Quotidiano di Sicilia
Ed. del 06.05.2011 - pag. 3
n.d.
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A seguito dei risultati dell'indagine della commissione Igiene e Sanità del Senato
Il ministro Fazio ha incontrato i sindacati e ha avuto l'ok delle Regioni. Per i codici bianchi e verdi coinvolgere medici di famiglia e pediatri.
ROMA - Attese fino a 10 ore in Sicilia il paziente che deve essere assistito dalla Rete di emergenza-urgenza e media nazionale di tre ore. Di queste criticità si è occupato il QdS in un'inchiesta pubblicata mercoledì 4 maggio. Nello stesso giorno il ministro della Salute, Ferruccio Fazio ha presentato un progetto di riforma che ha le seguenti caratteristiche: ripensare interamente la rete sanitaria di emergenza-urgenza, rielaborando le linee guida, decongestionando i Pronto Soccorso, che in futuro dovranno occuparsi solo dei codici gialli e rossi, e affidando i casi più lievi, ovvero quelli classificabili come codici bianchi e verdi, ad una cabina di regia che vedrà la presenza di rappresentanti della medicina del territorio e che “coinvolgerà largamente” medici di famiglia e pediatri. Il ministro Fazio, ha presentato mercoledì mattina in via preliminare il progetto alle sigle sindacali mediche ospedaliere e territoriali e che nello stesso pomeriggio ha avuto anche la “condivisione” delle Regioni.
Un progetto di riforma che fa seguito all'indagine conoscitiva della commissione Sanità di palazzo Madama, che ha confermato le forti criticità del settore e l'urgenza di intervenire per porvi rimedio, e che verrà inserito negli Obiettivi di piano, così da poter essere finanziato con una quota dei 350 milioni di euro, pari al 25% del fondo destinato agli Obiettivi di piano, destinati alle cure primarie.
«L'ipotesi è quella di rifondare completamente il settore creando una quarta macro area all’interno del fondo sanitario nazionale in aggiunta alle 3 tradizionali (prevenzione, ospedale e territorio)», ha spiegato il ministro al termine dell'incontro con i sindacati, sottolineando la necessità di costituire una cabina di regia ospedale-territorio che possa anche ridefinire le procedure di triage del servizio 118. Un obiettivo ambizioso, dunque, che i sindacati, che nei prossimi tempi dovranno presentare a Fazio le loro proposte nel dettaglio, hanno dichiarato di condividere nelle linee di intervento generali.
Al tempo stesso però, le sigle sindacali hanno evidenziato, in una nota congiunta, che «il vero problema dei Pronto soccorso è l'eccesso di domanda di ricovero soprattutto nell’'area medica per cause epidemiologiche e demografiche», augurandosi che il ministero della Salute possa dare «risposte urgenti al problema degli organici, procedendo anche a rivedere le linee guida che governano il sistema dagli anni '90».
Un progetto di riforma che fa seguito all'indagine conoscitiva della commissione Sanità di palazzo Madama, che ha confermato le forti criticità del settore e l'urgenza di intervenire per porvi rimedio, e che verrà inserito negli Obiettivi di piano, così da poter essere finanziato con una quota dei 350 milioni di euro, pari al 25% del fondo destinato agli Obiettivi di piano, destinati alle cure primarie.
«L'ipotesi è quella di rifondare completamente il settore creando una quarta macro area all’interno del fondo sanitario nazionale in aggiunta alle 3 tradizionali (prevenzione, ospedale e territorio)», ha spiegato il ministro al termine dell'incontro con i sindacati, sottolineando la necessità di costituire una cabina di regia ospedale-territorio che possa anche ridefinire le procedure di triage del servizio 118. Un obiettivo ambizioso, dunque, che i sindacati, che nei prossimi tempi dovranno presentare a Fazio le loro proposte nel dettaglio, hanno dichiarato di condividere nelle linee di intervento generali.
Al tempo stesso però, le sigle sindacali hanno evidenziato, in una nota congiunta, che «il vero problema dei Pronto soccorso è l'eccesso di domanda di ricovero soprattutto nell’'area medica per cause epidemiologiche e demografiche», augurandosi che il ministero della Salute possa dare «risposte urgenti al problema degli organici, procedendo anche a rivedere le linee guida che governano il sistema dagli anni '90».
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