Il Messaggero
Ed. del 30.06.2011 - pag.
n.d.
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La Sanità
Vendola: «E' solo una tassa sui poveri». Marino: «Vogliono aiutare i privati»
ROMA - Tornano i ticket sui pronto soccorso, sia pure annunciati a partire dal 2012, secondo la bozza della manovra finanziaria, ed è subito polemica. «L’introduzione del ticket sui codici bianchi, peraltro già presente in alcune regioni va a scoraggiare l’uso inappropriato del pronto soccorso», dice il ministro della Salute Ferruccio Fazio. Che spiega: «Nella manovra sono stati trovati i fondi per non rendere obbligatorio il ticket del 2011 e si è deciso di reintrodurre, a partire dal 2012, il ticket sui codici bianchi, già presente nel 2007». Secondo il ministro l’obiettivo dell’operazione è quello di scoraggiare prestazioni sanitarie inutili. I ticket riguarderanno non solo i codici bianchi del Pronto Soccorso ma anche la specialistica ambulatoriale. «Due settori di spesa - sottolinea Fazio - cresciuti esponenzialmente negli anni all’insegna della in appropriatezza e dello spreco».
Sulla questione si è scatenata però una pesante battaglia politica. Il Codacons ha calcolato che il ticket sanitario peserebbe per circa 41 euro a famiglia. Secondo il presidente della Regione Puglia e leader di Sei, Nichi Vendola, il ticket di 25 euro per i codici bianchi in pronto soccorso colpisce i poveri che si rivolgono di più alle strutture pubbliche. «E’ una tassa sulla povertà», sottolinea Vendola. Per Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera: «E’ inaccettabile che il governo introduca una nuova tassa, aumentando i ticket che pagheranno i malati, per coprire il buco di bilancio».
Condanna dei provvedimenti emersi dalla bozza di manovra economica anche dalla Cgil: «La spesa sanitaria in Italia è già più bassa della media Ue dei Paesi Ocse. Insistere con i tagli, invece che riqualificare la spesa, vuoi dire programmare il disavanzo delle Regioni, compromettendo il difficile percorso di risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro», hanno detto la segretaria confederale, Vera Lamonica, e il responsabile salute, Stefano Cecconi.
Il senatore del Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale Ignazio Marino vede dietro al ticket e al blocco del turn over: «Non solo il controllo della spesa ma anche la volontà di ferire gravemente il servizio sanitario pubblico per arrivare al 2013 con un servizio inefficiente e a una nuova visione che va verso la sanità privata».
Per il presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, la politica del ticket «in passato ha già rivelato la propria inefficacia». L’Udc parla di misura «intollerabile» e l’Idv di colpo di grazia alla sanità italiana. Infine, il ticket è una misura «odiosa ed iniqua» per il Tribunale dei diritti del malato secondo il quale è meglio usare la «fiscalità generale».
Sulla questione si è scatenata però una pesante battaglia politica. Il Codacons ha calcolato che il ticket sanitario peserebbe per circa 41 euro a famiglia. Secondo il presidente della Regione Puglia e leader di Sei, Nichi Vendola, il ticket di 25 euro per i codici bianchi in pronto soccorso colpisce i poveri che si rivolgono di più alle strutture pubbliche. «E’ una tassa sulla povertà», sottolinea Vendola. Per Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera: «E’ inaccettabile che il governo introduca una nuova tassa, aumentando i ticket che pagheranno i malati, per coprire il buco di bilancio».
Condanna dei provvedimenti emersi dalla bozza di manovra economica anche dalla Cgil: «La spesa sanitaria in Italia è già più bassa della media Ue dei Paesi Ocse. Insistere con i tagli, invece che riqualificare la spesa, vuoi dire programmare il disavanzo delle Regioni, compromettendo il difficile percorso di risanamento di quelle impegnate nei piani di rientro», hanno detto la segretaria confederale, Vera Lamonica, e il responsabile salute, Stefano Cecconi.
Il senatore del Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale Ignazio Marino vede dietro al ticket e al blocco del turn over: «Non solo il controllo della spesa ma anche la volontà di ferire gravemente il servizio sanitario pubblico per arrivare al 2013 con un servizio inefficiente e a una nuova visione che va verso la sanità privata».
Per il presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, la politica del ticket «in passato ha già rivelato la propria inefficacia». L’Udc parla di misura «intollerabile» e l’Idv di colpo di grazia alla sanità italiana. Infine, il ticket è una misura «odiosa ed iniqua» per il Tribunale dei diritti del malato secondo il quale è meglio usare la «fiscalità generale».
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