GAVIRATE
Silvio Aimetti, commissario CRI del Medio Verbano e volontario, dà la sua versione del clima che si respira nei comitati, tra dipendenti e volontari
«Rispetto le opinioni del dipendente della Croce Rossa ma è la prima volta che sento qualcuno lamentarsi. La CRI gode di ottima salute, anzi non è mai stata meglio!» Silvio Aimetti, commissario del Comitato locale del Medio Verbano, respinge le accuse mosse da Mauro Gandini dalle pagine del nostro giornale: «Se un problema esiste, è colpa di AREU (Agenzia regionale dell'emergenza urgenza), della Regione, che sottopaga le nostre prestazioni. Io sono un volontario e nella vita faccio l'imprenditore. Se lavorassi per la mia azienda, sarei matto ad accettare simili contratti...».
Silvio Aimetti ci riceve nella sede di Gavirate, quella fatiscente occupata in attesa che la fondazione "Gavirate per gli altri", con la partecipazione del Comune, ne realizzi una adeguata. Insieme a lui tanti volontari, giovani e anziani, con diversi anni di servizio alle spalle vissuti in ambulanza di notte o nei fine settimana: « Il lavoro del soccorso viene gestito per il 55% dai volontari - spiega Aimentti - È chiaro che senza i dipendenti non si potrebbe lavorare di giorno, ma la professionalità e la passione dei tanti volontari è uguale a quella dei dipendenti. Certo, chi lo fa di mestiere avrà una "manualità" migliore, ma vi assicuro che la preparazione e la formazione sono identiche».
Aimetti, però, sa che malumori esistono tra dipendenti e volontari: « È una contrapposizione assurda, una battaglia tra "poveri". Chi veramente è respnsabile di questa situazione è chi decide i costi che possiamo incassare con i nostri servizi: se per un'attività che sia di emergenza o di trasporto malatici viene riconosciuta una cifra insufficiente a coprire il costo, come si può pensare che vada bene? E i rischi dell'attività? Un mezzo che si rompe, una malattia, questi costi ulteriori chi li copre? Ho appena preso una multa dall'Asl di 2.800 euro perchè i locali che abbiamo a Cittiglio non sono a norma. Ma io sono ospite dell'azienda ospedaliera, cosa posso farci? E quella multa è intestata a me, personalmente. Noi volontari ci ritroviamo di sera a fare i salti mortali per mettere a posto i conti. Siamo comitati con bilanci indipendenti che vengono valutati dai revisori dei conti ma non prendiamo una sovvenzione, un fondo statale non possiamo chiudere con disavanzi».
In quest'ottica, secondo il commissario del Medio Verbano, va letto il mancato rinnovo di due dipendenti a termine: « Alla fine di dicembre, ho inviato al regionale l'elenco dei dipendenti che potevano effettuare i compiti previsti dalla convenzione 118. Questi due lavoratori non avevano i requisiti richiesti. Agli atti non avevo alcuna dichiarazione che attestasse l'idoneità al servizio del signor Bodini, mentre non c'erano ruoli per la lavoratrice incinta: io non posso tenere un lavoratore che si occupi di "mansioni d'ufficio" o faccia centralino, non me lo pagano, AREU non paga la maternità». Lo scorso anno, il Comitato ha dovuto gestire in alcuni periodi un tasso di assenteismo del 60% dovendo ricorrere agli interinali, rimettendoci in termini economici: «Il lavoro interinale ci è costato 50.000 euro e rischiamo di chiudere il bilancio per la prima volta in perdita». Tra le voci di entrata ci sono almeno 100.000 euro, circa un quinto del budget, legato alle attività secondarie che, però, vengono svolte dai volontari perchè l'utilizzo dei dipendenti comporterebbe costi troppo elevati rispetto ai rimborsi riconosciuti dalla Regione.
Nella sede del Medio Verbano ci sono 7 dipendenti: uno a tempo indeterminato, tre a tempo determinato e tre interinali: « Come commissario io non gestisco i dipendenti. Pago loro lo stipendio e il buono pasto ma nient'altro. Questa situazione poco chiara ha creato numerosi malumori. Ora, però, il comitato nazionale e i nostri vertici regionali stanno tentando di mettere mano a questa organizzazione che crea malumori. Per la prima volta, pensiamo che si possa rivedere l'intero sistema in modo efficiente e funzionale».
Volontari, dipendenti. Aimetti, in Croce rossa da anni, è orgoglioso della divisa che indossa: «La colpa di questa situazione non è di Croce Rossa ma della Regione che sottopaga i servizi. Il servizio di 118 sta prosciugando le nostre energie. nell'ultimo triennio non c'è stato pagato il 10% di quanto dovuto mentre per il periodo 2001-2006 è stato liquidato un compenso forfettario che è meno del 50% dei costi sostenuti in concreto. Ci avessero pagato, non ci saremmo trovati nella condizione di non rinnovare i contratti. AREU sta approfittando dell'amore e della passione di quanti lavorano con la divisa della CRI. Non ci sentiamo rispettati e parlo a nome dei volontari e dei dipendenti».
20/01/2011
Alessandra Tonialessandra.toni@varesenews.it
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