La Sicilia
Ed. del 16.07.2011 - pag. 6
Antonio Fiasconaro
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In arrivo manifestazioni di protesta anche nei servizi territoriali delle Asp
Al Pronto soccorso invariato il prelievo di 25 euro per i «codici bianchi». Ma qui sembrano tutti esenti
PALERMO - Scagli la prima pietra colui il quale abbia almeno una volta pagato il ticket al pronto soccorso. Se si va in giro per gli sportelli per la riscossione del ticket dei vari ospedali, ci accorgiamo come sono sempre in pochi coloro i quali ad una prestazione da «codice bianco» al pronto soccorso, fanno accompagnare il pagamento di 25 euro, prezzo imposto per il ticket.
Quasi il 90 per cento dei siciliani sembra che faccia parte della categoria degli indigenti, dei poveri e soprattutto così come gli addetti agli sportelli hanno sempre «sventolato al quattro venti», il popolo siciliano e «nullatenente».
Insomma, la manovra economica nazionale ha imposto che da lunedì si paghi non solo il ticket per i codici bianchi in tutte le regioni, compresa la Sicilia - ma nell’Isola già nel lontano 2006 era stato introdotto il balzello, poi mandato in soffitta qualche mese dopo e reintrodotto nel 2007, quando assessore alla Sanità era Roberto Lagalla.
Questo ticket per i «codici bianchi» non ha mai avuto fortuna. Era stato introdotto, come una sorta di deterrente per frenare la frenetica corsa ai pronto soccorso anche per banali interventi che possono essere seguiti dai medici di medicina generale, dalle guardie mediche e dai servizi territoriali. Insomma, un «balzello» introdotto per tutti i veri o falsi ipocondriaci capaci di fare la «voce grossa» se non vengono immediatamente soccorsi e visitati nelle aree di emergenza a discapito della vera emergenza.
In Sicilia, prima del 2007 era necessaria un’autocertificazione per «farla franca» dal pagamento del ticket, poi la novità «targata» Lagalla è stata quella di introdurre la certificazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) il cui tetto era di 9.000 euro. Nel 2011, invece, l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha innalzato questa soglia portandola a 11.000 euro. Per il resto non è cambiato nulla, anzi.
«Sa quanta gente ogni giorno si presenta agli sportelli asserendo di essere nullatenente, povera e senza reddito? - dichiara mantenendo l’anonimato un addetto alla riscossione del ticket dell’ospedale “Villa Sofia” di Palermo - la verità è che tutti, proprio tutti, risultano essere poveri anche quelli che poi vedi a bordo di auto di lusso e di grossa cilindrata».
E non è finita. Le amministrazioni degli ospedali fanno davvero fatica per poter recuperare tutti quei ticket non pagati. «È una giungla – aggiunge ancora l’addetto – vuoi sapere che si spenderebbe più dei 25 euro per potere procedere al recupero di quanto dovuto?».
E dire che l’assessore Massimo Russo, qualche tempo fa aveva sottoscritto un protocollo con la Guardia di Finanza per «scovare» tutti i falsi esenti dal ticket. In Sicilia, infatti, è troppo alto il numero dei cittadini che per le loro condizioni economiche hanno diritto all’esenzione totale dal ticket. Per questo motivo sarebbero stati intensificati i controlli sia sulle esenzioni che su eventuali fenomeni di iperprescrizione. Era questo il principale obiettivo del protocollo d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra assessorato della salute e il Comando regionale della Guardia di Finanza. La collaborazione tra assessorato e Guardia di Finanza prevedeva azioni mirate al controllo e al monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche e di specialistica ambulatoriale e all’interno di questa attività avrebbe costituito una priorità ogni azione utile all’accertamento della legittima sussistenza delle condizioni economiche che configurasse il diritto all’esenzione in base alla certificazione Isee (indicatore situazione economica equivalente). I commenti allora si sprecarono: «Bisogna dare un segnale forte di trasparenza e legalità e la preziosa collaborazione con la Guardia di Finanza sarà utilissima per centrare l’obiettivo - disse Russo -. Troppe volte i cittadini siciliani assistono alle “furbate” di chi accampa diritti di esenzione e magari ha la disponibilità di una fuoriserie o di una villa al mare. È l’ora di contrastare in modo ancora più efficace le piccole e grandi illegalità di chi, credendosi più intelligente degli altri, provoca sprechi e appesantisce il bilancio della sanità. E un passaggio fondamentale per recuperare ingenti somme di denaro sottratte alle casse regionali e per dare vita, di conseguenza, al già annunciato ampliamento della fascia di esenzione per le prestazioni diagnostiche».
Ma da allora ad oggi non sappiamo quali siano stati i risultati raggiunti. Qualcuno sostiene che così come accade per altri «balzelli», quando non si paga entra in azione l’Erario.
Quante volte le Agenzie delle Entrate sono riuscite a recuperare quei ticket sul pronto soccorso che non sono stati pagati? Davvero ardua l’impresa. Intanto, anche in Sicilia, dalla prossima settimana arriva la «batosta» sulla specialistica. Si aggiungeranno altri 10 euro al tetto finora finora fissato di 36,15 euro per ricetta.
Basti fare un esempio: se un’analisi delle urine prima costava 3 euro, dall’entrata in vigore della nuova manovra finanziaria se ne pagheranno 13.
I risultati di questa nuova manovra si vedranno a partire dalla prossima settimana quando, così come vennero introdotti quelli per il pronto soccorso, non mancarono le proteste negli ospedali. Stavolta, le proteste saranno allargate anche ai servizi territoriali delle Asp.
Quasi il 90 per cento dei siciliani sembra che faccia parte della categoria degli indigenti, dei poveri e soprattutto così come gli addetti agli sportelli hanno sempre «sventolato al quattro venti», il popolo siciliano e «nullatenente».
Insomma, la manovra economica nazionale ha imposto che da lunedì si paghi non solo il ticket per i codici bianchi in tutte le regioni, compresa la Sicilia - ma nell’Isola già nel lontano 2006 era stato introdotto il balzello, poi mandato in soffitta qualche mese dopo e reintrodotto nel 2007, quando assessore alla Sanità era Roberto Lagalla.
Questo ticket per i «codici bianchi» non ha mai avuto fortuna. Era stato introdotto, come una sorta di deterrente per frenare la frenetica corsa ai pronto soccorso anche per banali interventi che possono essere seguiti dai medici di medicina generale, dalle guardie mediche e dai servizi territoriali. Insomma, un «balzello» introdotto per tutti i veri o falsi ipocondriaci capaci di fare la «voce grossa» se non vengono immediatamente soccorsi e visitati nelle aree di emergenza a discapito della vera emergenza.
In Sicilia, prima del 2007 era necessaria un’autocertificazione per «farla franca» dal pagamento del ticket, poi la novità «targata» Lagalla è stata quella di introdurre la certificazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) il cui tetto era di 9.000 euro. Nel 2011, invece, l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha innalzato questa soglia portandola a 11.000 euro. Per il resto non è cambiato nulla, anzi.
«Sa quanta gente ogni giorno si presenta agli sportelli asserendo di essere nullatenente, povera e senza reddito? - dichiara mantenendo l’anonimato un addetto alla riscossione del ticket dell’ospedale “Villa Sofia” di Palermo - la verità è che tutti, proprio tutti, risultano essere poveri anche quelli che poi vedi a bordo di auto di lusso e di grossa cilindrata».
E non è finita. Le amministrazioni degli ospedali fanno davvero fatica per poter recuperare tutti quei ticket non pagati. «È una giungla – aggiunge ancora l’addetto – vuoi sapere che si spenderebbe più dei 25 euro per potere procedere al recupero di quanto dovuto?».
E dire che l’assessore Massimo Russo, qualche tempo fa aveva sottoscritto un protocollo con la Guardia di Finanza per «scovare» tutti i falsi esenti dal ticket. In Sicilia, infatti, è troppo alto il numero dei cittadini che per le loro condizioni economiche hanno diritto all’esenzione totale dal ticket. Per questo motivo sarebbero stati intensificati i controlli sia sulle esenzioni che su eventuali fenomeni di iperprescrizione. Era questo il principale obiettivo del protocollo d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra assessorato della salute e il Comando regionale della Guardia di Finanza. La collaborazione tra assessorato e Guardia di Finanza prevedeva azioni mirate al controllo e al monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche e di specialistica ambulatoriale e all’interno di questa attività avrebbe costituito una priorità ogni azione utile all’accertamento della legittima sussistenza delle condizioni economiche che configurasse il diritto all’esenzione in base alla certificazione Isee (indicatore situazione economica equivalente). I commenti allora si sprecarono: «Bisogna dare un segnale forte di trasparenza e legalità e la preziosa collaborazione con la Guardia di Finanza sarà utilissima per centrare l’obiettivo - disse Russo -. Troppe volte i cittadini siciliani assistono alle “furbate” di chi accampa diritti di esenzione e magari ha la disponibilità di una fuoriserie o di una villa al mare. È l’ora di contrastare in modo ancora più efficace le piccole e grandi illegalità di chi, credendosi più intelligente degli altri, provoca sprechi e appesantisce il bilancio della sanità. E un passaggio fondamentale per recuperare ingenti somme di denaro sottratte alle casse regionali e per dare vita, di conseguenza, al già annunciato ampliamento della fascia di esenzione per le prestazioni diagnostiche».
Ma da allora ad oggi non sappiamo quali siano stati i risultati raggiunti. Qualcuno sostiene che così come accade per altri «balzelli», quando non si paga entra in azione l’Erario.
Quante volte le Agenzie delle Entrate sono riuscite a recuperare quei ticket sul pronto soccorso che non sono stati pagati? Davvero ardua l’impresa. Intanto, anche in Sicilia, dalla prossima settimana arriva la «batosta» sulla specialistica. Si aggiungeranno altri 10 euro al tetto finora finora fissato di 36,15 euro per ricetta.
Basti fare un esempio: se un’analisi delle urine prima costava 3 euro, dall’entrata in vigore della nuova manovra finanziaria se ne pagheranno 13.
I risultati di questa nuova manovra si vedranno a partire dalla prossima settimana quando, così come vennero introdotti quelli per il pronto soccorso, non mancarono le proteste negli ospedali. Stavolta, le proteste saranno allargate anche ai servizi territoriali delle Asp.
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