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RELAZIONE. I giudici: «Troppe rettifiche contabili». Russo: «Dati vecchi»
Sanità, dubbi sul piano di rientro della Corte dei Conti nazionale
PALERMO. «Nelle note della Regione si precisa che sono già in fase di superamento i presupposti per il commissariamento. Le risultanze dei tavoli tecnici non sembrano corroborare questa opinione»: è la frase con cui la Corte dei Conti nazionale ha di fatto riaperto il caso-Sicilia nella sanità. Anche se il governo ha subito parlato di dati superati.
I magistrati contabili - nella annuale relazione che riguarda tutte le Regioni - hanno preso in esame i documenti che la Sicilia ha portato al tavolo ministeriale che verifica l'attuazione del piano di rientro e ne hanno ricavato più di un dubbio. L'ultimo verbale preso in esame è quello di fine giugno e da lì «emergono difficoltà assolutamente rilevanti». La Corte dei Conti si è soffermata soprattutto sulle «numerose e consistenti rettifiche contabili» nei bilanci delle Asl e degli ospedali, sollevando così dubbi sulle cifre indicate per rinnovi contrattuali e prodotti farmaceutici. Lo stesso advisor che assiste la Regione ha rilevato «particolari criticità» sui bilanci. Ma soprattutto, i magistrati contabili hanno notato «disfunzioni gravi sulla gestione amministrativa e contabile di alcune aziende», sollevando il caso delle «forti variazioni di rimanenze che sembrerebbero sovradimensionate per la normale gestione in quanto, se rapportate al consumo, evidenzierebbero scorte in alcuni casi superiori ai due mesi di normale attività». Dubbi anche sulle prestazioni acquistate dagli specialisti privati accreditati e dai laboratori di analisi.
Il caso è approdato subito all'Ars, perchè il deputato del Pd Giovanni Barbagallo ha riportato tutto in una interrogazione: «La strada del miglioramento sanitario è ancora molto lunga. Si rischia il commissariamento».
Ma l'assessore Massimo Russo respinge i sospetti segnalando che «la relazione della Corte dei Conti risale a quattro mesi fa» (ma è stata depositata un mese fa). Per Russo «quei dati sono superati, oggi il piano di rientro è concluso e la Sicilia è l'unica Regione ad aver evitato il commissariamento. Abbiamo così conquistato stima e credibilità di cui essere orgogliosi. Continueremo però a operare con rigore migliorando l'appropriatezza organizzativa».
I magistrati contabili - nella annuale relazione che riguarda tutte le Regioni - hanno preso in esame i documenti che la Sicilia ha portato al tavolo ministeriale che verifica l'attuazione del piano di rientro e ne hanno ricavato più di un dubbio. L'ultimo verbale preso in esame è quello di fine giugno e da lì «emergono difficoltà assolutamente rilevanti». La Corte dei Conti si è soffermata soprattutto sulle «numerose e consistenti rettifiche contabili» nei bilanci delle Asl e degli ospedali, sollevando così dubbi sulle cifre indicate per rinnovi contrattuali e prodotti farmaceutici. Lo stesso advisor che assiste la Regione ha rilevato «particolari criticità» sui bilanci. Ma soprattutto, i magistrati contabili hanno notato «disfunzioni gravi sulla gestione amministrativa e contabile di alcune aziende», sollevando il caso delle «forti variazioni di rimanenze che sembrerebbero sovradimensionate per la normale gestione in quanto, se rapportate al consumo, evidenzierebbero scorte in alcuni casi superiori ai due mesi di normale attività». Dubbi anche sulle prestazioni acquistate dagli specialisti privati accreditati e dai laboratori di analisi.
Il caso è approdato subito all'Ars, perchè il deputato del Pd Giovanni Barbagallo ha riportato tutto in una interrogazione: «La strada del miglioramento sanitario è ancora molto lunga. Si rischia il commissariamento».
Ma l'assessore Massimo Russo respinge i sospetti segnalando che «la relazione della Corte dei Conti risale a quattro mesi fa» (ma è stata depositata un mese fa). Per Russo «quei dati sono superati, oggi il piano di rientro è concluso e la Sicilia è l'unica Regione ad aver evitato il commissariamento. Abbiamo così conquistato stima e credibilità di cui essere orgogliosi. Continueremo però a operare con rigore migliorando l'appropriatezza organizzativa».
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