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Roma, 12 apr. (Adnkronos Salute) - «Il diritto al riconoscimento del lavoro usurante per tutta l’area medica (dipendenti e convenzionati) è sacrosanto, ma senza finanziamenti specifici rischia di diventare un 'boomerang' per i medici», che, in alcuni casi, lasciando prima il lavoro senza contributi aggiuntivi, rischiano di avere pensioni ridotte. E’ quanto afferma il vice segretario nazionale della Fimmg e segretario nazionale della continuità assistenziale, Silvestro Scotti, intervenendo sul dibattito legato al decreto legislativo sui lavori usuranti.
«Le nuove norme - prosegue Scotti - permettono l'anticipo, fino a un massimo di tre anni, del pensionamento dei medici impegnati in attività prevalentemente nelle ore notturne. Per i convenzionati questa possibilità è paradossalmente svantaggiosa. Le pensioni dei medici di continuità assistenziale e di emergenza territoriale sono infatti determinate da un meccanismo contributivo e quindi, in assenza di una compensazione figurativa degli anni non versati, si ridurrebbero notevolmente».
«Va considerato - aggiunge - anche il fatto che l’ingresso nel mondo del lavoro avviene tardi e nei primi anni il versamento e' scarso. Rimane perciò fondamentale che il Governo preveda finanziamenti per compensare il mancato versamento dei contributi dei tre anni ed evitare che ricada tutto sull’Enpam e di conseguenza sulle tasche dei medici che indirettamente si pagherebbero da soli il proprio lavoro usurante».
«Le nuove norme - prosegue Scotti - permettono l'anticipo, fino a un massimo di tre anni, del pensionamento dei medici impegnati in attività prevalentemente nelle ore notturne. Per i convenzionati questa possibilità è paradossalmente svantaggiosa. Le pensioni dei medici di continuità assistenziale e di emergenza territoriale sono infatti determinate da un meccanismo contributivo e quindi, in assenza di una compensazione figurativa degli anni non versati, si ridurrebbero notevolmente».
«Va considerato - aggiunge - anche il fatto che l’ingresso nel mondo del lavoro avviene tardi e nei primi anni il versamento e' scarso. Rimane perciò fondamentale che il Governo preveda finanziamenti per compensare il mancato versamento dei contributi dei tre anni ed evitare che ricada tutto sull’Enpam e di conseguenza sulle tasche dei medici che indirettamente si pagherebbero da soli il proprio lavoro usurante».
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