La Sicilia
Ed. del 30.06.2011 - Siracusa - pag. 38
Roberto Rubino
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FLORIDIA - «Più sicurezza per i sanitari della guardia medica». La chiede il consigliere di Primavera floridiana Tino Giuliano, anch’egli medico. Si lavora di notte e i rischi per l’incolumità sono tanti. Egli ricorda come si sia già verificato l’intervento dei carabinieri per le intemperanze di alcuni malati. E occorre pure più igiene: sterpaglie, insetti, vegetazione alta, troppo alta per costituire un dignitoso ingresso alla guardia medica di un paese che ormai si aggira intorno ai 30 mila abitanti e che con la città gemella Solarino arriva quasi a 40 mila (ma Solarino ha un suo presidio). Del presidio sanitario se n’era discusso tempo addietro, erano stati avviati dall’amministrazione comunale dei contatti con l’Asp per una sistemazione in alcuni locali del centro servizi dell’area artigianale e il sindaco Arturo Spadaro aveva risposto in Consiglio comunale che tali interlocuzioni avevano ricevuto un parere di massima positivo dalla stessa Asp. Ma si attende ancora una soluzione.
L’infrastruttura, all’interno, come raccontato dai pazienti, non offre adeguate garanzie di vivibilità: un fatto condiviso dal personale medico che vi opera. I sanitari, in più di un’occasione, hanno subito tentativi di aggressione, favoriti dall’isolamento in cui si trova il sito. Adesso c’è soltanto questo presidio che si trova accanto alle ambulanze dei volontari: fatto positivo, di sicuro, ma troppo angusto per un paese che con gl’immigrati si avvia a una popolazione che supera i 25 mila abitanti. Comunque da mesi, dopo interminabili discussioni in Consiglio comunale, non s’è ancora concretizzata una migliore accoglienza per residenti e visitatori. Il posteggio per le autovetture dei pazienti si trova su un campo sterrato, dove è facile forare perché non c’è adeguata cura: vetri, chiodi e altri materiali che possono provocare danni sono presenti in quantità.
«Rischiamo d’essere ripetitivi - conclude Giuliano. Però conosco le condizioni estreme in cui lavorano i miei colleghi. Bisogna iniziare a risolvere tutto partendo da un servizio di guardia, che, in attesa di un cambio dell’infrastruttura, porti un po’ di serenità».
L’infrastruttura, all’interno, come raccontato dai pazienti, non offre adeguate garanzie di vivibilità: un fatto condiviso dal personale medico che vi opera. I sanitari, in più di un’occasione, hanno subito tentativi di aggressione, favoriti dall’isolamento in cui si trova il sito. Adesso c’è soltanto questo presidio che si trova accanto alle ambulanze dei volontari: fatto positivo, di sicuro, ma troppo angusto per un paese che con gl’immigrati si avvia a una popolazione che supera i 25 mila abitanti. Comunque da mesi, dopo interminabili discussioni in Consiglio comunale, non s’è ancora concretizzata una migliore accoglienza per residenti e visitatori. Il posteggio per le autovetture dei pazienti si trova su un campo sterrato, dove è facile forare perché non c’è adeguata cura: vetri, chiodi e altri materiali che possono provocare danni sono presenti in quantità.
«Rischiamo d’essere ripetitivi - conclude Giuliano. Però conosco le condizioni estreme in cui lavorano i miei colleghi. Bisogna iniziare a risolvere tutto partendo da un servizio di guardia, che, in attesa di un cambio dell’infrastruttura, porti un po’ di serenità».
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