La Repubblica
Ed. del 10.07.2011 - Palermo - pag. IV
Antonio Fraschilla
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Quattro sì alla mozione di censura del Pdl. Mattarella: «Continuità col passato»
PALERMO - Si apre un’altra crepa nel gruppo del Partito democratico all’Ars. Un drappello di deputati, di diverse aree, annuncia che voterà, «non per motivi che riguardano la persona ma per dare un segnale politico», la mozione di censura all’assessore alla Sanità Massimo Russo, proposta dal Pdl. Da Bernardo Mattarella aideputati ex ds Davide Faraone e PinoApprendi, passandoper MiguelDonegani, dentro il gruppo che sulla carta dovrebbe sostenere la giunta tecnica si fanno sempre più numerosi i distinguo. E non mancano gli indecisi, come Giovanni Barbagallo, Roberto Anunatuna e Giacomo Di Benedetto. Così la sanità, tema sempre caldo nell’Isola, rischia adesso di diventare il casus belli per rimettere sul tappeto i problemi politici di questa maggioranza e di un partito, il Pd, che ha già definito chiusa l’esperienza fallimentare della giunta dei tecnici.
Il capogruppo Antonello Cracolici non commenta, ma dal suo staff fanno sapere che «già è stata convocata per martedì una riunione di gruppo per discutere la mozione». Il suo vice, Roberto De Benedictis, invece attacca: «Non c’è alcun motivo per votare la censura a Russo, se non per motivi personali che nulla hanno a che fare con il suo operato».
Ma ormai la crepa c’è. Il primo a rompere il silenzio è stato Pino Apprendi, deputato dell’area Lumia: «Voterò la censura perché, pur essendo stato in passato il primo sostenitore dell’azione di Russo che sul piano economico ha portato a risultati importanti, rilevo che l’assessore non ha invece ascoltato le esigenze del territorio e della gente, applicando tagli indiscriminati». Ad annunciare il voto favorevole alla mozione è anche Faraone, che critica le scelte dei manager: «Quando si cambia così radicalmente, soprattutto se in discussione c’è la salute, l’ascolto dei cittadini è indispensabile - dice -. Ma l’ascolto con Russo è stato sostituito dall’arroganza. In più, sulle nomine dei dirigenti ci voleva più coraggio, e maggiore ricerca della competenza e non dell’appartenenza».
Va giù duro contro Russo anche Mattarella, che è sempre stato tra i principali oppositori dell’appoggio al governo Lombardo: «Premesso che il Pd ha dichiarato chiusa la stagione del sostegno ala giunta dei tecnici, e quindi è venuto meno. Qualsiasi vincolo di coa1izione, la mozione di censura va valutata nel merito - dice Mattarella - Mi pare che sul fronte delle nomine dèi manager i metodi siano sempre gli stessi, e che addirittura in alcuni casi siano stati .indicati dirigenti in perfetta continuità con i tanto vituperati governi Cuffaro».
Parole, quelle dei ribelli del Pd, che suonano come musica alle orecchie del primo firmatario della mozione, il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini: «Russo ha fallito e adesso anche nel Pd se ne stanno accorgendo», dice. La partita è aperta: martedì all’Ars si annuncia una giornata di fuoco.
Il capogruppo Antonello Cracolici non commenta, ma dal suo staff fanno sapere che «già è stata convocata per martedì una riunione di gruppo per discutere la mozione». Il suo vice, Roberto De Benedictis, invece attacca: «Non c’è alcun motivo per votare la censura a Russo, se non per motivi personali che nulla hanno a che fare con il suo operato».
Ma ormai la crepa c’è. Il primo a rompere il silenzio è stato Pino Apprendi, deputato dell’area Lumia: «Voterò la censura perché, pur essendo stato in passato il primo sostenitore dell’azione di Russo che sul piano economico ha portato a risultati importanti, rilevo che l’assessore non ha invece ascoltato le esigenze del territorio e della gente, applicando tagli indiscriminati». Ad annunciare il voto favorevole alla mozione è anche Faraone, che critica le scelte dei manager: «Quando si cambia così radicalmente, soprattutto se in discussione c’è la salute, l’ascolto dei cittadini è indispensabile - dice -. Ma l’ascolto con Russo è stato sostituito dall’arroganza. In più, sulle nomine dei dirigenti ci voleva più coraggio, e maggiore ricerca della competenza e non dell’appartenenza».
Va giù duro contro Russo anche Mattarella, che è sempre stato tra i principali oppositori dell’appoggio al governo Lombardo: «Premesso che il Pd ha dichiarato chiusa la stagione del sostegno ala giunta dei tecnici, e quindi è venuto meno. Qualsiasi vincolo di coa1izione, la mozione di censura va valutata nel merito - dice Mattarella - Mi pare che sul fronte delle nomine dèi manager i metodi siano sempre gli stessi, e che addirittura in alcuni casi siano stati .indicati dirigenti in perfetta continuità con i tanto vituperati governi Cuffaro».
Parole, quelle dei ribelli del Pd, che suonano come musica alle orecchie del primo firmatario della mozione, il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini: «Russo ha fallito e adesso anche nel Pd se ne stanno accorgendo», dice. La partita è aperta: martedì all’Ars si annuncia una giornata di fuoco.
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