La Sicilia
Ed. del 22.07.2011 - Ragusa - pag. 32
Antonio La Monica
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Le reazioni ragusane al rincaro del servizio, tra disincanto e rassegnazione. «Speriamo di dare più valore alla nostra sanità»
Il manager Gilotta: «Provvedimento impopolare ma la legge va rispettata, nessun riflesso negatIvo sui servizi»
RAGUSA - «Hanno aumentato il ticket sanitario di dieci euro?». Esclama un signore visibilmente amareggiato. «Non ti preoccupare - gli risponde un parente - pensa alla salute!». Sembrerebbe una barzelletta, ma la scena e reale, lo possiamo garantire perché si svolge in nostra presenza, e si svolge all’uscita dell’ufficio dove si pagano i ticket all’ospedale Civile di Ragusa. E in questo scambio di battute, non sappiamo quanto involontario, c’è forse racchiuso tutto l’animo ragusano di fronte alle piccole disgrazie quotidiane. Rassegnato ed inerte.
L’assessorato regionale della Salute la chiama «Compartecipazione alle prestazioni specialistiche e di pronto soccorso»; i cittadini la chiamano, ma a bassa voce, ennesima vessazione con violazione delle proprie tasche. L’aumento, a dirla tutta, non è esattamente di dieci, bensì di otto euro, poiché in Sicilia era già in vigore una quota fissa di due euro in più rispetto al resto d’Italia. Magra consolazione.
«I cittadini - ci dicono dall’ufficio per i ticket dell’ospedale civile - sembrano incapaci di reagire. La prendono con rassegnazione e del resto non credo possano fare altro: se anche protestassero, la legge è legge». Cerca di tenere toni bassi e di non drammatizzare anche il dottore Ettore Gilotta, direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale. «Noi - spiega - siamo funzionari pubblici e dobbiamo limitarci solo a fare rispettare le regole. Credo che la decisione imposta dall’ultima Legge Finanziaria sia dovuta allo scopo di mantenere la stabilità economica ed evitare che i soldi che abbiamo in tasca possano diventare semplice carta colorata».
Ma, chiediamo, non si corre il rischio di danneggiare un ampia fetta della popolazione, soprattutto in un settore, quello medico e sanitario dove la necessità è realmente tale?
«Cosa vuole che le risponda - spiega Gilotta - a livello personale posso anche essere in disac-cordo con questo provve.dime~to perché colpisce a tappeto un po’ tutti. Ma il nostro compito non è di commentare le regole ma di rispettarle e farle rispettare».
Secondo Gilotta, tuttavia, l’aumento dei ticket e dei costi per le prestazioni da codice bianco nei pronto soccorsi non influirà negativamente sulla salute pubblica. La paura, infatti è che i crescenti costi dei servizi sanitari possano tenere lontani gli utenti anche da controlli utili a prevenire malattie di vario genere.
«Chi è affetto da qualche patologia - spiega il manager Gilotta - è già esente da ogni ticket e tale esenzione rimarrà invariata. Non credo che tale provvedimento avrà ricadute sulla salute pubblica». Infine una battuta che potrebbe essere di buon augurio se non rischiasse anche di apparire ironica. «Speriamo - conclude il direttore generale - che pagando di più daremo maggiore valore alla nostra sanità».
Non sono tuttavia dello stesso parere la maggior parte dei cittadini che già si rivolgono al servizio sanitario affrontando più d’una difficoltà.
«Quando mi sentirò male - spiega un anziano che solo per caso si trova nei pressi del Pronto soccorso - vorrà dire che preventivamente mi sistemerò nella bara da solo, così non darò fastidio a nessuno e così risparmio pure un po’ di soldi».
Humour nero? Forse, ma non solo. Sono numerosi, infatti, i casi di nuovi poveri che ogni giorno si rivolgono agli uffici comunali dei servizi sociali o ai centri ascolto della Caritas.
L’assessorato regionale della Salute la chiama «Compartecipazione alle prestazioni specialistiche e di pronto soccorso»; i cittadini la chiamano, ma a bassa voce, ennesima vessazione con violazione delle proprie tasche. L’aumento, a dirla tutta, non è esattamente di dieci, bensì di otto euro, poiché in Sicilia era già in vigore una quota fissa di due euro in più rispetto al resto d’Italia. Magra consolazione.
«I cittadini - ci dicono dall’ufficio per i ticket dell’ospedale civile - sembrano incapaci di reagire. La prendono con rassegnazione e del resto non credo possano fare altro: se anche protestassero, la legge è legge». Cerca di tenere toni bassi e di non drammatizzare anche il dottore Ettore Gilotta, direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale. «Noi - spiega - siamo funzionari pubblici e dobbiamo limitarci solo a fare rispettare le regole. Credo che la decisione imposta dall’ultima Legge Finanziaria sia dovuta allo scopo di mantenere la stabilità economica ed evitare che i soldi che abbiamo in tasca possano diventare semplice carta colorata».
Ma, chiediamo, non si corre il rischio di danneggiare un ampia fetta della popolazione, soprattutto in un settore, quello medico e sanitario dove la necessità è realmente tale?
«Cosa vuole che le risponda - spiega Gilotta - a livello personale posso anche essere in disac-cordo con questo provve.dime~to perché colpisce a tappeto un po’ tutti. Ma il nostro compito non è di commentare le regole ma di rispettarle e farle rispettare».
Secondo Gilotta, tuttavia, l’aumento dei ticket e dei costi per le prestazioni da codice bianco nei pronto soccorsi non influirà negativamente sulla salute pubblica. La paura, infatti è che i crescenti costi dei servizi sanitari possano tenere lontani gli utenti anche da controlli utili a prevenire malattie di vario genere.
«Chi è affetto da qualche patologia - spiega il manager Gilotta - è già esente da ogni ticket e tale esenzione rimarrà invariata. Non credo che tale provvedimento avrà ricadute sulla salute pubblica». Infine una battuta che potrebbe essere di buon augurio se non rischiasse anche di apparire ironica. «Speriamo - conclude il direttore generale - che pagando di più daremo maggiore valore alla nostra sanità».
Non sono tuttavia dello stesso parere la maggior parte dei cittadini che già si rivolgono al servizio sanitario affrontando più d’una difficoltà.
«Quando mi sentirò male - spiega un anziano che solo per caso si trova nei pressi del Pronto soccorso - vorrà dire che preventivamente mi sistemerò nella bara da solo, così non darò fastidio a nessuno e così risparmio pure un po’ di soldi».
Humour nero? Forse, ma non solo. Sono numerosi, infatti, i casi di nuovi poveri che ogni giorno si rivolgono agli uffici comunali dei servizi sociali o ai centri ascolto della Caritas.
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