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La riforma della Sanità. L’assessore Russo, a novembre, ha indicato gli obiettivi da raggiungere i primi dei quali. Subito attuati, e contestati, la rimodulazione e il taglio dei posti letto. Per la riduzione di tempi e liste d’attesa bisogna pazientare.
Gli ospedali e l’Asp alle prese con i tagli. Meno ricoveri e più assistenza sul territorio
A Catania quattro «presìdi» il primo dei quali aprirà a Librino entro Pasqua
La «riforma» della sanità regionale, voluta dall’assessore Massimo Russo per razionalizzare l’uso delle risorse e ridurre gli sprechi, si articola in obiettivi che le aziende sanitarie provinciali e le aziende ospedaliere devono raggiungere in base alle priorità e alla tempistica data, come è specificato nella scheda a fianco.
Questi i provvedimenti presi sul territorio provinciale alla scadenza del 31 dicembre, così come previsto dal «piano di rientro». All’Asp 3 - come spiega il direttore generale Giuseppe Calaciura - è stata fatta la verifica degli atti precedenti, «e non sono stati trovati errori blu», ed è stata disegnata la riorganizzazione dei servizi territoriali volta a decongestionare gli ospedali e i pronto soccorso. A Catania è prevista l’attivazione di quattro presidi territoriali di assistenza: nel poliambulatorio di Librino; nella sede Inail di via Cifali; nella vecchia sede di via Pasubio e nel poliambulatorio di Gravina. Il primo ad essere aperto sarà quello di Librino, si spera entro Pasqua.
Ed entro il 2010 dovranno essere aperti tutti gli altri, soprattutto nei Comuni dove non ci sono ospedali. In ogni presidio, in base al bacino d’utenza e ai servizi offerti, sono previsti da 5 a 10 medici, indicati in base alla riorganizzazione del personale. Ogni presidio potrà contare su un cardiologo, un diabetologo e un ginecologo, anche perché, in quest’ultimo caso, la prospettiva è quella di ubicare i consultori all’interno di questi presidi.
Ancora. Saranno potenziati i pronto soccorso in base al numero di ingressi - in particolare quelli di Caltagirone, Acireale, Paternò e Biancavilla - e sarà potenziato il servizio di «triage», quello in cui si decide della gravità del caso, e dunque della precedenza: i codici rosso, verde e bianco. Importante, delicata - e contestata - la rimodulazione dei posti letto che da 965 passano a 868 per quanto riguarda i cosiddetti «acuti», cioè i ricoveri ordinari e in day hospital. Un dato relativo a tutti i 7 ospedali dell’Asp3, riorganizzati in distretti, quelli di Acireale e Giarre (distretto Catania 1), Biancavilla, Paternò e Bronte (Catania 2) e Caltagirone e Militello (Catania 3). Questo comporterà l’accorpamento di alcune strutture e, soprattutto, la riduzione delle posizioni apicali, cioè il numero dei primari. In ogni struttura ci sarà un’unica direzione sanitaria e verrà garantita una farmacia, una radiologia, i laboratori d’analisi (patologia clinica), l’anestesia e la riabilitazione. I posti letti per le lungodegenze e per la riabilitazione, invece, con il piano di riordino, sono aumentati da 354 a 640 suddivisi in parti pressoché uguali tra strutture pubbliche e private.
Analogo percorso hanno seguito anche le aziende ospedaliere. Al Vittorio Emanuele - Policlinico - come spiega il direttore generale Armando Giacalone - è stato completato, senza avere rilevato atti difformi, l’esame incrociato di tutti i provvedimenti delle precedenti amministrazioni del Policlinico e dell’Ove. E’ stato riorganizzato il pronto soccorso dell’Ove tenendo conto che l’ospedale, entro tre anni, sarà trasferito a Librino. Una riorganizzazione più funzionale, dunque, che strutturale. E sono stati rimodulati i posti letto ordinari e in day hospital, passati, complessivamente, da 1.150 a 1.050. Infine è stato redatto anche un progetto di miglioramento, e dunque di riduzione, dei tempi d’attesa.
Anche al Garibaldi - azienda retta dal direttore generale Angelo Pellicanò - è stata ultimata la verifica degli atti precedenti e i posti letto, prima 776, sono stati rimodulati e ridotti a 619, di cui 134 universitari. E va detto che 59 posti letto universitari sono stati spostati al Policlinico. E’ stata presentata anche una proposta di miglioramento delle liste di attesa a partire dal presupposto che il Garibaldi non è un ospedale di prevenzione, ma di alta specialità. Le visite specialistiche, dunque, dovrebbero essere prenotate soltanto in seconda battuta, nei casi controversi o più gravi. Per ridurre le liste d’attesa la proposta è quella di realizzare un Centro unico di prenotazione (Cup) per tutti gli ospedali cittadini per evitare le doppie e triple prenotazioni che fanno allungare i tempi. Nel prenotare, poi, dovranno essere distinte le visite di primo accesso da quelle di controllo e dovrà essere specificato il livello di urgenza, compito che spetterà ai medici di famiglia che dovranno indicare nelle loro ricette la priorità dell’esame richiesto.
Al Garibaldi è previsto anche il miglioramento dei pronto soccorso attraverso il potenziamento dei servizi di accoglienza e l’informatizzazione dei referti in modo da essere immediatamente disponibili lungo tutta la catena dei reparti interessati. La grave carenza di organico, poi - dato il blocco delle assunzioni - dovrebbe essere colmata attraverso la rimodulazione, e la formazione, del personale in servizio.
All’azienda Cannizzaro - il cui direttore generale è il dottor Francesco Poli - i posti letto sono stati ridotti da 620 a 496 più 20, e, nell’ottica di migliorare le attività ambulatoriali e di ridurre le liste d’attesa, sono stati riorganizzati i flussi aprendosi anche agli utenti esterni. In questa prospettiva verrà sperimentato, per le attività specialistiche e per i codici bianchi, cioè per i casi più lievi, il ricorso ai servizi ambulatoriali e al personale dell’Asp3. Inoltre si sta procedendo alla riorganizzazione del pronto soccorso, a partire dall’accettazione e dal «triage», in modo che il medico sia immediatamente supportato da tutto l’ospedale e che scatti l’operatività lungo tutta la linea di intervento.
Questi i progetti. Da gennaio si comincia a passare ai fatti e saranno i cittadini e i pazienti a dire la propria.
Questi i provvedimenti presi sul territorio provinciale alla scadenza del 31 dicembre, così come previsto dal «piano di rientro». All’Asp 3 - come spiega il direttore generale Giuseppe Calaciura - è stata fatta la verifica degli atti precedenti, «e non sono stati trovati errori blu», ed è stata disegnata la riorganizzazione dei servizi territoriali volta a decongestionare gli ospedali e i pronto soccorso. A Catania è prevista l’attivazione di quattro presidi territoriali di assistenza: nel poliambulatorio di Librino; nella sede Inail di via Cifali; nella vecchia sede di via Pasubio e nel poliambulatorio di Gravina. Il primo ad essere aperto sarà quello di Librino, si spera entro Pasqua.
Ed entro il 2010 dovranno essere aperti tutti gli altri, soprattutto nei Comuni dove non ci sono ospedali. In ogni presidio, in base al bacino d’utenza e ai servizi offerti, sono previsti da 5 a 10 medici, indicati in base alla riorganizzazione del personale. Ogni presidio potrà contare su un cardiologo, un diabetologo e un ginecologo, anche perché, in quest’ultimo caso, la prospettiva è quella di ubicare i consultori all’interno di questi presidi.
Ancora. Saranno potenziati i pronto soccorso in base al numero di ingressi - in particolare quelli di Caltagirone, Acireale, Paternò e Biancavilla - e sarà potenziato il servizio di «triage», quello in cui si decide della gravità del caso, e dunque della precedenza: i codici rosso, verde e bianco. Importante, delicata - e contestata - la rimodulazione dei posti letto che da 965 passano a 868 per quanto riguarda i cosiddetti «acuti», cioè i ricoveri ordinari e in day hospital. Un dato relativo a tutti i 7 ospedali dell’Asp3, riorganizzati in distretti, quelli di Acireale e Giarre (distretto Catania 1), Biancavilla, Paternò e Bronte (Catania 2) e Caltagirone e Militello (Catania 3). Questo comporterà l’accorpamento di alcune strutture e, soprattutto, la riduzione delle posizioni apicali, cioè il numero dei primari. In ogni struttura ci sarà un’unica direzione sanitaria e verrà garantita una farmacia, una radiologia, i laboratori d’analisi (patologia clinica), l’anestesia e la riabilitazione. I posti letti per le lungodegenze e per la riabilitazione, invece, con il piano di riordino, sono aumentati da 354 a 640 suddivisi in parti pressoché uguali tra strutture pubbliche e private.
Analogo percorso hanno seguito anche le aziende ospedaliere. Al Vittorio Emanuele - Policlinico - come spiega il direttore generale Armando Giacalone - è stato completato, senza avere rilevato atti difformi, l’esame incrociato di tutti i provvedimenti delle precedenti amministrazioni del Policlinico e dell’Ove. E’ stato riorganizzato il pronto soccorso dell’Ove tenendo conto che l’ospedale, entro tre anni, sarà trasferito a Librino. Una riorganizzazione più funzionale, dunque, che strutturale. E sono stati rimodulati i posti letto ordinari e in day hospital, passati, complessivamente, da 1.150 a 1.050. Infine è stato redatto anche un progetto di miglioramento, e dunque di riduzione, dei tempi d’attesa.
Anche al Garibaldi - azienda retta dal direttore generale Angelo Pellicanò - è stata ultimata la verifica degli atti precedenti e i posti letto, prima 776, sono stati rimodulati e ridotti a 619, di cui 134 universitari. E va detto che 59 posti letto universitari sono stati spostati al Policlinico. E’ stata presentata anche una proposta di miglioramento delle liste di attesa a partire dal presupposto che il Garibaldi non è un ospedale di prevenzione, ma di alta specialità. Le visite specialistiche, dunque, dovrebbero essere prenotate soltanto in seconda battuta, nei casi controversi o più gravi. Per ridurre le liste d’attesa la proposta è quella di realizzare un Centro unico di prenotazione (Cup) per tutti gli ospedali cittadini per evitare le doppie e triple prenotazioni che fanno allungare i tempi. Nel prenotare, poi, dovranno essere distinte le visite di primo accesso da quelle di controllo e dovrà essere specificato il livello di urgenza, compito che spetterà ai medici di famiglia che dovranno indicare nelle loro ricette la priorità dell’esame richiesto.
Al Garibaldi è previsto anche il miglioramento dei pronto soccorso attraverso il potenziamento dei servizi di accoglienza e l’informatizzazione dei referti in modo da essere immediatamente disponibili lungo tutta la catena dei reparti interessati. La grave carenza di organico, poi - dato il blocco delle assunzioni - dovrebbe essere colmata attraverso la rimodulazione, e la formazione, del personale in servizio.
All’azienda Cannizzaro - il cui direttore generale è il dottor Francesco Poli - i posti letto sono stati ridotti da 620 a 496 più 20, e, nell’ottica di migliorare le attività ambulatoriali e di ridurre le liste d’attesa, sono stati riorganizzati i flussi aprendosi anche agli utenti esterni. In questa prospettiva verrà sperimentato, per le attività specialistiche e per i codici bianchi, cioè per i casi più lievi, il ricorso ai servizi ambulatoriali e al personale dell’Asp3. Inoltre si sta procedendo alla riorganizzazione del pronto soccorso, a partire dall’accettazione e dal «triage», in modo che il medico sia immediatamente supportato da tutto l’ospedale e che scatti l’operatività lungo tutta la linea di intervento.
Questi i progetti. Da gennaio si comincia a passare ai fatti e saranno i cittadini e i pazienti a dire la propria.
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