiazzato e da allora in poi, salvo casi di emergenza, le loro donne sarebbero andate a partorire sulla terraferma. Saverio Merlino, il direttore amministrativo della scuola, lo ha appreso da una di loro, che lo ha fermato sul corso, tenendosi la pancia con le mani. Merlino è stato segretario del Ppi e poi del Pd: «Ma qui - avverte - la politica non c’entra. C’entra la Costituzione! Ho detto al Presidente che è stato violato l’articolo 32, che dovrebbe garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. Invece le nostre donne, o vanno in trasferta, o partono in emergenza, a bordo di un elicottero, con le doglie del parto imminente».
L’idea delle cartoline è stata sua. Suo il disegno di un bimbo che sta ancora nella pancia della mamma, sognando nascere dentro un vulcano, come sono appunto, spenti o accesi, quelli che svettano sul mare delle Eolie. A luglio c’è stato anche un imprevisto faccia a faccia tra lo stesso Merlino e l’assessore regionale Massimo Russo, un magistrato noto per il suo rigore che il governatore siciliano Lombardo ha messo alla guida del nevralgico settore della Sanità, già obiettivo di mire mafiose. Russo, arrivato a Lipari per un convegno organizzato proprio dall’Unesco, che ha dato alle isole l’ambito riconoscimento di patrimonio dell’umanità, s’è trovato di fronte alla protesta degli isolani per il diritto a nascere negato ai loro figli e nipoti. Ha cercato di convincerli che non è una questione di mezzi e di soldi che mancano, ma di sicurezza: un medico che fa meno di cento parti all’anno non garantisce la perizia necessaria a superare gli standard attualmente richiesti dai protocolli moderni. Ha anche spiegato che i bimbi nati a Messina potranno essere iscritti all’anagrafe di Lipari grazie a un’interpretazione estensiva della legge.
Sperava che si rassegnassero, e invece, approfittando dei pochi giorni di vacanza del Capo dello Stato, la voce delle donne eoliane è arrivata fino all’orecchio di Napolitano. Chissà come andrà a finire. Nei racconti della gente, la storia del reparto nascite cancellato si mescola a una leggenda che, come tutte le storie che corrono di bocca in bocca, forse non troverà mai conferma. Fino a qualche anno fa, ricordano gli isolani, l’ospedale di Lipari sembrava destinato a una stagione d’oro. Erano i tempi del ministro tecnico Girolamo Sirchia, rimasto famoso per la sua legge antifumo, ma da queste parti come «eoliano d’importazione», visto che anche lui ha scelto Stromboli come buen retiro, e a un certo punto sembrava perfino che potesse candidarsi a sindaco di Lipari. Sarà un caso, ma da quando Sirchia è andato in pensione, e al suo posto è arrivato un altro tecnico come Ferruccio Fazio, è cominciata la decadenza dell’ospedale eoliano. E poco importa che la competenza sulla Sanità sia regionale, e Fazio non abbia quindi né responsabilità né poteri per intervenire. La leggenda vuole che Fazio, che villeggia a Pantelleria, in un’altra isola, in tutt’altro mare, l’anno scorso sarebbe rimasto vittima di un piccolo incidente domestico: una spina di pesce da estrarre dalla sua bocca che si sarebbe rivelata particolarmente difficile da asportare. Di qui la convinzione, che Fazio, medico di gran fama formatosi negli Stati Uniti, si sarebbe fatto sulla scarsa efficienza delle guardie mediche nelle piccole isole.
Perché poi Lipari dovrebbe rispondere di una presunta inefficienza pantesca, la leggenda non lo dice. Ma anche questo fa parte del modo romantico e fatalista con cui gli eoliani vanno incontro alloro destino e alle maledizioni che spesso l’accompagnano. L’estate sta finendo, le isole pian piano tornano alla loro solitudine e ai loro silenzi, rotti solo dal rumore delle onde del mare. Le donne liparesi sono lì che aspettano una risposta. Non vogliono più salire sugli elicotteri che le portano a partorire lontano. I loro figli vogliono farli nascere sui loro scogli.

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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