Giornale di Sicilia
Ed. del 25.07.2011 - pag. 2
Lelio Cusimano
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Secondo la Corte dei Conti tra dipendenti e pensionati ci sono 37mila buste paga: sono troppe
Il breve «viaggio» tra le principali voci del bilancio regionale, viste attraverso la lente di ingrandimento del Procuratore Generale della Corte dei Conti, si conclude con l’ultimo capitolo: personale e pensionati. Sono numeri di tutto rispetto, che vedono la presenza di quasi 37 mila persone a busta paga, tra dipendenti in servizio e pensionati, con un costo annuo nel 2010 di quasi 1,7 miliardi di euro; qualche cosa come 3.200 miliardi delle vecchie lirette. La nuova pianta organica del personale, approvata a maggio del 2010, arriva circa 25 anni dopo l’ultima norma di disciplina della materia, risalent eall’ottobre del 1985. Alla fine dello scorso anno, rileva il Procuratore Generale, la Regione contava 20.717 unità in servizio, di cui 13.205 a tempo indeterminato e 7.512 a tempo determinato. Tra le circa 21 mila unità in servizio, in 2.033 rivestivano la qualifica di dirigente. Nel confronto col 2009, i dipendenti a tempo indeterminato sono diminuiti di 323 unità, mentre il numero di quelli a tempo determinato, come sottolinea lo stesso Procuratore, «incomprensibilmente continua ogni anno ad aumentare».
Così si riapre I antica e mai risolta questione: i dipendenti regionali sono troppi o sono in linea con i bisogni di una regione a statuto speciale, come la Sicilia, che conta oltre cinque milioni di abitanti? Il Procuratore Generale, per rispondere al quesito, ricorre al confronto con la regione Lombardia, la quale peraltro conta quasi dieci milioni di abitanti. Se non il doppio della Sicilia, una cosa che ci si avvicina molto. Anche se la Lombardia non è una regione a statuto speciale e se molti servizi sono svolti da personale statale, il confronto sembra restare sfavorevole alla Sicilia; la Lombardia conta infatti 3.398 dipendenti regionali, di cui appena 223 dirigenti.
Pertanto, scrive il Procuratore Coppola, «I dirigenti regionali sono all’incirca dieci volte di più della Regione Lombardia, mentre i dipendenti sono quasi il sestuplo». In definitiva, il Procuratore non lascia margini al dubbio: il diverso numero di dipendenti tra Sicilia e Lombardia, scrive, «Non può essere giustificato con le maggiori competenze legate alla speciale autonomia della Regione Siciliana!».
E veniamo ai costi. La spesa per i dipendenti regionali in Sicilia è stata di l miliardo e 28 milioni di euro; in Lombardia di 127 milioni di euro. Con una semplice divisione è agevole calcolare che il costo medio per unità è risultato pari a 50 mila euro in Sicilia ed a 37 mila euro in Lombardia. Alla fine del 2010, i pensionati regionali risultavano essere 16.643 unità; l’incremento sull’anno precedente è stato di 751 unità. Una buona parte, quasi il 40%, dei nuovi pensionati sono andati in quiescenza anticipata e, tra questi, ben 286 con le agevolazioni della legge 104/1992. Si t ratta, secondo il Procuratore Generale della Corte dei Conti, dei cosiddetti baby pensionati, frutto di un «incomprensibile disallineamento rispetto alla normativa regionale». L’opinione pubblica, stigmatizza il Procuratore, non comprende perché in Sicilia i dipendenti regionali possano andare in pensione con soli 25 anni di contribuzioni, o addirittura con 20 anni se donne, per il solo fatto di avere un parente gravemente disabile, mentre lo stesso non avviene nel resto d’Italia. Una nota positiva, almeno,la si riscontra nella valutazione dell’operato dei Comuni siciliani. In Regione abbiamo infatti un dirigente ogni sei dipendenti; nei Comuni uno ogni 69 dipendenti! Consoliamoci così.
Così si riapre I antica e mai risolta questione: i dipendenti regionali sono troppi o sono in linea con i bisogni di una regione a statuto speciale, come la Sicilia, che conta oltre cinque milioni di abitanti? Il Procuratore Generale, per rispondere al quesito, ricorre al confronto con la regione Lombardia, la quale peraltro conta quasi dieci milioni di abitanti. Se non il doppio della Sicilia, una cosa che ci si avvicina molto. Anche se la Lombardia non è una regione a statuto speciale e se molti servizi sono svolti da personale statale, il confronto sembra restare sfavorevole alla Sicilia; la Lombardia conta infatti 3.398 dipendenti regionali, di cui appena 223 dirigenti.
Pertanto, scrive il Procuratore Coppola, «I dirigenti regionali sono all’incirca dieci volte di più della Regione Lombardia, mentre i dipendenti sono quasi il sestuplo». In definitiva, il Procuratore non lascia margini al dubbio: il diverso numero di dipendenti tra Sicilia e Lombardia, scrive, «Non può essere giustificato con le maggiori competenze legate alla speciale autonomia della Regione Siciliana!».
E veniamo ai costi. La spesa per i dipendenti regionali in Sicilia è stata di l miliardo e 28 milioni di euro; in Lombardia di 127 milioni di euro. Con una semplice divisione è agevole calcolare che il costo medio per unità è risultato pari a 50 mila euro in Sicilia ed a 37 mila euro in Lombardia. Alla fine del 2010, i pensionati regionali risultavano essere 16.643 unità; l’incremento sull’anno precedente è stato di 751 unità. Una buona parte, quasi il 40%, dei nuovi pensionati sono andati in quiescenza anticipata e, tra questi, ben 286 con le agevolazioni della legge 104/1992. Si t ratta, secondo il Procuratore Generale della Corte dei Conti, dei cosiddetti baby pensionati, frutto di un «incomprensibile disallineamento rispetto alla normativa regionale». L’opinione pubblica, stigmatizza il Procuratore, non comprende perché in Sicilia i dipendenti regionali possano andare in pensione con soli 25 anni di contribuzioni, o addirittura con 20 anni se donne, per il solo fatto di avere un parente gravemente disabile, mentre lo stesso non avviene nel resto d’Italia. Una nota positiva, almeno,la si riscontra nella valutazione dell’operato dei Comuni siciliani. In Regione abbiamo infatti un dirigente ogni sei dipendenti; nei Comuni uno ogni 69 dipendenti! Consoliamoci così.
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