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La società Sicilia e-Servizi non consegna il software da sette milioni di euro. E l'assessore firma un contratto aggiuntivo di tre.
PALERMO. In Emilia, se il medico del 118 vuole sapere in quale ospedale c'è un posto libero adatto alle condizioni del paziente che ha appena soccorso, gli basta dare in tempo reale uno sguardo allo schermo di un pc in dotazione. E così succede in quasi tutte le regioni italiane. In Sicilia, no. Il motivo? Il servizio di emergenza non è stato ancora informatizzato. Eppure a settembre del 2009, un anno e mezzo dopo che la Joint commission, l'ente di accreditamento internazionale, anche per questo bocciò il 118 siciliano, l'assessore alla Sanità, Massimo Russo, in carica dal giugno 2008, attraverso l'assessorato al Bilancio, aveva incaricato, senza gara ad evidenza pubblica, Sicilia E servizi Spa, la società mista partecipata dalla Regione, di fornire la scheda elettronica del paziente, il collegamento informatico tra la centrale operativa e mezzi di soccorso; il collegamento tra centrale operativa e gli ospedali siciliani e tra le quattro centrali operative de1118. Il costo? Sette milioni di euro, quattro milioni e ottocentomila dei quali verrano incassati dal socio privato E-servizi venture Spa, che si dovra occupare di realizzare il software e di farlo funzionare. «II doppio o il triplo di quanto è costato ad altre regioni che si sono rivolte al mercato», dice un funzionario dell'assessorato alla Sanità. «Sinora non ci hanno fomito nulla. I ritardi sono notevoli. E' stato lo stesso amministratore delegato della società, Giuseppe Sajeva, ad ammettere che sono arrivati al 5% del lavoro», sottolinea Dino Alagna, responsabile del settore Emergenza regionale. E così nulla di strano se alcune persone soccorse vengano portate d'urgenza nell'ospedale sbagliato: come accadde a Filippo Li Gambi, 23 anni, che il 22 agosto del 2009, vittima di un incidente stradale che gli aveva procurato un'emoragia vascolare, fu condotto dal 118 in un ospedale, quello di Mazzarino, dove la chirurgia non funzionana da tempo e dopo alcune ore, per il giovane fatali, nell'ospedale giusto. Beppe Bosco, amministratore delegato di E-sicilia venture, ribatte: «C'è un cronoprogramma che stiamo rispettando. Il progetto deve essere realizzato entro novembre del 2011. C'è ancora tempo. I costi li abbiamo proposti, la Regione li ha approvati».
LA CROCE TELEFONICA. "I ritardi" segnalati da Dino Alagna non hanno sconsigliato l'assessorato alla Sanità di firmare con la stessa società partecipata un contratto integrativo che prevede la realizzazione di tutto quanto necessario a dotare le centrali operative di un sistema telefonico adatto per l'emergenza. E già, perchè il 118 siciliano, per cui la Regione spende 200 milioni di euro all'anno, non dispone, ad esempio, del servizio di visualizzazione del numero chiamante, di quel servizio che a qualunque cittadino privato serve per capire da quale utenza telefonica è arrivata la telefonata a lui diretta. E che per il118 in alcuni casi è determinante a salvare vite umane. Il costo del contratto aggiuntivo? Tre milioni di euro. «E' più che altro di un contratto di fomitura di apparecchiature. A E servizi venture, toccherà poco. La società per procurarsele si rivolgerà alla Consip, la società a cui gli enti pubblici si devono ricorrere per acquistare di beni o servizi, o al mercato», spiega Beppe Bosco.
LA CROCE TELEFONICA. "I ritardi" segnalati da Dino Alagna non hanno sconsigliato l'assessorato alla Sanità di firmare con la stessa società partecipata un contratto integrativo che prevede la realizzazione di tutto quanto necessario a dotare le centrali operative di un sistema telefonico adatto per l'emergenza. E già, perchè il 118 siciliano, per cui la Regione spende 200 milioni di euro all'anno, non dispone, ad esempio, del servizio di visualizzazione del numero chiamante, di quel servizio che a qualunque cittadino privato serve per capire da quale utenza telefonica è arrivata la telefonata a lui diretta. E che per il118 in alcuni casi è determinante a salvare vite umane. Il costo del contratto aggiuntivo? Tre milioni di euro. «E' più che altro di un contratto di fomitura di apparecchiature. A E servizi venture, toccherà poco. La società per procurarsele si rivolgerà alla Consip, la società a cui gli enti pubblici si devono ricorrere per acquistare di beni o servizi, o al mercato», spiega Beppe Bosco.
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