il 118 in sicilia

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In Sicilia il Servizio Urgenza Emergenza Sanitario "S.U.E.S. 118", attivato in maniera sperimentale e provvisoria l' 11 Agosto 1997, è dotato di quattro Centrali Operative interprovinciali presso le provincedi Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina. Ogni C.O. è provvista di una rete telefonica sanitaria dedicata solo alla emergenza (118) e indipendente da quella ordinaria, con venti linee dhe afferiscono a cinque posti di operatori; dispone inoltre di una rete privata virtuale dedicata (RPV) che le collega fra loro, con tutti i pronto soccorso e con tutti i reparti dell'area critica degli ospedali dell'Isola (Rianimazioni, Unità coronariche, Neurochirurgie, etc.); ognuna di esse è fornita inoltre di un sistema di registrazione automatico di tutte le telefonate che vi afferiscono. Le Centrali Operative, ciascuna per il proprio bacino, sono raggiungibili dall'utenza componendo il numero telefonico unico e gratuito 1-1-8.

domenica 17 gennaio 2010

A chi serve davvero il vaccino?


Panorama - 16.01.2010
Panorama n. 3 -2009 - pag. 101
Chiara Palmerini

A chi serve davvero il vaccino?
Mentre l’Europa svende le dosi inutilizzate del vaccino antivirus A, l’epidemiologo Tom Jefferson rilancia ciò che ripete da tempo: «Immunizzarsi contro l’influenza non serve. Questa pandemia, poi, è una bufala». E invita a guardare cosa dicono i dati.
«La scienza non è democrazia né consenso»: parola di Sun Tzu. Ovvero Tom Jefferson, italianissimo epidemiologo nonostante il nome. Ironizzando nelle vesti del generale cinese del IV secolo a.C. sul sito Attentiallebufale.it, o più seriamente come ricercatore della Cochrane Collaboration (che valuta le prove di efficacia degli interventi in medicina), va ripetendo in pressoché totale solitudine che i vaccini contro l’influenza non servono a niente.
Messaggio che, oggi, sembra appropriato a quanto sta succedendo al vaccino per l’influenza A, svenduto in mezza Europa perché acquistato in quantità eccessive rispetto alla vera entità (e pericolosità) della malattia. Jefferson però lo ripete da anni. Con studi e statistiche in materia, di cui è uno dei maggiori esperti al mondo (anche se non vuole sentirselo dire), condisce un ragionamento sfaccettato con una conclusione lampante: «Non sono questioni segrete, sono dati pubblicati, ma bisogna guardarli tutti, non solo quelli che dimostrano la propria tesi».
Che cosa si trova? Che negli Usa, negli ultimi vent’anni, da quando sono stati introdotti i vaccini, la mortalità per influenza è sempre rimasta la stessa. Oppure che nelle persone sane sotto i 65 anni la vaccinazione non ha influito di una virgola sui giorni di ospedale, assenze dal lavoro o morte per influenza o per le sue complicazioni. Non proprio quello che ci si aspetterebbe.
Anche nel caso dell’influenza suina, la novità di quest’anno, il vaccino è stato offerto dai governi di mezzo mondo ai cittadini come l’unico salvagente. Eppure, fa notare Jefferson, in questa mossa qualcosa non torna. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l’allerta globale per il virus H1N1 addiritura cambiando la definizione di «pandemia». Per essere tale, prima di maggio il virus doveva provocare un «alto numero di casi e di morti». Poi i morti sono spariti dalla definizione. E pandemia è stata, con immediata corsa al rimedio: il vaccino. E con le azioni delle industrie produttrici schizzate alle stelle.
Questo argomentare del tutto controcorrente non attira simpatie all’epidemiologo. Un paio di anni fa, a un seminario sui piani di preparazione antipandemia, racconta un articolo sulla rivista americana The Atlantic, Jefferson pranzava sempre da solo. Nessuno dei colleghi voleva sedere con lui. Conferma? «Tutto vero».
Ma, chiede Panorama all’«eretico» Jefferson, com’è che, con questi dati sulla sua inutilità, milioni di persone si ritrovano ogni anno a fare il vaccino? «Mi sono messo a studiare con dei sociologi americani per capirlo». Per capire che cosa? «Come è avvenuto che l’influenza si sia trasformata in questa sorta di mostro che miete vittime di cui si sente continuamente parlare». Un’idea se la sarà fatta... «Direi che gli attori in gioco sono quattro. I giornali, intendo laici e scientifici. L’industria farmaceutica, che se non altro è chiara nei suoi scopi: vuole vendere i suoi prodotti e guadagnarci. Poi i politici e i governi. Infine i miei amati cattivi maestri, quelli che quest’anno già dalla fine di aprile si sono svegliati con previsioni sempre più allarmanti sul numero di malati e morti, fino al gran finale: se vi vaccinate contro l’influenza stagionale e contro la suina, sarete più protetti. Ma chi l’ha detto?». A sorpresa, uno dei pochi a salvarsi in questa storia è Topo Gigio. «L’unico a dare consigli basati su una solida evidenza scientifica» afferma Jefferson. Gli studi questa volta lo dimostrano: per prevenire l’influenza (e tutto quello che le somiglia) la cosa migliore è lavarsi le mani.

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Rimuovere i graffi dai cd in cinque minuti


Eccovi alcuni metodi casalinghi, mediante i quali dovreste essere in grado di rimuovere i graffi dalla superficie dei cd.Le superfici dei cd o dei dvd sono molto delicate. Infatti, basta una scorretta conservazione, ed ecco che la superficie di esso si striscia. Se avete sperimentato tutto quanto era nelle vostre conoscenze, ma non avete ancora risolto il problema, vi indichiamo altri metodi, mediante cui dovreste essere in grado di rimettere in sesto i vostri cd o dvd. Tuttavia, sia bene chiaro, quelle sotto riportate devono essere intese come "ultime spiagge", ossia soluzioni utilme al problema, cui ricorrere soltanto quando non c'è proprio più niente da fare. Di conseguenza, non ci assumiamo nessuna responsabilità nel caso in cui non riusciste a pervenire al risultato sperato. In sostanza, non vi assicuriamo che i vari metodi proposti possano effettivamente funzionare. Primo metodo – Il dentifricio Cosa vi serve: Un cd da pulire Dentifricio (possibilmente a pasta bianca e non colorata, senza granuli) Acqua di rubinetto Un batuffolo di cotone Un panno morbido Dieci minuti di tempo Sul mercato esistono dei costosissimi kit di riparazione, ma con questo metodo non servono. Prendiamo il supporto da pulire e mettiamoci sopra del dentifricio. Con un batuffolo di cotone leggermente inumidito (o con le mani, se preferite) spalmiamo per bene il dentifricio lungo tutta la superficie del cd, anche se ne è strisciata solo una piccola parte. Lasciamo agire il dentifricio per cinque minuti. Quindi prendiamo il cd e, sotto l’acqua corrente, togliamo con le mani ogni residuo di dentifricio. Quando abbiamo rimosso tutto il dentifricio, asciughiamo il supporto con un panno morbido e, voilà, la superficie ora è ben levigata! Ovviamente, devo ricordarvi che se la superficie presenta graffi profondi, questi potrebbero non venir via, neppure se lasciaste agire il dentifricio per giorni e giorni. Secondo metodo – La banana E' possibile rimuovere i graffi dai cd anche con questo frutto esotico, ma la procedura è un po’ più lunga. Cosa vi serve: Un cd da pulire Un pezzo di banana (con la sua buccia, da utilizzare in seguito) Un panno morbido Acqua di rubinetto Quindici minuti del vostro tempo Prendiamo il supporto da pulire e strofiniamoci sopra la polpa della banana con movimenti circolari. E' necessario strofinare tutta la superficie del cd. Lasciamo agire la polpa sul support per 5 minuti. Ripuliamo la superficie con la parte interna della buccia . Laviamo il supporto con acqua e asciughiamolo con un panno morbido.Anche per quanto riguarda questo metodo, è nostro dovere segnalare che i graffi molto profondi potrebbero non sparire, anche dopo giorni e giorni di duro lavoro.

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