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Fra i provvedimenti allo studio una stretta sui farmaci ospedalieri. I sindacati: «Subito un confronto».
ROMA - La manovra? «Sarà dura» secondo il leader della Lega, Umberto Bossi, mentre si dettaglia sempre di più il mix di misure allo studio: dalla scure sugli sprechi della Sanità, alla stretta sui farmaci ospedalieri fino al non rinvio per la realizzazione del Ponte sullo Stretto per il quale le risorse dovrebbero iniziare ad affluire nel 2013, cioè a manovra chiusa.
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ieri impegnato con l'Ecofin, punterebbe a presentare la manovra 2011-2012 (si parla di un «range» tra i 25 e i 28 miliardi) già a fine mese o al più tardi all'inizio di giugno. Opposizione e sindacati chiedono di avere maggiori informazioni sulle misure allo studio e insistono per un confronto. Pronto intanto il «check» sugli immobili fantasma che potrebbe far raggranellare con un'eventuale regolarizzazione fino a circa due miliardi, mentre riparte il tormentone dei tagli agli stipendi dei parlamentari: «solo l'aperitivo», secondo Tremonti il taglio del 5% di cui si parla. E il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, chiede che il taglio arrivi fino al 50% degli stipendi dei parlamentari.
Per quanto riguarda la Sanità, oltre alla richiesta arrivata alle regioni in deficit di mettersi in regola anche aumentando le tasse locali, arriva una nuova indicazione. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, spiega infatti di ritenere «ineludibile che in qualche modo ci possano essere delle ricadute su tutti i settori» e in particolare la sanità «che rappresenta il 70-80% della spesa regionale». Fazio quindi - dopo aver parlato con Tremonti «a braccio» - ipotizza dunque un recupero di efficienza del 10%. «Non è poco - aggiunge Fazio - e da solo basterebbe, se fosse tutto recuperabile subito, per un pezzo della manovra».
Più in dettaglio, secondo quanto risulta in ambienti tecnici, sarebbe allo studio una manovra sulla spesa farmaceutica ospedaliera, in crescita a causa anche dell'aumento del costo di alcuni prodotti come gli oncologici e altri prodotti di nuova generazione dal costo molto elevato.
L'operazione dovrebbe prevedere anche il passaggio alla distribuzione in farmacia di alcuni prodotti fino ad ora ad uso ospedaliero, intervento già annunciato nel recente passato da Fazio. Non positiva la reazione dell'industria farmaceutica («basta - dice Farmindustria - coi tagli unilaterali all'assistenza farmaceutica»).
L'ipotesi di tagli consistenti in arrivo allarma l'opposizione. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ironizza: «Per sapere qualcosa sulla situazione economica e sulle iniziative del governo credo si debba chiedere ai servizi segreti se possono penetrare nelle segrete stanze del ministero del Tesoro e portare in Parlamento qualche informazione in più». E poi, replicando al ministro dell'Economia che annuncia tempi duri per gli evasori, chiosa: «Quando Tremonti minaccia gli evasori spunta sempre un condono».
Rispondono con posizioni diverse i sindacati: il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, esclude al momento il ricorso allo sciopero generale e chiede al governo di uscire da questa situazione di incertezza che allarma i lavoratori attivando un tavolo di confronto. Da parte sua, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, teme una soppressione degli aumenti contrattuali per gli statali, annuncia proteste ma solo se la manovra sarà di tagli alla spesa sociale.
Il governo «ha il dovere» di spiegare agli italiani perchè fa una manovra da «lacrime e sangue» quando aveva sostenuto che l'Italia stava meglio di altri Paesi: ha detto a Berlino Epifani, sottolineando che, per combattere l'«interesse corruttivo molto forte» in Italia, bisogna «ritornare alla trasparenza e ai controlli», una condizione necessaria non solo per «evitare la corruzione» ma per «ridurre anche le spese».
Per il momento, ha commentato Epifani a margine del congresso dei sindacati tedeschi (Dgb), la Cgil non pensa a uno «sciopero generale», che si fa «quando si proclama, e si proclama quando tutte le cose sono chiare e sono definite». Ma avverte. «Il governo ha il dovere di spiegare agli italiani perchè oggi fa una manovra che è esattamente il contrario di quello che aveva detto fino a 10 giorni fa - ha osservato il leader della Cgil-. Il governo aveva sostenuto che la situazione italiana era migliore di quella di altri Paesi, ma in realtà non lo è».
In secondo luogo, ha proseguito, il governo «ha bisogno di uscire dalle incertezze di queste ore, dalle fughe di notizie che allarmano lavoratori e pensionati e aprire un tavolo di confronto sia con le organizzazioni sindacali, sia in Parlamento». Adesso «bisogna recuperare una sovranità nazionale e un coordinamento europeo».
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ieri impegnato con l'Ecofin, punterebbe a presentare la manovra 2011-2012 (si parla di un «range» tra i 25 e i 28 miliardi) già a fine mese o al più tardi all'inizio di giugno. Opposizione e sindacati chiedono di avere maggiori informazioni sulle misure allo studio e insistono per un confronto. Pronto intanto il «check» sugli immobili fantasma che potrebbe far raggranellare con un'eventuale regolarizzazione fino a circa due miliardi, mentre riparte il tormentone dei tagli agli stipendi dei parlamentari: «solo l'aperitivo», secondo Tremonti il taglio del 5% di cui si parla. E il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, chiede che il taglio arrivi fino al 50% degli stipendi dei parlamentari.
Per quanto riguarda la Sanità, oltre alla richiesta arrivata alle regioni in deficit di mettersi in regola anche aumentando le tasse locali, arriva una nuova indicazione. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, spiega infatti di ritenere «ineludibile che in qualche modo ci possano essere delle ricadute su tutti i settori» e in particolare la sanità «che rappresenta il 70-80% della spesa regionale». Fazio quindi - dopo aver parlato con Tremonti «a braccio» - ipotizza dunque un recupero di efficienza del 10%. «Non è poco - aggiunge Fazio - e da solo basterebbe, se fosse tutto recuperabile subito, per un pezzo della manovra».
Più in dettaglio, secondo quanto risulta in ambienti tecnici, sarebbe allo studio una manovra sulla spesa farmaceutica ospedaliera, in crescita a causa anche dell'aumento del costo di alcuni prodotti come gli oncologici e altri prodotti di nuova generazione dal costo molto elevato.
L'operazione dovrebbe prevedere anche il passaggio alla distribuzione in farmacia di alcuni prodotti fino ad ora ad uso ospedaliero, intervento già annunciato nel recente passato da Fazio. Non positiva la reazione dell'industria farmaceutica («basta - dice Farmindustria - coi tagli unilaterali all'assistenza farmaceutica»).
L'ipotesi di tagli consistenti in arrivo allarma l'opposizione. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ironizza: «Per sapere qualcosa sulla situazione economica e sulle iniziative del governo credo si debba chiedere ai servizi segreti se possono penetrare nelle segrete stanze del ministero del Tesoro e portare in Parlamento qualche informazione in più». E poi, replicando al ministro dell'Economia che annuncia tempi duri per gli evasori, chiosa: «Quando Tremonti minaccia gli evasori spunta sempre un condono».
Rispondono con posizioni diverse i sindacati: il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, esclude al momento il ricorso allo sciopero generale e chiede al governo di uscire da questa situazione di incertezza che allarma i lavoratori attivando un tavolo di confronto. Da parte sua, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, teme una soppressione degli aumenti contrattuali per gli statali, annuncia proteste ma solo se la manovra sarà di tagli alla spesa sociale.
Il governo «ha il dovere» di spiegare agli italiani perchè fa una manovra da «lacrime e sangue» quando aveva sostenuto che l'Italia stava meglio di altri Paesi: ha detto a Berlino Epifani, sottolineando che, per combattere l'«interesse corruttivo molto forte» in Italia, bisogna «ritornare alla trasparenza e ai controlli», una condizione necessaria non solo per «evitare la corruzione» ma per «ridurre anche le spese».
Per il momento, ha commentato Epifani a margine del congresso dei sindacati tedeschi (Dgb), la Cgil non pensa a uno «sciopero generale», che si fa «quando si proclama, e si proclama quando tutte le cose sono chiare e sono definite». Ma avverte. «Il governo ha il dovere di spiegare agli italiani perchè oggi fa una manovra che è esattamente il contrario di quello che aveva detto fino a 10 giorni fa - ha osservato il leader della Cgil-. Il governo aveva sostenuto che la situazione italiana era migliore di quella di altri Paesi, ma in realtà non lo è».
In secondo luogo, ha proseguito, il governo «ha bisogno di uscire dalle incertezze di queste ore, dalle fughe di notizie che allarmano lavoratori e pensionati e aprire un tavolo di confronto sia con le organizzazioni sindacali, sia in Parlamento». Adesso «bisogna recuperare una sovranità nazionale e un coordinamento europeo».
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