Gazzetta del Sud
Ed. del 09.07.2011 - pag. 21
Nicola Costantino
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L'assessore alla Salute l'ha annunciato nel corso di un dibattito
Russo non vuole più essere un “tecnico”. «Potrei candidanni nelle prossime elezioni»
MESSINA - È pronto a misurarsi davanti all’elettorato. L’arena politica registra la volontà dell’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, di candidarsi alle prossime consultazioni regionali. Il magistrato chiamato dal governatore Raffaele Lombardo per sanare la “voragine” della spesa sanitaria siciliana ha, dunque, detto sì di massima. L’annuncio, un po’ a sorpresa, l11a fatto a Messina, in occasione dell’incontro “La sindrome bipolare, crisi dei partiti maggioritari e prospettive politiche emergenti”, svoltosi al Monte di Pietà, organizzato dal network “Nuova politica”, presieduto dal prof. Pierangelo Grimaudo, e moderato dal caporedattore della “Gazzetta del Sud”, Lino Morgante, che ha introdotto il tema.
Russo, che da un mese è stato nominato coordinatore dell’area sanità dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, trova questo passaggio del tutto naturale: «Nella mia vita - ha dichiarato - ho sempre lavorato per il bene comune. L’ho fatto nella magistratura, lo faccio da tecnico impegnato in politica, lo farò eventualmente da candidato».
La decisione sarebbe maturata in questi tre anni nel governo lombardo: «La mia esperienza di amministratore pubblico mi fa dire che, gli anni a venire, saranno molto difficili per i siciliani. Con il federalismo fiscale, infatti, dovremo contare solo sulle nostre risorse. Un sistema che da un lato valorizzerà le amministrazioni virtuose e dall’altro creerà nuove dinamiche politiche. Sono convinto, infatti, che si andrà verso partiti regionali che, più che in passato, dovranno dare conto agli elettori del loro operato, perché il bilancio regionale sarà certificato, come quello dello Stato. Per questo c’è bisogno d i politici credibili, che sappiano dire dei no motivati alle tante richieste, più o meno legittime, che vengono dal territorio. La Sicilia, sinora, è stata "svenata" da classi dirigenti colluse con la mala politica, che ha dissestato l’economia dell’isola, mortificata da quella “malaburocrazia” che è il vero nodo gordiano della nostra terra. E se non riusciremo a scioglierlo in fretta ci stritolerà».
Intanto, i pochi segnali incoraggianti non riescono, ancora, a rischiarare le moltissime zone d’ombra in cui si è impantanata la Regione. Felice Cavallaro, editorialista del Corriere della Sera, ha denunciato, senza mezzi termini, gli sprechi di Palazzo dei Normanni: «Alla Regione si continuano a disperdere milioni di euro in progetti meramente assistenziali. E come se non bastassero i 15 mila impiegati pubblici, si continuano a finanziare con decine di milioni di euro, società destinate a morire nel giro di pochi anni, esclusivamente per “mantenere buoni” i precari e conservare un’apparente pace sociale. Ma la rivolta – ha avvertito - è dietro l’angolo».
Mentre i movimenti giovanili delle “forchette rotte”, sostenuti da Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, invitano a indirizzare le risorse verso progetti ambiziosi e di rilancio dell’economia isolana, a Palazzo dei Normanni continua il dialogo politico tra le varie anime che sostengono il governo tecnico di Lombardo. La scadenza naturale del 2013 si avvicina e il Pd punta a creare una maggioranza politica. Francantonio Genovese ha auspicato «una convergenza tra i partiti che sostengono l’attuale governo. Gli elettori, giustamente, ci chiedono un progetto politico condiviso. Per questo è importante che gli amici dell’Udc sciolgano le riserve e si uniscano a noi in una coalizione che vada dalla Sinistra al Terzo polo». Un invito accolto con qualche riserva dal senatore Giampiero D’Alia: «Il nostro partito punta a riunire i moderati dei due poli, il bipolarismo per noi è semplicemente fallito. Con Sel, Idv e altri abbiamo poco o nulla da spartire. Attualmente, quindi, non vedo un’alternativa concreta al governo tecnico di Lombardo». L’incontro di Messina si è rivelato dunque un’occasione per imprimere nuovo dinamismo al dialogo tra diversi schieramenti politici presenti sul territorio e per ridare slancio a un progetto condiviso di risanamento e sviluppo economico della Sicilia.
Russo, che da un mese è stato nominato coordinatore dell’area sanità dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, trova questo passaggio del tutto naturale: «Nella mia vita - ha dichiarato - ho sempre lavorato per il bene comune. L’ho fatto nella magistratura, lo faccio da tecnico impegnato in politica, lo farò eventualmente da candidato».
La decisione sarebbe maturata in questi tre anni nel governo lombardo: «La mia esperienza di amministratore pubblico mi fa dire che, gli anni a venire, saranno molto difficili per i siciliani. Con il federalismo fiscale, infatti, dovremo contare solo sulle nostre risorse. Un sistema che da un lato valorizzerà le amministrazioni virtuose e dall’altro creerà nuove dinamiche politiche. Sono convinto, infatti, che si andrà verso partiti regionali che, più che in passato, dovranno dare conto agli elettori del loro operato, perché il bilancio regionale sarà certificato, come quello dello Stato. Per questo c’è bisogno d i politici credibili, che sappiano dire dei no motivati alle tante richieste, più o meno legittime, che vengono dal territorio. La Sicilia, sinora, è stata "svenata" da classi dirigenti colluse con la mala politica, che ha dissestato l’economia dell’isola, mortificata da quella “malaburocrazia” che è il vero nodo gordiano della nostra terra. E se non riusciremo a scioglierlo in fretta ci stritolerà».
Intanto, i pochi segnali incoraggianti non riescono, ancora, a rischiarare le moltissime zone d’ombra in cui si è impantanata la Regione. Felice Cavallaro, editorialista del Corriere della Sera, ha denunciato, senza mezzi termini, gli sprechi di Palazzo dei Normanni: «Alla Regione si continuano a disperdere milioni di euro in progetti meramente assistenziali. E come se non bastassero i 15 mila impiegati pubblici, si continuano a finanziare con decine di milioni di euro, società destinate a morire nel giro di pochi anni, esclusivamente per “mantenere buoni” i precari e conservare un’apparente pace sociale. Ma la rivolta – ha avvertito - è dietro l’angolo».
Mentre i movimenti giovanili delle “forchette rotte”, sostenuti da Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia, invitano a indirizzare le risorse verso progetti ambiziosi e di rilancio dell’economia isolana, a Palazzo dei Normanni continua il dialogo politico tra le varie anime che sostengono il governo tecnico di Lombardo. La scadenza naturale del 2013 si avvicina e il Pd punta a creare una maggioranza politica. Francantonio Genovese ha auspicato «una convergenza tra i partiti che sostengono l’attuale governo. Gli elettori, giustamente, ci chiedono un progetto politico condiviso. Per questo è importante che gli amici dell’Udc sciolgano le riserve e si uniscano a noi in una coalizione che vada dalla Sinistra al Terzo polo». Un invito accolto con qualche riserva dal senatore Giampiero D’Alia: «Il nostro partito punta a riunire i moderati dei due poli, il bipolarismo per noi è semplicemente fallito. Con Sel, Idv e altri abbiamo poco o nulla da spartire. Attualmente, quindi, non vedo un’alternativa concreta al governo tecnico di Lombardo». L’incontro di Messina si è rivelato dunque un’occasione per imprimere nuovo dinamismo al dialogo tra diversi schieramenti politici presenti sul territorio e per ridare slancio a un progetto condiviso di risanamento e sviluppo economico della Sicilia.
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