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Ottocento esuberi nel nuovo 118
E nei ruoli ci sono cento pregiudicati che non possono essere riassunti.
ALMENO 862 soccorritori barellieri in esubero e circa 100 che non potranno essere comunque riassunti dalla Regione perchè hanno precedenti penali «incompatibili» con una direttiva sui contratti varata dall'assessorato alla Sanità. Sono queste le ultime due grane del servizio di emergenza sul tavolo dell'assessore Massimo Russo, già alle prese con un contenzioso milionario con la Cri (proprietaria della Sise, che ha gestito fino ad oggi il 118) che minaccia di «bloccare il servizio in Sicilia dal primo aprile».
Grane che stanno animando lo scontro politico, come avvenuto qualche giorno fa in commissione Sanità all'Ars, quando il direttore della nuova società regionale Seus, Marco Romano, ha illustrato il piano industriale, annunciando gli 800 esuberi: «Premesso che, come da accordi, saranno riassunti i 3.317 dipendenti della Sise, abbiamo comunque
stimato a regime che per il servizio di 118 il fabbisogno effettivo si attestaa 2.212 unità - dice Romano in commissione -. Il personale in esubero, gli 862 autisti soccorritori in eccedenza, sarà destinato a nuovi compiti. Attiveremo dei corsi di formazione con il Cefaps, per l'impiego di questo personale nel trasporto secondario extra aziendale». Insomma, ancora una volta il numero dei dipendenti assunti negli anni dalla Sise continuaa dimostrarsi superiore alle reali esigenze. Ma c'è di più. Ad alimentare le tensioni tra Sise e assessorato è anche il blocco delle assunzioni nel sistema sanitario siciliano varato con una direttiva firmata lo scorso mese dall'assessore Russo, non solo perchi è soggetto a misure di prevenzione ma anche per «chi ha avuto passato in giudicaro condanne per reati contro la pubblica amministrazione, frode, falso in atto pubblico, truffa e contro il patrimonio». I numeri non sono certi, ma si stimano in oltre cento gli autisti soccorritori che non potrebbero essere riassunti a causa di questa direttiva e dalla Seus sospettano «che i numeri siano ben più elevati», tanto da avere avviato una verifica a tappeto sui casellari giudiziari. «Ci sembrano limitazioni eccessive», dicono stizziti dalla Sise. «E' giusto che non ci siano operatori del nuovo 118 che hanno avuto problemi con la giustizia, è evidente che il nuovo orientamento ha già creato un certo scompiglio», ha detto Romano ai deputati della commissione sanità. «Gli esuberi e il caso dei soccorritori con precedenti penali la dicono lunga sulla mala gestione del 118 in passato - dice il deputato del Pd, Roberto De Benedictis -. Occorre subito accendere i riflettori sul passaggio dalla vecchia alla nuova società per evitare che non cambi nulla».
Intanto però il tempo stringe. Il 31 marzo scade l'ultima proroga data da piazza Ottavio Ziino alla Sise, che nel frattempo ha avviato il licenziamento collettivo di tutti i 3.317 dipendenti. Anche se è stato risolto ilcontenzioso da 50 milioni sugli straordinari, la Cri chiede ancora il pagamento dia altri 40 milioni di euro per spese fatte nel passato e minaccia di bloccare il servizio dal primo aprile. I sindacati sono pronti alla mobilitazione: «Al governatore Raffaele Lombardo e all'assessore Russo chiediamo di andare avanti nel passaggio dalla Sise alla Seus», dicono Maurizio Bernava e Angelo Fullone della Cisl, Michele Palazzotto della FP-Cgil minaccia la mobilitazione «se nonverrà chiarito il contenzioso con la Cri».
Grane che stanno animando lo scontro politico, come avvenuto qualche giorno fa in commissione Sanità all'Ars, quando il direttore della nuova società regionale Seus, Marco Romano, ha illustrato il piano industriale, annunciando gli 800 esuberi: «Premesso che, come da accordi, saranno riassunti i 3.317 dipendenti della Sise, abbiamo comunque
stimato a regime che per il servizio di 118 il fabbisogno effettivo si attestaa 2.212 unità - dice Romano in commissione -. Il personale in esubero, gli 862 autisti soccorritori in eccedenza, sarà destinato a nuovi compiti. Attiveremo dei corsi di formazione con il Cefaps, per l'impiego di questo personale nel trasporto secondario extra aziendale». Insomma, ancora una volta il numero dei dipendenti assunti negli anni dalla Sise continuaa dimostrarsi superiore alle reali esigenze. Ma c'è di più. Ad alimentare le tensioni tra Sise e assessorato è anche il blocco delle assunzioni nel sistema sanitario siciliano varato con una direttiva firmata lo scorso mese dall'assessore Russo, non solo perchi è soggetto a misure di prevenzione ma anche per «chi ha avuto passato in giudicaro condanne per reati contro la pubblica amministrazione, frode, falso in atto pubblico, truffa e contro il patrimonio». I numeri non sono certi, ma si stimano in oltre cento gli autisti soccorritori che non potrebbero essere riassunti a causa di questa direttiva e dalla Seus sospettano «che i numeri siano ben più elevati», tanto da avere avviato una verifica a tappeto sui casellari giudiziari. «Ci sembrano limitazioni eccessive», dicono stizziti dalla Sise. «E' giusto che non ci siano operatori del nuovo 118 che hanno avuto problemi con la giustizia, è evidente che il nuovo orientamento ha già creato un certo scompiglio», ha detto Romano ai deputati della commissione sanità. «Gli esuberi e il caso dei soccorritori con precedenti penali la dicono lunga sulla mala gestione del 118 in passato - dice il deputato del Pd, Roberto De Benedictis -. Occorre subito accendere i riflettori sul passaggio dalla vecchia alla nuova società per evitare che non cambi nulla».
Intanto però il tempo stringe. Il 31 marzo scade l'ultima proroga data da piazza Ottavio Ziino alla Sise, che nel frattempo ha avviato il licenziamento collettivo di tutti i 3.317 dipendenti. Anche se è stato risolto ilcontenzioso da 50 milioni sugli straordinari, la Cri chiede ancora il pagamento dia altri 40 milioni di euro per spese fatte nel passato e minaccia di bloccare il servizio dal primo aprile. I sindacati sono pronti alla mobilitazione: «Al governatore Raffaele Lombardo e all'assessore Russo chiediamo di andare avanti nel passaggio dalla Sise alla Seus», dicono Maurizio Bernava e Angelo Fullone della Cisl, Michele Palazzotto della FP-Cgil minaccia la mobilitazione «se nonverrà chiarito il contenzioso con la Cri».
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