La Repubblica
Ed. del 12.06.2011 - pag. 9
Agnese Ananasso
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Dilagano i rapporti a tempo determinato anche in settori delicati come gli ospedali e le compagnie aeree
ROMA - Mettereste la vostra vita nelle mani di un precario? Già lo fate senza saperlo. Infatti la denuncia del ministro Tremonti sull’abuso dei contratti atipici coinvolge anche professioni delicate come vigili del fuoco, piloti d’aereo e medici.
«Ci sono 20mila vigili del fuoco precari» spiega Riccardo Coladarci, vigile del fuoco precario e delegato per Roma dell’Alvip, l’associazione dei lavoratori (tutti) vittime del precariato. «Si organizzano corsi per formare vigili volontari precari, che andrebbero impiegati nelle emergenze e non, come avviene, per sopperire a una carenza permanente di organico. Non abbiamo ferie, né permessi di studio, né malattia e non possiamo permetterci di assentarci per evitare ritorsioni. Però in servizio facciamo riferimento al contratto nazionale. Come precari non abbiamo diritto al servizio lavanderia interno e quindi portiamo a nostre spese giaccone e pantaloni antifiamma in lavanderie che lavano via anche lo speciale trattamento ignifugo. Abbiamo i doveri di un assunto ma non i diritti». Non solo, casco, guanti, giaccone e pantaloni antifiamma dovrebbero essere, per legge, personali, invece i precari lo condividono con altri colleghi.
Come accade anche per la categoria dei piloti civili. Anche qui tanti i precari. Un esempio: nei gruppi Air One e Alitalia pre-Cai lavoravano 2.500 piloti, 864 dei quali sono entrati in cassa integrazione dalla fine del 2008. «I cassintegrati vengono richiamati con contratti a termine e poi tornano in cassa integrazione» dice Sandro Apolloni, vice direttore dipartimento tecnico Unione Piloti (UPl. cassintegrato. «A ottobre 2012 finirà la cassa integrazione, poi tre anni di mobilità. Chi non potrà andare in pensione si troverà senza lavoro e senza pensione». In tutto ciò i piloti Precari devono sempre assicurare il massimo livello di sicurezza, sostenendo per legge costosi corsi di addestramento, rinnovando licenza e certificato medico.
«Se sei precario devi pagare di tasca tua dai 250 agli 800 euro l’ora per ogni simulazione di volo» dice Roberto Spinazzola, di Alitalia-Cai. Anche la richiesta “lavorare meno lavorare tutti” non è stata accolta, come dice Riccardo Rosi, responsabile cassintegrati UP, cassintegrato. «I precari coprono la carenza di un organico sempre più ridotto: crescono i pensionati ma non gli assunti». Situazione simile anche per i medici precari, circa ottomila secondo le stime della Funzione pubblica (Fp) Cgil Medici. Ci sono poi i precari “invisibili”, con rapporti di lavoro anomali come consulenze e “gettoni”. «I tagli alla spesa regionale metteranno in pericolo 4mila posti di lavoro di medici tra i 35 e i 45 anni» dice Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil Medici. «Si bloccherà il turnover, sovraccaricando i medici assunti, che già fanno orari assurdi, tra straordinari e ferie non godute». Questa instabilità genera inefficienza, specialmente in settori nevralgici come il pronto soccorso. Il rischio di errore clinico inoltre aumenta nelle ultime ore dell’anno. «Perciò abbiamo protestato in Toscana perché le anestesiste in maternità non vengono rimpiazzate, sovraccaricando i medici rimasti. Al Policlinico di Roma abbiamo ottenuto che i precari, quasi tutti in pediatria, rimangano fino a fine anno, anche se il contratto è scaduto a maggio. I piccoli pazienti si sarebbero trovati senza assistenza». Oggi si deve lottare persino per essere precario.
«Ci sono 20mila vigili del fuoco precari» spiega Riccardo Coladarci, vigile del fuoco precario e delegato per Roma dell’Alvip, l’associazione dei lavoratori (tutti) vittime del precariato. «Si organizzano corsi per formare vigili volontari precari, che andrebbero impiegati nelle emergenze e non, come avviene, per sopperire a una carenza permanente di organico. Non abbiamo ferie, né permessi di studio, né malattia e non possiamo permetterci di assentarci per evitare ritorsioni. Però in servizio facciamo riferimento al contratto nazionale. Come precari non abbiamo diritto al servizio lavanderia interno e quindi portiamo a nostre spese giaccone e pantaloni antifiamma in lavanderie che lavano via anche lo speciale trattamento ignifugo. Abbiamo i doveri di un assunto ma non i diritti». Non solo, casco, guanti, giaccone e pantaloni antifiamma dovrebbero essere, per legge, personali, invece i precari lo condividono con altri colleghi.
Come accade anche per la categoria dei piloti civili. Anche qui tanti i precari. Un esempio: nei gruppi Air One e Alitalia pre-Cai lavoravano 2.500 piloti, 864 dei quali sono entrati in cassa integrazione dalla fine del 2008. «I cassintegrati vengono richiamati con contratti a termine e poi tornano in cassa integrazione» dice Sandro Apolloni, vice direttore dipartimento tecnico Unione Piloti (UPl. cassintegrato. «A ottobre 2012 finirà la cassa integrazione, poi tre anni di mobilità. Chi non potrà andare in pensione si troverà senza lavoro e senza pensione». In tutto ciò i piloti Precari devono sempre assicurare il massimo livello di sicurezza, sostenendo per legge costosi corsi di addestramento, rinnovando licenza e certificato medico.
«Se sei precario devi pagare di tasca tua dai 250 agli 800 euro l’ora per ogni simulazione di volo» dice Roberto Spinazzola, di Alitalia-Cai. Anche la richiesta “lavorare meno lavorare tutti” non è stata accolta, come dice Riccardo Rosi, responsabile cassintegrati UP, cassintegrato. «I precari coprono la carenza di un organico sempre più ridotto: crescono i pensionati ma non gli assunti». Situazione simile anche per i medici precari, circa ottomila secondo le stime della Funzione pubblica (Fp) Cgil Medici. Ci sono poi i precari “invisibili”, con rapporti di lavoro anomali come consulenze e “gettoni”. «I tagli alla spesa regionale metteranno in pericolo 4mila posti di lavoro di medici tra i 35 e i 45 anni» dice Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil Medici. «Si bloccherà il turnover, sovraccaricando i medici assunti, che già fanno orari assurdi, tra straordinari e ferie non godute». Questa instabilità genera inefficienza, specialmente in settori nevralgici come il pronto soccorso. Il rischio di errore clinico inoltre aumenta nelle ultime ore dell’anno. «Perciò abbiamo protestato in Toscana perché le anestesiste in maternità non vengono rimpiazzate, sovraccaricando i medici rimasti. Al Policlinico di Roma abbiamo ottenuto che i precari, quasi tutti in pediatria, rimangano fino a fine anno, anche se il contratto è scaduto a maggio. I piccoli pazienti si sarebbero trovati senza assistenza». Oggi si deve lottare persino per essere precario.
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