Salvo Calì: «E’ gravissimo che a Verona venga punito chi denuncia i disservizi».
ROMA - A Verona, nei mesi scorsi, due medici di continuità assistenziale (guardia medica) hanno ripetutamente denunciato all’Asl le inefficienze di un ambulatorio cittadino e la grave presenza di barriere architettoniche. I due medici, nonchè sindacalisti dello Sindacato dei Medici Italiani-Smi, sono rimasti senza alcuna risposta. Nel contempo anche un’associazione dei consumatori, Cittadinanza Attiva, ha sollevato il problema e lo ha posto all’attenzione della stampa locale. L’azienda, a questo punto, anzichè aprire un confronto, ha imputato ai due camici bianchi il non rispetto del regolamento per aver mostrato, senza autorizzazione, ai giornalisti i problemi di quella struttura. La questione è stata oggetto della segreteria nazionale dello Smi, tenutasi il fine settimana scorso a Roma, che protesterà in tutte le sedi contro un provvedimento considerato lesivo dei diritti sindacali. Decisa l’impugnazione della decisione dell’Asl veronese sotto il profilo legale.
Salvo Calì, segretario generale Smi, alla fine dell’assise nazionale ha dichiarato: «È gravissimo che due medici, nonchè sindacalisti, che lottano contro le barriere architettoniche e altre gravi inefficienze in un ambulatorio, subiscano dall’azienda una punizione, anzichè la giusta attenzione per la sensibilità mostrata. Verificheremo se ci sono profili di comportamenti antisindacali e ricorreremo contro la decisione dell’Asl».
«Il fatto che dei giornalisti – spiega - possano essere entrati in un ambulatorio senza autorizzazione è solo un dettaglio regolamentario, oltretutto non imputabile ai due medici, il vero problema è un altro: come è possibile che un luogo della tutela della salute possa essere inefficiente, poco funzionale e addirittura con barriere architettoniche? Questa è la vera e grave questione, il resto sono burocratismi».
«Cogliamo – conclude Calì - l’occasione per fare un appello al Sindaco di Verona, Flavio Tosi, affinchè si corregga la rotta e nell’interesse dei cittadini che usufruiscono dei servizi, e dei medici che vi operano, si migliorino le strutture di quell’ambulatorio, come nella tradizione della civilissima Verona e che facendo prevalere la sostanza sulla forma si riconsideri il provvedimento sui due medici».
Salvo Calì, segretario generale Smi, alla fine dell’assise nazionale ha dichiarato: «È gravissimo che due medici, nonchè sindacalisti, che lottano contro le barriere architettoniche e altre gravi inefficienze in un ambulatorio, subiscano dall’azienda una punizione, anzichè la giusta attenzione per la sensibilità mostrata. Verificheremo se ci sono profili di comportamenti antisindacali e ricorreremo contro la decisione dell’Asl».
«Il fatto che dei giornalisti – spiega - possano essere entrati in un ambulatorio senza autorizzazione è solo un dettaglio regolamentario, oltretutto non imputabile ai due medici, il vero problema è un altro: come è possibile che un luogo della tutela della salute possa essere inefficiente, poco funzionale e addirittura con barriere architettoniche? Questa è la vera e grave questione, il resto sono burocratismi».
«Cogliamo – conclude Calì - l’occasione per fare un appello al Sindaco di Verona, Flavio Tosi, affinchè si corregga la rotta e nell’interesse dei cittadini che usufruiscono dei servizi, e dei medici che vi operano, si migliorino le strutture di quell’ambulatorio, come nella tradizione della civilissima Verona e che facendo prevalere la sostanza sulla forma si riconsideri il provvedimento sui due medici».
20.10.2010, Comunicato Stampa SMI | |
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