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Il Governo regionale ha già chiesto allo Stato di ridurre di 500 milioni la quota da versare al Fsn
PALERMO - Risparmiare si può anzi si deve. Dopo i periodi bui alle prese con disavanzi economici e spese non proprio oculate, l'assessore alla Sanità, Massimo Russo, ha sin dall'inizio orientato la sua politica nell'ottica di un risparmio nel settore sanitario regionale. I primi risultati del resto ci sono, anche se per ottimizzare i costi e ridurre le spese, bisogna ancora stringere la cinghia e puntare sul risparmio. Un risparmio che può arrivare fino al, 1 miliardo di euro attraverso manovre di contenimento della spesa che riguardano settori chiave dove la Sicilia oggi spende di più.
Partiamo innanzitutto dal bilancio preventivo 2010 confrontandolo con quello del 2011 che è stato depositato all'Assemblea regionale siciliana lo scorso 31 dicembre ma che ancora non è stato approvato e tra l'altro potrebbe essere sostituito da un altro. Al momento siamo in esercizio provvisorio e da più parti si chiede al Governo di aggiornare il progetto presentato ormai quattro mesi fa.
Premesso che i numeri potrebbero cambiare, possiamo però già avere almeno un'idea dell'approccio politico. Se, infatti, nel bilancio preventivo 2010 l'assessorato alla Salute registrava 8,125 miliardi di spese correnti (contro i 28 milioni di spese in conto capitale ovvero in investimenti), la cifra del 2011 contenuta nella bozza parla di 7,950 miliardi destinato alle spese correnti con un risparmio di 175 milioni di euro. Un primo passo che mostra già i segni di una politica che vuole cambiare direzione rispetto agli anni passati. Un altro punto su cui la Regione sta lavorando, con un orientamento anche qui al risparmio, è la percentùa1e destinata al fondo sanitario nazionale. Con un accordo, che ha
impegnato la Regione siciliana nel triennio 2007-2009, l'amministrazione era tenuta a versare il 49 per cento del bilancio dell'assessorato salute.
Ora, finito il triennio, nella volontà dell'assessore Russo c'è l'idea di riportare la percentuale al 42 per cento, percentuale che esisteva fino al 2006. In questo modo, con il 42%, fanno sapere dall'assessorato, potrebbe esserci un risparmio sicuro di 500 milioni di euro. Per ora è vero, queste due voci (bilancio preventivo 2011 e quota da destinare al fondo nazionale sanitario), sono solo fondate su ipotesi e non su dati certi. Sul piano della gestione del Servizio 118, però, è stato varato un decreto (vedi Gurs n. 9/2011) dall'assessore alla Salute, Massimo Russo, per un risparmio di gestione fissato in 30 milioni di euro.
Avendo analizzato le spese più pesanti che pesano nei capitoli di bilancio relativi all'assessorato Salute, come riportato nel grafico in pagina, alla luce delle inchieste del QdS dell'ultimo anno, abbiamo individuato tre voci di risparmio su cui l'assessorato alla Salute potrebbe lavorare per portare la Sicilia a livello delle regioni virtuose. Partiamo innanzitutto dalle spese per il personale, una delle voci che ha fatto discutere molto in passato sia per il numero del personale impiegato che per la spesa complessiva.
Nel 2008, infatti, la Regione ha speso 2 miliardi e 980 milioni per 47.577 unità impiegate nel settore sanitario con un'incidenza pari al 37,54% sull'intero bilancio sanitario. La Toscana, invece, sempre nel 2008, con più personale pari a 51.225, ha speso 2 miliardi e 464 milioni di euro. In questo caso il risparmio dell'Isola sul personale sul modello della Toscana sarebbe di 516 milioni (vedi inchiesta QdS di sabato 3 luglio 2010).
Un'altra voce che costa alle casse della Sicilia è quella della cosiddetta mobilità attiva, i famosi viaggi della speranza, ovvero il mancato introito dell'Isola per i rimborsi sui ricoveri che vanno invece nelle casse di altre regioni scelte come mete dove farsi curare. La Sicilia, nel 2009, ha registrato un saldo negativo di 185 milioni di euro dato dalla differenza tra quanto l'Isola ha incassato per i pazienti non siciliani venuti in cura presso le strutture siciliane (48 milioni) e quanto la Sicilia ha perso per il numero di siciliani che invece hanno scelto altre regioni dove curarsi (233 milioni di euro) (vedi inchiesta QdS di mercoledì 18 agosto 2010).
La Sicilia non avrebbe perso cosi 185 milioni se i suoi cittadini avessero scelto di rimanere nell'Isola. Infine, altro settore di potenziale risparmio è quello della spesa farmaceutica. Qui la Sicilia è in testa alle regioni che spendono di più nei farmaci rispetto alla media nazionale e a quella imposta dal governo (vedi inchiesta QdS di venerdì 4 febbraio 20II). Soltanto nel 2010 è stato speso 1 miliardo e 300 milioni in farmaci pesando in tal modo sul bilancio sanitario con una percentuale pari al 15,7 per cento contro 1'11,3 % della media nazionale e il 13,3 del tetto imposto dal governo.
Con un calcolo semplice, possiamo dedurre che la Sicilia potrebbe risparmiare fino a 400 milioni di euro se adeguasse la spesa alla media nazionale. Così con mobilità, personale e spesa farmaceutica arriviamo alla cifra di l, l miliardo di risparmio. Un numero difficile certo da raggiungere in tempi brevi ma possibile in un percorso più a lungo termine. La strada è lunga ma l'inizio dà speranza.
Tagli Sanità
Su personale, farmaci e ricoveri in altre Regioni
Bilancio preventivo 2011. Nella bozza presentata a dicembre la spesa dell'assessorato Salute risultava già ridotta di 175 min. Il QdS ha calcolato altri risparmi possibili
Servizio 118. L'operazione di sforbiciata dei costi di gestione è già partita. Un esempio il decreto del 4 febbraio dell'assessore Russo che riduce di 30 milioni la gestione del 118
Partiamo innanzitutto dal bilancio preventivo 2010 confrontandolo con quello del 2011 che è stato depositato all'Assemblea regionale siciliana lo scorso 31 dicembre ma che ancora non è stato approvato e tra l'altro potrebbe essere sostituito da un altro. Al momento siamo in esercizio provvisorio e da più parti si chiede al Governo di aggiornare il progetto presentato ormai quattro mesi fa.
Premesso che i numeri potrebbero cambiare, possiamo però già avere almeno un'idea dell'approccio politico. Se, infatti, nel bilancio preventivo 2010 l'assessorato alla Salute registrava 8,125 miliardi di spese correnti (contro i 28 milioni di spese in conto capitale ovvero in investimenti), la cifra del 2011 contenuta nella bozza parla di 7,950 miliardi destinato alle spese correnti con un risparmio di 175 milioni di euro. Un primo passo che mostra già i segni di una politica che vuole cambiare direzione rispetto agli anni passati. Un altro punto su cui la Regione sta lavorando, con un orientamento anche qui al risparmio, è la percentùa1e destinata al fondo sanitario nazionale. Con un accordo, che ha
impegnato la Regione siciliana nel triennio 2007-2009, l'amministrazione era tenuta a versare il 49 per cento del bilancio dell'assessorato salute.
Ora, finito il triennio, nella volontà dell'assessore Russo c'è l'idea di riportare la percentuale al 42 per cento, percentuale che esisteva fino al 2006. In questo modo, con il 42%, fanno sapere dall'assessorato, potrebbe esserci un risparmio sicuro di 500 milioni di euro. Per ora è vero, queste due voci (bilancio preventivo 2011 e quota da destinare al fondo nazionale sanitario), sono solo fondate su ipotesi e non su dati certi. Sul piano della gestione del Servizio 118, però, è stato varato un decreto (vedi Gurs n. 9/2011) dall'assessore alla Salute, Massimo Russo, per un risparmio di gestione fissato in 30 milioni di euro.
Avendo analizzato le spese più pesanti che pesano nei capitoli di bilancio relativi all'assessorato Salute, come riportato nel grafico in pagina, alla luce delle inchieste del QdS dell'ultimo anno, abbiamo individuato tre voci di risparmio su cui l'assessorato alla Salute potrebbe lavorare per portare la Sicilia a livello delle regioni virtuose. Partiamo innanzitutto dalle spese per il personale, una delle voci che ha fatto discutere molto in passato sia per il numero del personale impiegato che per la spesa complessiva.
Nel 2008, infatti, la Regione ha speso 2 miliardi e 980 milioni per 47.577 unità impiegate nel settore sanitario con un'incidenza pari al 37,54% sull'intero bilancio sanitario. La Toscana, invece, sempre nel 2008, con più personale pari a 51.225, ha speso 2 miliardi e 464 milioni di euro. In questo caso il risparmio dell'Isola sul personale sul modello della Toscana sarebbe di 516 milioni (vedi inchiesta QdS di sabato 3 luglio 2010).
Un'altra voce che costa alle casse della Sicilia è quella della cosiddetta mobilità attiva, i famosi viaggi della speranza, ovvero il mancato introito dell'Isola per i rimborsi sui ricoveri che vanno invece nelle casse di altre regioni scelte come mete dove farsi curare. La Sicilia, nel 2009, ha registrato un saldo negativo di 185 milioni di euro dato dalla differenza tra quanto l'Isola ha incassato per i pazienti non siciliani venuti in cura presso le strutture siciliane (48 milioni) e quanto la Sicilia ha perso per il numero di siciliani che invece hanno scelto altre regioni dove curarsi (233 milioni di euro) (vedi inchiesta QdS di mercoledì 18 agosto 2010).
La Sicilia non avrebbe perso cosi 185 milioni se i suoi cittadini avessero scelto di rimanere nell'Isola. Infine, altro settore di potenziale risparmio è quello della spesa farmaceutica. Qui la Sicilia è in testa alle regioni che spendono di più nei farmaci rispetto alla media nazionale e a quella imposta dal governo (vedi inchiesta QdS di venerdì 4 febbraio 20II). Soltanto nel 2010 è stato speso 1 miliardo e 300 milioni in farmaci pesando in tal modo sul bilancio sanitario con una percentuale pari al 15,7 per cento contro 1'11,3 % della media nazionale e il 13,3 del tetto imposto dal governo.
Con un calcolo semplice, possiamo dedurre che la Sicilia potrebbe risparmiare fino a 400 milioni di euro se adeguasse la spesa alla media nazionale. Così con mobilità, personale e spesa farmaceutica arriviamo alla cifra di l, l miliardo di risparmio. Un numero difficile certo da raggiungere in tempi brevi ma possibile in un percorso più a lungo termine. La strada è lunga ma l'inizio dà speranza.
Tagli Sanità
Su personale, farmaci e ricoveri in altre Regioni
Bilancio preventivo 2011. Nella bozza presentata a dicembre la spesa dell'assessorato Salute risultava già ridotta di 175 min. Il QdS ha calcolato altri risparmi possibili
Servizio 118. L'operazione di sforbiciata dei costi di gestione è già partita. Un esempio il decreto del 4 febbraio dell'assessore Russo che riduce di 30 milioni la gestione del 118
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