Quotidiano di Sicilia
Ed. del 04.05.2011 - pag. 10
n.d.
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Appena il 100/0 dei pazienti con crisi coronarica assistito entro 2 ore
Troppe ambulanze con medico: 3 volte sopra la media
La gestione dei livelli di emergenza e urgenza presenta delle carenze e delle criticità in Sicilia. Il quadro critico è facilmente rilevabile dalle risposte date al questionario sottoposto dalla commissione del Senato Igiene e Sanità alle strutture sanitarie siciliane.
Secondo le risposte al questionario, in Sicilia, il 70 per cento degli ospedali non ha definito programmi per la verifica e la promozione della qualità dell' assistenza prestata. Pertanto, la natura dell'assistenza risulta autoreferenziale. Il 50 per cento degli ospedali siciliani dichiarano l'assenza di linee di indirizzo per la formazione e l'aggiornamento del personale mentre solo nel 44 per cento dei casi esistono procedure che prevedono l'attivazione di personale delle Unità operative che partecipano all'urgenza-emergenza.
Altro elemento critico riguarda la percentuale di ricoveri per sindromi coronariche acute sul totale dei ricoveri. Si è accertato che in emergenza cardiologica il cosiddetto “ritardo evitabile” coinvolge tutti: cittadino (ritardo decisionale), sistema di risposta-1l8 (ritardo organizzativo), pronto soccorso - Utic - sala emodinamica (ritardo ospedaliero). E così solo il 10% dei pazienti giunge in Utic (Unità Terapia Intensiva Coronarica) entro le prime 2 ore, e un altro 30% tra le 2 e le 6 ore dall'inizio dell' evento acuto.
A livello nazionale, la situazione percentuale dei ricoveri in Utic (Unità terapia intensiva coronaria) per sindrome coronarica acuta (Sca) è buona per gli Eas (circa il 50 per cento dei pazienti). Meno accettabile per i Dea: 31,3 per cento al Centro e 20,29 per cento, al Sud, pari a l paziente su 5. In Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna la percentuale è bassa. Questo significa che nella maggior parte delle Utic vengono ricoverati pazienti che non sono affetti da Sca. Si pone pertanto un interrogativo circa la necessità di tutte le Utic presenti sul territorio.
Criticità in Sicilia sono state rilevate anche per Piano di Emergenza Generale (antincendio, evacuazione), per il Piano nucleare batteriologica clinica radiologica (Nbcr). Per quanto riguarda il personale che opera nel sistema di emergenza-urgenza, soltanto il 27 per cento segue un percorso formativo uniforme.
Secondo i dati del questionario, in Sicilia, non è prevista una procedura condivisa con la Direzione sanitaria per fornire, su richiesta dell'utente, la documentazione riguardante un intervento di soccorso, non esiste un sistema identificativo del chiamante (cioè chi chiama l'ambulanza di modo da poter richiamare dopo se cade la linea), non esistono collegamenti telefonici diretti (linee Cug, punto - punto... ) con le 118 limitrofe. Infine, ci sono troppe ambulanze con medico: circa 3 volte superiore alla media.
Secondo le risposte al questionario, in Sicilia, il 70 per cento degli ospedali non ha definito programmi per la verifica e la promozione della qualità dell' assistenza prestata. Pertanto, la natura dell'assistenza risulta autoreferenziale. Il 50 per cento degli ospedali siciliani dichiarano l'assenza di linee di indirizzo per la formazione e l'aggiornamento del personale mentre solo nel 44 per cento dei casi esistono procedure che prevedono l'attivazione di personale delle Unità operative che partecipano all'urgenza-emergenza.
Altro elemento critico riguarda la percentuale di ricoveri per sindromi coronariche acute sul totale dei ricoveri. Si è accertato che in emergenza cardiologica il cosiddetto “ritardo evitabile” coinvolge tutti: cittadino (ritardo decisionale), sistema di risposta-1l8 (ritardo organizzativo), pronto soccorso - Utic - sala emodinamica (ritardo ospedaliero). E così solo il 10% dei pazienti giunge in Utic (Unità Terapia Intensiva Coronarica) entro le prime 2 ore, e un altro 30% tra le 2 e le 6 ore dall'inizio dell' evento acuto.
A livello nazionale, la situazione percentuale dei ricoveri in Utic (Unità terapia intensiva coronaria) per sindrome coronarica acuta (Sca) è buona per gli Eas (circa il 50 per cento dei pazienti). Meno accettabile per i Dea: 31,3 per cento al Centro e 20,29 per cento, al Sud, pari a l paziente su 5. In Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna la percentuale è bassa. Questo significa che nella maggior parte delle Utic vengono ricoverati pazienti che non sono affetti da Sca. Si pone pertanto un interrogativo circa la necessità di tutte le Utic presenti sul territorio.
Criticità in Sicilia sono state rilevate anche per Piano di Emergenza Generale (antincendio, evacuazione), per il Piano nucleare batteriologica clinica radiologica (Nbcr). Per quanto riguarda il personale che opera nel sistema di emergenza-urgenza, soltanto il 27 per cento segue un percorso formativo uniforme.
Secondo i dati del questionario, in Sicilia, non è prevista una procedura condivisa con la Direzione sanitaria per fornire, su richiesta dell'utente, la documentazione riguardante un intervento di soccorso, non esiste un sistema identificativo del chiamante (cioè chi chiama l'ambulanza di modo da poter richiamare dopo se cade la linea), non esistono collegamenti telefonici diretti (linee Cug, punto - punto... ) con le 118 limitrofe. Infine, ci sono troppe ambulanze con medico: circa 3 volte superiore alla media.
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