Gazzetta del Sud
Ed. del 10.07.2011 - Messina - pag. 27
M.C.
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La proposta del Comitato spontaneo all'assessore Russo
Accorpare l'ospedale Piemonte all'Azienda sanitaria provinciale
MESSINA - Salvare l’ospedale Piemonte accorpandolo all’Azienda sanitaria provinciale. È la proposta che il Comitato spontaneo ha presentato all’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, nel corso di un incontro avuto giovedì. L’esponente del governo Lombardo si è dichiarato disponibile ad affrontare, a settembre a Palermo, l’argomento critico della riorganizzazione del nosocomio situato al centro cittadino.
«Questa potrebbe essere l’unica soluzione - ha affermato il presidente del Comitato, Marcello Minasi - per rendere funzionale la struttura Piemonte che, in questo momento, manca dei servizi essenziali anche per l’emergenza. Non possiamo privare i cittadini di un punto di riferimento sanitario, collocato in una posizione nevralgica per la città, per altro individuato dalla Protezione Civile nel piano strategico in caso di calamità naturali».
«Eppure il plesso di viale Europa - ha detto Dino Modello, medico del Piemonte ed uno dei promotori del Comitato – è l’ospedale del popolo per il popolo. Il nosocomio insiste in un bacino d’utenza di oltre 100mila abitanti e non può morire dietro il pretesto di problemi strutturali».
«L’accorpamento all’Asp – ha spiegato Silvano Arbuse, altro medico del Piemonte - non intaccherebbe il piano di rientro anzi consentirebbe ai dipendenti in esubero dell’Asp e dell’azienda Papardo di confluire all’ospedale Piemonte senza alcuno spreco economico e consentirebbe di riportare alcune importanti specialistiche».
Il dialogo con il Comitato riprenderà a settembre per avere una cognizione più ampia non solo degli aspetti strutturali ma anche della gestione dei servizi assistenziali. «Chi ha un infarto in corso o un trauma da incidente stradale che comporta l’intervento della chirurgia vascolare si rivolge al punto d’emergenza più vicino ma non può farlo all’ospedale Piemonte. Qui – ha puntualizzato Arbuse – mancano i reparti di Emodinamica e di Chirurgia Vascolare. Esiste quindi una grande contraddizione tra l’intenzione di creare un riferimento per il pronto soccorso e la realtà dei fatti».
«Questa potrebbe essere l’unica soluzione - ha affermato il presidente del Comitato, Marcello Minasi - per rendere funzionale la struttura Piemonte che, in questo momento, manca dei servizi essenziali anche per l’emergenza. Non possiamo privare i cittadini di un punto di riferimento sanitario, collocato in una posizione nevralgica per la città, per altro individuato dalla Protezione Civile nel piano strategico in caso di calamità naturali».
«Eppure il plesso di viale Europa - ha detto Dino Modello, medico del Piemonte ed uno dei promotori del Comitato – è l’ospedale del popolo per il popolo. Il nosocomio insiste in un bacino d’utenza di oltre 100mila abitanti e non può morire dietro il pretesto di problemi strutturali».
«L’accorpamento all’Asp – ha spiegato Silvano Arbuse, altro medico del Piemonte - non intaccherebbe il piano di rientro anzi consentirebbe ai dipendenti in esubero dell’Asp e dell’azienda Papardo di confluire all’ospedale Piemonte senza alcuno spreco economico e consentirebbe di riportare alcune importanti specialistiche».
Il dialogo con il Comitato riprenderà a settembre per avere una cognizione più ampia non solo degli aspetti strutturali ma anche della gestione dei servizi assistenziali. «Chi ha un infarto in corso o un trauma da incidente stradale che comporta l’intervento della chirurgia vascolare si rivolge al punto d’emergenza più vicino ma non può farlo all’ospedale Piemonte. Qui – ha puntualizzato Arbuse – mancano i reparti di Emodinamica e di Chirurgia Vascolare. Esiste quindi una grande contraddizione tra l’intenzione di creare un riferimento per il pronto soccorso e la realtà dei fatti».
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