|
Sanità al Sud strategie per restare in piedi
PALERMO - Nella dura trattativa con il governo nazionale sull'attuazione del decreto legislativo sul federalismo fiscale, oltre la difficile questione del l'autonomia tributaria delle Regioni, c'è anche quella sui costi standard della Sanità. Costi standard che saranno stabiliti facendo la media della spesa effettuata dalla regioni cosiddette virtuose. Un calcolo che rischia di penalizzare le regioni del Sud dove il sistema nei decenni è stato notevolmente dilatato e che necessita di interventi di ridimensionamento graduali. Per evitare che si attui, «il federalismo dell'abbandono», l'assessore alla Sanità, Massimo Russo, ha lanciato l'idea dei «livelli minimi di organizzazione». Che in un certo senso capovolge la questione. «C'è bisogno di un modello - ha sottolineato l'assessore Russo - che induca a cambiare il sistema radicalmente, costituendo un osservatorio sui prezzi per conoscere i costi reali». Russo, che ieri ha partecipato a Bruxelles ad un incontro dell'Eucomed, organizzazione che raggruppa 4.500 aziende di apparecchiature sanitarie, è pronto a battersi per la sua proposta. «II nostro piano di rientro dal deficit sanitario - ha aggiunto - è diventato un modello anche fuori dall'Italia. Con i parametri che ormai abbiamo raggiunto siamo in grado di accettare la scommessa. la legge nazionale prevede di garantire ai cittadini i Lea (livelli essenziali di assistenza), mentre noi proponiamo i livelli essenziali di organizzazione. Che non è questione di lana caprina».
Ovviamente tutto deve rimanere nell'ottica del risparmio e dell'omogeneità della spesa. Non è possibile che una siringa costi 2 centesimi in Lombardia e circa 30 in Sicilia. Ma lo stesso ragionamento vale per le garze o i cateteri. Per non parlare della sproporzione del costo di una Tac o di una risonanza magnetica fra Nord e Sud. «Non c'è dubbio - ha concluso Russo - che dobbiamo fare in modo che le risorse sempre più scarse (Francia e Germania destinano maggiori fond i alla Sanità) devono essere utilizzate con razionalità, ma soprattutto con senso di responsabilità».
La ripartizione del fondo sanitario nazionale finora affidato alla mediazione politica della Conferenza delle Regioni, peraltro, segue criteri che non sono legati soltanto al numero di cittadini assistiti, ma anche dell'anzianità della popolazione. Quindi, ogni regione riceve una quota procapite diversa. Per esempio, la Sicilia che ha una popolazione più giovane ottiene meno della Lombardia dove comu nque la sanità è tra le più efficienti.
Ovviamente tutto deve rimanere nell'ottica del risparmio e dell'omogeneità della spesa. Non è possibile che una siringa costi 2 centesimi in Lombardia e circa 30 in Sicilia. Ma lo stesso ragionamento vale per le garze o i cateteri. Per non parlare della sproporzione del costo di una Tac o di una risonanza magnetica fra Nord e Sud. «Non c'è dubbio - ha concluso Russo - che dobbiamo fare in modo che le risorse sempre più scarse (Francia e Germania destinano maggiori fond i alla Sanità) devono essere utilizzate con razionalità, ma soprattutto con senso di responsabilità».
La ripartizione del fondo sanitario nazionale finora affidato alla mediazione politica della Conferenza delle Regioni, peraltro, segue criteri che non sono legati soltanto al numero di cittadini assistiti, ma anche dell'anzianità della popolazione. Quindi, ogni regione riceve una quota procapite diversa. Per esempio, la Sicilia che ha una popolazione più giovane ottiene meno della Lombardia dove comu nque la sanità è tra le più efficienti.
Nessun commento:
Posta un commento
imposta qui i tuoi commenti