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Virus A, il flop del vaccino
Oltre 750 mila dosirimaste nei cassetti di Asp e ospedali
IL FATALISMO, il ritardo della campagna o lo scetticismo dei medici? Possono essere diverse le cause che hanno portato al completo flop della campagna vaccinale contro l'influenza A anche in Sicilia. Di sicuro c'è un dato: degli 845.773 vaccini mandati dal Ministero della Salute ne sono stati utilizzati soltanto 86.474, poco più del dieci per cento dell'intera scorta stipata nei frigoriferi di Asp e ospedali. Ben 759.299 dosi sono rimaste inutilizzate. La gente non si è spaventata degli allarmi lanciati dalle istituzioni internazionali e locali, o forse si è spaventata ancora di più delle voci sulla poca sicurezza del vaccino, idea rafforzata dallo scarso numero di medici che si è fatto immunizzare, solo 14 mila fra personale sanitario e socio-sanitario. Fatto sta che la fetta di popolazione siciliana che si è fatta inoculare la dose non arriva al quattro per cento, con Palermo in testa alle provincie più immunizzate con 21.339 persone, e Siracusa in fondo con seimila.
Il risultato è stato una sindrome influenzale molto diffusa, con un centinaio di casi a settimana, anche se per niente aggressiva.
E tuttavia l'Isola è stata fra le regioni più colpite dai decessi dovuti al nuovo virus, il 7 per cento del totale nazionale, con 21 soggetti deceduti.
Cifre che comunque, se paragonate a quelle della normale influenza, che fa un numero dieci volte maggiore di vittime, risultano irrisorie. L'insuccesso della campagna vaccinale è attribuita dagli operatori a diversi fattori: «La scelta di non coinvolgere direttamente i medici di base dice Filippo Giannobile, responsabile della rete Influnet Sicilia è stata un grave errore. Per i pazienti la trafila è stata troppo complicata».
Per dire, guanti e mascherine in qualche provincia sono arrivati soltanto adesso: «È vero, ci sono stati errori di comunicazione e di tempi - dice Francesco Vitale, coordinatore regionale di Influnet Sicilia e responsabile del laboratorio del Policlinico, l'unico in Sicilia abilitato ad accertare la presenza dell'H1N1 nei tamponi - quando è stata prevista la distribuzione dei vaccini non si immaginava che l'influenza sarebbe arrivata con due mesi di anticipo. Ma meno male che il vaccino c'è stato: bisogna essere cauti quando c'è un'epidemia, e la valutazione sulle scorte è stata congrua».
Il risultato è stato una sindrome influenzale molto diffusa, con un centinaio di casi a settimana, anche se per niente aggressiva.
E tuttavia l'Isola è stata fra le regioni più colpite dai decessi dovuti al nuovo virus, il 7 per cento del totale nazionale, con 21 soggetti deceduti.
Cifre che comunque, se paragonate a quelle della normale influenza, che fa un numero dieci volte maggiore di vittime, risultano irrisorie. L'insuccesso della campagna vaccinale è attribuita dagli operatori a diversi fattori: «La scelta di non coinvolgere direttamente i medici di base dice Filippo Giannobile, responsabile della rete Influnet Sicilia è stata un grave errore. Per i pazienti la trafila è stata troppo complicata».
Per dire, guanti e mascherine in qualche provincia sono arrivati soltanto adesso: «È vero, ci sono stati errori di comunicazione e di tempi - dice Francesco Vitale, coordinatore regionale di Influnet Sicilia e responsabile del laboratorio del Policlinico, l'unico in Sicilia abilitato ad accertare la presenza dell'H1N1 nei tamponi - quando è stata prevista la distribuzione dei vaccini non si immaginava che l'influenza sarebbe arrivata con due mesi di anticipo. Ma meno male che il vaccino c'è stato: bisogna essere cauti quando c'è un'epidemia, e la valutazione sulle scorte è stata congrua».
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